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Autore: lacchan96    17/01/2014    1 recensioni
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel profumo di agrumi
 
-Rose!- la vide entrare in un negozio, era di spalle eppure sapeva di non sbagliare, quei capelli biondi potevano appartenere solo a lei; stava per correrle dietro, era lì, a pochi passi da lei, erano separati solo da un vetro, se fosse entrato, se le avesse detto chi era, se lei avesse capito, allora lui avrebbe potuto toccarla, stringerla tra le sue braccia, parlarle, ridere, sentire quel profumo di agrumi che ricordava così bene, ma non fece nulla di tutto ciò, invece ritirò piano la mano che aveva teso sentendo tra le dita il vuoto.
Fece qualche passo indietro finché le sue spalle non incontrarono il muro contro cui si accasciarono, non poteva averla, non più, anzi non l’aveva mai avuta, perché lui era un Signore del Tempo e vivere da solo era il suo destino; l’aveva detto anche a lei quella sera di tanti anni prima: <<Io non invecchio, mi rigenero. Ma gli umani non lo fanno, voi appassite e poi morite. Immagina quando questo succede ad una persona che tu...>> si era interrotto, non aveva saputo continuare, ma, si chiese, cosa gli avrebbe detto lei? Che espressione sarebbe apparsa sul suo viso? Quel viso corrucciato dalla delusione e dal dolore forse si sarebbe disteso e le sue labbra si sarebbero piegate in quel magnifico sorriso che mai avrebbe potuto dimenticare, forse lei l’avrebbe abbracciato e lui avrebbe ricambiato stringendola come se niente al mondo fosse più importante di quel contatto.
Amy e Rory erano morti a Manhattan e poi anche River era scomparsa, il TARDIS era vuoto, di nuovo, e in quella solitudine i ricordi erano esplosi dentro di lui; Amy, Rory, River, Donna, Martha, Jack e poi lei, gli mancava, aveva bisogno di lei, più dell’aria, più dei suoi cuori, più del TARDIS, la voleva e l’avrebbe avuta, al diavolo le fratture nel tempo e nello spazio, lui era un Signore del Tempo in qualche modo sarebbe riuscito a sistemare ogni cosa, come sempre.
E così l’aveva fatto e l’aveva trovata, ma vedendola il suo coraggio aveva vacillato –Maledizione!- gridò tirando un pugno al muro dietro si sé, sentì il sangue scorrere dalla pelle lacerata e bagnargli la mano ancora chiusa, era un codardo.
-Ehi tutto bene?- chiese una voce familiare sopra di lui, alzò lo sguardo incrociando due occhi ambrati circondati da una linea di eye-liner nero e rimase interdetto per qualche secondo, era lì, lei era davanti a lui con sguardo preoccupato e spostava gli occhi dal suo viso alla mano insanguinata –Signore, si sente bene?- disse ancora abbassandosi e guardandolo con occhi sempre più preoccupati e perplessi.
Lui scosse la testa come per risvegliarsi dai suoi pensieri che tuttavia non riuscì ad allontanare del tutto e biascicò qualche parola sconnessa mentre ancora non riusciva a smettere di guardarla pensando a quanto fosse cambiata in quegli anni; i capelli erano più lunghi arrivandole fino a metà schiena e i tratti del viso erano diventati quelli di una donna pur lasciando qualcosa di giovanile nella curva del viso e nella luce dei suoi occhi che tradiva una passione mai spentasi.
-Se vuole le fascio la ferita, nella borsa ho un fazzoletto.- senza aspettare una risposta frugò nella sua borsa e ne tirò fuori un fazzoletto bianco di stoffa.
Lui guardava ogni suo movimento, la vide avvicinare le mani al pugno che non aveva allontanato dal muro e aspettò, con impazienza sempre maggiore, con la rabbia e la fretta che crescevano insieme odiando il tempo che sembrava rallentare, come se volesse stuzzicare la sua pazienza o desiderasse dargli una possibilità per godere dell’attesa. Ma lui desiderò solo sentirla sulla sua pelle, sentire che era reale ed era lì, davanti a lui. E finalmente il contatto arrivò, delicato, dolce, forte, deciso, come lei, un brivido gli corse su per il braccio fino alle labbra dandogli la spinta necessaria per far uscire quella singola parola che poteva cambiare l’ovvio esito di quell’incontro, aprì la bocca, pronto, con quel nome che piano saliva dalla gola.
Un telefonino squillò. Rose lasciò andare la sua mano ormai completamente fasciata e prese dalla borsa un cellulare, lo stesso che lui le aveva modificato anni prima si rese conto con un sorriso amaro sulle labbra mentre ascoltava la conversazione.
-Pronto?- rispose e subito dopo i suoi occhi si illuminarono –Dottore!
A quella parola il suo cuore ebbe un tuffo, lo chiamava ancora in quel modo.
-Si, sto arrivando, sono uscita ora dal negozio di giocattoli, sono per strada. Okay, a dopo.- allontanò il cellulare dall’orecchio per poi riposarlo nella borsa ed alzarsi.
Si fece coraggio un’ultima volta e dopo un profondo respiro le chiese –Se posso chiedere: era suo marito?
Lei annuì mostrano la fede al dito –Due anni di matrimonio e due figli.
-Ed è un dottore?- le chiese cauto abbassando per la prima volta lo sguardo da quando l’aveva incontrata.
La sentì irrompere in una risata –Diciamo che è un “dottore in tutto”.- quando lui alzò lo sguardo amaro la vide dare una rapida occhiata all’orologio che portava al polso –Mi sta aspettando per la cena, devo andare. Arrivederci.- disse con un ultimo sorriso incamminandosi nella strada affollata, ma dopo un paio di passi si girò con lo sguardo perplesso e lo fissò studiando i suoi occhi come se cercasse di capire ciò che vi si nascondeva –Per caso lei è…- si interruppe scuotendo la testa –No, impossibile, non lo farebbe mai.- sorrise ancora –Buon Natale, signore.
La guardò voltarsi nuovamente per l’ultima volta e sparire tra la folla, lei era felice, aveva il suo Dottore e la sua vita, non c’era più spazio per lui.
Si portò la mano fasciata al viso e annusò, profumo di agrumi, fissò il punto in cui lei era sparita mentre con le dita sfiorava piano il fazzoletto –Buon Natale, Rose Tyler.
 

Premettendo che il mio Dottore preferito è Ten e non Eleven spero di essere riuscita comunque a dare al Dottore quell'umanità che lo contraddistingue e spero che vi sia piaciuta, fatemelo sapere, accetto tutto, complimenti e critiche (se sono costruttive). Grazie per l'attenzione. Allons-y!
P.S.
Questa storia è stata pubblicata anche sulla mia pagina facebook (dedicata ovviamente a Doctor Who) se vi va di fare un salto questo è il link -----> https://www.facebook.com/DoctorWhoI

   
 
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