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Autore: larry_true_love    25/01/2014    5 recensioni
Louis Tomlinson sta cercando di superare la morte del suo ragazzo, Harry Styles.
Tratto dal testo:
" -Mi dispiace, amore, mi dispiace- sussurrai singhiozzando alla camera vuota. Trovarmi un altro? E come avrei potuto, quando lo avevo ancora così tanto nei pensieri e nel cuore? Quando lo chiamavo ancora amore e ogni mattina cercavo il suo calore? Come avrei potuto?"
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry Styles 01/02/1994-31/12/2013

 

Alla fine mi ero deciso ad andare a vedere quella maledettissima tomba. Non avevo voluto che nessuno mi accompagnasse, perchè sapevo che sarei crollato, e non volevo apparire ancora più debole di quanto non fossi. Non mi resi conto di essere caduto fin quando non sentii la terra sotto le mani. Strinsi i denti, mentre il dolore per aver perso Harry si espandeva dentro di me a ondate insopportabili. Affondai le mani nel terriccio umido, mentre la neve cadeva su di me e su di lui, sulla sua lapide. Appoggiai il fiore che avevo portato sulla tomba, ben sapendo che sarebbe morto in brevissimo tempo. Morto. Come lui. Come mi sentivo io in quel momento. Perchè i miei progetti, i miei sentimenti e il mio futuro erano morti con lui, quel dannatissimo trentuno dicembre.

-Amore, stai bene?- Era cominciato tutto così, un'innocente domanda che aveva portato alla catastrofe. -Ho un casino di mal di pancia, Boo- rispose, mordendosi il labbro. Era da un po' che aveva mal di pancia, saltuariamente, e i suoi ricci non erano più belli come una volta. Ovviamente, non me ne ero curato, perchè restava sempre il mio bellissimo ragazzo. Preoccupatissimo l'avevo preso in braccio e l'avevo portato in macchina. Diventava più pallido ogni chilometro di strada che facevamo -Non ti preoccupare, Lou, non sarà niente di grave- Mi aveva consolato, mentre aspettavamo il dottore. Avevo fatto un sorriso tirato, battendo la gamba contro quella scomoda sedia, agitatissimo. Quando il sudore aveva cominciato a formarsi sul suo viso non resistetti più. Scattai in piedi e entrai nella stanza, dove il medico stava visitando un vecchio signore -Mi scusi, ma dovrebbe aspettare- mi disse l'uomo, alquanto scocciato -Non posso aspettare!- gridai -C'è il mio ragazzo che sta malissimo, la prego- lo avevo implorato, e forse fu qualcosa nei miei occhi, forse solo perchè ero ancora in pigiama dalla fretta che avevo avuto nell'arrivare lì, ma annuì, scusandosi con il paziente. Portai Harry da lui, che lo squadrò preoccupato -Da quanto tempo stai male?- aveva chiesto -Qualche mese, penso, ma questa mattina il mal di stomaco è diventato insopportabile- disse. -Non mi hai detto niente- sussurrai, ferito -Non volevo farti preoccupare, Boo- aveva mormorato, mentre il dottore continuava a toccargli la pancia. -Direi che devi fare degli esami, è quasi sicuramente solo un mal di pancia, ma meglio essere sicuri, no?- aveva sorriso, mentre io portavo all'ospedale il mio ragazzo. Ci trovavamo in un'anonima stanza di ospedale, e io gli stavo tenendo la mano quando accadde. Un medico mai visto prima era entrato con una faccia serissima. Harry stava ancora ridendo per una mia stupida battuta. -Cosa c'è?- chiesi io, notando immediatamente che qualcosa non andava. -Facendo gli esami abbiamo visto qualcosa che non ci convinceva, e studi più approfonditi ci hanno rivelato che hai il cancro, Harry. Un cancro al fegato, mi dispiace- Il sorriso si spense sulla sua faccia, mentre capiva quello che aveva detto il dottore. -Ma.. ma potete fare qualcosa, vero? Cioè, c'è la chemio terapia, non è una sentenza di morte, vero?- avevo chiesto, cercando di aggrapparmi a quella convinzione assurda. -Un cancro al fegato è quasi sempre fatale, anche se curato in tempo, ma a questo punto non c'è niente che possiamo fare, mi dispiace tanto- Ricordo che mi ero messo a correre, fuori da quel posto, e che mi ero fermato solamente in un parco, accasciandomi contro il tronco di un albero. -Harry..- avevo continuato a ripetere, singhiozzando sempre più forte. Era lì che mi avevano trovato i ragazzi, senza più lacrime, senza più forza. -L'ho trovato!- avevo sentito urlare, e poi delle mani mi stavano scuotendo -Louis!- portai l'attenzione su Zayn. -Non voglio che Harry mi veda così- sussurrai. -Louis, tu sai la verità. Quindi, passa tutto il tempo possibile con lui- aveva solamente mormorato, così mi ero alzato ed ero corso di nuovo in quel posto. -Lou- aveva esclamato Harry, aprendo le braccia. Non avevo esitato a tuffarmi in esse. -Ti amo- sussurrai, le lacrime che non volevano smettere di scendere. -Ti amo anche io, Lou, e questo non cambierà mai, anche se non potremo stare insieme per un po'- -Ma io non voglio lasciarti- mormorai, stringendo il suo camice da paziente tra le mani -Neanche io voglio andarmene, Boo, ma non possiamo fare niente per impedirlo- Mi tirai su e mi asciugai le lacrime -Mi fai un favore?- chiese. -Tutto quello che vuoi piccolo- -Sorridi- Allora lo feci, sorrisi come quando ero felice, e lui sorrise a sua volta -Sai quanto amo il tuo sorriso- mormorò -Me lo fai tu un favore?- chiesi, e lui annuì. -Baciami- Sorrise di nuovo, attirandomi in un bacio. -Lo so che è chiederti molto, ma starai con me fino alla fine?- -Fino alla fine- avevo risposto, la voce spezzata. Mi ero girato verso la porta, dove vidi i ragazzi che impedivano al medico di entrare. Gli feci un cenno, piazzandomi vicino a Harry e prendendogli la mano. L'uomo scoccò un'occhiataccia ai nostri migliori amici, che fecero un sorriso tremolante. -Allora, nei prossimi giorni il dolore aumenterà, ma con gli antidolorifici dovrebbe calmarsi- E allora Harry fece quella domanda -Quanto mi rimane?- -In linea di massima dipende a che punto è il cancro, ma non direi più di due settimane- disse, dolcemente. Un'altra botta mi arrestò il respiro. Due settimane. Avevo solamente due settimane da passare con lui. -Non compirò mai vent'anni- sussurrò, una lacrima che scendeva. -Resterai per sempre un teengaer, il sogno di tutti- azzardai. Sorrise -Forever young?-- -Esatto piccolo, forever young- risposi, senza cercare di controllare le lacrime. I saluti di Anne e Gemma furono i peggiori. Così tante lacrime, così tanto dolore. In quei giorni mi sforzai davvero tanto di essere forte per lui, e credo di esserci riuscito abbastanza bene.

Mi alzai, oggi dovevamo cantare. La prima volta, da quando non avevamo più Harry. Lo stadio era immenso, e presto le persone cominciarono ad arrivare. Erano solo squarci in più nel mio cuore malato, ricordi di tutti i concerti fatti insieme, in cui cercavamo disperatamente di far trapelare il nostro amore. Chiusi gli occhi, aspettando che mi dicessero quando sarei dovuto andare in scena. Little things. Non potevano farmi questo, no. Lui amava quella canzone. Cantai io il suo assolo, o almeno ci provai, perchè la voce continuava a tremarmi, e non riuscii a cantare le ultime parole, che ci eravamo scambiati così tanto. -But you're perfect to me- riuscii solo a sussurrare, abbassando lo sguardo. A fine concerto avevo quasi finito le lacrime. Di nuovo. Ogni cosa mi ricordava lui, il palco, le canzoni, le fan, i camerini. -Vorrei...- mi interruppi, schiarendo la gola -Vorrei dedicare la prossima canzone a una persona che non...- dovetti prendere un respiro e appoggiarmi a Zayn -Non c'è più, ma che continuerò ad amare per sempre- dissi, facendo parrtire la base di You and I. -Ti amo, Harry- sussurrai a fine canzone, guardando lo squarcio di cielo che potevo vedere. -Ti amo- sussurrai di nuovo, mentre Zayn circondava le mie spalle con un braccio e mi portava via, delicatamente. Quel giorno ebbi finalmente il coraggio di tornare a casa nostra. Mi feci accompagnare da mia mamma, non ce l'avrei mai fatta da solo. Appena entrato il suo profumo mi stordì. Mi bloccai, respirando affannosamente. -Amore...- mi sussurrò mia mamma.

-Amore...- sussurrò Harry -Dimmi piccolo- -Ecco... Andiamo a vedere le stelle?- Secondo giorno da quando sapevo che era malato. -Certo- Lo presi per mano e lo portai sul balcone. -Sono bellissime- aveva sussurrato. -Sei molto più bello tu- ribattei, facendolo sorridere -Amo le tue fossette- La parte razionale del mio cervello diceva che più rimanevo con lui, più il dolore sarebbe stato forte quanto se ne fosse andato, ma la ignorai, non potevo lasciarlo solo, per nessun motivo al mondo. -Non avrei mai pensato che sarebbe finita così- sussurrò -Si vede che Dio non pensava fosse giusto lasciare un angelo tra di noi- Il suo viso si contrasse. Lo abbracciai, beandomi del suo profumo -Cosa farò quando non potrò più sentire il tuo profumo?- chiesi, piangendo. -Ti basterà chiudere gli occhi, e io verrò da te, e ti abbraccerò, e ti canterò una canzone. Starò sempre con te, Lou, solo in un modo diverso- -Mi mancherai tanto- -Anche tu, Boobear, ti amo così tanto- -Anche io ti amo, sweetheart- Improvvisamente si indebolì, così lo riportai in camera, sdraiandomi vicino a lui e abbracciandolo. Non riuscii a dormire, perchè era così bello quando era nel mondo dei sogni, che valeva la pena passare una notte in bianco pur di guardarlo.

-E' ok, mamma, mi ha solo colto di sopresa- mormorai, facendo un altro passo. Sorrisi quando vidi la sua giacca preferita. Entrare in camera nostra fu puro masochismo. Vedere quel letto, dove avevamo dormito insieme così tante volte, il disordine parziale, perchè quando per lui era troppo metteva tutto a posto. Non avrebbe messo più niente a posto. Cosa avrei fatto senza di lui? Dopo un mese non sapevo ancora darmi una risposta. -E' solo... dura. Molto dura- dissi, ma non ce n'era bisogno. Il mio corpo e i miei comportamenti parlavano da soli. Mi curavo sempre meno, mangiavo sempre meno. Non vedevo il senso nel fare tutto questo, ecco. -Lo so, Lou, lo so- Chiusi gli occhi, e la sua faccia mi apparve davanti. Sorrideva, con le fossette sulle guance. Era decisamente la cosa più bella che avessi mai visto. Allungai una mano per afferrarlo, per accarezzargli la guancia, per sfiorargli le labbra, e feci il grosso errore di aprire gli occhi. La mia mano era testa davanti a me, a stringere qualcosa che non esisteva. Mi girai verso mia madre e la abbracciai, singhiozzando. -Non ce la faccio- mormorai. -Sai quanto amava il tuo sorriso, Boo. Sorridi anche per lui- annuii, prendendo un repiro e asciugandomi le lacrime.

Quelle due fottute settimane passarono troppo velocemente. L'ultima sera era molto debole. Credo avesse sentito che era arrivato il momento, perchè aveva chiamato tutti quelli che conosceva e li aveva salutati, come se stesse per partire per un viaggio. E forse era così. -Lou- mi chiamò, e fui immediatamente da lui. -Voglio solo dirti... pregarti... di essere felice. Io non ci sarò più, ma voglio che tu sappia che se incontrerai un ragazzo che ti farà battere il cuore, non dovrai sentirti in colpa. Ricordatelo sempre, io voglio solo che tu sia felice, e se questa felicità la raggiungerai con un'altra persona non devi fartene una colpa- -Come potrei mai innamorarmi di un altro? Forse tu non lo sai, ma sei la mia anima gemella, tu sei l'uomo della mia vita, non potrei mai tradirti- -Ma non sarebbe tradirmi, Boo- Gli posai l'indice sulle labbra, e lui mi sorrise tristemente. -E' buffo quanto batta forte il mio cuore quando ci sei- mi disse, prendendomi la mano e appoggaindola sul suuo petto -Tu mi fai questo effetto da tre anni- dissi, sorridendo tra le lacrime. Allora scoppiò a piangere, subito seguito da me. -Ti amo, Lou, ti amo tantissimo, per sempre- -Ti amo, Harry, non dimenticarlo quando sarai lassù, ok? Ti amo- Chiuse gli occhi, e ci scambiammo il nostro ultimo bacio. Gli lasciai un bacio su ogni occhio e sulla fronte, e poi gli sorrisi. Mi accarezzò la guancia, sorridendo. -Buona notte amore- -Buona notte, piccolo, fai bei sogni-. Gli sorrisi ancora una volta e uscii dalla stanza. Là fuori trovai tutti. I ragazzi, Perrie, le nostre mamme, Paul, Simon, tutti quelli che Harry aveva salutato. Provai a dire qualcosa di rassicurante, come "Ha sorriso e sta dormendo" oppure "E' felice, gli sono spuntate le fossette" , ma non appena aprii la bocca non riuscii a fare nient'altro che piangere. Subito le braccia forti di Zayn mi circondarono, e mi appoggiai sul suo petto. Quando ripresi il controllo mi staccai -Scusate, non volevo crollare così- -Non ti devi scusare, Lou, è il tuo ragazzo- Annuii -Vado a farmi un the, qualcuno vuole venire?- Scossero la testa. -Ci metto dieci minuti, poi torno da lui- Andai nella piccola saletta di quello stupido ospedale. Mi appoggiai al tavolino e mi passai una mano sulla fronte. Il the era bollente, ma quel dolore sulla pelle riusciva a farmi distogliere l'attenzione, anche solo per un attimo, da quello dentro di me. Sospirai e tornai dal mio ragazzo, sapendo benissimo che il nostro tempo stava finendo. Quando tornai in camera mi appoggiai allo stipite della porta, sorridendo a quella scena. Harry aveva un broncio adorabile sul viso, era tutto rannicchiato e in mano stringeva il mio cappello. Mi avvicinai e gli affondai le mani nei ricci, ancora bellissimi nonostante fossero ormai pochi e sbiaditi. Gli accarezzai la testa, poi scesi fino al viso e fino alle labbra. Chiusi gli occhi e posai le mie labbra sulla sua fronte, rimanendo così per non so quanto tempo. Poi mi sedetti sulla sedia lì vicino e appoggiai la testa sul letto, chiudendo gli occhi. Presto mi addormentai, una mano incastrata nella sua. Quella notte, non si svegliò più. Quella notte un bip continuo svegliò me. Due medici erano già nella stanza, mi spinsero via. -Libera!- urlò uno, dando una scarica di energia al mio Harry. Dopo circa quaranta minuti, si arresero. Il cuore aveva ceduto, non batteva più, e Harry era morto. Ricordo che avevo iniziato a tremare, e che poi ero svenuto, guardando il corpo del ragazzo che avevo amato, che amavo ancora.

-Sai, si lamentava sempre di quanto fossi disordinato, non lo sopportava- dissi, sorridendo. Anche mia mamma sorrise tra le lacrime. -Diceva sempre "Lou, io ti amo, ma potresti ogni tanto evitare di essere così fottutamente disordinato", e io.. io facevo finta di offendermi, e lui.. lui alla f-fine rideva e mi ab-abbracciava- aggiunsi, ogni ricordo era doloroso. Aveva ragione, comunque. Mi bastava chiudere gli occhi per sentirlo accanto a me, sentire le sue braccia forti che mi avvolgevano. Ma, prima o poi, ci si deve svegliare. Quando ero da solo passavo anche ore ad occhi chiusi, illudendomi che lui fosse davvero lì con me, ma c'era un piccolo dettaglio che mi faceva capire che era solo una fantasia, di nuovo. Lui non parlava. Oh, avrei dato la vita per sentirlo parlare, ridere e cantare ancora. -Vuoi.. ti faccio un the?- proposi, e lei annuì. Così andai in cucina, altra valanga di ricordi. Chissà se lassù in paradiso c'erano i ricordi. Speravo di sì, così sarei rimasto vivo nella memoria di Harry, per sempre. Mi accorsi di essere rimasto incantato. Mi succedeva spesso da quando non avevo più Harry, troppo spesso. -Amore tutto bene?- -Sì mamma, non ti preoccupare- urlai, facendo quel benedetto the. Mi suonò il cellulare -Lou... Oggi abbiamo un'intervista, lo so che non te n'eri ricordato- mi disse Liam -Mi passate a prendere voi?- chiesi -Certo, tra un'ora siamo lì- -Grazie- In quell'ora cercai di sorridere, ma ogni singolo istante della mia vita lo passavo pensando a lui. Lo sapevo benissimo che era passato un mese, ma semplicemente ogni giorno era come se fosse il primo senza di lui. -Sei pronto?- mi chiese Zayn, il mio migliore amico, ormai era ufficiale. Annuii e gli sorrisi, facendo del mio meglio. Sapevo che avevo reso la loro vita impossibile nella prima settimana dopo Harry, e i sensi di colpa mi divoravano ancora dall'interno, nonostante avessero detto che avevano capito, che ero molto addolorato. Io userei più le parole devastato, distrutto. -Siamo qui con gli One Direction!- boato -Allora ragazzi, quando comincerete il tour, voglio dire, dopo quello che è successo sarà dura, non è vero?- Dura? Impossibile. -Beh, cominceremo a maggio, se tutto andrà bene, e sì. E' durissima, ora che non c'è più Harry- Harry. Il mio bellissimo ragazzo, che sarebbe stato forever young, gliel'avevo promesso. La donna annuì comprensiva -Ed è vero che tu e Harry stavate insieme?- Sta parlando con te, Lou . Boccheggiai, la voce di Harry era così reale, e aveva lo stesso tono ironico di quando mi prendeva in giro -Louis?- azzardò la donna, così mi ricomposi -Sì, stavamo insieme, e ci saremmo sposati- I ragazzi mi guardarono stupiti. Non gliel'avevo detto? -Non ve l'ho detto?- scossero la testa. Allora tirai delicatamente fuori dalla tasca l'anello, lo portavo sempre con me. Aprii la scatola e lo osservai, come sempre. -Me l'avrebbe chiesto tra qualche mese, compiuti almeno vent'anni- spiegai. -Possiamo vederlo?- chiese la giornalista. Annuii e glielo porsi. -Voglio che sappiate che tutto il mondo è con voi, ragazzi. E' una perdita terribile, lo sappiamo- Annuimmo, mentre nello stomaco sentivo formarsi il solito groviglio di perdita, dolore, disperazione che non mi abbandonava. -Voi siete stati con lui fino alla fine?- -Fino alla fine...- mormorai, rieccheggiando le parole che avevo detto a lui. Una sola lacrima mi scese sulla guancia. -Gliel'avevo promesso- aggiunsi, appoggiandomi a Zayn. Mi strinse a sè. -Ora almeno non soffre più- cercò di consolarmi in qualche modo la donna. Quante frasi fatte questa donna, eh Boo? Spalancai la bocca. Harry. Era lì, come aveva promesso. -Lou?- sentii sussurrare, così scossi la testa. -Ho bisogno di una pausa- mormorai di rimando, così Zayn fece un gesto al cameramen, e potei alzarmi e correre in bagno. Stavo diventando pazzo, ma se sentire la sua voce voleva dire essere pazzo, lo sarei stato molto più che volentieri. Io l'ho sempre detto che sei strano. Sorrisi, ma poi mi ricordai che Harry non era veramente lì, che era solo la mia stupida mente accecata dal dolore che ricreava la sua voce. Mi appoggiai al lavandino del bagno, stringendolo. Non osai guardarmi allo specchio, erano giorni che non lo facevo. -Louis?- Entrò Niall. -Ho sentito la sua voce, Ni- gli dissi -Cosa? -La sua voce che mi parlava- spiegai, come se fosse perfettamente normale. -Era come se fosse qui, a parlarmi come faceva sempre. Solo che non c'è, Niall, non c'è.- continuai, scoppiando a piangere. -Ehi, ehi- mi sussurrò, mentre mi stringeva. Ma non erano le braccia di Niall quelle che volevo sentire intorno a me. -Si ricomincia!- sentimmo urlare, così mi separai da Niall e mi asciugai le lacrime. -Tutto bene?- chiese Zayn. -Non andrà mai tutto bene, Zay, e tu lo sai- sussurrai, chiudendo un attimo gli occhi. Dopo l'intervista andammo in macchina. -Oggi sono andato a trovarlo- mormorai. -E com'è stato?- Presi un respiro tremolante -Orribile, ma sono stato stupido a non esserci andato prima- -Davvero voleva sposarti?- Sorrisi -Sì, sapete che ha scritto un biglietto a ciascuno, quella notte. Nel mio c'era anche la proposta, con l'anello- dissi, iniziando a tremare. Presi un altro respiro profondo. -Non pensi che dovresti ricominciare?- chiese Liam, dopo un po' di silenzio -Non posso, sarebbe come dimenticarmi di lui, e io non voglio dimenticare- risposi.

-Il ragazzo è completamente sotto choc, era molto legato a Harry?- un sospiro, poi la voce di Anne rispose -Si amavano- semplicemente. Silenzio -Ah. Allora dovrete tenerlo d'occhio, non volete che si faccia male, vero?- -Certo che no- rispose Anne -Perdere Louis sarebbe come perdere un altro figlio- sussurrò poi, facendomi sentire una stretta al cuore. Poi sentii solo singhiozzi, e mi decisi ad aprire gli occhi. Subito Anne e mia mamma furono da me. -Come stai?- -Se ne è davvero andato, vero?- riuscii solo a sussurrare. Anne annuì, così chiusi gli occhi, stringendoli. -Non c'è più. Harry non c'è più- mormorai, le lacrime che cominciavano a scedere lungo le guance. Quando riaprii gli occhi vidi che anche le due donne stavano piangendo. Mi misi seduto, guardando fuori dalla finestra. -Que.. questo è per te- aveva sussurrato mia mamma, porgendomi un foglio e un sacchettino. Presi il sacchetto, e dentro vidi una scatolina blu. Con le mani tremanti la presi e la aprii, vedendo quello che mi aspettavo, ma che mi sembrava troppo bello per essere vero. Era un anello stupendo. Una fascia d'oro con al centro una piccola fascia argentata, e all'interno era inciso "Hazza and Lou", uno spazio e "2014". Voleva chiedermi di sposarlo il prossimo anno. Ci saremmo sposati, se il cancro non me l'avesse portato via. -Cos'è?- chiese Anne, visto che avevo nascosto l'anello con la mano. Glielo mostrai -Mi voleva sposare- sussurrai. Erano a bocca aperta. Lo ripresi delicatamente, rimettendolo dentro. Poi iniziai a crollare. -Voleva sposarmi- ripetei, singhiozzando. Abbracciai Anne, e sentii che si stava aggrappando a me. Non potevo deluderla, dovevo essere forte. Ma quel giorno non ci riuscii. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era lui. La mattina dopo andai a casa di Liam, non avevo la forza di tornare a casa nostra. -Come ti senti, Lou?- mormorò il ragazzo, stringendomi le spalle. -Distrutto- sussurrai. Annuì, e poi gli chiesi di lasciarmi da solo. Una volta in camera mia presi quel foglietto, con le mani tremanti, e lo lessi.

Caro Lou,

non pensavo che sarebbe stato così difficile scriverti queste righe. Innanzitutto, volevo dirti che ti amo. Lo so che te l'ho detto migliaia di volte, ma voglio che te lo imprimi bene nella testa. Io ti amo, Louis Tomlinson. Avrei voluto passare tutta la vita con te, ma evidentemente non era destino che succedesse. Sto cominciando a essere sempre più debole, Lou, e so che sarà stanotte. In questo momento tu stai dormendo, e sei così bello che mi sembra ancora impossibile che tu ti sia innamorato di me. Mi mancherai così tanto, Boobear. Sappi che se non mi fossi ammalato, ti avrei chiesto di sposarmi. Compiuti vent'anni, magar il giorno del nostro anniversario.

Fammi un favore, Lou, sorridi. Non hai idea di come splende il mondo quando sorridi, tutto diventa sfocato, solo tu rimani chiaro tra tutti. Dio, quanto sono diventato romantico, eh? So che non sarà facile, nè per te, nè per i ragazzi, ma non è la fine del mondo. Andate avanti, cantate. So anche che te l'ho già detto, ma amo la tua voce. Voglio che sia tu a cantare i miei assoli, così magari mi sentirai vicino. Io canterò con te, Louis, e starò per sempre con te. Solo... in un modo diverso. Ho vissuto diciannove anni, pochi secondo un punto di vista, ma sono felice. Felice di aver vissuto come ho vissuto, e preferisco morire adesso avendoti amato, piuttosto che morire tra quarant'anni senza averti mai conosciuto. Non piangere, ci vediamo tra poco. Vivi una vita felice (che frase fatta, lo so), perchè l'unica cosa che voglio è la tua felicità. Abbraccia Jay e le tue numerose sorelle, dai un bacio a mia mamma e a Gemma, abbraccia Ed e Nick (lo so che è chiederti tanto, ma ti prego, fallo per me) e poi... niente, volevo dirti che sei perfetto, e che amo anche ogni tuo piccolo difetto.

Ci vediamo più tardi, ok? Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo e ti amo, Lou, ricordalo sempre

Ecco, Harry mi aveva dimostrato una volta in più quanto mi amasse. Adesso era il mio angelo, sapevo che mi avrebbe protetto e mi sarebbe stato accanto finchè non lo avessi raggiunto.

Di nuovo casa nostra. Mi ostinavo a chiamarla nostra, anche se ci vivevo solamente io, da solo in quel letto fatto per due, da solo nella grande sala, da solo nell'enorme casa che era sembrata quasi piccola, quando c'era quel dolce ragazzo che mi amava. Il giorno dopo sarebbe stato il suo ventesimo compleanno, se fosse vivo. Perchè era morto. A quei pensieri il vuoto che sentivo nel petto si allargò, inghiottì il cuore e i polmoni, non riuscivo più a respirare. Dovevo fare qualcosa, o il dolore mi avrebbe ucciso. Mi alzai e andai in cucina. Presi un coltello e me lo premetti con decisione sul polso. Ricordo che quando Harry mi aveva mostrato le sue cicatrici mi ero messo a piangere. Probabilmente si vergognava di me, in quel momento, perchè gli avevo fatto promettere di non tagliarsi mai più, e io cosa stavo facendo? Cacciai tutto dalla mia testa, concentrandomi sulla sensazione del freddo metallo nella mia carne. Era... liberatorio. Dopo molti tagli mi sentii meglio e peggio. Peggio perchè bruciava tutto, meglio perchè era quello che cercavo. -Mi dispiace, amore, mi dispiace- sussurrai alla camera vuota. Trovarmi un altro? E come avrei potuto, quando lo avevo ancora così tanto nei pensieri e nel cuore? Quando lo chiamavo ancora amore e ogni mattina cercavo il suo calore? Come avrei potuto? Non mi sciacquai neanchee i tagli, sentendo un leggero intorpidimento che partiva dalle braccia e si diffondeva in tutto il corpo. Chiusi gli occhi, sperando di tornare da lui una volta per tutte. Quando mi svegliai lanciai un grugnito. Ero pieno di sangue. Il coltello era abbandonato per terra, di fianco a me. Lo presi e lo pulii, per poi andare a fare una doccia. L'acqua era così rossa che mi venne la nausea, ma quando ebbi finito avevo un aspetto decente. Mi vestii, i ragazzi sarebbero arrivati a momenti. Controllai nervosamente che non si vedessero i tagli da sotto la felpa, e suonò il campanello. -Ciao ragazzi- mormorai. -Lou, hai mangiato qualcosa?- Aggrottai le sopracciglia -Perchè?- -Perchè è ora di pranzo- Arricciai il naso -Non ho fame- dissi -Devi mangiare qualcosa. Cos'hai mangiato ieri?- -Ho mangiato pranzo con voi- dissi, sulla difensiva. -E poi?- -E poi basta, non avevo fame- brobottai -Non sei mia madre, Liam- aggiunsi poco dopo, scocciato. -Lou, stiamo cercando di aiutarti- intervenne Zayn. -Sei dimagrito un casino in questo mese, non stai bene- -Certo che non sto bene, Zay! Da quando lui non c'è più le cose non hanno nessun senso. Perchè devo mangiare? Perchè devo curarmi? Per sopravvivere? Grazie tante, ma non mi interessa.- I tre si irrigidirono, così mi resi conto di quello che avevo detto. Avevo ammesso di non voler vivere, di nuovo. Dovevo stare più attento. -Louis- sussurrò Niall, incredulo -Vuoi ancora farlo?- chiese poi, in un sussurro. Distolsi lo sguardo e non risposi -Louis- mi riprese Zayn. Sospirai -Sapete la risposta meglio di me- mormorai. Ecco, adesso sarebbero tornati a vivere con me per evitare che mi togliessi la vita. Ero stato un coglione. -Lou...- mormorò Zayn, già con le lacrime agli occhi. Eravamo ancora tutti così sensibili. -Vado a trovarlo, venite con me?- chiesi, cambiando discorso. Annuirono, così presi la macchina e cominciai a guidare in silenzio. Ben presto arrivammo al cimitero. Mi inginocchiai sulla terra sopra la sua tomba, piantando le mani nel terreno. -Non era così che avremmo dovuto festeggiare i suoi vent'anni- sussurrò Niall. -Buon compleanno, Harry- disse Liam. Mi alzai di scatto -No. Gli ho promesso che sarebbe stato un teenager per sempre, ed è così che lo voglio ricordare. Forever young, capite?- chiesi. Annuirono, e nel vedere la foto incastrata nella pietra mi mancò il respiro. Era così bello, anche in una foto. -Mi manchi, piccolo- sussurrai, appoggiando la fronte sulla fredda pietra. -Mi manchi- sussurrai ancora, chiudendo gli occhi. Io non ero niente senza di lui, niente. Il dolore mi colpì ancora una volta. Cominciai a respirare affannosamente, aggrappandomi alla lapide con tutte e due le mani. -Harry...- singhiozzai, mordendomi il labbro fino a farlo sanguinare. Davanti agli occhi mi passavano delle immagini insopportabili. Lui che rideva, battendo le mani. Lui che sorrideva, quando gli dicevo Ti amo. Lui che cantava, mettendoci tutto sè stesso. Lui che mi abbracciava quando avevo un ncubo. Lui che mi stringeva a sè, facendomi sentire a casa. Lui che aveva quel profumo buonissimo. Lui che mi portava la colazione a letto. Lui che mi guardava con così tanto amore nello sguardo che arrossivo sempre. Lui che cucinava per me. Lui che mi sussurrava Ti amo. Lui che sorrideva nonostante stesse morendo. Lui che guardava le stelle per l'ultima volta. Lui che mi augurava la buonanotte. Lui che moriva. Lui che veniva seppellito. Il buio guadagnava terreno, finchè non mi risucchiò, facendomi svenire.

-Il funerale è tra poco, Lou, sei pronto?- chiese Zayn. Mi aggiustai il colletto della camicia e andai al funerale. Non riuscii a trattenere le lacrime per tutta la cerimonia. C'era così tanta gente a dirgli l'ultimo addio. L'avevo sempre saputo che era amato da tutti, come si poteva non amarlo? -C'è qualcuno che vuole dire qualcosa?- Mi alzai meccanicamente, e una volta sul palco tutti si ammutolirono. -Tu sei?- -Louis Tomlinson- -Ah, era il tuo migliore amico?- mi chiese. Allora decisi che tutti dovevano sapere che no, non era il mio migliore amico, perchè io amavo lui e lui amava me. Così scossi la testa, prendendo il microfono -Harry non era il mio migliore amico. Harry era il mio ragazzo- cominciai. Vidi delle facce soprese, ma non me ne curai. -Io lo amavo così tanto, e vorrei che tutti si ricordassero di com'era allegro, solare, altruista. Era impossibile non amarlo, una volta che lo si era conosciuto. Da parte mia lo ricorderò sempre come il ragazzo che sorrideva nonostante tutto, che rideva alle mie battute nonostante non facessero ridere, che abbracciava tutti quelli che gli sembrava fossero tristi. Lo ricorderò come il ragazzo che quando avevo un incubo passava ore sveglio ad abbracciarmi e cantare canzoni per farmi riaddormentare. Lo ricorderò come il ragazzo che si preoccupava sempre per gli altri, il ragazzo che ti donava tutto sè stesso, se gliene davi la possibilità. Sapete qual'è l'unica cosa che mi ha chiesto? Di sorridere. Questo è solo un motivo in più per amarlo, se non ce n'erano già abbastanza. Era semplicemente perfetto. Come amico, come fidanzato, come fratello, come figlio, come compagno di band, come cantante, come cuoco- la voce mi tremò. Abbassai lo sguardo, singhiozzando -Se potessi, lo ringrazierei per tutto quello che mi ha regalato, per tutto l'amore che mi donava, fino alla fine. Lo ringrazierei perchè non avrei potuto sperare in un fidanzato migliore, in una persona migliore con cui passare questi tre anni. Se mi puoi sentire, ti amo, Harry Styles- scesi dal podio, con lo sguardo basso. Ci fu un applauso, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu piangere. Finii tra le braccia di Gemma, che mi strinse forte, e poi in quelle di Anne, che mi singhiozzava sulla spalla. Quando mi separai capii che nessuno mi sarebbe mai riuscito a consolare del tutto, perchè lui era l'unico che ci riusciva, in ogni caso. Quando misero la bara sottoterra persi del tutto la ragione. -No!- urlai, correndo verso di lui. Non volevo lasciarlo. -Louis!- sentii urlare dietro di me, e poi venni bloccato. -No, lasciatemi andare, voglio stare con lui, non voglio lasciarlo- gridai, agitandomi -Non possiamo tornare indietro, Lou- mi sussurrò Niall -Harry...- sussurrai io, piangendo sempre di più -Harry!- urlai, mentre le persone se ne andavano, scoccandomi occhiate di commiserazione. Sussurrai ininterrottamente il suo nome, finchè non mi rimase nè fiato ne forza per continuare a lottare. Mi accasciai, incurante di cadere. Qualcuno mi prese in braccio, e non potei non pensare a quando lo faceva lui, facendomi ridere. Mi ero sempre meravigliato di quanto fosse forte. Aprendo gli occhi scoprii che era Paul, con la tristezza nello sguardo. -Dove stiamo andando?- sussurrai, senza che me ne importasse davvero. Avrebbe potuto dire "Andiamo al lun park" come "Andiamo a buttarci sotto un treno" e non me ne sarebbe importato niente. Anzi, in quel momento avrei preferito di gran lunga la seconda opzione -Casa di Liam- mormorò. Mi mise giù solo quando arrivammo al divano. Mi posò delicatamente sui cuscini, e qualcun altro mi mise sopra una coperta. Vidi Liam che mi parlava, ma non capii niente. Accanto a lui si sedette Sophia. -Ciao Louis, è stato bellissimo quello che hai detto prima- mi disse, e io annuii, ma non parlai. Poi una morsa mi strinse il cuore, così mi portai la mano al petto, sopra al cuore, stringendomi la maglietta. Mi circondai le gambe con le braccia e mi rannicchiai in posizione fetale. Si alzarono e se ne andarono, sospirando. Lo apprezzai. Passai la il pomeriggio e la notte con gli occhi spalancati nel buio. Non mi ricordo cosa pensavo, so solo che il buco che avevo sentito fino a quel momento si trasformò in una voragine.Non avevo più un futuro, una vita, niente. La mattina mi trovarono così. -Lou- mi chiamò cautamente Liam. Battei le palpebre un paio di volte e lentamente rimisi in moto i muscoli. -Facciamo colazione?- -Non ho fame- frase che avrei ripetuto talmente tante volte da rendermi non credibile. Annuì -Oggi andiamo a fare un giro- Annuii. Andammo fuori, e l'aria fredda di Londra mi ricordò che il mondo andava avanti anche senza di lui, solo io rimanevo indietro, perchè non riuscivo a superarla. Camminammo in giro per Londra, e verso sera mi portò dal mio medico. Mentre mi visitava lo fissavo con sguardo vacuo. -Da quanto tempo è così?- sentii chiedere da molto lontano -E' triste da quando è morto Harry, e questo è comprensibile. Ieri c'è stato il funerale, e prima si è sfogato, urlando, ma poi si è chiuso in un mutismo. Ogni tanto questa notte mi svegliavo, e lui era sempre lì, occhi spalancati nel buio e rannicchiato- Sentii anche sospirare -Louis?- Cercai di tornare in superficie -Sì?- -Adesso ti prescrivo delle medicine, prendine una prima di andare a dormire, ok?- Lo guardai male -Non sono improvvisamente rincoglionito, dottore- Liam rise. La notte andai in camera, e il dolore mi fece boccheggiare. Crollai a terra, singhiozzi silenziosi che mi scuotevano il petto. Con mani tremanti presi la pillola e me la ficcai in bocca. Preso da un lampo di lucida disperazione me ne versai sul palmo altre tre o quattro, ingoiandole. Subito mi si appannò la vista, e sorrisi. L'unica cosa che pensai fu "Eccomi amore, sto arrivando. Sto arrivando da te" E poi sprofondai nell'oblio. Mi risvegliai e sentii qualcosa nel braccio. Brutto segno. Non è vero che quando muori non senti più brutte sensazioni? E poi Harry non c'era, quindi ero ancora vivo. Merda. Aprii gli occhi, trovandomi di nuovo in ospedale. -Ciao Liam. Sono felice di vederti. Anzi, no, perchè vederti vuol dire che sono vivo. Oppure sei morto anche tu?- parlai a vanvera, senza capire bene cosa stavo dicendo. -No, Louis, non sono morto. Siamo vivi tutti e due, e mi devi spiegare perchè hai presoquelle pastiglie. E' stato un errore?- -No, Liam, certo che no. Io volevo soltanto tornare da Harry, tutto qui. Io volevo e voglio morire. E perchè cazzo ti sto dicendo tutto questo?- borbottai. -Lou, mi dev promettere che non cercherai mai più di toglierti la vita, me lo prometti?- -Perchè vivi, Liam?- chiesi invece io. -Ci sono tanti motivi per cui vivere. Per la tua famiglia, per i tuoi amici, per le tue fan, e anche per scoprire cose nuove, nuovi orizzonti, la morte non è la soluzione- rispose, pronto. -Anche a me sembravano motivi importanti, ma ora che lui non c'è più non lo sono. Perchè le uniche cose che sento sono il dolore, la tristezza e l'angoscia. Perchè devo vivere? Che senso ha vivere desiderando di morire?- chiesi, di nuovo con le lacrime agli occhi. -Lui vorrebbe vederti felice, Lou, vorrebbe vederti vivo- -Lo so, Li, lo so. E so che lo sto deludendo, ma non ce la faccio più- -Aspetta un po' di tempo. Devi ancora accettare la sua morte- Chiusi gli occhi -Sono solo così stanco di vivere- sussurrai. -In ogni luogo vedo lui, in ogni azione vedo lui, in ogni persone vedo lui, lo vedo ovunque- continuai -E' nei miei sogni, nei miei pensieri, nelle mie lacrime, nei miei giorni, è sempre qui, e il suo ricordo mi tormenta e allo stesso tempo mi dà sollievo. Perchè vuol dire che non lo sto dimenticando, che continua a sopravvivere in me- La sua faccia si contrasse. -Scusa, ma sono stanco, vorrei dormire- E morire. Soprattutto morire.

Mi svegliai a casa di mia madre, la mia vecchia casa. Ero confuso, cosa ci facevo lì? -Lou, caro, ti sei svegliato- sussurrò Jay, e io annuii -Cosa ci faccio qui?- -Io e i ragazzi pensavamo che sarebbe stato un bene per te passare un po' di tempo in famiglia- Mi scompigliai i capelli nel modo che piaceva tanto a lui, e mi immobilizzai. Ero in maniche corte. Guardai i tagli sul braccio. Altro che un po' di tempo in famiglia, questi volevano solo impedire che mi tagliassi di nuovo. -Louis...- mi chiamò mia madre. Portai l'attenzione su di lei -Sì?- -Perchè ti sei tagliato?- Girai le braccia verso l'altro, osservandole con tranquillità -Per sentirmi meglio- -E ha funzionato?- -Sì- Sospirò -Mi ha fatto sentire un po' più vicino a lui- aggiunsi. -Louis, è passato un mese ormai- -E allora? Cosa c'è, una data di scadenza al dolore? Perchè io continuo a soffrire come il giorno in cui l'ho visto morire in quel fottuto ospedale!-urlai, alzandomi in piedi. Mia mamma sospirò ancora -Oggi puoi andare a prendere Daisy e Phoebe?- mi chiese. Annuii, e poi andai in camera mia a mettermi una felpa. Guardai l'orologio. Avevo mezz'ora per andare a prenderle. Decisi di andare a piedi. Mia mamma non lo sapeva, ma la giacca che avevo addosso era sua. Del mio Harry. Lui stava così bene con quella giacca, io già normalmente ci navigavo dentro, ora ci affogavo. Come sempre, il tempo passò in modo strano, e mi ritrovai davanti alla scuola in pochissimo tempo. C'era così tanta gente là fuori, e io non volevo vedere nessuno. -Louis!- sentii urlare, così sospirai e mi girai verso la voce. Una ragazza correva verso di me. -Ti ricordi di me? Sono Jessica, Jessica Cromley- La riconobbi. Eravamo in classe insieme, in quinta. Poi io me ne ero andato, a conoscere Harry. Chiusi un attimo gli occhi. Dovevo smetterla. -Sì, certo che mi ricordo di te. Come stai?- -Sto bene, dai. E tu? Ho saputo che è mancato Harry, mi dispiace così tanto. E davvero stavate insieme?- Harry. Il suo nome risvegliò il groviglio che cercavo di tenere addormentato. Non sorrisi. -Sì, stavamo insieme.- Non risposi all'altra domanda, non avevo voglia di mentire ancora. Mi strinse il braccio per un attimo. No, non mi doveva toccare. Lei era sbagliata, erano tutti sbagliati. Potevano toccarmi solo mamma, le mie sorelle e i miei migliori amici. E Harry, ma Harry mi poteva toccare solo nei miei sogni. Cominciarono a uscire i bambini, così portammo la nostra attenzione a loro. Mi stampai un sorriso in faccia, il più possibile allegro, quando vidi le mie sorelle. -Boo!- urlarono, e si aggrapparono alle mie gambe. -Ciao piccole. Com'è andata oggi?- -Bene! La maestra mi ha interrogato di storia e ho preso nove!- -Bravissima Phoebe! E tu, principessa?- -A me non hanno interrogato di niente- disse la bimba. -Perchè sei qui?- -Volevo passare un po' di tempo con voi, era da tanto che non venivo, vero?- -Sì, siamo felici che tu sia qui, Boo, ci sei mancato- Cominciai a sperare che non mi chiedessero niente su Harry. -E la macchina?- -Dai, non fate le pigre! Sono solo dieci minuti- dissi io, abbozzando una risata. -Ma sono stanca- si lamentò Daisy. -Dammi lo zaino- sospirai, prendendolo e mettendomelo in spalla. -Però non vale, se lo prendi a lei lo devi prendere anche a me!- -Va bene- e presi anche lo zaino di Daisy. Che fratello modello, Boo. -Grazie- sussurrai, ma le mie sorelle non mi sentirono. Meno male, non avrei voluto spiegare loro che il loro fratello era pazzo. Arrivammo a casa. Non appena entrai Fizzy e Lottie si precipitarono ad abbracciarmi. -Come stai?- mi chiese la maggiore. Mi strinsi nelle spalle, non mi fidavo molto della mia voce. Certo, questo rendeva un po' più difficile andarmene. A pranzo non staccai gli occhi dal piatto, sforzandomi di mangiare qualche boccone di pasta. Ma io non avevo fame, come potevo farglielo capire? Arrivato a metà piatto non ce la feci più, abbandonai la forchetta e chiusi gli occhi, nauseato. -Lou?- -Sto bene, ho solo mangiato troppo- dissi meccanicamente. Non fecero commenti. -Lou, è vero che adesso Harry è un angelo?- Eccola. Quella fottuta domanda. Mia mamma e le più grandi mi fissarono, e io sospirai -Sì, piccola, Harry è in cielo adesso, che ci protegge- Riuscii a dire tutto senza che la voce mi tremasse. -E' come il nostro angelo custode?- -Esatto, è l'angelo custode tuo, di Phoebe, di Fizzy, di Lottie e di tutti quelli che gli volevano bene- -Quindi è anche il tuo?- -Sì, Harry è il mio angelo- sussurrai. Dopo pranzo mia madre sospirò -Louis, secondo me e i ragazzi dovresti farti visitare da uno specialista- -Psicologo?- sussurrai, ancora un po' in subbuglio per le domande di prima -Sì. E' ovvio che non la stai gestendo bene, e uno psicologo potrebbe aiutarti- Ma così avrei smesso di sentire la sua voce? Non replicai, così mi portarono da Desireè. -Ciao Louis, io sono Desireè- si presentò, con voce calma ma decisa -Ciao- risposi meccanicamente. -Tu sai perchè sei qui?- -Mia mamma e i miei compagni di band pensano che io abbia bisogno di uno psicologo- dissi, atono. -E tu cosa pensi?- -Penso che sia una perdita di tempo- risposi, e lei rise -Quasi tutti i miei pazienti dicono così- Bene. -Allora, perchè i tuoi compagni di band pensano che tu abbia bisogno di me?- -Perchè non riesco a superare la morte del mio ragazzo- dissi, e la voce si incrinò alla fine. -Quand'è successo?- -Un mese e due giorni fa- Non mostrò segni di sopresa. -Tu non vuoi lasciarlo andare, non è così?- Annuii -Non posso laciarlo, lo deluderei- mormorai. -Parlami di lui- e allora mi sentii come un alunno a cui è stato chiesto di elencare tutti i numeri. -Beh, si chiamava Harry e aveva diciannove anni, ne avrebbe compiuto venti ieri. Anche lui era con me nella band. Ci siamo conosciuti a x-factor, nell'estate 2010, e ci siamo messi insieme il 22 febbraio 2011. Poi, beh, abbiamo dovuto nasconderci fino all'ultimo, non potevamo dire al mondo che stavamo insieme. Lui mi avrebbe chiesto di sposarlo, se non fosse morto- -E com'era?- Mi illuminai, e la donna prese appunti -Era bellissimo. Era un po' più alto di me, aveva capelli ricci, occhi verdi e fossette. Poi era molto dolce, e sempre allegro, e anche molto romantico. Era semplicemente perfetto- sospirai e sorrisi. -Lo ami ancora?- chiese la donna, guardandomi negli occhi -Sì, lo amo ancora- risposi -Lo amo tantissimo, e così sarà sempre.- terminai, sorridendo tristemente.

-Posso uscire da sto cazzo di posto?- mi lamentai, non appena il dottore entrò nella mia stanza. -No, perchè sappiamo entrambi che proveresti di nuovo a ucciderti- sussultai -Questo non è vero, adesso ho compreso la gravità di quello che ho cercato di fare. Ero solo disperato- Quante cazzate, Tomlinson. -Puoi guardarmi negli occhi e giurarmi che non ci proverai mai più?- Dovevo essere convincente, così aprii un po' di più gli occhi per sembrare più sincero e scandii: -Non ho alcuna intenzione di uccidermi, mi può credere- senza distogliere lo sguardo da lui. Dopo solamente due giorni mi fecero uscire da lì. Tornai a casa di Liam, dove il mio amico mi accolse con un sorriso triste. Sospirai e mi sdraiai sul letto, cazzeggiando su internet. Un titolo mi colpì come una cannonata.

Louis Tomlinson: tristezza per pubblicità? Cosa? Louis Tomlinson, compagno di band del defunto Harry Styles, ha dichiarato apertamente di essere il suo ex-fidanzato, e di essere distrutto per la morte di colui che amava. Ma è davvero così? Alcune fonti ci hanno rivelato che in realtà Tomlinson avrebbe sfruttato la morte di Styles per aumentarsi la pubblicità. Queste fonti ci hanno inoltre garantito che i due non erano fidanzati, anzi, non avevano proprio dei buoni rapporti. Cominciai a tremare. Avevamo sopportato molti rumors, ma questo era talmente crudelmente assurdo che mi faceva mancare il fiato. Tomlinson, a detta di un componente della band, potrebbe fare l'attore. E' dunque probabile che il suo dolore sia tutta scena. Non lessi nient' altro. Liam aveva detto quella frase per fare capire che la mia fidanzata era falsa, non che il mio fidanzato era falso. -Li..- chiamai, e presto arrivò. -Cosa c'è, Lou?- -Leggi- sussurrai, porgendogli il cellulare. La sua faccia si indurì -Come.. come possono anche solo immaginare una cosa del genere?- disse, guardandomi -Chiunque guardandoti vedrebbe che non stai fingendo. Vadano a farsi fottere, vieni qui- aggiunse, aprendo le braccia. Mi feci abbracciare da lui, chiudendo gli occhi. -Io lo amavo Li, e lui amava me- -Lo so, Lou, lo so. Sono dei bugiardi, tutto quello che hanno scritto è falso, e tu lo sai bene.- Purtroppo nei giorni seguenti le accuse non si fermarono, anzi, continuarono, così prima che cominciasse un'intervista, parlai -Potrei... dire un paio di cose, prima?- sussurrai, e la donna annuì. -Allora.. In questi giorni ho letto varie volte su vari siti delle accuse infondate...- -Che accuse?- -Quelle persone dicono che il mio dolore per la... sua morte non è reale, che non stavamo davvero insieme, e che sono fondamentalmente un bugiardo. Beh, vorrei dire che io e Harry stavamo davvero insieme, chiedete alle nostre famiglie, chiedetelo alla Modest, ai nostri amici- Mi interruppi un attimo. -Io lo amavo, era la mia vita- aggiunsi, la voce poco più che un sussurro. -Grazie, Louis- Avevo detto il suo nome, e questo aveva risvegliato i ricordi. Non ascoltai più niente dell'intervista, e la donna dopo un po' smise di farmi domande, visto che non rispondevo a nessuna. Me ne tornai a casa, sprofondando di nuovo nella solita apatia. Ma nella mia testa stava già prendendo forma l'idea che, senza di lui, sarei rimasto solo per sempre. E quell'idea avrebbe portato al mio suicidio, cominciavo allora a esserne consapevole.

Dopo lo psicologo tornai nella casa di mia mamma. Ormai nel petto avevo solo un'immensa distesa arida. Niente sentimenti, niente amore, niente speranza, solo dolore. -Lou?- mi chiamò Daisy -Sì piccola?- risposi, cercando di sorridere. -Mamma chiede se vuoi del the- Annuii e mi alzai, andando in cucina. Ci fu silenzio. -Com'è andata da Desireè?- chiese, crcando di non dire la parola psicologo. -Bene- risposi meccanicamente -E' gentile- aggiunsi, un po' più dolce. -Sono contenta- -Quanto dovrò stare qua ancora?- chiesi, sospirando. -Vogliamo solo che tu stia bene, Boo- Boo. Harry mi chiamava talmente tante volte così che ormai quel soprannome era diventato in qualche modo suo. -Ho ventidue anni, mamma, posso badare a me stesso- commentai, acido. Non rispose. Passarono i giorni, le settimane, finchè non arrivò il ventuno febbraio. Cena normale con i miei migliori amici, casa nostra. Aww come sei tenero a chiamarla ancora nostra. Sorrisi. La voce di Harry era quasi onnipresente ormai, anche lui aveva capito che lo stavo per raggiungere. I ragazzi erano felici di vedere che ero di nuovo allegro, perchè non sapevano che lo ero perchè mi stavo per uccidere. Mi godetti quella sera. -Domani venite da me a pranzo?- proposi, prima che potesse farlo qualcun altro. -E visto che siete proprio voi proverò anche a cucinare qualcosa- aggiunsi. Non lo cucinerai, vero? Chiese la voce di Harry, malinconica. No, lo sai benissimo. Risposi. -Certo! Dovremmo sentirci onorati, Tomlinson?- -Direi di sì- esclamai, facendoli ridere. -Facciamo alla mezza?- Annuirono, e io sbadigliai. -Dai, andiamo a casa- proprio come avevo previsto. Se mostravo di essere stanco mi lasciavano subito a riposare. Sei un genio del male, Lou. Ridacchiai. -Buona notte, vi voglio bene- sussurrai, abbracciandoli tutti. Erano un po' sorpresi, ma non fecero domande. -Anche noi, Lou, buona notte- Chiusi la porta e preparai tutto. Presi dall'armadietto in cucina le pillole che avrei preso. Mi ero infornmato su quale dose fosse letale. E cominciai a scrivere. Scrissi ai miei migliori amici, a Stan, alla mia famiglia, a tutti. Andai a dormire, controllando di aver messo la sveglia. La mattina dopo avevo paura. Tremavo tutto, ma ormai mi ero deciso. Torni da me? -Sì piccolo, sto arrivando- sussurrai. Mi versai le pastiglie sulla mano e le guardai un attimo. Presi un enorme respiro e mi decisi -Ti amo Harry- dissi, forte. Ti amo anche io, Louis. Sorrisi per l'ultima volta, e poi mi ficcai in bocca quelle pastiglie, inghiottendole. Le sentii scivolare lungo la gola, e il loro effetto fu immediato. Cominciò a girarmi la testa e la vista si appannò. -Ti amo- riuscii a borbottare ancora, prima di svenire, cadendo a terra.

Quando riaprii gli occhi ero sdraiato per terra, in casa mia, ma c'era qualcosa di diverso. Era come se fossi lì, ma non esattamente. Sbattei le palpebre un paio di volte, e poi mi tirai in piedi, trovando il mio corpo stranamente leggero. Guardai dietro di me, e sussultai nel vedere il mio corpo per terra, chiaramente morto. -Sì, fa un effetto un po' strano la prima volta- disse una voce che conoscevo benissimo. Mi girai di scatto, trovandomelo davanti. Sorrise, facendo apparire le fossette -Non avrei mai voluto che tu morissi, ma sono felice di rivederti- aggiunse, spalancando le braccia. -Harry- dissi io. Rise, riempiendo la stanza di un suono meraviglioso. -Ma.. sei davvero tu o sei solo un altro stupido prodotto della mia stupida mente?- chiesi, insicuro. -Sono io, piccolo- sussurrò. Poi allungò un braccio, fino a sfiorarmi la guancia. Me la accarezzò con dolcezza, e mille brividi partirono da lì, per diffondersi in tutto il corpo. Allora gli sorrisi anche io, andando ad abbracciarlo. Mi strinse a sè -Ti amo- sussurrò -Anche io ti amo- mormorai sulla sua spalla. -Sai, ultimamente sentivo continuamente la tua voce- dissi, e lui si illuminò. -Ero io. Non so per quale strano motivo, ma riuscivo a parlarti se ti sussurravo all'orecchio. Avrai pensato di essere diventato pazzo, immagino- Risi -Sì, esatto- poi mi oscurai un attimo -Mi dispiace- -Di cosa?- Diedi una veloce occhiata alle mie braccia, e lui capì. -A me dispiace, che tu ti sia fatto del male, odio vederti soffrire- Si avvicinò di un passo -Ma sai una cosa?- -Cosa?- -Qua non c'è il dolore- sussurrò, tirandomi su la manica della felpa. Osservai il mio braccio. Completamente liscio. Spalancai la bocca. -E meno male, così ho di nuovo i miei stupendi ricci- aggiunse, ridendo. Allora allungai la mano, passandogliela tra i capelli morbidi. -Tanto sono comunque più figo io- borbottai -Ehi, morto da qualche minuto e già a criticare, Tomlinson?- Mi disse, fingendosi arrabbiato. -Sono morto- dissi io. -Che cosa strana- -Già- -Mi dispiace tantissimo per i ragazzi, non è giusto che perdano due amici così, è orribile- sussurrai, e lui si adombrò -Anche a me, non meritano di soffrire così tanto- E guardandolo, realizzai che saremmo stati insieme per sempre, che nessuno avrebbe potuto separarci, mai più. Una lacrima mi scese sulla guancia. -Hey piccolo, perchè piangi?- -Perchè ti amo- -Ed è così terribile amarmi?- chiese. Lo abbracciai di nuovo, seppellendo il viso nell'incavo del suo collo. -E' bellissimo amarti- mromorai. Mi accarezzò la schiena. Allora suonò il campanello. Sussultai -I ragazzi- dissi. Annuì, prendendomi la mano. Suonarono ancora, poi sentimmo la voce di Zayn. -Louis Tomlinson, apri questa cazzo di porta che ho fame!- Poi entrarono, avevo lasciato la porta aperta. Lo so che era crudele farmi trovare da loro, ma non avevo voluto che fossero mia madre o le mie sorelle a trovarmi. -Lou! Spero che tu abbia cucinato qualcosa di...- Urlò, precipitandosi di fianco al mio corpo. -Chiama l'ambulanza!- urlò a Liam, che scambiò un'occhiata con Niall. -Lou...- sussurrò, stringendomi la mano, e piangendo. -Non c'è più niente da fare, Zay. Non vedi che è già freddo?- sussurrò Liam. Zayn mi abbracciò, e poi i ragazzi si consolarono a vicenda. -Avremmo dovuto impedirgli di farlo- singhiozzò Zayn. Allora guardai Harry, che annuì. Andammo davanti ai ragazzi e posammo loro le mani sulle spalle. Tutti e tre sussultarono -Sentite?- mormorò Niall, portando la mano sopra la mia. I due annuirono. -Ora siamo felici, siamo insieme- dicemmo io e il mio ragazzo in coro, facendo spalancare gli occhi ai nostri migliori amici. Poi togliemmo le mani dalle spalle, sorridendo -Li ho sentiti- -Anche io- -Pure io- E allora sorrisero. -Sono felici adesso, non soffrono più- Harry mi strinse la mano. -Andiamo?- mi chiese. -Andiamo!- dissi io, esultante, e uscimmo di casa, entrando in una luce bianca e calda, meravigliosa. E finalmente, ci baciammo, chiudendo gli occhi. -Ti amo, Louis Tomlinson- -Ti amo anche io, Harry Styles-

 



Ciao a tutti, questa è la mia prima ff, mi sono emozionata tantissimo a scrivere questa storia, quindi spero di avervi trasmesso qualcosa. Se volete, lasciate un commento o una recensione, mi piacerebbe molto sapere se vi è piaciuta, cosa dovrei cambiare, cosa va bene e cose del genere :)
A presto, spero ;)
  
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