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Autore: Ambros    25/01/2014    11 recensioni
Blaine è un normale adolescente, finché due misteriose figure incappucciate non tenteranno di ucciderlo, svelandogli una parte di sé che non conosceva e cambiandogli irrimediabilmente la vita.
Dal I capitolo:
-Solo in quel momento Blaine alzò gli occhi sul ragazzo che l’aveva salvato, e poté osservarlo meglio: [...] c’era qualcosa di strano.
Erano le orecchie, che terminavano con una punta appena accennata, ma ben visibile. E i canini, che si intravedevano tra le labbra dischiuse, anche quelli leggermente a punta. E infine, c’erano gli occhi: verdi attorno alla pupilla e color ghiaccio nella parte più esterna dell’iride, ma per quanto fossero straordinari, era ancora qualcos’altro che fece rabbrividire Blaine: le pupille; erano sottili e verticali, proprio come quelle dei gatti.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Santana/Sebastian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questo capitolo è dedicato a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di seguirmi fin qui. :*


Being a Half.
31. Light



 

Si sentiva trascinato piacevolmente alla deriva.
Gli sembrava di essere cullato dall’oscurità, e gli andava bene così.
Era tutto deliziosamente ovattato, e gli sembrava di essere al sicuro, più di quanto non lo fosse mai stato. Sentiva che sarebbe potuto rimanere così per sempre.
Si chiese per un attimo se significasse quello, morire.
Ma poi il buio gli ottenebrò di nuovo la mente, e non fu più in grado di pensare.


Una luce persistente continuava a danzargli davanti alle palpebre.
Avrebbe voluto afferrarla, provò a sollevare un braccio per raggiungerla, a piegare le dita, ma non riusciva a trovare il proprio corpo, si sentiva come immerso nel cemento.
Eppure si sarebbe voluto svegliare così tanto, avrebbe voluto semplicemente aprire gli occhi e afferrare quella luce. Ma il buio ancora non lo lasciava andare.


Un tocco delicato lo fece sussultare, da qualche parte nel buio.
Non riusciva a capire da dove venisse, sapeva solo che gli stava mandando dei brividi incontrollabili lungo quel corpo che ancora non riusciva a controllare, poteva solo avvertire la sua pesantezza, qualcosa di morbido che premeva contro di lui, ma era tutto troppo confuso, e sapeva che, da qualche parte, un dolore pressante stava cercando di raggiungerlo, tentava di superare la coltre di oscurità che lo stava proteggendo.
Una carezza.
Ci mise qualche secondo a collegare quel concetto al tocco delicato che continuava a cullarlo. Era una carezza.
Conosceva quella sensazione, sapeva di conoscere quel tocco
Ma stavolta il buio lo prese senza preavviso, trascinandolo di nuovo sul fondo, lontano da quella carezza.
Una voce riecheggiò nell’oscurità che regnava dentro di lui e gli sussurrò che quel tocco non poteva essere. Ma non fece in tempo a capire il perché, si fece tutto confuso e si sentì cadere all’indietro.


Di nuovo quel tocco.
Di nuovo quella carezza.
Si concentrò intensamente su quella sensazione, seguendo quasi con interesse i brividi che si facevano strada da quel punto raggiungendo ogni parte del suo corpo, rendendolo improvvisamente consapevole dei suoi confini.
Fu allora che lo sentì. C’era altro, oltre quel semplice sfioramento; un mormorio sommesso, come il rumore dell’acqua che scorre in lontananza.
Si sforzò ancora di più, rendendosi conto di voler sentire; lo colpirono soltanto due parole.
Kurt. Svegliati.
E in quel momento esatto, desiderò non averci mai provato.
Lo travolse il ricordo specifico di tutto ciò che riguardava lui.
Ogni parola che si erano detti, ogni promessa che si erano scambiati, ogni occhiata, ogni tocco, ogni bacio.
Il momento in cui gli aveva detto addio.
La luce che abbandonava i suoi occhi dorati, il suo petto immobile, il volto pallido che non si sarebbe aperto in un sorriso. Mai più.
Blaine.
Il nome gli rimbombò nella mente come un tuono, lo fece rabbrividire fin nelle ossa, ed ebbe paura.
Blaine era morto.
Lui no. 

Il terrore lo travolse, l’aria abbandonò i suoi polmoni di botto quando il dolore lo colpì al petto con una precisione letale.
Si rifugiò nel buio, pregando perché gli fosse concesso di non lasciarlo mai più.


Ma alla fine fu l’oscurità ad abbandonarlo; lo spinse lontano da sé, lo costrinse a riprendere coscienza di ogni singolo ricordo, gli passarono davanti agli occhi prepotentemente e dovette osservarli uno ad uno.
Le volte in cui le loro labbra si erano sfiorate e il momento in cui l’ultimo respiro aveva abbandonato quelle di Blaine.
Tutte le carezze e l’ultima con cui aveva sfiorato quel corpo immobile.
Si ribellò, avrebbe solo voluto urlare; non voleva tornare indietro, non poteva tornare indietro, perché non c’era niente da cui valesse la pena tornare.
Lo aspettava solo un dolore troppo grande da poter essere sopportato; non ce l’aveva fatta la prima volta, non ce l’avrebbe fatta nemmeno la seconda.

Sei così forte, amore. Puoi fare tutto.                                                                                
                                                                                              Ti amo.
Non ti lascerò mai.

                                                                                      Nemmeno io potrei vivere senza di te.

Voleva solo tapparsi le orecchie e urlare.
Qualsiasi cosa, pur di far smettere quella voce, la sua voce.
Gli faceva male in così tanti punti diversi del corpo, in modi così diversi, che sentiva il bisogno di ripiegarsi su se stesso e scappare lontano dalla propria mente.
Cercò di nuovo l’oscurità, la chiamò disperatamente, ma non gli fu concesso l’oblio.
Si sentiva sull’orlo di un precipizio, e fu il dolore a spingerlo e farlo cadere.
Lo colpì al petto, al cuore, con così tanta forza che gli mancò il fiato e l’aria gli si incastrò in gola, costringendolo a tossire.
Spalancò gli occhi, atterrando nel buio.
Quando si rese conto che non sarebbe più potuto tornare indietro, che ormai c’era solo dolore, ovunque, le lacrime gli invasero gli occhi, rendendolo violentemente consapevole di poter vedere.
“Ti sei svegliato.”
La voce gli arrivò un po’ ovattata, ma la sentì con una chiarezza tale che gli sembrò un urlo.
E il suo cuore mancò un battito.
Si voltò immediatamente, rendendosi conto di troppe cose contemporaneamente per poterle comprendere tutte: era coperto, al caldo, e alcune bende gli fasciavano le braccia e il busto, la sua testa era poggiata su un cuscino, ma niente di tutto questo aveva importanza.
Blaine” non aveva idea di come avesse pronunciato il suo nome, poteva essere stato un singhiozzo o un urlo di gioia.
Blaine.
Con i suoi capelli ricci adorabilmente scompigliati, i suoi occhi dorati così pieni di dolcezza, la sua voce che sembrava avvolgerlo e cullarlo. Ma poi Blaine sorrise. Sorrise, e il cuore di Kurt si fermò, prima di spezzarsi per l’ennesima volta.
Non poteva essere.
Per lo stesso motivo per cui quella carezza doveva essere solo un’illusione, anche vedere Blaine, lì, davanti a lui, non poteva essere possibile.
Blaine era morto, e lui non l’avrebbe mai più rivisto.
Come aveva immaginato la sua voce, adesso stava immaginando persino di averlo lì.
Chiuse gli occhi per qualche secondo quando il dolore lo raggiunse di nuovo al petto, costringendolo a smettere di respirare.
“Kurt? Ti senti male?”
Spalancò di nuovo gli occhi e trattenne violentemente il fiato quando sentì – gli sembrò di sentire, perché tutto quello non poteva essere reale – il palmo caldo e liscio di Blaine contro la sua guancia, delicato e leggero come se stesse sfiorando la cosa più preziosa del mondo.
“Kurt?” chiese di nuovo, la preoccupazione evidente negli occhi dorati “Devo andare a chiamare Quinn …?”
Kurt scosse la testa in segno di diniego, mentre le lacrime continuavano a corrergli mute lungo le guance, e si abbandonò completamente al tocco rassicurante di quelle dita, sforzandosi di non pensare che tutto quello sarebbe finito non appena si fosse svegliato.
“Mi manchi da morire, Blaine” soffiò, senza aprire gli occhi “Non puoi nemmeno immaginartelo.”
“Sono qui, Kurt, non vado da nessuna parte.” Lo rassicurò Blaine, sorpreso, avvolgendogli il viso con entrambe le mani “Sono qui” ripeté, asciugandogli le lacrime delicatamente col pollice.
“Non davvero” gemette Kurt, che si sentiva così stanco “Quando mi sveglierò tu non ci sarai più.” Si sforzò per trattenere tra le labbra i singhiozzi che gli avrebbero potuto spezzare la voce.
“Di cosa stai parlando?” Blaine gli sorrise lievemente “Certo che sarò qui; puoi tornare a dormire, quando ti sveglierai sarò proprio qui, promesso.”
Kurt scosse la testa, affondando in quegli occhi dorati – si complimentò con se stesso perché la sua immaginazione era riuscita a replicare ogni singola sfumatura color caramello – e maledicendo le lacrime che continuavano ad offuscargli la vista, perché voleva poterlo guardare per tutto il tempo che gli era rimasto “Non è vero” riuscì a mormorare, col cuore pesante “Tu mi hai lasciato.” Mormorò, mentre un’altra lacrima bollente gli solcava il viso; avrebbe tanto allungare una mano e sfiorarlo, ma aveva paura di scoprire che tutto quello era solo un sogno.
Si limitò a guardarlo mentre si accigliava, e lo trovò così bello che gli fece male fisicamente.
“Cosa stai dicendo?” gli chiese Blaine, confuso “Certo che non ti ho lasciato. Lo sai che non ti lascerei mai, l’ho promesso, ricordi?”
Kurt scosse la testa, mordendosi il labbro per trattenere il dolore, perché sì, certo che lo ricordava. Come avrebbe potuto dimenticarlo?
E credere di nuovo a quelle parole sarebbe stato così semplice, così dolce, così perfetto. Ma non poteva, perché era tutta un’illusione.
“Non farlo” mormorò, allontanandosi di scatto con gli occhi sbarrati per la paura e il dolore “Non dirlo” continuò, mentre gli occhi di Blaine si spalancavano per la sorpresa “Sarà ancora peggio quando …” ma non riuscì a continuare, dovette deglutire mentre il petto continuava ad alzarsi e abbassarsi velocemente, cercando di tenere il passo coi suoi singhiozzi “Tu sei morto” riuscì a soffiare alla fine, tremando “T-Tu mi hai lasciato.” Il dolore che lo colpì al petto cominciava a diventare tremendamente familiare.
Negli occhi di Blaine passò un lampo di comprensione, e sulle sue labbra si disegnò un piccolo sorriso; si avvicinò a Kurt inginocchiandosi sul letto lentamente “Temo che la faccenda sia un po’ più complicata di così” mormorò, inclinando lievemente il capo su una spalla, cercando di rassicurare il ragazzo spaventato di fronte a lui che stava ancora tremando “Sai, il fatto che sono per metà Elfo e tutto il resto …” scrollò lievemente le spalle “Pare che anch’io sia abbastanza difficile da uccidere” abbozzò un minuscolo sorriso “Non ti libererai di me così facilmente.” Mormorò, allungando lentamente una mano, aspettando che fosse Kurt a farsi avanti per poggiarvi il viso.
Ma la mente di Kurt si rifiutava di crederci.
Continuava a mantenere alta la guardia, gli imponeva di non crederci, perché stavolta il dolore l’avrebbe ucciso quando si fosse svegliato.
Si ritrasse ancora, guardando con un misto di desiderio e terrore quelle dita ancora tese verso di lui; desiderava così tanto quel contatto che dovette farsi violenza fisica per non concederselo.
Blaine attese qualche secondo, la mano ancora davanti a sé, prima che nei suoi occhi passasse un lampo deciso; accadde tutto così velocemente che Kurt non avrebbe potuto evitarlo nemmeno volendo.
Blaine gli si avvicinò con fermezza, avvolgendogli il viso con le mani, scrutò quegli occhi di ghiaccio col profondo desiderio di poter cancellare ogni traccia di dolore e di paura “Sono qui amore” disse con forza “E non ti lascerò andare mai più. Nessuno stupido pugnale potrà tenermi lontano da te. Te lo giuro, io …” Inspirò bruscamente, rendendosi conto in quel momento di quanto la presenza di Kurt lo facesse sentire completo “Dio, ho avuto così tanta paura.” Sospirò alla fine, accarezzandogli il volto con le mani; gli occhi azzurri continuavano a scrutarlo, spalancati e increduli.
Le labbra di Blaine si strinsero in una linea sottile, e il ragazzo aggrottò la fronte, prima di assumere un’espressione decisa; avvicinò le proprie labbra a quelle di Kurt quasi con violenza, ma quando si incontrarono divenne tutto spaventosamente naturale e familiare: le mani di Blaine gli andarono a stringere i fianchi prima che le sue braccia gli avvolgessero la vita sottile, mentre le dita di Kurt trovarono il loro posto tra i ricci ribelli dell’altro ragazzo, scompigliandogli ancora di più dopo solo un attimo di esitazione.
E il cuore di Kurt, semplicemente, esplose.
Lo sentì. Blaine era ovunque, poteva percepire la sua presenza con ogni terminazione nervosa che aveva in corpo, era solido, e reale, e vivo, poteva sentire il battito prepotente del suo cuore contro il proprio petto; lo stava stringendo davvero, niente di tutto quello era mera immaginazione.
Era certo che sarebbe svenuto per il tumulto di emozioni che gli stavano riempiendo il petto e la testa, ma si limitò a stringerlo ancora di più – forse gli fece anche male, ma a nessuno dei due importò davvero – e Blaine capì, e sorrise nel bacio, inspirando forte e stringendogli talmente tanto la vita da sollevarlo leggermente dal letto.
Kurt ridacchiò, mentre le lacrime continuavano a corrergli sul viso, e le sue mani tremanti trovarono immediatamente il loro posto sugli zigomi del ragazzo che ancora lo stava abbracciando “Sei vivo” mormorò, spalancando gli occhi mentre la gioia gli invadeva il petto “Sei vivo” ripeté, sfiorando ogni parte di quel volto che era stato così vicino a perdere.
Blaine mormorò di approvazione, lasciandosi andare a quel tocco leggero con gli occhi socchiusi “Se non sbaglio avevo promesso che non ti avrei mai lasciato, no?”
“Sì” mormorò Kurt con un singhiozzo liberatorio. “L’hai promesso” lo strinse di nuovo con tutta la forza che aveva, affondando il viso tra i suoi capelli, inspirando a pieni polmoni.
“Mi sei mancato così tanto, Blaine.” Continuò a mormorare, instancabilmente “Così tanto. Mi sono sentito così perso, io—”
“Shhh” Blaine lo interruppe posandogli delicatamente l’indice sulle labbra “Va tutto bene, adesso sono qui, okay? Non vado da nessuna parte, te lo prometto.”
Kurt si accoccolò contro il suo petto, stringendosi a lui il più possibile, permettendosi di credere a quella promessa “Non ti libererai mai più di me” sussurrò, strofinando lievemente il viso contro il suo petto.
“Lo spero proprio” mormorò Blaine, abbassando il capo per sfiorare i suoi capelli con un sorriso, accarezzandogli dolcemente la schiena.
“Ti amo, Blaine.” Mormorò contro il suo collo, poggiando la testa sull’incavo della sua spalla.
“Ti amo anch’io. Così tanto” sussurrò Blaine in risposta, cullandolo lentamente.


Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito, in silenzio.
“Per quanto ho dormito?” sussurrò Kurt ad un certo punto, con gli occhi chiusi e il viso ancora premuto sulla spalla del riccio.
“Tre giorni” rispose Blaine, continuando ad accarezzargli la schiena “Sebastian e gli altri hanno detto che non hai mangiato per tutto il tempo” mormorò, con un pizzico di rimprovero nella voce “Abbiamo dovuto farti ingoiare del brodo mentre eri incosciente.”
Kurt si strinse a lui ancora di più, con un sospiro soddisfatto, senza rispondere all’accusa implicita.
Kurt” lo richiamò Blaine dolcemente ma con fermezza, costringendolo a sollevare il viso “Cosa stavi facendo?” gli chiese con un sospiro.
“Ti stavo raggiungendo” rispose lui, senza esitare nemmeno un secondo. “Lo so quello che stai per dire” lo interruppe velocemente, posandogli un dito sulle labbra con delicatezza “Che non avrei dovuto farlo, che avrei dovuto pensare a me e cercare di andare avanti. Ma non potevo, Blaine” scosse il capo “Non potevo” ripeté con forza, gli occhi lucidi, prima di affondare di nuovo il viso nel suo petto, come se stesse cercando una rassicurazione, una protezione.
Blaine avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro, dirgli quanto era stato sciocco, che non ne sarebbe valsa la pena, che alla fine ce l’avrebbe fatta anche senza di lui, ma qualcosa nel modo in cui Kurt gli si strinse addosso lo fece semplicemente sospirare e chiudere gli occhi, per poi affondare il viso tra i capelli dell’altro.


Non ci volle molto perché Kurt si addormentasse di nuovo; era stremato, e le braccia di Blaine erano il luogo più accogliente e sicuro che conoscesse.
Blaine continuò ad accarezzargli la schiena e i capelli con dolcezza, stendendosi in modo che l’altro fosse disteso sopra di lui; lo osservò mentre dormiva, in silenzio, e si sentì completo. Al posto giusto nel momento giusto, e sentì di poter rimanere così per sempre.
Gli stava scostando delicatamente un ciuffo di capelli dalla fronte, quando la porta si aprì senza fare rumore; Rachel, Sebastian e Neal spalancarono gli occhi per la sorpresa, prima che degli enormi sorrisi si facessero strada sui loro volti.
“Si è svegliato” sussurrò la ragazza, guardandoli con dolcezza.
“Sì” rispose Blaine, sottovoce, senza smettere di cullare l’altro con aria protettiva “Un’ora fa, più o meno. Non vi ho chiamati perché abbiamo chiarito alcune cose, poi si è addormentato e …”
“Non importa” lo interruppe Sebastian, mormorando, rivolgendo a Kurt, ancora profondamente addormentato, un’occhiata affettuosa “È rimasto molto traumatizzato?” chiese, con un piccolo sorriso.
Blaine sbuffò piano, alzando gli occhi al cielo “Mi ci è voluto un po’ per convincerlo che non ero solo un sogno, ma niente traumi” rispose con una linguaccia.
“Purtroppo non si può dire lo stesso di me” borbottò Sebastian, strappando a Blaine un altro sbuffo “Andiamo Seb; che ci sarà mai stato di traumatico?”
“Intendi in me che entro in una stanza sotterranea e vedo te – che dovresti essere morto – che impedisci al mio migliore amico di suicidarsi?” Sbuffò “Assolutamente niente.”
“Appunto” asserì Blaine con un sorrisetto soddisfatto, fingendo di non cogliere il sarcasmo.
Neal alzò gli occhi al cielo, ma aveva anche lui un sorriso sulle labbra “Lasciamo soli i piccioncini, che dite?” chiese, rivolto a Sebastian e Rachel, che annuirono immediatamente, altrettanto felici.
“Sì, andiamo a dire anche agli altri che Kurt si è svegliato.” Mormorò la ragazza, scoccando a Blaine un ultimo sorriso prima di uscire assieme agli altri due.
Quando la porta si chiuse, Blaine tornò ad osservare il ragazzo che ancora giaceva tra le sue braccia “Sono proprio qui, amore mio.” Sussurrò; quelle parole scivolarono fino all’orecchio di Kurt, penetrarono il suo sonno, e per un attimo gli parvero stranamente familiari.
Ma la stanchezza ebbe la meglio, e scivolò di nuovo in un sonno tranquillo con un sospiro beato.


****

Note:
*si soffia rumorosamente il naso*
Okay, io adesso vado a piangere; manca solo l'epilogo, e non so davvero come sopravviverò dopo.
Vi voglio solo ringraziare tutti; davvero siete magnifici, e prometto che oggi pomeriggio risponderò a tutte le recensioni.
Fatemi sapere, come sempre.
Un bacione lacrimoso!



P.s. Stavolta niente coming next; suvvia, potete resistere u.u Ah, come al solito mi faccio pubblicità da sola: ho pubblicato una OS Crisscolfer, se vi andasse di leggerla mi farebbe molto piacere :) Grazie se l'avete già fatto!

  
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