Era solo un gioco, naturalmente – come avrebbe mai potuto essere qualcosa di diverso per persone come loro?
Loro non erano prima di tutto qualificabili in una categoria ordinaria, stavano al di fuori di qualsiasi possibile omologazione e stupidi tentativi di trovare un’etichetta all’incomprensibilità della natura che li aveva plasmati in modo così affine. Avrebbero potuto realizzare grandi progetti insieme invece di tentare di disinnescarsi scambievolmente – ma probabilmente il tutto era molto più stimolante in quel modo, perché rendevano le rispettive vite ricche di imprevisti che la gente comune aveva il piacere di provare quotidianamente e di cui loro erano privati dalle loro menti tanto maledettamente acute.
Tuttavia, in ogni guerra che si rispetti c’erano momenti di bonaccia, passati nelle trincee ad attendere che si presentasse il momento di riprendere da dove si era interrotto il massacro, perpetuato sulle spalle di pedine sacrificabili agli occhi dell’uno e vittime innocenti capitate nel posto sbagliato al momento inappropriato per l’altro. E non c’era molto da poter fare in quegli anfratti di tremenda quiete, in cui nulla pareva intenzionato a muoversi e il vento dell’Est* sembrava aver abbandonato quelle terre per sempre - che buffa storia, quella, ma Jim la trovava così perfettamente adattabile a entrambi senza distinzione, senza separarsi in due entità distinte, perché loro potevano esistere pienamente unicamente se c’era anche la controparte della bilancia a riequilibrare la vita all'altro.
Non vi era niente di più naturale e logico che ritrovarsi insieme nella stessa stanza, perché fuori il mondo era già chiaro ai loro occhi e non mostrava loro alcun rompicapo in grado di impegnarli adeguatamente, le uniche matasse da districare erano riunite insieme e c’era tutto il tempo del mondo per dedicarsi a una pratica impossibile per definizione. Gli scacchi erano tediosi, le sfide di deduzione banalmente ripetitive e l’unica attività che si potesse veramente gustare appieno era quella in cui due cervelli come i loro cercavano di sovrastarsi in pieghe di lenzuola e sfide innovative create in mezzo a esercizi di natura lievemente differente dalle loro canoniche sfide.
Sarebbe potuto sembrare del tutto insensata quella situazione allo sguardo approssimativo di chi non comprendeva quella profonda ondata di noia che invadeva entrambi i loro animi, chi non afferrava quel mal di vivere e non vedeva come loro la realtà, mai avrebbe potuto intuire il perché per loro finire ad avere quel paradossale rapporto fosse solo una conseguenza estremamente logica. Solo così, almeno per qualche ticchettio dell’orologio appeso nello squallido appartamento di Sherlock Holmes, la vita era meno soffocante e più interessante – non prevedibile.



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*Il vento dell'Est è un piccolissimo spoiler dell'ultima stagione di Sherlock. È una storia che raccontava Mycroft a Sherlock da piccoli, e il vendo dell'Est rappresenterebbe una forza terribile che non lascia niente dietro di sé, spazzando via gli immeritevoli.