Ero triste. Infinitamente triste. Ridotta ad infiniti e minuscoli pezzettini. Distrutta. Ero stata una stupida.

«Capitano.. ti devo parlare…»
Mi guardò per farmi capire che mi ascoltava.
No, non potevo dirlo davanti a così tante persone.
Beh, erano solo Yattaran e Tadashi, ma erano troppe persone.
«…In privato, Harlock..»
Si alzò, mi accompagnò nella sua stanza e si fermò appena entrato:
sapeva che quando lo chiamavo per nome era per qualcosa di importante.
Arrossii al pensiero di ciò che stavo per fare.
«Siamo soli, non farti problemi.»

Non potevo credere di averlo fatto nonostante sapessi di non avere speranze.

«Senti, so che tutto questo per te non avrà alcuna importanza ma devo dirtelo»
«Parla, dunque»
«Io… Io mi sono innamorata.»
«Non vedo perché tu lo dica a me e non a lui.»
«È quello che sto facendo»
Harlock sembrò sorpreso, ma non gli diedi il tempo di reagire e andai via a grandi passi.

Oh, Harlock, perché? Perché l’avevo fatto?
Proprio in quel momento sentii i suoi passi dietro di me.
«Yuki»
Mi voltai, cercando di sembrare normale.
Ed il mio cuore mancò un colpo quando posò le sue labbra sulle mie.
Mi stava baciando.
E lo voleva.
Quando si allontanò da me fu solo per un istante, solo per dire che anche lui era innamorato di me prima di tornare a baciarmi con dolcezza, come non lo credevo capace di fare.
Lo amavo con tutto il mio cuore.
Io ero sua.
E lui mio.