Sanzo

Poi, vorrei ringraziare te, Sanzo, per avermi permesso di abbandonare la vecchia vita di Cho Gono per intraprendere quella di Cho Hakkai. Se non fosse stato per Gojyo e te, ora non sarei qui a scrivere su questo diario.
Tu ed io siamo legati dal dolore che la pioggia portò con sé quando perdemmo le persone a noi care.
Provo profondo rispetto per te, nonostante, in questi anni, ci fossero stati alcuni diverbi.
Devo ammettere che il nostro primo incontro fu turbolento. Insomma, il bonzo di più alto rango a cui venne ordinato di catturare un serial killer che uccise mille demoni per vendicarsi, non è il modo più pacifico per fare amicizia. Parlare, però, in mio favore ai Sanbutsushin fu un'azione molto altruistica da parte tua.
Come ti ringrazierei anche per avermi permesso di fare da insegnante a Goku. Come tu saprai benissimo, quello che, un tempo fu un ragazzino, ma che ora è un giovane uomo, ci cambiò radicalmente la vita. La sua spensieratezza e gioia di vivere hanno portato la luce dove regnava l'oscurità. Penso che, più di tutti, sia stata tu la persona a beneficiarne maggiormente. Insomma, averlo accanto per così tanti anni ti avrà sicuramente giovato.
Il giorno in cui Goku perse il controllo a causa della grave ferita che Rikudo ti inflisse, fu uno dei peggiori. Vederlo con un tale shock scuotergli il corpo mi fece paura e, infatti, a causa di ciò, perse il controllo e infranse il dispositivo. Fu una brutta notte per tutti quanti, ma, per fortuna, finì bene.
La notte in cui Chin'iso ci attaccò, mi facesti una domanda: chiedesti di non tradirti. Ammetto, ancora oggi, che non fu una richiesta onesta da parte tua, visto che, fu proprio grazie a te che mi trovai lì, con te. Mi sentii quasi tradito io per aver sentito quelle parole dalla tua bocca, ma, probabilmente, sapevi che cosa avresti provocato in me domandandomi ciò.
L'episodio della demone scorpione mi ricorda molto quello con Rikudo, forse perché tu fosti nuovamente in percolo di vita tra le braccia di Goku.
Uscire da quei sotterranei non fu facile. Infatti, se non fosse stato per l'intervento di Kokaiji, probabilmente, saremmo stati sepolti dalla sabbia, nonostante, con la mia barriera, cercassi di non farci morire in quel modo assurdo.
Temetti, sul serio per la tua vita, vedendo il Seiten Taisei attaccarti, ma tu, con la tua solita calma, riuscisti a placare la sua rabbia con il sutra. Vederti, poi, tenere Goku accanto a te mi avrebbe fatto sorridere, se la situazione non fosse stata così critica, immaginando quale forte legame si fosse instaurato tra voi.
Non è facile, invece, dimenticare la volta in cui Gojyo se ne andò e tu mi provocasti dicendo che avrei fatto meglio ad andarmene come fece lui. Quello che mi fece arrabbiare fu la ragione che avesti nei miei confronti, ma da una parte, almeno, mi consolò il fatto che, anche a te, importò riprendere Gojyo e, così facendo, scovare Kami-sama.
Per quanto possa essere un ricordo spiacevole, la notte in cui Goku fu ferito gravemente da Ukoku mi permise di vedere oltre al tuo apparente menefreghismo che mostri solitamente. Infatti ti dovetti dare uno schiaffo per farti riprendere un minimo di lucidità, nonostante i tuoi occhi fossero vacui e vuoti
Il tuo attaccamento a Goku, o, per meglio dire, lo shock provocato dalla vista del suo ferimento, fece sì che, in attimo di rabbia cieca, tu andasti a cercare il responsabile dell'accaduto.
Come ben saprai, Gojyo non prese affatto bene la tua reazione, ma, al contrario di lui, cercai di essere razionale. Compresi fin troppo bene quella reazione. La paura di perdere una persona cara, mista alla rabbia verso chi le ha fatto del male. Per questo non ti giudicai male per la tua reazione, anche perché non ne avrei avuto il diritto.
Quel giorno rischiammo tutti, allo stesso modo, di perderci.
Anche con Ukoku in persona, la situazione non fu un migliore: fosti gravemente ferito, vero, ma, per fortuna, quando arrivammo Goku, Gojyo ed io riuscii a metterti in sesto, così da continuare a combattere, anche se, alla fine, fummo, nuovamente, sconfitti, riportando ferite piuttosto gravi.
Eppure siamo ancora qui, nonostante i molteplici pericoli che ci si presentano davanti e le sconfitte subite.