Come non detto
Mary
cominciò a sfilarsi i bigodini.
Si
prospettava una tranquilla serata al Barbican. Vestiti eleganti, chiacchiere
ridotte al minimo indispensabile, buona musica, tanto che perfino Sherlock,
dopo aver declinato l’invito a unirsi a loro, aveva ammesso a malincuore che
era un peccato non poter prendervi parte. Mary aveva sentito piuttosto
chiaramente, in sottofondo, la voce di Molly che gli urlava che la vasca era
pronta. Questo particolare si era astenuta dal raccontarlo a John. Come minimo
gli sviluppi del caso gli avrebbero provocato un collasso.
“Mary”,
si sentì chiamare, “mi aiuteresti a fare il nodo alla
cravatta? Non ci riesco.”
Quando
entrò nella camera da letto, dovette sforzarsi di trattenere le risate. John aveva il
panciotto sbottonato, i capelli dritti in testa e cercava disperatamente di fare
il nodo a un foulard, dopo averlo infilato alla meglio dietro il colletto rigido
della camicia e sotto il bavero della giacca.
“È
perché quello è il mio foulard, John.” Gli sfilò il foulard, lo buttò sul letto
e prese la cravatta dallo schienale della poltrona. “La cosa ti ha parecchio
scombussolato, vedo.”
“Eh?
Cosa? Quale cosa?” ripeté John, stordito come se avesse ricevuto una botta in
testa.
“Quella in corso tra Sherlock e Molly.”
John
si batté il pugno contro la gamba, gli occhi, al sentire nominare i due
colpevoli, ritornarono lucidi e vigili. “Esattamente, hai centrato il punto. C’è
in ballo qualcosa, ma cos’è? E soprattutto quando è cominciato? Come ho fatto a
non accorgermi di niente?”
“Be’”,
fece spallucce lei, “avevi altro per la testa.”
John
aggrottò la fronte. “Del tipo?”
“Me”, disse Mary e si allungò per sfiorargli la bocca con un bacio.
John
rispose con prontezza, ma quando si staccarono, dopo neanche due minuti, lo
sentì riprendere a spron battuto: “Dovevi vederli,
stamattina.”
Seduta
sulla sponda del letto, Mary si infilò le scarpe di vernice con il tacchetto
più basso e comodo che aveva. Era quadrato, antiquato, adatto a
sostenerla e a non aggravare il gonfiore dei polpacci. “Scommetto che Molly è
la più graziosa delle padrone di casa”, si limitò a considerare distrattamente.
Si rimirò di profilo nello specchio a muro.
“Ha preparato il caffè. A me, Sherlock e a quel tale: Billy. Pare che adesso
abiti nel seminterrato. Per essere a portata di orecchio, così dice Sherlock.
Riesci a crederci?”
Mary
non aveva la più pallida idea di cosa stesse parlando. Perché aveva detto
qualcosa, giusto? Di qualcuno che gli aveva offerto un caffè. Per esclusione
doveva essere stata Molly. Annuì, sistemandosi le spalline dell’abito. “È stata
molto gentile.”
“Le
ha fatto le trecce.”
Questa
volta Mary aveva sentito. Se ne pentì quasi subito. “Cosa?” Un’altra frase da mettere sulle magliette.
Potevano crearci un sito ormai.
L’espressione
di John era divisa tra incredulità e agitazione. “Sherlock”, disse in tono funereo.
“A Molly. E ha avuto la faccia tosta di dire che lo aiuta a concentrarsi.”
“Non
mi sembra tanto assurdo visti i canoni di Sherlock. Sul serio, dovresti
prenderla con più calma.”
“Come
faccio a non farne un dramma? Lui è Sherlock-Ho-Il-Cinismo-Nel-Sangue-Holmes e
lei è Molly…” John agitò le braccia e sillabò, sconfortato: “Mol-ly.”
“Proprio
perché si tratta di loro, dovresti affrontare la situazione in modo meno isterico.
Sembri una suocera.”
“Mi
preoccupo per loro!”
“E
lo fai egregiamente. Solo, ricordarti di respirare, ok? E John, quello è il mio
cappotto.”
“Dannazione!”
Dannazione
sì, pensò Mary con un dispiacere neppure troppo sentito. Aveva quasi sperato in
una serata tranquilla. Ridacchiò.
Come non detto.
N/a:
È
una sciocchezza talmente sciocca che non meriterebbe neppure delle note.
Le
lascio solo per scusarmi della suddetta sciocchezza. E tanto per comprovare la
sciocca che sono (e pure ridondante!) ecco lo spettacolo per cui Mary e John si
stavano preparando.
http://www.barbican.org.uk/music/event-detail.asp?ID=14521
Sono
in blocco, crisi stilistica. Abbiate un moto di simpatia e anche tanta, tanta
pazienza. Nel frattempo cerco di far pratica con un POV diverso da quello
solito di Molly e Sherlock. Mary sembra
il tipo da non dedicare troppa attenzione a John quando è in crisi?
Così
come Sherlock è concentrato sui suoi casi e ragionamenti, Mary fa lo stesso.