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Autore: MetalheadLikeYou    19/01/2014    3 recensioni
Indossai i miei Ray-Ban e mi infilai in un taxi, che mi portò proprio sotto la casa di mio fratello.
L'autista gentilmente mi aiutò a scaricare tutta la mia roba e se ne andò.
Sbuffai e andai a suonare alla porta.
Suonai una volta.
Due volte.
Tre volte.
La porta si aprì e un ragazzo mi fissò con gli occhi sgranati, erano verdi come i miei.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1




Chiusi la valigia sbuffando stanca.
Ero stanca di essere sempre considerata un peso da mia madre che, dopo diversi anni di fidanzamento aveva deciso di andare convivere con il suo compagno e visto che la casa non era molto grande, aveva optato per inviarmi, come se fossi un pacco postale, in California.
Huntington Beach sarebbe stata la mia nuova casa.
L'unica cosa che mi sollevava dal mio stato di depressione pre partenza era che sarei andata ad abitare da mio fratello, che non vedevo da quasi 11 anni.
Non lo vedevo dal giorno in cui i nostri genitori avevano deciso di separarsi.
Ma avrei abbandonato tutto, la mia casa, la mia vita, i miei amici e perfino quel ragazzo che tanto avevo amato nel giro di due anni.
Non era sato semplice dirgli "ehi, mia madre a deciso di mandarmi in California quindi tra noi è finita".
<< Amy...>> mi girai, due braccia mi strinsero forte, braccia tremanti di quella che era la mia più cara amica, la migliore.
<< Oh Alice>>
<< Mi mancherai lo sai, per favore scrivimi...>> 
Eccoli quegli occhi, che si stavano riempiendo di nuovo di lacrime.
<< Alice non parto per la guerra e poi potrai venirmi a trovare, io verrò qui, insomma mi avrai acora tra i piedi>> la rassicurai.
Alice era una ragazza semplice dagli occhi azzurri e dal sorriso dolce, la pelle intatta e bianchissima e il fisico perfetto, dall'accento francese e dal portamento elegante e raffinato, non come me che avevo le braccia piene di disegni, mostri e scritte.
Eravamo amiche fin dalle medie.
Io ero sempre stata la peste, quella che non si faceva mai mettere i piedi in testa e più volte ero arrivata a discutere molto pesantemente con tutti, ero la ragazza dal carattere forte e che raramente si lasciava andare al pianto.
E anche in quel giorno, maledettamente trise dai miei occhi verdi non uscì nemmeno l'ombra di una lacrima.
<< Ma la California è dall'altra parte del mondo>> mi rispose, piagnucolando come una bambina di due anni, non dimostrando i suoi quasi 19 anni.
<< Esistono gli aerei>> le ricordai, certo l'idea di essere dall'altra parte del mondo mi innervosiva parecchio, ma sarei tornata a casa, la mia Italia mi sarebbe mancata.
<< Devo andare Alice>>
<< Verrai giù per il mio compleanno?>> domandò lei.
<< No, verrai tu su e resterai con me per un po ok?>> le risposi sapendo quanto volesse visitare quel posto.
Lei mi abbracciò un ultima volta, poi mi aiutò a portare giù per le scale la valigia, la mia chitarra e il mio basso.
Feci un giro per casa, cercando di imprimere nella mente quanti più dettagli possibili e preso anche lo zaino uscii.
Una volta chiusa nel taxi mi lasciai crollare sul sedile e fissai fuori, quelle strade erano la mia casa, ripensai malinconica ai miei anni passati in quella casa, tra quei parchi.
Il viaggio non durò molto ed arrivai in aeroporto molto prima del previsto.
Presi il Troley e custodie in spalla mi avviai verso l'imbarco.
Sospirai fissandomi un'ultima volta indietro.
Salii sull'aereo mi poggiai al sedile sbuffando, aspettando che l'aereo partisse e dando un'ultima occhiata alla mia città, che iniziava a sparire sotto di me e addormentandomi subito dopo.
Bella vita.





Non che parlare in Americano fosse difficile, ma dovevo riabituarmi a farlo.
A scuola ero sempre stata la più brava in inglese, questo perchè ero nata proprio in America, in California e per uno strano scherzo del "destino" stavo tornando a "casa".
La gente, fuori dal aeroporto mi aveva fissato parecchio male, forse per via dei tatuaggi sulle mie braccia o per i capelli di un rosso acceso.
Indossai i miei Ray-Ban e mi infilai in un taxi, che mi portò proprio sotto la casa di mio fratello.
La casa non era male, era bianca, con un bel portone e non sembrava affatto la casa di un ragazzo di 19 anni.
L'autista gentilmente mi aiutò a scaricare tutta la mia roba e dopo esser stato pagato, se ne andò.
Sbuffai e andai a suonare alla porta.
Suonai una volta.
Due volte.
Tre volte.
<< Arrivo, arrivo manco si può cagare in pace!>> urlò qualcuno.
La porta si aprì e un ragazzo mi fissò con gli occhi sgranati, erano verdi come i miei.
<< Ciao fratellone>>
<< Amy...ma che cazzo ci fai tu qui?>> domandò fissandomi come se fossi un fantasma.
<< Mamma ha deciso di mandarmi a vivere qui, contento di vedermi?>> domandai, spingendolo ed entrando in casa, con tutto quello che avevo con me.
Mio fratello chiuse la porta continuando però a fissarmi, non capendo.
<< Cosa?>>
<< Ecco dovrai ospitarmi...appena trovo un lavoro e..>>
Mi zittì, abbracciandomi e rassicurandomi dicendomi che io sarei rimasta a vivere con lui.
<< E questi?>> indicò i disegni che indelebili erano incisi sulla mia pelle.
<< Potrei farti la stessa domanda sai>> dissi ridendo,
Anche lui di tatuaggi ne aveva.
Era pieno.
Sorrisi, pensando a quando da bambini, con i pennarelli ci disegnavamo e coloravamo il corpo.
Lo abbracciai di nuovo, stringendolo e inspirando il suo profumo, decisamente troppo simile al mio.
Sigarette e birra.
<< Oh ecco, vieni...>> disse prendendo la mia valigia, lo lasciai fare e lo seguii, transcinandomi dietro i miei strumenti.
<< C'è da sistemarla, ma se ti piace questa può essere la tua stanza!>>
Disse aprendo una porta e accendendo la luce.
<< E' perfetta>>
<< Puoi farci quello che vuoi>>
<< Puoi scommetterci>> risposi poggiando sia chitarra che basso sul letto.
Matt mi osservò poi mi lasciò sola.
Mi misi seduta sul letto e mi osservai attorno.
Quella stanza era carina e piuttoso luminosa, dava sul giardino che stava dietro la casa.
L'unica pecca era che purtroppo le sue pareti erano spoglie, fredde.
Aprii la valigia tirando fuori foto e poster.
Per prima cosa misi sulla scrivania le varie foto fatte con i miei amici, con Alice e con il mio ex gruppo.
Poi studiando attentamente le pareti, decisi di riempire di colore, appicciandoci i poster dei miei gruppi preferiti.
<< Posso entrare?>>
<< Vieni si>>
<< Che stai facendo?>> mi domandò mio fratello sorseggiando una birra.
Aprii la finestra e mi accesi una sigaretta continuando a distribuire sul letto le immagini in formato gigante di quei musicisti che tanto amavo.
<< Bei gusti!>> commentò lui sorridendo.
<< Si aiutami invece di startene li, sai non ci arrivo>>
Lui scosse la testa e prese dalle mie mani il poster dei Pantera e lo attaccò proprio dove avevo deciso io.





*****
Saaaalve a tutti, io sono Jordison, che dire è la mia prima FF sugli Avenged Sevenfold quindi pls siate buone con me :)
Bhe lasciatemi qualche commentino e fatemi sapere che ne pensate, fatemi felice.
Buona serata e alla prossima.
:3
  
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