Nota: scusate la scemenza, ma mi sono svegliata questa mattina con questa cosa cortissima in testa e volevo metterla qui ora, che va ancora tutto (abbastanza) bene e prima che mi metta a gridare alla tv. E già che ci sono, approfitto: grazie mille a tutti per le parole e i commenti, siete super mitici :)
Quando quella mattina Sherlock si era presentato in laboratorio con la più assurda delle richieste (pretendere di essere la sua fidanzata) presentata nel più assurdo dei modi (“saresti favorevolmente incline ad assumere temporaneamente il ruolo di compagna?”), Molly Hooper aveva risposto di sì perché raramente diceva di no a Sherlock.
Anche se, nel caso in questione, la sua era stata meno un’affermazione e più un punto di domanda. Qualcosa che si sarebbe dovuto leggere più come un “forse” o un “possibilmente”. O, più probabilmente, come un “perché?”.
E se per la fine di quella giornata si era immaginata diversi scenari - tutti più o meno credibili - di sicuro non avrebbe mai pensato di trovarsi sulla strada di casa con un anello in meno, un fidanzato (reale) in meno e la sua situazione sentimentale riavvolta, grosso modo, a dove l’aveva lasciata due anni prima.
Si poteva contare su Sherlock per molte, discutibili, tendenzialmente illegali e pericolose cose. Ma come sabotatore di relazioni sentimentali che forse - forse - non sarebbero mai dovute comunque iniziare?
Bene, quella era una novità per Molly.
E se una parte di lei stava disperatamente cercando di rimproverarla dicendole che avrebbe dovuto sentirsi triste, magari in colpa e perfino un poco depressa, Molly non poteva invece evitare di sentirsi allegra, quasi euforica e - senza quell’anello - vagamente più leggera.
Sherlock Holmes, anti-cupido extraordinaire.