Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: madelifje    24/01/2014    4 recensioni
Un giorno, girando per Londra, vi potrebbe capitare di imbattervi in Ed Sheeran.
Potreste conoscerlo, e potrebbero rimanervi impressi i suoi assurdi capelli, le costellazioni di lentiggini, il sorriso contagioso, l'ossessione per la musica e gli alcolici, l'ossessione per comporre musica bevendo alcolici. Le sue chitarre. I suoi plettri.
Bene, prima di lasciarvi trascinare in quel gran caos che è vita di Ed Sheeran (perché succederà), dovreste sapere alcune cose...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ed Sheeran
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Plettri
 

Ed era pazzo. I suoi capelli erano pazzi, le lentiggini sparse sul suo viso, gli occhi chiari che piacevano tanto alla sua anziana vicina di casa, il sorriso che spuntava all’improvviso e donava alla sua faccia un’aria ancora più… folle.
Nessuno sapeva cosa gli passasse per la testa, ad eccezione forse di chi si trovava con lui nei –frequenti –momenti in cui non era sobrio. Perché a Ed Sheeran bere piaceva troppo. Il suo gatto si chiamava Bellini mica per caso.
Ed era pazzo. Nella sua mente succedevano cose inspiegabili perfino per lui e l’unico modo che conosceva per cercare di dare un senso ai suoi pensieri era scrivere. Scriveva canzoni, Ed, ma non riusciva a essere normale nemmeno in quello. Aveva provato a tenere un quaderno o un raccoglitore ad anelli, ma non ci era riuscito: l’ispirazione gli arrivava inaspettatamente e lui non aveva sempre quel maledetto blocco con sé. Così finiva ogni volta per scribacchiare i suoi testi ovunque. Fogli strappati da non si sa bene cosa, post-it colorati –soprattutto quelli arancioni e gialli, pagine di giornale, retro di biglietti da visita, addirittura tovaglioli e tovagliette di carta. Erano tutti sparsi per la casa di Ed, macchiati di caffè e pieni di impronte del suo gatto.
Ed era pazzo e non sapeva cosa fosse l’ordine.
Il suo coinquilino, Keegan, ci aveva rinunciato. Ogni tanto si lamentava e Ed non poteva biasimarlo. Quando –solitamente nei giorni dispari– Keegan  perdeva definitivamente la pazienza e minacciava di buttare via tutto, Ed gli ricordava che c’era un aspetto in cui era ordinato: la cura delle sue chitarre. Erano due. Nigel e Felix. Sì, Ed Sheeran aveva assegnato dei nomi alle sue chitarre e ce li aveva scritti sopra con un indelebile nero. Dall’alto del loro piedistallo, venivano controllate quotidianamente e, nel caso, accordate. Secondo Jas era ossessionato, ma ormai lei non faceva più testo.
In camera, nel terzo cassetto dell’armadio, c’era La Scatola.
Ed era pazzo. Ogni chitarra aveva un nome ed ogni plettro una storia. Erano tantissimi, ammucchiati nella Scatola, e tutti diversi. Comprati nei negozi di musica (quelli però erano in minoranza), raccolti per strada, rubati in qualche edicola, trovati nel bar in cui lavorava e nel locale in cui si esibiva in segreto.  Ed, che da bravo genitore avrebbe dovuto essere imparziale, era particolarmente legato a due.
Uno riportava il logo dei Rolling Stones. Jasmine l’aveva letteralmente infilato nella torta per il suo diciannovesimo compleanno. Lo conosceva bene, lei, forse anche meglio dello stesso Ed.
L’altro plettro era bordeaux. Scolorito e graffiato, veniva guardato con sospetto da Keegan, il quale non capiva cos’avesse di così speciale quel… pezzo di plastica. Ed gli rispondeva sempre con la stessa frase “Lui niente, la sua storia… tutto”.
Era inverno. Gennaio, per la precisione. Ed camminava lentamente, le mani dentro alle tasche, Nigel in spalla e il volto quasi completamente nascosto dalla sciarpa nuova. Ci voleva un bel coraggio per uscire con quel tempaccio, ma a Ed piaceva considerarsi un tipo coraggioso.
Lui era nell’angolo opposto della piazza. Reggeva la chitarra con due mani ormai bluastre e attraversate dai segni rossi lasciati dalle corde. Forse fu per la gente, che lo superava senza degnarlo di uno sguardo. Forse furono le cinque misere sterline in moneta che qualcuno aveva buttato nella custodia per pietà. Non lo saprà mai nessuno.
Solo un matto avrebbe preso la propria chitarra e si sarebbe diretto verso quell’uomo. Ma Ed Sheeran era proprio quello, pazzo.
Le dita infreddolite dell’umo suonavano una canzone che il rosso conosceva bene. Iniziò ad accompagnarlo con la chitarra e a cantare in seconda voce, come se avessero provato il pezzo centinaia di volte. La gente si fermava, ascoltava, canticchiava ed annuiva, mentre i soldi si accumulavano nella custodia.
Ed faceva magie con quella chitarra.
Dopo l’ultimo accordo di un pezzo degli Oasis avevano applaudito tutti. Ed aveva già salutato ed era pronto ad andarsene, quando l’uomo gli aveva messo in mano un plettro bordeaux e graffiato. Voleva ricambiare in qualche modo, ma non è che avesse tanto da offrire.
Da allora avevano iniziato a salutarsi quando Ed passava dalla piazza. L’uomo –che si chiamava Charlie –era lì ogni santo giorno. A volte il rosso gli offriva qualcosa da bere, oppure si trovavano per suonare. Quelli erano i momenti che Ed preferiva. Costituivano un ottimo duo e, cazzo, (per dirlo nella lingua di Ed) suonare con Charlie era maledettamente divertente.
Dopo neanche cinque mesi il proprietario di un locale li aveva interrotti nel bel mezzo di una canzone degli Artic Monkeys per offrire loro un posto come cantanti.  Il sorriso sul volto di Charlie era ancora impresso nella memoria del ginger.
Quella mattina Ed si era infilato il plettro in tasca e da quel momento aveva iniziato ad usarlo come una specie di portafortuna. Doveva partecipare ad un evento importante? Ed Sheeran portava il suo plettro, poco ma sicuro.
Avrebbe avuto con sé quel piccolo oggetto di plastica anche in un soleggiato giorno di settembre e, in seguito, l’avrebbe considerato come una specie di segno del destino. Lui non credeva al destino. Dopo quel giorno, però, inizieranno a venirgli dei dubbi. Solo un idiota non si farebbe qualche domanda se la sua vita cambiasse in ventiquattr’ore.
E Ed era pazzo, non stupido.

 



Buonasera gentaglia!
Sono la stessa tizia di Invisible (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1709694&i=1
), che i più sfortunati di voi conosceranno già. Ebbene sì, sto intasando il fandom di Ed con un'altra storia
Non posso credere di stare per pubblicarla. 
"Fabulam editura sum" direbbero i latini. Bene, lo studio mi sta facendo decisamente un pessimo effetto.
La os. Ok. 
Non so bene come definirla. Non avevo mai scritto niente del genere prima d'ora, è una specie di esperimento. Poi alla Giulia è piaciuta, quindi la sto pubblicando.
Come si capisce -o almeno, spero- dalle ultime righe, questa os introduce una long che pubblicherò tra poco più di un mese. Più o meno quando ad Invisible mancherà solo l'epilogo. 
Perché non ho aspettato? Bella domanda. 
Comunque, questa cosetta che avete appena letto non sarà sola. Ce ne sarà un'altra, che introdurrà un altro personaggio, che per adesso rimarrà senza nome. Forse ne scriverò una terza. Ma non sono sicura al 100%.
Lascio a voi la parola :)
baci,
Gaia
P.S. il cross-over è riferito al personaggio di Jas. Jasmine è il vero nome di Birdy. 

 
  
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