Your Arms feel like Home
“I would fly, leave this solitude far
behind,
Hold you eternally close to mine.
Get away from this million nights of winter
I would if I only could.”
La resa dei
conti era arrivata inesorabilmente e la Normandy si stava avvicinando
all’occhio del ciclone.
Il conflitto finale era ormai vicino, la battaglia che avrebbe scelto
le sorti
della galassia: se
quest’ultima sarebbe
sopravvissuta all’attacco dei Razziatori e con essa tutte le
specie che la
popolavano, oppure se da lì in poi sarebbe iniziato un nuovo
ciclo, ancora, per
l’ennesima volta.
Sarebbero riusciti gli Umani, le Asari, i Quarian, i Turian, i Salarian
e tutte
le altre specie ad impedire la fine – e
l’inesorabile inizio – di questo nuovo
ed oscuro ciclo?
Era una domanda a cui, purtroppo, nessuno aveva ancora risposta.
Nonostante
tutto però, le domande, i dubbi e le incertezze, tutti erano
sicuri di una
cosa: erano stati ad osservare i Razziatori uccidere la propria gente e
distruggere i loro pianeti per troppo tempo, inermi, senza poter fare
nulla, ed
ora era il momento di porre la parola ‘fine’,
ognuno avrebbe dato il tutto e per tutto, il cento per cento. Ci
sarebbero
stati morti, certo, quello era sicuro: in una rara ipotesi che le
specie della
galassia sarebbero riuscite a sconfiggere i Razziatori ciò
avrebbe comunque
portato alla scomparsa di molti, allo sgretolarsi di intere famiglie,
alla
disperazione, alla rabbia… Il sacrificio di molti per la
salvezza dei più, ma
ciò faceva si che una lieve e flebile speranza tenesse in
vita gli animi di
tutti quanti, di ogni singola specie, di ogni persona: la battaglia, la
vittoria e – finalmente
– la
rinascita.
Sulla Normandy l’equipaggio si era ritirato nelle proprie
stanze per una notte
di riposo, l’ultima probabilmente, anche se tutti quanti
avevano quasi la
certezza che – i propri compagni – non stessero
affatto riposando, che fossero
tutti quanti tesi per la loro sorte e quella delle persone da loro
amate.
Kaidan si era ritirato assieme a Shepard nella cabina del comandante
lasciando
un letto negli alloggi dell’equipaggio vuoto. Non era una
novità, oramai, che
il Comandante ed il Maggiore avessero una relazione: troppe volte
Alenko la
notte svaniva nel nulla senza che nessuno lo vedesse più
fino al mattino
successivo. Le voci giravano, insomma.
Erano entrambi a letto, sotto le lenzuola. La cabina era buia,
rischiarata solo
dalle flebili luci al neon dell’acquario nel quale nuotavano
– ignari del loro
destino – i pesciolini del Comandante.
Kaidan era sdraiato sul fianco, il braccio di Shepard, dietro di lui e
sul
fianco a sua volta, passava sotto il suo, scivolando attorno alla sua
vita e
stringendosi contro il suo petto nudo.
Il Maggiore non riusciva a dormire: osservava i pesciolini nuotare
tranquilli
ed inconsapevoli e – a dire la verità –
un po’ li invidiava. Lui se ne stava
lì, a rimuginare su ciò che sarebbe successo di
lì a poco, sul futuro.. Sempre
che un futuro ci fosse stato per lui. Loro invece non ne sapevano
nulla,
assolutamente, nuotavano ed erano contenti così, si godevano
l’attimo. Non
ricordava bene dove, ma aveva sentito che la loro memoria durava
davvero poco:
se mai avessero appreso la notizia che la fine delle specie organiche
era ormai
vicina, probabilmente già lo avevano dimenticato. Ad ogni
modo non si era mai
informato sulla veridicità della notizia.
Inspirò a fondo, lentamente e silenziosamente, poi con la
stessa lentezza
espirò.
Il braccio di Shepard si strinse ulteriormente attorno ad Alenko, il
quale poté
sentire il petto del Comandante contro la sua schiena, sfiorarla, prima
di
aderirvi completamente.
“Kaidan..” Mormorò, piano. Aveva la voce
assonnata. Il respiro del Maggiore gli
aveva suggerito che non stesse dormendo, oltre i suoi continui e lievi
sospiri.
“Hm..?”
“Sei sveglio..” Più che una domanda fu
un’affermazione. Si tirò appena su in
modo da appoggiare il gomito sul cuscino, piegando il braccio, poi
posò il capo
sul palmo della mano ed osservò il suo volto da dietro.
“Kaidan..?” Lo richiamò a voce bassa,
quasi non volesse rompere quel quieto
idillio.
“Cosa..?” Domandò lui, continuando a
guardare i pesci oltre la vetrata.
“Che hai?” La mano di Shepard cominciò a
muoversi piano, quasi
impercettibilmente, sul petto di Alenko, in lievi e leggere carezze. La
sua
pelle calda, il suo profumo.. Si sporse appena ed appoggiò
le labbra sulla
spalla del Maggiore, in un bacio, rimanendo così in attesa
di una risposta. Ma
tutto ciò che poté sentire fu silenzio, ed un
altro flebile sospiro.
“Kaidan parlami. Che hai?” Insisté.
“Niente..” Rispose piano lui.
“Sei preoccupato per quello che
accadrà?” Domandò stringendolo ancor di
più a
sé, quasi volesse infondergli un po’ di sicurezza.
Il canadese lo sentì stretto a lui.. E adorava quella
sensazione di calore,
amava quando erano così vicini che quasi poteva sentire i
battiti del suo
cuore. Alzò appena le spalle, senza dargli una vera e
propria risposta.
“Ce la metteremo tutta.. Faremo tutto ciò che
è nelle nostre possibilità. Lo
hai detto tu che credi che possiamo farcela e che ciò ti
tranquillizza e riesce
a calmarti, a farti dormire. E a me fa lo stesso effetto..
Perché lo hai detto
tu. Ed io ti credo. Ne usciremo vivi.. E se ciò non dovesse
accadere moriremo
con la certezza di aver fatto il possibile, di aver fatto il massimo
per le
persone che amiamo.” Tentò di rassicurarlo
nonostante lui stesso non sapeva
quanto credere a quelle parole, o meglio, a quando diceva che ne
sarebbero
usciti vivi.
Dopo quella frase Kaidan si tirò su, lasciando che il
braccio del Comandante
scivolasse sul letto. Si mise seduto e poggiò i piedi sul
pavimento. A quel
punto Shepard comprese che c’era qualcosa che lo turbava,
oltre quella che
poteva essere ‘la fine di tutto’. Non si trattava
solo di quello. Era freddo e
schivo.
Il Maggiore si alzò. Prese la bottiglia d’acqua
dal comodino e se ne scolò
metà, allontanandosi.
John lo osservò andare a sedersi sul divanetto che faceva
angolo, accanto al
tavolino. Prese in mano il Data Pad e si mise a guardare
chissà cosa,
lasciandosi scivolare con la schiena sul bracciolo.
Shepard sospirò e si passò una mano sul viso.
Nonostante avesse sonno neppure
lui riusciva a dormire, aveva riposato un po’ ma oltre la
dormiveglia non era
andato.
“Perché non mi dici che
cos’hai?” Tentò nuovamente, scivolando
sul materasso e
raggiungendo il bordo del letto, rimanendo seduto lì ed
appoggiando i piedi
nudi sul pavimento freddo. Sentì un brivido percorrergli la
schiena.
“Non ho niente Shepard.” Rispose. Lo chiamava per
cognome solo quando c’era il
resto dell’equipaggio, quando c’era qualcosa che
non andava o quando
scherzavano. Decisamente non stavano scherzando, dunque c’era
qualcosa che non
andava.
“E’ che..” Aggiunse poco dopo. Si morse
appena il labbro, nervoso.
“Cosa?”
“Non lo so.. Non capisco. Non ti
capisco.” Concluse. Il suo sguardo si era fermato, non
scorreva più lungo le
righe del rapporto che stava leggendo, ma si era posato
bensì su di un punto
indefinito.
“Non mi capisci? Di che stai parlando?”
“Non capisco se è questo quello che realmente
vuoi.” Gli spiegò, appoggiando
finalmente quel maledetto aggeggio sulle sue gambe ed alzando lo
sguardo verso il
compagno.
“Spiegati Kaidan. Non riesco a capirti.” Si
alzò anche lui, avvicinandosi e
prendendo la bottiglia che aveva lasciato a metà sul
tavolino, sorseggiando un
po’ d’acqua. Una volta finito la richiuse e si
passò il dorso della mano sulle
labbra, asciugandosi e tornando a guardarlo in attesa di una risposta.
“L’altro giorno parlavi di.. Quel Jacob. Taylor. E
della dottoressa Cole.”
Accennò, evitando nuovamente il contatto visivo.
“E…?” Alzò le sopracciglia.
Si sedette sul bordo del tavolino, appoggiando le
mani sulle ginocchia.
“Aspettano un bambino. Parlavi di quello.”
Precisò Alenko.
“Mi stai chiedendo di fare un bambino Kaidan?”
Ironizzò Shepard, guadagnandosi
di tutta risposta un’occhiataccia da parte
dell’altro, così fu costretto a
tornare serio.
“Non capisci. E’ proprio questo il problema.
E’ questo quello che vuoi, John?
Una vita così? Noi non potremmo mai avere quello che hanno
gli altri.. Mai. In
nessun modo.” Disse guardandolo negli occhi. “Una
famiglia, dei bambini nostri.
E’ una cosa che vedremo accadere agli altri, ma mai a
noi.” Concluse, forse con
una punta di rammarico.
“E’ questo il problema?” Chiese il
Comandante.
“Credo di sì. Credo che sia questo.. E non
è una cosa da niente, non lo è
affatto. Assolutamente.” Lo sguardo di Kaidan sviò
ancora, posandosi sulle sue
stesse mani.
Shepard comprese il suo disagio: era una cosa che aveva provato lui
stesso.
Ricordava l’esatto momento in cui Jacob gli aveva rivelato di
aspettare un
bambino assieme a Brynn ed il suo pensiero era volato subito a Kaidan,
a quello
che loro due non avrebbero mai
potuto
avere.
“Vuoi.. Finirla qui, allora?” Domandò.
Bastò quella frase per far si che il Comandante riacquisisse
la sua più totale
attenzione.
“No. Non ho detto questo.” Si affrettò a
dire, “E’ che siamo probabilmente
vicini alla fine.. E non sappiamo se ci sarà un punto di
ritorno o finirà tutto
così. Io ti ho detto quello che sentivo e quello che volevo.
Essere amato.. Ed
amare, per il tempo che resta.”
Shepard piegò il capo da un lato, osservandolo. “E
mi sembra che è ciò che
stiamo facendo.. E’ ciò che
c’è tra di noi, no?” Chiese conferma,
poggiando una
mano sul tavolino e una sul divano, facendo leva e scivolando a sedere
accanto
al compagno, rivolto verso di lui.
“Sì.” Concordò. “Ma
con me è diverso John, non è come con Liara o con
Jack o
con chiunque altra.”
Precisò ancora.
“Con loro avevi l’opportunità di
realizzarti veramente. In tutto e per tutto.”
Sul volto di Shepard si dipinse un lieve sorriso mentre la sua mano si
appoggiò
sulla gamba di Alenko.
“Io sto bene con te, Kaidan.” Confessò.
Il sorriso si fece più ampio.
“Adesso. Ma dopo?” Gli domandò.
“Anche io sto bene con te.. Ma so che è quello
che io voglio. So che a me non
peserà
mai. So che non mi sveglierò un giorno e mi
renderò conto di non aver
realizzato la mia vita, di non aver messo su famiglia.. E che non ti
guarderò
mai con disprezzo per questo.”
Il Comandante aggrottò appena le sopracciglia, tornando
serio. “Perché dici
questo?”
“Perché è così. Nella remota
possibilità che sopravvivremo, cosa accadrà? Ti
stuferai di me, ti troverai un’altra e te ne andrai? Mi
abbandonerai?”
La domanda rimase sospesa nell’aria, nel denso silenzio,
mentre gli occhi scuri
ed intensi di Kaidan scrutavano quelli blu e profondi di Shepard come
in cerca
di una risposta, di una sicurezza.
A quel punto il Comandante sospirò piano e scosse il capo.
“No Kaidan. Non ti
abbandonerò. Perché dovrei fare una cosa
simile..?”
“Perché magari non è quello che vuoi
realmente.. Perché magari anche tu avevi
paura, e non ti biasimerei per questo, di passare gli ultimi giorni
della tua
vita da solo, senza nessuno che ti ami e a tua volta da amare. Senza
avere
qualcuno accanto.” E ancora una volta abbassò lo
sguardo prima di potersene
accorgere.
“E avrei ripiegato su di te, giustamente, accontentandomi,
no? Intendi questo?”
Chiese a quel punto Shepard.
“Già.”
Ci fu un altro lungo momento di intenso silenzio. Nessuno dei due disse
nulla,
nessuno dei due fiatò. Fu il momento più
terribile nel quale Kaidan pensava di
aver portato alla luce i sentimenti del Comandante a
quest’ultimo stesso, ed il
momento in cui Shepard rimuginò sulle parole del compagno,
soppesandole,
comprendendole ed infine capendo cosa volesse dire e perché.
“Kaidan..” Interruppe il silenzio stringendo appena
la mano sulla sua gamba,
abbastanza per richiamarne l’attenzione e far si che tornasse
con lo sguardo su
di lui.
“Non ho preso una scelta a cuor leggero per l’unico
motivo di non rimanere solo
nei miei – possibili – ultimi giorni di vita. Non
ho pensato a noi due per la
prima volta solo quando tu mi hai aperto il cuore e mi hai confessato
ciò che
desideravi. Ci conosciamo da anni ormai e ci sei sempre stato per
me.”
A quel punto Kaidan tentò di aprir bocca, ma il Comandante
lo precedette e lo
zittì con un cenno della mano.
“So che pensi ad Horizon, ma la tua reazione è
stata normale.. Magari anche io
avrei fatto la stessa cosa, non so. Per il resto ci sei sempre stato.
C’eri
quando il consiglio mi era contro, eri con me dopo Virmire, eri con me
contro
Saren, contro i Razziatori. Eri con me quando ti ho chiesto un atto di
fede, di
credere in me quando Udina ha tentato il colpo di stato alla
Cittadella. Sei
sempre stato dalla mia parte, non mi hai voltato le spalle.. Ed ora sei
ancora qui,
con me.” Fece una pausa, seguita da un sospiro, poi riprese.
“Vuoi sapere se mi
sono pentito di aver intrapreso questa relazione con te? No, non
l’ho fatto.
Vuoi sapere se i miei sentimenti nei tuoi confronti sono sinceri? Lo
sono. Vuoi
sapere che cosa me ne importa del resto? Assolutamente niente. Le poche
cose
che contano in questo momento sei tu ed il salvare la galassia. Ecco
quali sono
le mie priorità, le cose importanti. E’ questo
quello che vuoi sapere?”
Kaidan scosse appena il capo. Quelle parole lo rassicurarono, ma una
risposta
su tutte avrebbe messo in pace il suo animo tormentato in quel momento.
“Voglio solo sapere se ci sarai una volta che tutto questo
sarà finito Shepard.”
Disse puntando gli occhi nei suoi.
La mano del Comandante si ritirò per poi raggiungere quella
di lui,
intrecciando le dita con le sue e stringendola.
“Ci sarò Kaidan. Ci sarò quando tutto
questo sarà finito e ci sarò sempre, come
ho sempre fatto e come hai sempre fatto anche tu. Del resto non
m’importa. Noi
due stiamo bene. Noi due da soli, mi basta. Il resto non mi importa
davvero, è
solo un dettaglio. Bambini o famiglia.. A cosa servono quando non sei
con la
persona giusta? A cosa servono quando non sei con la persona con la
quale ti
senti a casa? Tu sarai la mia famiglia, Kaidan.”
E finalmente riuscì a vedere un sorriso illuminare il volto
cupo – fino a quel
momento – del compagno.
“E tu la mia, John.” Affermò, sentendo
finalmente l’animo mettersi in pace.
Il Comandante sorrise a sua volta, osservandolo.
“Sai..” Ricominciò Kaidan, prendendo in
mano il Data Pad, “Stavo leggendo dei
pesci.. Sembra abbiano una memoria davvero corta.”
“Dei pesci..?” Domandò Shepard alzando
le sopracciglia. Alenko si lasciò
sfuggire una lieve risata mentre si appoggiò con la schiena
contro il suo petto,
seduto tra le sue gambe in modo che potesse vedere anche lui lo schermo
da
dietro.
Il Comandante gli cinse il petto con le braccia mentre
appoggiò le labbra sul
suo capo, tra i suoi capelli, inspirando a fondo il suo profumo.
“Sì, dei pesci. Avevo letto che la loro memoria
dura solo pochi istanti.. Mi
sembrava una sciocchezza ma non è propriamente falso: dura
alcuni giorni, ma è
un argomento molto più profondo, hanno una memoria
prettamente selettiva.”
“Ci mancava solo che ti mettessi a fare lo scienziato. Siamo
finiti..!”
Commentò Shepard scuotendo il capo ed entrambi si
abbandonarono ad una risata.
I due quella notte rimasero svegli a lungo a parlare di tutto, delle
loro vite,
dei loro pensieri, dei loro dubbi e segreti, di qualsiasi cosa passasse
per la loro
testa: sarebbe potuta essere l’ultima volta.
Fu davvero tardi quando, senza accorgersene, si addormentarono sul
divano,
l’uno tra le braccia dell’altro. Il giorno
successivo sarebbe potuto essere
l’ultimo e avrebbero fatto tutto ciò che era nelle
loro possibilità per vedere
l’alba di una nuova era e – soprattutto –
per vederla insieme, con la persona
amata, perché ormai lo sapevano, dentro di loro
v’era una piccola certezza: il
loro posto, nella gioia e nel dolore, nella vita o nella morte, era
l’uno
accanto all’altro.
“There's a life
inside
of me that I can feel again,
It's the only thing that takes me where I've never been.
I don't care if I lost everything that I have known,
It don't matter where I lay my head tonight
Your arms feel like home.”
____________________________________
Angolo Autrice:
ATTENZIONE: NO SPOILER.
Vi prego. Non ho ancora finito ME3.
Dunque shhh! Acqua in bocca! :°D
Eccoci qui. Ho partorito la mia
bimba, uahuahuah..!
(Tranquilli tutti, la mia bimba sarebbe questa storia!)
Che dire..? Già ho confessato - più o meno - il
fatto che mi piace parecchio questo pairing.
Inizialmente prima di cominciare ME3 non ne ero molto sicura, anzi, per
nulla! Mi piacevano entrambi come personaggi, ma forse un po' insieme
mi stonavano!
Eppure quando ho iniziato ME3 (oltre che il mio amore per Kaidan
è diventato davvero viscerale! *muore*) quando quest'ultimo
gli si è 'dichiarato' durante la cena, mi son decisa: loro
due. Basta. Addio a tutte e tutti! Shepard è di Alenko!
Stranissimo da dire, perché Shepard lo vedo come uno etero
al 100%, eppure ci son cascata! x°D
Vabbè, lo strappo alla regola!
Allora, che dirvi? Questa fiction mi è venuta in mente per
il semplice motivo che, quando ho parlato con Jacob e mi ha detto che
con Brynn aspettavano un bimbo, ho pensato che Shepard ed Alenko,
invece, mai avrebbero potuto sognarlo nemmeno.
E' rimasto solo un pensiero, quando poi parlando con una mia amica si
è trasformato in ispirazione!
Dunque la dedico a lei, suvvia, che pazientemente ha accettato di
essere la prima a leggere questo delirio, dunque grazie, grazie, grazie
a Claa! E
la dedichiamo anche a Marty,
che è una grande fan del pairing.
La dedichiamo a Mary
perché nonostante lei abbia intrapreso la romance con Liara,
ha sempre tempo e voglia di leggere i miei scleri!
E la dedichiamo a tutti coloro che sono fan del pairing e..
Perché no? Un po' a tutti voi! :)
Spero che la storia vi piaccia e.. Non saprei che dire, sentivo il
bisogno di scriverla, eheh!
Vi mando un bacione e alla prossima!
Come sempre, a voi la parola (o i pomodori e le uova da lanciarmi, che
dir si voglia!)
P.s:
Ma sono l'unica che pensa che Kaidan l'abbiano un po' troppo pompato su
ME3?
Ha dei pettorali enormi! °-°