Li odi.
Li odi tutti quanti.
E odi te stesso.
<< Questo non la riporterà in vita, lo sai? >>
Ti volti di scatto verso Klaus, che se ne sta lì impalato a guardare il casino che hai fatto. Tutto il cortile è sotto-sopra, sedie lanciate per aria e cianfrusaglie sparpagliate a terra.
<< È colpa tua >> gli dici; conosci Klaus e sai che è rischioso puntargli un dito contro ma non te ne importa << Non avrei mai dovuto farti avvicinare a lei! >>
<< Marcel... >> cerca di calmarti, ma la tua rabbia è fuori controllo.
Da quanto Klaus è arrivato a New Orleans sono cominciati i guai. Tutto andava bene prima che gli Originali tornassero, prima che distruggessero tutto quello che avevi costruito.
<< Questa città andava bene prima che arrivassi tu. Noi stavamo bene. Davina era al sicuro. Era sotto controllo. Se tu non l'avessi fatta arrabbiare, se tu non avessi ucciso quel ragazzo... >>
<< Le mie condoglianze, la ragazza è morta, ma non perdere la visione dell'insieme >> dice
<< Abbiamo ancora la nostra comunità. I vampiri di questa città... >>
Ma di che cosa sta parlando?, pensi. Come fa a non capire che quelli non sono i vostri vampiri, ma sono i tuoi. Tu sei il vero di New Orleans e Davina era la tua principessa. Ma adesso che non c'è più, che vuoi che importi quanti vampiri ci siano. Il loro unico scopo era quello di proteggerla.
<< Non mi importa dei vampiri >> dici, sentendo le lacrime solcare il labile velo che le trattiene nei tuoi occhi << Lei è morta >>
Dirlo fa ancora più male. Per un momento hai creduto veramente a tutte quelle promesse sulla sua Resurrezione. Ma vederla stesa a terra, con quella linea di sangue a sporcarle il collo, ti ha spezzato.
<< Mi hai sentito? >> muovi qualche passo verso di lui, anche se non sai ancora quello che vuoi fare. Klaus ti precede e in un attimo si avvicina, tiene una mano sulla tua spalla e ti guarda.
Sei arrabbiato, deluso. E confuso. Sono passati troppi anni dall'ultima volta che hai perso qualcuno di cui ti importava davvero.
Senti le braccia di Klaus circondarti e non resisti più. Le lacrime cadono copiose sul tuo volto, ricordandoti che avevi giurato di proteggerla.
<< Mi dispiace >>
Ogni attimo, ogni secondo della tua non-vita era dedicato a lei, per riuscire a tenerla al sicuro.
<< Puoi pensare che io non sappia niente del tuo dolore, ma ti sbagli >>
Ti senti come un bambino. Come quel bambino che Klaus ha salvato, che piangeva tra le sue braccia quando aveva paura.
<< Quando sono fuggito da questa città, pensavo che tu fossi morto. Ci ho messo anni prima di riuscire a pronunciare il tuo nome, tanto era intensa la perdita >>
Anche adesso hai paura e ti senti solo e perso. Gli occhi di Klaus luccicano appena, ma per qualche strana ragione sai che quello che dice è vero. Quello che prova è reale.
<< Mi dispiace >>
Non ricordavi facesse così male. Il ricordo di quel giorno, quando l'hai salvata ti ha accompagnato ogni giorno, dandoti la spinta e il coraggio per andare avanti. Ti ricordava che avevi qualcuno. Che non eri solo.
<< Mi dispiace >> dice ancora
Tu ti lasci andare tra le sue braccia e continui a piangere. Anche se una parte di te lo odia e vorrebbe ucciderlo, non puoi sopportare di perdere anche lui. Non adesso.
Magari non sei più quel bambino, con la schiena tempestata da cicatrici ma hai ancora bisogno di Niklaus Mikaelson. In quel momento, come mai prima, hai bisogno di lui.
<< Mi dispiace >> ripete
Davina era la tua famiglia. E adesso è morta.
Senti nel tuo petto, nel punto in cui dovrebbe battere il tuo cuore, che si è aperta una voragine profonda. Una crepa che si richiuderà.
Davina era la tua famiglia. E chi te l'aveva portata via ne avrebbe pagato le conseguenze.