15 Notizie dai Colli Ferrosi
“Niente?” Kili guardò esterrefatto Balin.
Il vecchio Nano, stravaccato nella poltrona davanti alla scrivania dello studio privato di Kili, annuì.
“Non c’è niente, da fare.”
Il giovane Re non credeva alle sue orecchie. Negli ultimi tempi non aveva avuto nemmeno il tempo per respirare ed improvvisamente, quella mattina, era disoccupato?
“L’ambasciatore di Gondor?” chiese, ancora scosso.
“Arrivato stanotte. Sta dormendo. Lo vedrai stasera a cena.”
“La delegazione commerciale delle Montagne Grigie?”
“Glòin li sta portando in giro per miniere e depositi. Li lascerà bollire per tutto il giorno e domani imploreranno per comprare le nostre gemme.”
“Bard?”
“In giro dall’alba con Dwalin. Stanno organizzando le pattuglie per la sorveglianza dei confini.”
“Ci sono controversie da esaminare?”
“No. Ci sono alcune istanze, ma Ori sta raccogliendo informazioni. Sai, prima ci pensava Nori, ma ora…”
Kili brontolò tra se. La sua spia gli mancava.
“Ha dato notizie? Si sa dove sia?”
“Bella domanda. Ha mandato una serie di rapporti dettagliatissimi sui resti degli orchi delle Montagne Nebbiose, sui commerci del Luhun… e su Gondor, Rohan…”
“Ma come fa?”
“Non ho idea… ah, e dice che Bilbo troverà una simpatica sorpresa, quando tornerà nella Contea. Pare che sia stato dichiarato morto.”
Kili spalancò gli occhi. Poi si tranquillizzò.
“Beh, è partito con Gandalf, ci penserà lui. Ad ogni modo scrivigli un messaggio e digli che qui è sempre benvenuto… giusto per stare sul sicuro.” Poi si voltò di nuovo verso il vecchio nano.
“E quanto alla mia spia? Non posso richiamarlo, accidenti? Mi serve!” Balin sospirò.
“E’ chiaro che non intende separarsi dalla sua nuova compagna, e non sarebbe opportuno accogliere la nuora fuggiasca del Signore dei Colli Ferrosi, quanto meno finchè la situazione non sarà chiarita…”
“Maledizione! Quanto ci sta mettendo? Sanno tutti benissimo perché quell’imbecille è stato piantato in asso!” brontolò. Non c’era niente da fare, Balin aveva ragione.
Si alzò e si stiracchiò . Ho giusto un’idea per occupare il tempo.
Miralys si aggirava nella Montagna con aria perplessa. All’infermeria era tutto a posto. I suoi allievi alla Scuola di Guarigione erano andati a raccogliere erbe con Bleis. Dìs stava facendo con Bombur l’inventario delle scorte e gli ordinativi. Ovunque andasse le rispondevano “Tutto a posto,” “Nulla da fare..”
Decise quindi di tornare verso gli appartamenti reali. E si trovò davanti suo marito. Che strano.
“Disoccupato, amore? Non ci posso credere,” gli disse.
“Nemmeno io.” Kili guardò la giovane Nana davanti a lui e come ogni volta si sorprese a ammirarla.
Per Durin, è così bella… per un momento l’apprensione gli strinse il cuore, ma la scacciò con decisione. Andrà tutto bene. La prese per mano ed insieme entrarono nei loro appartamenti.
Sul tavolo troneggiava un grosso cestino, con un rotolo legato al manico.
“Ma cosa…” Miralys allungò una mano e prese il messaggio. Lesse e sorrise.
“E’ di Bofur e Bleis. Dice: Perché non vi prendete una vacanza? Pensiamo a tutto noi.”
“E’ una congiura…” disse lui.
“… un’ottima idea, trovo…”
Un’ora dopo Kili e la sua sposa cavalcavano lentamente sulle pendici della Montagna. Il sole splendeva e l’estate era nel suo pieno rigoglio; faceva caldo, e in distanza la Foresta occupava tutto l’orizzonte a ovest; verso est il Lago Lungo rifletteva la luce. E in mezzo, quella che era stata la Desolazione di Smaug stava tornando a nuova vita. In pianura, Dale era un immenso cantiere, così come Esgatoth più lontano; le colline erano tutte un fervere di nuove attività, fattorie, frutteti, coltivazioni. Molti dei Nani tornati dall’esilio si erano abituati a vivere nei boschi e nelle campagne, ed avevano scelto di conservare le loro vecchie attività; e Kili, che ricordava, dai suoi primi anni, come la sopravvivenza potesse a volte diventare un problema, era ben contento che il suo Regno fosse in grado di produrre anche i propri mezzi di sussistenza.
Kili stava cercando un posto particolare.
“L’ho visto mentre salivamo alla Porta Nascosta,” disse a Miralys, voltandosi sulla sella.
“Che cosa?”
“Vedrai. Ti piacerà. Deve essere qui dietro.”
Un’ultima svolta del sentiero, e davanti a loro si aprì una piccola radura circondata da alberi frondosi che gettavano un’ombra piacevole; sulla destra, un laghetto, poco più che una pozza, rifletteva il picco della Montagna come uno specchio perfetto. Era un luogo da mozzare il fiato, e Miralys rimase per un attimo senza parole.
“Oh, Kili… è un piccolo angolo di paradiso…!”
Era esattamente quello che pensava Kili, quando, poco dopo, ad occhi chiusi, stava disteso al sole con il capo in grembo alla sua amata. E’ tutto così perfetto…
A completare l’opera, una bocca morbida scese sulla sua, ed una lingua birichina scivolò sulle sue labbra.
“Mmmmh… adorabile…” sussurrò.
“Sei un pigrone… devo fare tutto io?”
Kili aprì gli occhi ed alzò la testa.
“Non sia mai!” in un attimo Miralys si trovò tra le sue braccia, ed il bacio era diventato alquanto più bollente. Le cose stavano prendendo una piega decisamente interessante, quando lui si bloccò, colto da un’improvviso timore.
“Mira… va tutto bene, vero? Non … non succederà niente se…”
Lei gli affondò le mani tra i capelli e lo attirò di nuovo a sé, fino a sfiorargli la bocca con la sua.
“Non mi romperò, Kili, fidati… e nemmeno il nostro piccolo. Anzi! Lui è così contento quando la sua mamma è contenta…”
Era una scenetta ormai diventata abituale, ma Kili non riusciva proprio a scrollarsi di dosso l’apprensione. A volte si svegliava di notte, di colpo, con il cuore che batteva all’impazzata; solo quando vedeva Miralys placidamente addormentata accanto a lui riusciva a calmarsi. Allora la circondava con le braccia e se la teneva vicino, come per proteggerla da… da qualsiasi cosa.
Si rendeva perfettamente conto che era un atteggiamento irrazionale, ma non c’era nulla da fare. Sarà così per i prossimi sei mesi, sarà meglio che mi rassegni, si diceva; ed guardava con invidia la futura mamma che, al contrario, diventava sempre più placida e radiosa, complice anche la perfetta salute di cui godeva. Era la stessa Miralys di sempre, dolce e sicura, anche se a volte… a volte a Kili sembrava persa in un mondo solo suo. Le Nane sono un mistero, pensava il giovane Re, e le Nane incinte ancora peggio. Dìs lo guardava – guardava lui! – e scuoteva la testa.
Ma quando stringeva Miralys tra le braccia… allora era sempre lei, il suo amore, e Kili si sentiva in paradiso.
“Mmmmh, in ogni caso sarà meglio andarci piano…” sussurrò baciandola ancora.
Fecero l’amore al sole, tra gli alberi mossi dalla lieve brezza che dava sollievo dal caldo estivo; quindi fecero il bagno nella pozza limpida, godendosi la carezza dell’acqua fresca e la sensazione che dava scivolando tra i loro corpi; e quando Kili vide un piccolo brivido sulla pelle liscia della sua amata, la sollevò tra le braccia e la portò fuori dall’acqua, asciugandola delicatamente.
E furono ancora baci, e carezze, e tutta la passione del mondo.
Era pomeriggio inoltrato, e quasi ora di tornare.
Kili era seduto con la schiena contro un albero, e teneva Miralys tra le braccia. La mano del giovane Re scendeva ad accarezzare l’addome dove iniziava appena a sentirsi un piccolo rigonfiamento.
“Ehi!” mormorò. “Come si sta là dentro? Tutto bene?”
Miralys rise, e posò le mani su quelle del suo sposo.
“Il piccolo penserà che suo padre è un idiota, se gli fai di queste domande!”
“Beh, meglio che impari subito a riconoscere la voce dell’autorità, altrimenti non mi ubbidirà mai!” ridacchiò Kili. “Ma sei davvero così sicura che sia maschio? Non ti piacerebbe una bella piccolina?”
“Certo, anche se so già che si rigirerebbe suo padre su un dito, come ho sempre fatto io con il mio; e più avanti, perché no? Ma questo è un maschio.” Abbassò la voce, consapevole della delicatezza dell’argomento.
“Sai già come vuoi chiamarlo?”
Kili rimase in silenzio per un po’; quindi disse, a bassa voce:
“Sarebbe facile chiamarlo Fili… ma non se sia il nome giusto. Penso che lo saprò quando lo guarderò negli occhi. E in ogni caso…” per me Fili sarà sempre uno solo.
Quella sera, dopo cena, i due sposi se ne stavano tranquilli nel loro salotto, quando una Guardia portò un plico.
“Oh, è di mio padre! Gli ho scritto della novità, e vorrà congratularsi.”
“Dice qualcosa di Meltis? Posso riavere la mia spia?” chiese Kili, ansioso. Miralys lo guardò di traverso.
“Come faccio a saperlo? Un po’ di pazienza, non l’ho ancora aperta!”
“Carissima, non hai idea di come la notizia mi abbia fatto felice. Non vedo l’ora di farmi tirare la barba da un piccolo monello che mi chiama nonno! Anzi, a questo proposito, ho il sospetto che ne avrò non uno, ma ben due… oh, beh, sono abbastanza grosso per entrambi. Tuo fratello Gràin se ne va in giro con un’espressione ebete in faccia, e lui e sua moglie si sorridono un po’ troppo. Ci crederesti che l’altro giorno mi ha tirato i baffi e mi ha dato un buffetto sulla testa? Pensavo fosse impazzito. Poi ridacchia e mi fa: “Bella giornata, eh, pa’?” Visto che stava venendo giù la più devastante tempesta estiva degli ultimi dieci anni, a quel punto ne sono stato quasi certo: Sindrome da Paternità Imminente. Ne sta soffrendo anche mio genero? Per fortuna che c’è Balin che lo tiene d’occhio.”
Kili farfugliò qualcosa di incomprensibile.
“Come hai detto, amore?”
“Io-non-ho-nessuna-sindrome!”
“No, caro, sei solo un po’ ansioso.”
“Non so come la pensi tua madre, ma dubito che diventare nonna la entusiasmi troppo: non potrà più fingere di avere solo cent’anni. Non l’ho più vista, ma mi dicono che non si rassegna a smetterla di tramare. Invia messaggi, per mezzo dei suoi fedelissimi, a chiunque pensi possa appoggiarla, e sta cominciando a stupirsi perché non riceve risposte. Non ha ancora capito che i miei fedelissimi seguono i suoi : è un ottimo sistema per scoprire le mele marce, e non ti dico quanta fatica per assegnare Missioni Diplomatiche ad Alto Livello (ed Alta Percorrenza)!
A questo proposito, ho avuto una grossa delusione. Sai quei grandi guerrieri che avevo spedito a sbaragliare i Ragni? Ebbene, i Ragni non ci sono più. Spariti. Quei furbacchioni dei miei inviati hanno pensato di potermi imbrogliare e si sono presi un paio di carcasse mummificate, vecchie di sei mesi o più, per dimostrare che li avevano sbaragliati loro. Ma andiamo. Per chi mi hanno preso? Ridicolo.
Non contenti, sono riusciti a sconfinare nel Regno di Thranduil, e gli Elfi li hanno prontamente impacchettati e sbattuti nelle loro segrete.”
Kili brontolò di nuovo.
“Sì, amore?”
“Niente. Stavo ricordando quanto fossero umide quelle segrete. Di positivo c’era solo che ci davano da mangiare… ero sul punto di morire di fame, ricordo!”
“Ebbene, se vuoi un lavoro ben fatto, non contare sugli Elfi. Quel figurino che sta sempre lì a pettinarsi sai cosa fa? Dal momento che ultimamente siamo alleati, pensa bene di rimandarmi i miei polli con tanto di scorta, e gli ha pure lasciato tenere le mummie! Ne ho sistemata una nell’ala degli ospiti… chissà che non li ispiri ad andarsene alla svelta. Stavo pensando di piazzarne un’altra nel mio Tribunale, che ne dici, è troppo minacciosa? Me ne avanza ancora una. Per caso tuo marito vuole un Ragno mummificato per decorare la Sala di Thròr?”
“Per carità, ho abbastanza incubi anche senza, grazie!”
“Ma non poteva tenerseli, dico io (Nani e mummie)? Perché cambiare queste belle tradizioni antiche? In via ufficiosa, il caposcorta Elfo mi ha confidato che non tengono più Nani nelle segrete. Pare che facciano troppi danni, e poi mangiano troppo.”
Altro brontolìo da parte di Kili. “Vorrei vedere lui…”
"Così mi sono ritrovato tra capo e collo un branco imprevisto di pavoni. E ho pure dovuto premiarli! Così li ho mandati a fare uno Studio Preliminare sulle Possibilità di Pesca nel Mare di Rhun. Devono organizzare un sistema per rifornire i Colli Ferrosi di pesce esotico fresco di giornata. I Nani adorano il pesce, non lo sapevi?”
Kili si sporse dietro le spalle della moglie per leggere il resto.
“Sì, sì, molto interessante… ma Meltis?”
“Forse ti interesserà sapere che fine ha fatto Elder. Mi sono sentito un po’ in colpa nei suoi confronti, non avrei dovuto lasciarlo in balìa di sua madre; così per lo sono tenuto vicino per un po’, giusto per capire cosa avrei dovuto farne di lui. In fondo non è cattivo, basta tenerlo lontano dai sarti e dagli specchi!
All’inizio è stato un vero disastro. Negli incontri diplomatici riusciva solo a guardare – e criticare! – l’abbigliamento degli ambasciatori. Ha detto all’inviato di Rohan di usare qualche profumo perchè puzzava di cavallo! I briefing con i militari lo sconvolgevano, specie quando si arrivava parlare di latrine. Ma Mahal benedetto, anche i soldati devono farla da qualche parte!
Stavo per perdere le speranze e spedirlo a fare l’eremita in un santuario di Mahal – possibilmente dall’altra parte della Terra di Mezzo – quando abbiamo avuto un incontro con una delegazione di mercanti. Mi è stato subito tutto chiaro. Adesso Elder lavora – giorno e notte, quasi – come Addetto al Controllo della Qualità delle Merci Importate: con i suoi collaboratori seleziona le merci in arrivo ed impone la fascia di prezzo che i mercanti devono praticare nel mio Regno. Non ne sbaglia una, e riesce a non scontentare nemmeno i mercanti, dopo che si sono rassegnati a non poterlo imbrogliare.
Quanto a lui, è così contento che si è perfino dimenticato la “evve”. Fa un lavoro che gli piace e Meltis non gli manca per niente. Non che avessi dubbi: non l’aveva mai vista, ed è un vero peccato, perché mi piaceva. A questo proposito, se la vedessi, e se si fosse stancata del suo compagno – un ladro e una spia, mi dicono: ma perché le Nane sono affascinate dai tipi loschi? – puoi dirle se vuole prendermi in considerazione? Sono ancora in salute, sono simpatico ed ho una buona posizione sociale. A questo proposito, ho ricevuto l’istanza di divorzio. Date le circostanze, mi sembra giusto che Meltis riabbia la sua dote; fammi sapere se devo rimandarle il tutto presso di voi.”
“Balin! Chiama un messaggero, subito! Posso riavere la mia spia!”
Angolo Autrice
Vi ringrazio tanto per l'attenzione che dedicate a questa mia sciocchezzuola! La commedia non è il mio massimo, ma vedo che almeno qualche risata riesco a provocarla! Tutto il mio affetto
Idril
“Niente?” Kili guardò esterrefatto Balin.
Il vecchio Nano, stravaccato nella poltrona davanti alla scrivania dello studio privato di Kili, annuì.
“Non c’è niente, da fare.”
Il giovane Re non credeva alle sue orecchie. Negli ultimi tempi non aveva avuto nemmeno il tempo per respirare ed improvvisamente, quella mattina, era disoccupato?
“L’ambasciatore di Gondor?” chiese, ancora scosso.
“Arrivato stanotte. Sta dormendo. Lo vedrai stasera a cena.”
“La delegazione commerciale delle Montagne Grigie?”
“Glòin li sta portando in giro per miniere e depositi. Li lascerà bollire per tutto il giorno e domani imploreranno per comprare le nostre gemme.”
“Bard?”
“In giro dall’alba con Dwalin. Stanno organizzando le pattuglie per la sorveglianza dei confini.”
“Ci sono controversie da esaminare?”
“No. Ci sono alcune istanze, ma Ori sta raccogliendo informazioni. Sai, prima ci pensava Nori, ma ora…”
Kili brontolò tra se. La sua spia gli mancava.
“Ha dato notizie? Si sa dove sia?”
“Bella domanda. Ha mandato una serie di rapporti dettagliatissimi sui resti degli orchi delle Montagne Nebbiose, sui commerci del Luhun… e su Gondor, Rohan…”
“Ma come fa?”
“Non ho idea… ah, e dice che Bilbo troverà una simpatica sorpresa, quando tornerà nella Contea. Pare che sia stato dichiarato morto.”
Kili spalancò gli occhi. Poi si tranquillizzò.
“Beh, è partito con Gandalf, ci penserà lui. Ad ogni modo scrivigli un messaggio e digli che qui è sempre benvenuto… giusto per stare sul sicuro.” Poi si voltò di nuovo verso il vecchio nano.
“E quanto alla mia spia? Non posso richiamarlo, accidenti? Mi serve!” Balin sospirò.
“E’ chiaro che non intende separarsi dalla sua nuova compagna, e non sarebbe opportuno accogliere la nuora fuggiasca del Signore dei Colli Ferrosi, quanto meno finchè la situazione non sarà chiarita…”
“Maledizione! Quanto ci sta mettendo? Sanno tutti benissimo perché quell’imbecille è stato piantato in asso!” brontolò. Non c’era niente da fare, Balin aveva ragione.
Si alzò e si stiracchiò . Ho giusto un’idea per occupare il tempo.
Miralys si aggirava nella Montagna con aria perplessa. All’infermeria era tutto a posto. I suoi allievi alla Scuola di Guarigione erano andati a raccogliere erbe con Bleis. Dìs stava facendo con Bombur l’inventario delle scorte e gli ordinativi. Ovunque andasse le rispondevano “Tutto a posto,” “Nulla da fare..”
Decise quindi di tornare verso gli appartamenti reali. E si trovò davanti suo marito. Che strano.
“Disoccupato, amore? Non ci posso credere,” gli disse.
“Nemmeno io.” Kili guardò la giovane Nana davanti a lui e come ogni volta si sorprese a ammirarla.
Per Durin, è così bella… per un momento l’apprensione gli strinse il cuore, ma la scacciò con decisione. Andrà tutto bene. La prese per mano ed insieme entrarono nei loro appartamenti.
Sul tavolo troneggiava un grosso cestino, con un rotolo legato al manico.
“Ma cosa…” Miralys allungò una mano e prese il messaggio. Lesse e sorrise.
“E’ di Bofur e Bleis. Dice: Perché non vi prendete una vacanza? Pensiamo a tutto noi.”
“E’ una congiura…” disse lui.
“… un’ottima idea, trovo…”
Un’ora dopo Kili e la sua sposa cavalcavano lentamente sulle pendici della Montagna. Il sole splendeva e l’estate era nel suo pieno rigoglio; faceva caldo, e in distanza la Foresta occupava tutto l’orizzonte a ovest; verso est il Lago Lungo rifletteva la luce. E in mezzo, quella che era stata la Desolazione di Smaug stava tornando a nuova vita. In pianura, Dale era un immenso cantiere, così come Esgatoth più lontano; le colline erano tutte un fervere di nuove attività, fattorie, frutteti, coltivazioni. Molti dei Nani tornati dall’esilio si erano abituati a vivere nei boschi e nelle campagne, ed avevano scelto di conservare le loro vecchie attività; e Kili, che ricordava, dai suoi primi anni, come la sopravvivenza potesse a volte diventare un problema, era ben contento che il suo Regno fosse in grado di produrre anche i propri mezzi di sussistenza.
Kili stava cercando un posto particolare.
“L’ho visto mentre salivamo alla Porta Nascosta,” disse a Miralys, voltandosi sulla sella.
“Che cosa?”
“Vedrai. Ti piacerà. Deve essere qui dietro.”
Un’ultima svolta del sentiero, e davanti a loro si aprì una piccola radura circondata da alberi frondosi che gettavano un’ombra piacevole; sulla destra, un laghetto, poco più che una pozza, rifletteva il picco della Montagna come uno specchio perfetto. Era un luogo da mozzare il fiato, e Miralys rimase per un attimo senza parole.
“Oh, Kili… è un piccolo angolo di paradiso…!”
Era esattamente quello che pensava Kili, quando, poco dopo, ad occhi chiusi, stava disteso al sole con il capo in grembo alla sua amata. E’ tutto così perfetto…
A completare l’opera, una bocca morbida scese sulla sua, ed una lingua birichina scivolò sulle sue labbra.
“Mmmmh… adorabile…” sussurrò.
“Sei un pigrone… devo fare tutto io?”
Kili aprì gli occhi ed alzò la testa.
“Non sia mai!” in un attimo Miralys si trovò tra le sue braccia, ed il bacio era diventato alquanto più bollente. Le cose stavano prendendo una piega decisamente interessante, quando lui si bloccò, colto da un’improvviso timore.
“Mira… va tutto bene, vero? Non … non succederà niente se…”
Lei gli affondò le mani tra i capelli e lo attirò di nuovo a sé, fino a sfiorargli la bocca con la sua.
“Non mi romperò, Kili, fidati… e nemmeno il nostro piccolo. Anzi! Lui è così contento quando la sua mamma è contenta…”
Era una scenetta ormai diventata abituale, ma Kili non riusciva proprio a scrollarsi di dosso l’apprensione. A volte si svegliava di notte, di colpo, con il cuore che batteva all’impazzata; solo quando vedeva Miralys placidamente addormentata accanto a lui riusciva a calmarsi. Allora la circondava con le braccia e se la teneva vicino, come per proteggerla da… da qualsiasi cosa.
Si rendeva perfettamente conto che era un atteggiamento irrazionale, ma non c’era nulla da fare. Sarà così per i prossimi sei mesi, sarà meglio che mi rassegni, si diceva; ed guardava con invidia la futura mamma che, al contrario, diventava sempre più placida e radiosa, complice anche la perfetta salute di cui godeva. Era la stessa Miralys di sempre, dolce e sicura, anche se a volte… a volte a Kili sembrava persa in un mondo solo suo. Le Nane sono un mistero, pensava il giovane Re, e le Nane incinte ancora peggio. Dìs lo guardava – guardava lui! – e scuoteva la testa.
Ma quando stringeva Miralys tra le braccia… allora era sempre lei, il suo amore, e Kili si sentiva in paradiso.
“Mmmmh, in ogni caso sarà meglio andarci piano…” sussurrò baciandola ancora.
Fecero l’amore al sole, tra gli alberi mossi dalla lieve brezza che dava sollievo dal caldo estivo; quindi fecero il bagno nella pozza limpida, godendosi la carezza dell’acqua fresca e la sensazione che dava scivolando tra i loro corpi; e quando Kili vide un piccolo brivido sulla pelle liscia della sua amata, la sollevò tra le braccia e la portò fuori dall’acqua, asciugandola delicatamente.
E furono ancora baci, e carezze, e tutta la passione del mondo.
Era pomeriggio inoltrato, e quasi ora di tornare.
Kili era seduto con la schiena contro un albero, e teneva Miralys tra le braccia. La mano del giovane Re scendeva ad accarezzare l’addome dove iniziava appena a sentirsi un piccolo rigonfiamento.
“Ehi!” mormorò. “Come si sta là dentro? Tutto bene?”
Miralys rise, e posò le mani su quelle del suo sposo.
“Il piccolo penserà che suo padre è un idiota, se gli fai di queste domande!”
“Beh, meglio che impari subito a riconoscere la voce dell’autorità, altrimenti non mi ubbidirà mai!” ridacchiò Kili. “Ma sei davvero così sicura che sia maschio? Non ti piacerebbe una bella piccolina?”
“Certo, anche se so già che si rigirerebbe suo padre su un dito, come ho sempre fatto io con il mio; e più avanti, perché no? Ma questo è un maschio.” Abbassò la voce, consapevole della delicatezza dell’argomento.
“Sai già come vuoi chiamarlo?”
Kili rimase in silenzio per un po’; quindi disse, a bassa voce:
“Sarebbe facile chiamarlo Fili… ma non se sia il nome giusto. Penso che lo saprò quando lo guarderò negli occhi. E in ogni caso…” per me Fili sarà sempre uno solo.
Quella sera, dopo cena, i due sposi se ne stavano tranquilli nel loro salotto, quando una Guardia portò un plico.
“Oh, è di mio padre! Gli ho scritto della novità, e vorrà congratularsi.”
“Dice qualcosa di Meltis? Posso riavere la mia spia?” chiese Kili, ansioso. Miralys lo guardò di traverso.
“Come faccio a saperlo? Un po’ di pazienza, non l’ho ancora aperta!”
“Carissima, non hai idea di come la notizia mi abbia fatto felice. Non vedo l’ora di farmi tirare la barba da un piccolo monello che mi chiama nonno! Anzi, a questo proposito, ho il sospetto che ne avrò non uno, ma ben due… oh, beh, sono abbastanza grosso per entrambi. Tuo fratello Gràin se ne va in giro con un’espressione ebete in faccia, e lui e sua moglie si sorridono un po’ troppo. Ci crederesti che l’altro giorno mi ha tirato i baffi e mi ha dato un buffetto sulla testa? Pensavo fosse impazzito. Poi ridacchia e mi fa: “Bella giornata, eh, pa’?” Visto che stava venendo giù la più devastante tempesta estiva degli ultimi dieci anni, a quel punto ne sono stato quasi certo: Sindrome da Paternità Imminente. Ne sta soffrendo anche mio genero? Per fortuna che c’è Balin che lo tiene d’occhio.”
Kili farfugliò qualcosa di incomprensibile.
“Come hai detto, amore?”
“Io-non-ho-nessuna-sindrome!”
“No, caro, sei solo un po’ ansioso.”
“Non so come la pensi tua madre, ma dubito che diventare nonna la entusiasmi troppo: non potrà più fingere di avere solo cent’anni. Non l’ho più vista, ma mi dicono che non si rassegna a smetterla di tramare. Invia messaggi, per mezzo dei suoi fedelissimi, a chiunque pensi possa appoggiarla, e sta cominciando a stupirsi perché non riceve risposte. Non ha ancora capito che i miei fedelissimi seguono i suoi : è un ottimo sistema per scoprire le mele marce, e non ti dico quanta fatica per assegnare Missioni Diplomatiche ad Alto Livello (ed Alta Percorrenza)!
A questo proposito, ho avuto una grossa delusione. Sai quei grandi guerrieri che avevo spedito a sbaragliare i Ragni? Ebbene, i Ragni non ci sono più. Spariti. Quei furbacchioni dei miei inviati hanno pensato di potermi imbrogliare e si sono presi un paio di carcasse mummificate, vecchie di sei mesi o più, per dimostrare che li avevano sbaragliati loro. Ma andiamo. Per chi mi hanno preso? Ridicolo.
Non contenti, sono riusciti a sconfinare nel Regno di Thranduil, e gli Elfi li hanno prontamente impacchettati e sbattuti nelle loro segrete.”
Kili brontolò di nuovo.
“Sì, amore?”
“Niente. Stavo ricordando quanto fossero umide quelle segrete. Di positivo c’era solo che ci davano da mangiare… ero sul punto di morire di fame, ricordo!”
“Ebbene, se vuoi un lavoro ben fatto, non contare sugli Elfi. Quel figurino che sta sempre lì a pettinarsi sai cosa fa? Dal momento che ultimamente siamo alleati, pensa bene di rimandarmi i miei polli con tanto di scorta, e gli ha pure lasciato tenere le mummie! Ne ho sistemata una nell’ala degli ospiti… chissà che non li ispiri ad andarsene alla svelta. Stavo pensando di piazzarne un’altra nel mio Tribunale, che ne dici, è troppo minacciosa? Me ne avanza ancora una. Per caso tuo marito vuole un Ragno mummificato per decorare la Sala di Thròr?”
“Per carità, ho abbastanza incubi anche senza, grazie!”
“Ma non poteva tenerseli, dico io (Nani e mummie)? Perché cambiare queste belle tradizioni antiche? In via ufficiosa, il caposcorta Elfo mi ha confidato che non tengono più Nani nelle segrete. Pare che facciano troppi danni, e poi mangiano troppo.”
Altro brontolìo da parte di Kili. “Vorrei vedere lui…”
"Così mi sono ritrovato tra capo e collo un branco imprevisto di pavoni. E ho pure dovuto premiarli! Così li ho mandati a fare uno Studio Preliminare sulle Possibilità di Pesca nel Mare di Rhun. Devono organizzare un sistema per rifornire i Colli Ferrosi di pesce esotico fresco di giornata. I Nani adorano il pesce, non lo sapevi?”
Kili si sporse dietro le spalle della moglie per leggere il resto.
“Sì, sì, molto interessante… ma Meltis?”
“Forse ti interesserà sapere che fine ha fatto Elder. Mi sono sentito un po’ in colpa nei suoi confronti, non avrei dovuto lasciarlo in balìa di sua madre; così per lo sono tenuto vicino per un po’, giusto per capire cosa avrei dovuto farne di lui. In fondo non è cattivo, basta tenerlo lontano dai sarti e dagli specchi!
All’inizio è stato un vero disastro. Negli incontri diplomatici riusciva solo a guardare – e criticare! – l’abbigliamento degli ambasciatori. Ha detto all’inviato di Rohan di usare qualche profumo perchè puzzava di cavallo! I briefing con i militari lo sconvolgevano, specie quando si arrivava parlare di latrine. Ma Mahal benedetto, anche i soldati devono farla da qualche parte!
Stavo per perdere le speranze e spedirlo a fare l’eremita in un santuario di Mahal – possibilmente dall’altra parte della Terra di Mezzo – quando abbiamo avuto un incontro con una delegazione di mercanti. Mi è stato subito tutto chiaro. Adesso Elder lavora – giorno e notte, quasi – come Addetto al Controllo della Qualità delle Merci Importate: con i suoi collaboratori seleziona le merci in arrivo ed impone la fascia di prezzo che i mercanti devono praticare nel mio Regno. Non ne sbaglia una, e riesce a non scontentare nemmeno i mercanti, dopo che si sono rassegnati a non poterlo imbrogliare.
Quanto a lui, è così contento che si è perfino dimenticato la “evve”. Fa un lavoro che gli piace e Meltis non gli manca per niente. Non che avessi dubbi: non l’aveva mai vista, ed è un vero peccato, perché mi piaceva. A questo proposito, se la vedessi, e se si fosse stancata del suo compagno – un ladro e una spia, mi dicono: ma perché le Nane sono affascinate dai tipi loschi? – puoi dirle se vuole prendermi in considerazione? Sono ancora in salute, sono simpatico ed ho una buona posizione sociale. A questo proposito, ho ricevuto l’istanza di divorzio. Date le circostanze, mi sembra giusto che Meltis riabbia la sua dote; fammi sapere se devo rimandarle il tutto presso di voi.”
“Balin! Chiama un messaggero, subito! Posso riavere la mia spia!”
Angolo Autrice
Vi ringrazio tanto per l'attenzione che dedicate a questa mia sciocchezzuola! La commedia non è il mio massimo, ma vedo che almeno qualche risata riesco a provocarla! Tutto il mio affetto
Idril