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Autore: _Frency_    27/01/2014    3 recensioni
Ci sono momenti in cui bisogna fare delle scelte, e non ci si può più tirare indietro. Bill è più deciso che mai a vivere a fondo la sua storia con Kerli, e il primo passo è presentarla ufficialmente alla famiglia. Tom desidera rimediare ad un errore commesso in passato, e tornare in Germania sembra l'occasione perfetta. Georg e Gustav si trovano coinvolti, una volta ancora, nelle balzane idee dei compagni, che sembrano pronti a tutto pur di non lasciarsi sfuggire le ragazze che hanno rubato loro il cuore. Proprio queste ultime, anime femminili coinvolte in una storia che le vede protagoniste, si trovano per la prima volta faccia a faccia. E sono due mondi agli antipodi che si scontrano, non solo due donne che all'apparenza non hanno nulla in comune. Incomincia così una rocambolesca storia che racchiude al suo interno sia giornate luminose che tempestose, proprio come gli animi mutevoli dei suoi personaggi. Perché ognuno di due cela in sé luci e ombre. Cosa succede, quando il confine tra l'una e l'altra si assottiglia, fino a diventare una mera illusione?
[Seguito di: "No Woman No Cry" e "Wonderland"; ultima parte della serie "Ricami sul Cuore".]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricami sul Cuore.'
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Capitolo 2: Nice To Meet You.


 
Per arrivare a Loitsche occorreva prendere la macchina e sobbarcarsi almeno un paio d’ore di viaggio, ma i ragazzi non avevano dubbi a riguardo. Tornavano così raramente a casa, che sarebbe stato quanto mai vergognoso non andare ad abbracciare i propri genitori. Bill, inoltre, aveva un motivo in più per ripresentarsi alla porta di Simone e Gordon. Si voltò, scrutando il viso della ragazza abbandonato sulla sua spalla da almeno mezz’oretta, quando il sonno e il ritmico dondolio della vettura avevano vinto il benefico effetto del caffè. Sorrise, stringendo lievemente il braccio sulla vita della ragazza. Non avrebbe saputo dire chi, tra loro due, fosse il più emozionato. Lui non era riuscito a chiudere occhio, ma a quanto vedeva nemmeno Kerli era stata da meno.

Che assurdità!

Se, solo un anno prima, gli avessero detto che avrebbe tremato come un ragazzino all’idea di presentare la propria fidanzata ai suoi genitori, non ci avrebbe creduto. Avrebbe scosso la testa, un po’ perché non pensava che sarebbe mai riuscito a trovare la donna giusta e un po’ perché, effettivamente, sperava di poter contare di più sul suo sangue freddo. Invece, questo sembrava averlo abbandonato al suo destino.
Si rese conto che il suo unico appoggio per evitare una spiacevole crisi e distrarsi un po’, era suo fratello. Gli rivolse un’occhiata in tralice: gli sedeva accanto, alla sua destra, e ritmicamente batteva le mani sulle ginocchia, al tempo della musica che doveva inondargli la mente attraverso le immense cuffie. Aveva un’espressione concentrata e la cosa gli strappò un sorriso, poiché era evidente che nessuno di loro due fosse tranquillo.

Avrebbe dato qualsiasi cosa in quel momento per una parola di incoraggiamento da parte del suo bassista, che più di una volta si era rivelato un ottimo ascoltatore e una inaspettata fonte di consigli. Non ricordava nemmeno com’era iniziata quella strana storia, ma in quel momento, riflettendoci, si rendeva conto di quanto Georg gli fosse stato accanto nell’ultimo periodo. Forse lui, essendo il più piccolo del gruppo, aveva inconsciamente cercato l’appoggio della persona più matura, fidata e amica che conoscesse: era normale, allora, che la sua scelta fosse ricaduta sul bassista. Insomma, lui adorava suo fratello, ma dubitava fortemente che quei dieci minuti di differenza fossero stati d’aiuto al chitarrista per sviluppare una maggior consapevolezza, rispetto a lui, nei confronti della vita. Anzi, molto probabilmente era il contrario.
Georg, invece, si era rivelata una figura più che fondamentale negli ultimi mesi. Non che prima non lo fosse, ma Bill era convinto che il loro legame si fosse consolidato maggiormente. Insomma, parliamoci chiaro, il cantante si rendeva perfettamente conto che lui e il bassista avevano avuto alcuni disguidi in passato. Perché uno era il più grande e uno il più piccolo, e una sorta di giocosa rivalità li aveva sempre accompagnati; perché, se uno era maturo e responsabile, l’altro era uno scalmanato, esibizionista adolescente in preda alla gloria del momento.

Poi un giorno, un po’ per caso e un po’ per gioco, Bill gli si era avvicinato, chiedendogli con notevole nonchalance quale fosse, secondo lui, il miglior posto dove poter portare la fidanzata ad un appuntamento galante. Da lì era iniziata quella sorta di complicità, tessuta di consigli, avvertimenti, pacche sulle spalle nei momenti no.
Rivolse uno sguardo alla ragazza accoccolata contro il suo fianco. Per un attimo, assorto nelle sue riflessioni, si era quasi dimenticato di dove fossero diretti. E che il bassista non lo avrebbe allegramente preso per il culo per la sua agitazione, visto che si stava dirigendo con Gustav a Magdeburgo, dove le famiglie di entrambi risiedevano.
Bill si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato, mentre la ragazza con un mugolio riapriva pigramente gli occhi. Il cantante incrociò le iridi plumbee della compagna, sorridendole dolcemente.

Sembri una bambina, altro che la mia fidanzata!

Il pensiero di Kerli alta poco più di un metro e mezzo, con graziosi codini e gli occhioni luminosi e grandi tipici dei bimbi, lo fece sorridere.

-Che hai?- domandò lei, passandosi una mano sul volto, cercando di riemergere dal piacevole torpore in cui era caduta.

-Perché?- replicò il ragazzo.

-Hai un sorrisetto ebete stampato in faccia, e di solito non è rassicurante come cosa- asserì lei, tentando di rialzarsi e venendo prontamente
bloccata dalla stretta del ragazzo sul suo fianco.

-Ah, davvero?- le chiese, avvicinando pericolosamente il volto al suo e spostandole delicatamente dal volto alcune ciocche bionde che erano sfuggite all’elegante treccia in cui aveva raccolto la sua chioma dorata.

-S-sì- balbettò lei, a corto di parole.

Il respiro di Bill le solleticava piacevolmente il viso e, incapace di resistere, si avvicinò ulteriormente alle labbra del ragazzo, posandovi sopra un lieve bacio. Il cantante avrebbe volentieri approfondito il contatto, ma l’invidiabile tempismo di suo fratello glielo impedì.

-Bill, guarda! Il cartello giallo! Siamo in città!- disse il chitarrista entusiasta, scostandosi le cuffie dalle orecchie e lasciandosele ciondolare al collo.

Il cantante, sbigottito, guardò fuori dal finestrino. Gli si mozzò il fiato in gola: erano veramente quasi arrivati! Doveva aver davvero perso la cognizione del tempo e dello spazio, perché gli sembrava passata solo una manciata di minuti da quando erano saliti in macchina. Fatto sta che il vecchio, scalcagnato cartello giallo recante il nome della cittadella, “Loitsche”, a cubitali caratteri neri, gli stava proprio difronte.

-Non ci posso credere- sussurrò Kerli, e i due gemelli capirono presto a cosa si riferiva.

-Sì, dobbiamo ammettere che le nostre fans sono un tantino… espansive- ridacchiò Tom, mentre la ragazza continuava a fissare il cartello giallo davanti a sé.

Innumerevoli scritte scarabocchiate velocemente con pennarelli colorati recavano messaggi comprensibili anche a una ragazza totalmente digiuna di tedesco come lei: cuori, i nomi dei due gemelli e ancora cuori, date e frasi di alcune canzoni.

Espansive? Queste ragazze sono innamorate di voi! Sono totalmente, perdutamente innamorate di voi.

Kerli sorrise, notando l’espressione orgogliosa e soddisfatta che sfoggiavano i due ragazzi. Era chiaro, ormai, che quello che era iniziato un po’ per scherzo e un po’ per gioco si era tramutato in un qualcosa di indispensabile per sopravvivere. Non era solo lavoro, no: era passione, che ardeva nel cuore e bruciava nelle vene, era un soffio vitale fondamentale per andare avanti, per trovare il coraggio di sognare ancora. E, se quel meraviglioso sentimento animava gli occhi dei due ragazzi in quel momento, era anche merito loro, di quei folli fans che gli avevano supportato sin dall’inizio. Era merito di quegli innamorati – lei non trovava parole migliori per descrivere quelle persone che con così tanto accanimento li seguivano – che avevano addirittura imbrattato con dediche e disegni il cartello che dava il benvenuto nella città natale dei loro beniamini.

-Non sono espansive: sono innamorate. E voi siete fortunati- disse semplicemente, lasciando che un sorriso le arricciasse le labbra.
 


Nonostante la sorpresa di quel particolare benvenuto che l’aveva lasciata non poco stupita, Kerli non era riuscita a scordare il motivo della loro rimpatriata. E anche Bill, che dalla sua espressione sembrava appena riemerso dallo stato catatonico in cui era caduto, probabilmente perso nei suoi sogni ad occhi aperti che lo rendevano tanto adorabile, sembrava esserne consapevole.
Avevano da poco superato il centro della cittadella, e da qualche minuto percorrevano una stretta stradina in piena campagna. Dai finestrini si poteva scorgere l’azzurro del cielo terso, e il mare verde che costeggiava la strada. Alcuni alberi disseminati qua e là interrompevano la distesa, apparentemente senza fine, di quei campi. All’orizzonte si profilavano le alture di alcune colline, avvolte da una fine nebbiolina, e nell’insieme appariva come un mondo a sé stante, lontano dal chiasso cittadino e dalla folla variopinta del paesino.

-Siamo arrivati- sentenziò il cantante, che non aveva smesso nemmeno per un istante di rimirare il paesaggio, mentre l’autista imboccava
un sentiero ghiaioso che scricchiolava sotto la pesante vettura. Finalmente, il motore dell’auto si spense e i tre ragazzi poterono finalmente scendere, dopo aver debitamente ringraziato l’autista.

-Ah, casa!- esclamò il chitarrista, stiracchiando le braccia indolenzite e volgendo un’occhiata soddisfatta alla bassa casa bianca che spiccava in mezzo ad un bel giardinetto curato, delimitato da un cancello di legno scuro.

-Che carina- commentò la ragazza, ma non fece in tempo ad aggiungere altro che la porta principale si aprì di scatto, e una figura femminile ne sbucò fuori.

-Bambini!- esclamò la donna, e l’occhiata che si scambiarono i gemelli fu sufficiente per capire chi fosse: la loro mamma.

La donna in questione aprì senza troppe cerimonie anche il cancello, correndo ad abbracciare i due ragazzi che le erano andati in contro.

-I miei bambini!- ripeté nuovamente con tenerezza, mentre abbracciava prima l’uno e poi l’altro.

-Mamma, quante volte ti abbiamo detto di non chiamarci più così? Siamo cresciuti ormai- le disse con dolcezza il cantante, posandole
affettuosamente una mano su una spalla. Sembrava così piccola e minuta, a confronto con i figli! Doveva ammettere che, però, era veramente una bella donna, e quasi sicuramente quel sorriso ammaliante i due gemelli lo avevano ereditato da lei. E anche lo sguardo caldo che si illuminava ad ogni parola dei suoi figli le era familiare, proprio perché straordinariamente simile a quello di Bill, in cui non poteva fare a meno di perdersi ogni volta.

-Oh, per me sarete sempre i miei piccini- borbottò, scostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso, senza smettere di osservare i gemelli, come alla ricerca di qualche visibile cambiamento.

Nel mentre, la porta si aprì di nuovo, e ne uscì un uomo. I due gemelli si voltarono e un sorriso illuminò loro il viso, riconoscendo Gordon, il loro patrigno. Lo abbracciarono non appena li raggiunse. Scambiarono qualche parola, di cui la ragazza non riuscì a capire assolutamente nulla, se non un paio di esclamazioni che erano soliti usare tra loro anche i gemelli.

Nonostante questo Kerli non riusciva a smettere di fissare ammaliata – e anche un poco imbarazzata – quel quadretto familiare così perfetto. Ad un certo punto, come ricordandosi solo in quel momento di lei, Bill si sciolse delicatamente dalla presa della madre e si riavvicinò alla ragazza, prendendola dolcemente per mano.

-Mamma, Gordon, lei è la mia fidanzata, Kerli- disse, questa volta in inglese, il cantante. La voce era resa tremula dall’emozione e da una nota di orgoglio.

La ragazza aveva pensato più volte come sarebbe stata la sua prima, vera, presentazione ufficiale alla famiglia del ragazzo che amava, e tutto si era immaginata tranne quello. E, tutto sommato, era decisamente meglio delle sue mille fantasticherie, perché il sorriso di mamma Simone era affettuoso, solare, e lo sguardo di Gordon abbastanza rilassato da non dover temere nulla. Era bello perché c’era un meraviglioso profumo di fiori che si spandeva nell’aria lì intorno e perché Tom non stava sghignazzando come aveva temuto, ma era piuttosto tranquillo, anzi, avrebbe detto quasi emozionato come il fratello.

-Molto piacere- replicò lei, stringendo la mano ad entrambi e sorridendo con serenità, venendo subito ricambiata.

Tu non hai chiuso occhio per una settimana per… questo?

-Oh, cara, è davvero un piacere poterti conoscere- ammise Simone, con un forte accento tedesco che trapelava dalle parole inglesi, rivolgendole un’occhiata piena di aspettativa.

-Viene, seguimi- le disse, facendole cenno di seguirla -Immagino sarete stanchi, non è esattamente una passeggiata da qui ad Amburgo!- esclamò poi, mentre attraversavano il vialetto curato ed entravano in casa.

-Se quei due- aggiunse poi, indicando i gemelli che chiacchieravano con Gordon in salotto -Avessero accettato la mia proposta di fermarvi qui per almeno un paio di giorni, certamente avreste avuto meno problemi- spiegò, accompagnandola verso la grande sala da pranzo già apparecchiata di tutto punto.

Un buon profumo di arrosto e verdure proveniva dalla porta socchiusa di quella che doveva essere la cucina, e la ragazza sentì un’improvvisa acquolina in bocca. Cercò di ignorare il brontolio del suo stomaco, ma Simone parve accorgersene, poiché le strizzò l’occhio con complicità prima di rassicurarla: un paio di minuti e si sarebbero messi a tavola.

-Il bagno, se hai bisogno, è la prima porta a destra lungo il corridoio- le disse gentilmente la donna prima di sparire in cucina.

Kerli sospirò, leggermente sollevata di poter avere un attimo di tregua: la mamma dei gemelli era decisamente frenetica!

Oppure, molto probabilmente, è emozionata quanto me.
 

Quella sottile morsa dell’ansia tornò a punzecchiarla una volta che tutti si furono riuniti attorno al tavolo imbandito. Kerli sedeva alla sinistra di Bill e proprio di fronte a lei vi era la madre dei due ragazzi. Tom aveva preso posto davanti al gemello, mentre Gordon, a capotavola, l’osservava con una certa curiosità.

Dovrei dire qualcosa di sensato. Di carino.

Pensò, mentre un certo imbarazzo si impossessava di lei.

È una famiglia di musicisti e artisti: gli argomenti per intavolare una conversazione certo non ti mancano!

Non si era mai effettivamente posta il problema di dare una buon impressione di sé: i suoi fans l’amavano per la folle stravagante qual era, e
Bill faceva altrettanto. Ma a quelle persone la ragazza avrebbe davvero voluto lasciare un bel ricordo di sé. Così, mentre finiva di mangiare la propria porzione, l’unica cosa sensata che le venne in mente da dire fu fare le congratulazioni a Simone per la sua bravura.

Di solito, queste cose alle mamme fanno piacere.

Non che lei fosse un’esperta: sua madre aveva smesso di cucinarle stufati e arrosti decisamente presto, sempre che avesse mai davvero iniziato, però la reazione che quei semplici complimenti ebbero sulla madre dei gemelli fu immediata. La donna le rivolse un sorriso smagliante, uno di quei sorrisi materni, che non si esprimono solo con una dolce piega delle labbra, ma con anche il luccichio degli occhi.

-Che cara ragazza che sei!- la ringraziò la donna, prima di indicare con un cenno del capo i due gemelli.

-Questi due- spiegò -Non mi danno alcuna soddisfazione, con tutta questa storia dell’essere vegetariani- borbottò, mentre occhieggiava malamente le verdure con cui i figli si erano riempiti il piatto.

-Mamma, insomma, ne abbiamo già parlato- sbottò il chitarrista, ma la donna parve ignorarlo bellamente.

-A proposito, hai visto le foto della campagna della PETA, per cui hanno posato?- chiese poi ingenuamente Simone.

Oh, eccome se le ho viste!

La cantante scambiò un sorrisetto d’intesa con Bill, certa che il ragazzo avesse riportato alla mente gli stessi ricordi che avevano piacevolmente aggredito lei.

-Sì, ho avuto modo di vederle- ribatté Kerli, rimanendo piuttosto vaga e continuando a sorridere sorniona in direzione del cantante.

-Da quel che ho capito, anche tu operi in campo musicale- le disse Gordon, e per la prima volta la ragazza si ritrovò a parlare direttamente con il patrigno dei gemelli.

-Probabilmente hai capito male- mormorò Tom, ridacchiando, prima di essere messo a tacere da un’occhiataccia da parte di Simone e da un calcio piuttosto preciso da parte del fratello.

-Sono una cantante- disse lei, con orgoglio.

-Ho collaborato con i ragazzi alla fine dell’anno- spiegò con pacatezza. -Penso che sia stata un’esperienza… importante- ammise.

Bill le rivolse uno sguardo pieno di comprensione. Non era stata solo un’opportunità notevole: gli aveva cambiati, in maniera praticamente irreversibile. Lui, perlomeno, non sarebbe potuto tornare ad essere lo stesso ragazzo di un tempo, non dopo che Kerli si era fatta così abilmente spazio nella sua vita, inducendolo a donarle una parte del suo cuore che le sarebbe appartenuto per sempre.

-Su questo non c’è dubbio- ribatté Bill sottovoce, stringendole dolcemente la mano sotto la tovaglia candida.

Il sorriso sincero di Simone e Gordon, in quel momento, valeva più di mille parole.














My Space:

Buonasera a tutti!

Rieccomi qui con questo capitolo abbastanza soft sul primo incontro tra Kerli e i genitori dei gemelli. Spero di aver reso bene l'agitazione, l'emozione e la gioia di entrambi. Come primo approccio ammetto che sia stato decisamente tranquillo, ma ormai cominciate a conoscermi: le sorprese sono appena iniziate! Nel prossimo capitolo comincerete a conoscere un po' meglio quella santa donna di Simone (lo sapete che l'adoro) e vedrete che cela qualcosa in 
più oltre alla semplice felicità  dietro al suo sorriso luminoso. E per quanto riguarda i nostri innamorati... La storia è appena inziata, avrete modo di vederne delle belle!

Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto, e sarò felicissima di sapere la vostra opinione!

Detto questo, ringrazio
Heilig__ , auroramyth  e  Billina_Pazza  per aver recensito il precedente capitolo: siete state davvero gentilissime ragazze!

Alla prossima,

Frency.

 
   
 
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