Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: I aint bothered    27/01/2014    9 recensioni
"Ero abbastanza sicuro di quello che stavo per dire.
Avrei potuto evitarlo. Sì, avrei potuto evitare la morte del mio ragazzo.
La mia non voleva essere l'affermazione di chi, stretto dalla morsa di dolore che provoca la perdita di una persona cara, vuole addossarsi tutte le colpe, come quando tra fratelli ci si difende per evitare al più piccolo la punizione.
La mia era una considerazione del tutto conscia e lucida.
Lui era morto per colpa mia."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DAVANTI AGLI OCCHI.
 
"Ero abbastanza sicuro di quello che stavo per dire.
Avrei potuto evitarlo. Sì, avrei potuto evitare la morte del mio ragazzo.
La mia non voleva essere l'affermazione di chi, stretto dalla morsa di dolore che provoca la perdita di una persona cara, vuole addossarsi tutte le colpe, come quando tra fratelli ci si difende per evitare al più piccolo la punizione.
La mia era una considerazione del tutto conscia e lucida.
Lui era morto per colpa mia.
Quella sera me la ricordavo benissimo. Erano passati anni, ormai, eppure era tutto così chiaro nella mia mente, che sembrava essere trascorso solo un giorno.
Era da poco uscita a largo la storia che avevo coperto un paio dei miei tatuaggi più significativi, le fan cominciavano a dubitare del mio amore per lui ed io iniziavo a non reggere più la situazione.
Avevo perso la mia lucidità e il mio autocontrollo, per questo quella sera non riuscii ad evitare quella maledetta discussione, e sbottai.
Quando pensavi di dirmelo, eh? 》 esclamai stizzito mentre continuavo a fissare, immobile, il mio portatile.
Lui, intento a cucinare, mi rispose senza nemmeno voltarsi.
Cosa avrei dovuto dirti? 》 il tono di chi, confuso, era stato preso alla sprovvista.
Pensavi di mandarmi l'invito? 》 lo provocai, accecato dalla gelosia.
Scusa Harry, ma non ti seguo. 》
Non mi segui?! Sono io che non seguo te, Louis! 》 non riuscii più a trattenermi. Ero furioso, e lui lo capì bene quando lo chiamai marcando il suo nome per intero.
Di solito lo facevo quando ero serio o arrabbiato, e in questo caso ero entrambe le cose.
Spense il fuoco sotto i fornelli e si voltò, asciugandosi le mani con uno strofinaccio da cucina, che poi lasciò cadere su una sedia.
Venne verso di me, facendosi serio in viso.
Di che diavolo stai parlando? 》
Del tuo matrimonio, Louis William Tomlinson. 》 chiusi di scatto il mio pc e lo lasciai sul tavolo mentre, con un movimento rapido, mi alzai dalla sedia con l'intenzione di lasciarlo da solo nella stanza, a riflettere sulle sue scelte.
Entrai di corsa in bagno, e lui mi venne dietro.
Mi voltai giusto in tempo, subito prima che lui potesse entrare con me. Gli sbattei la porta in faccia, dopo avergli urlato contro un sonoro "Felicitazioni!".
Matrimonio? Felicitazioni? Ma sei impazzito, Harry? 》 urlava mentre bussava insistentemente contro la porta del bagno.
Porta che non avevo intenzione di aprire.
Ho detto: FE-LI-CI-TA-ZIO-NI! 》ripetei, scandendo bene l'ultima parola.
Bella frecciatina, Harry. Grazie. 》 mi disse appoggiandosi con la schiena contro la porta.
La sua solita delicatezza... sembrava che la stesse per sfondare.
Se non altro, aveva afferrato il mio messaggio: la mia era una frecciatina. Oh, eccome se lo era. E speravo con tutto me stesso che lo avesse colpito in pieno petto, dritto al cuore, proprio come aveva fatto con me la notizia del suo matrimonio con la Calder.
Dopo aver camminato per un pezzo avanti e indietro per  il bagno, mi sedetti, esausto, sotto la finestra e mi accucciai su me stesso poggiando la testa alle ginocchia.
Poco dopo lo sentii mentre si allontanava.
Si era già arreso? Wow... allora era proprio vero.
Non sopportavo quando mi ignorava.
Volevo attirare la sua attenzione, così cercai di provocarlo, ancora.
E quando sarà il lieto evento? Ho una data da suggerirti: 22 Febbraio. 》 marcai volutamente con un tono ironico la parola 'lieto', e con un tono di rabbia la data del nostro anniversario.
Maledetto, non accolse la mia provocazione, e mi lasciò da solo a ribollire nel mio cocktail di rabbia, dolore, gelosia e delusione.
Sentii il mio portatile spegnersi e, istintivamente, mi precipitai fuori dal bagno per vedere cosa stesse succedendo oltre quella porta.
Girai la chiave nella serratura cercando di non fare rumore: volevo coglierlo di sorpresa, (a fare che, poi, non lo so).
Mi chiusi la porta alle spalle, e con passo felino mi mossi verso la cucina.
La smetti di fare l'investigatore? Sei ridicolo. 》 Louis spuntò alle mie spalle, più silenzioso di me.
Sobbalzai e mi lasciai sfuggire un urletto di paura.
Non sto investigando. Non ho motivo di farlo. Ho già capito tutto, che ti pare? 》 dissi spavaldo mentre mi sistemavo i capelli.
Ah sì, davvero? Sentiamo... illuminami. 》 mi sfottè lui guardandomi con aria di sufficienza, le braccia conserte e il piede destro appoggiato al muro alle sue spalle.
Non mi aspettavo che mi avrebbe chiesto di argomentare le mie teorie, e non sapevo come esprimere quei concetti che nella mia testa sembravano essere perfetti e logici, senza cadere nel ridicolo.
Mi schiarii la voce.
Non volevo dare l'impressione di trovarmi in difficoltà di fronte alla sua richiesta.
Innanzitutto... 》iniziai cercando di assumere un tono sicuro e deciso
...ti sei stancato di tutto. Inoltre, lo vedo come la guardi, sai? Una volta non la potevi vedere, adesso, invece, sembrate così affiatati. Che c'è Lou, stare così tanto con lei ti ha fatto cambiare idea? 》 a mano a mano che pronunciavo quelle parole mi innervosivo sempre di più, e il mio tono di voce di alzava notevolmente, senza che io potessi controllarlo.
Harry, lo sai che io sto con lei solo per contratto. È vero, all'inizio non la sopportavo, ma poi trascorrendo del tempo con lei ho potuto capire che in realtà è simpatica. È diventata una cara amica, sì, ma non di più. 》 l'espressione provocatoria che prima regnava sul suo viso, lasciò il posto ad una pensierosa e rassicurante; ma non bastò.
Quella sera sembravo ipnotizzato, non ero in me.
E ancora oggi ne pago le conseguenze.
Abbassai lo sguardo e inspirai forte.
Dimmi di te, piuttosto. 》 continuò, 《 Hai coperto due dei nostri tatuaggi. Hai letto sul web? Stanno impazzendo tutti. E io più di loro....è stata una pugnalata. 》 Le sue parole mi colpirono in modo particolare...non pensavo che proprio lui non avrebbe capito.
Louis, un'àncora, diamine! È l'àncora legata alla corda sul tuo polso...perché non l'hai capito? Una volta lo avresti fatto. 》 una lacrima rigava la mia guancia, e dopo una prima, a seguire, anche una seconda, poi una terza, e così via. Erano lacrime che bruciavano, lacrime amare, come la consapevolezza che tutto ormai era cambiato, non era più come prima.
Una volta me ne avresti parlato prima di farlo! 》 mi rimproverò. Ormai anche lui aveva iniziato ad alzare la voce. Indietreggiai istintivamente di uno o due passi, ma poi avanzai di nuovo, pronto a fronteggiarlo.
E quindi questa storia del matrimonio cos'è? Un capriccio? Una ripicca? Una...vendetta? COSA?! 》 senza nemmeno rendermene conto stavo urlando a pochi centimetri da lui; gli occhi, in fiamme, pieni di lacrime che cercavo, invano, di trattenere con tutte le mie forze.
Scoppiò in una risata isterica e, dopo avermi allontanato da lui, mi fulminò con lo sguardo, 《 Ripicca? Capriccio? VENDETTA?! 》 marcò particolarmente l'ultima parola,
《 Stai scherzando Harry, vero? 》 non riusciva a smettere di gesticolare nervosamente mentre continuava a chiedermi con insistenza e giri di parole se stessi scherzando o meno.

Avresti potuto dirmelo tu, invece di farmelo leggere su internet. 》 scoppiai a piangere come un bambino.
Tra i due, il capriccioso sembravo io.
Non ho nulla da dirti. Nulla! 》 mi urlò, praticamente in faccia. 《 Devo farti una domanda importante, Harry... 》 Il mio cuore si fermò per un attimo.
Louis esitava, e ogni secondo che passava sembrava interminabile.
Alla fine chiuse gli occhi e d'un fiato mi chiese: 《 Ti fidi di me? 》
Io... 》 il mio cuore perse un battito, 《 Io, sì, mi fidavo di te... 》 esitai.
Ti ho chiesto se ti fidi di me, ORA. 》 mi riprese lui. La sua voce era un misto di rabbia, delusione e tristezza.
Io... no. 》 la mia risposta secca lo lasciò interdetto.
Uscì dalla cucina, e andò direttamente in camera nostra. Prese le sue due valigie da sotto il letto e iniziò a riempirle disordinatamente e di fretta.
Che stai facendo? 》 domandai balbettando.
Me ne vado, non si vede? 》 mi punzecchiò lui.
P-perché te ne vai? 》 mi appoggiai con la testa contro la porta della stanza, gli occhi persi nel vuoto.
Perché non ho più un motivo per restare qui: tu non ti fidi di me. E poi credi a tutte quelle fesserie che scrivono su Internet. Davvero, Harry, pensavo che almeno tu mi conoscessi. Questo non è il Cupcake di cui mi ero innamorato. Dov'è finito il mio Hazza? Beh, quando lo vedi digli che mi manca. 》 la sua voce acuta che prima emanava rabbia, adesso, invece, era piena di malinconia.
Non riuscii a muovermi o ad emettere alcun suono. Louis finì di svuotare l'armadio e di riempire le valigie in meno di mezz'ora. Quando tutto fu pronto, mi prese la mano per l'ultima volta e vi lasciò cadere le sue chiavi di casa.
Adesso non mi servono più. Ciao Harry. 》 mi baciò la guancia e mi lasciò lì, pietrificato, ammutolito.
Aprì il portone di casa, e prima di richiuderselo alle spalle mi comunicò che avrebbe lasciato la band e che ne avrebbe parlato lui ai ragazzi e ai manager. Non appena sentii il portone chiudersi scoppiai a piangere disperatamente, consapevole che tutte le mie paure più grandi si erano avverate, e consapevole, soprattutto, del fatto che la colpa fosse la mia. Solo e soltanto la mia. Mi accasciai a terra, incapace di spostarmi di un solo centimetro. Le sue parole rimbombavano in tutta la casa, riuscendo a sovrastare anche i miei singhiozzi.
Passarono due ore circa e di lui neanche una traccia: solo il ricordo vivido degli anni trascorsi insieme. Avevo sperato che lui tornasse, una volta calmatosi, e sono sicuro, conoscendolo, che lo avrebbe fatto.
Squillò il mio cellulare. Lo presi d'istinto, e senza nemmeno guardare chi fosse a chiamare, risposi, pensando (o forse sperando) che potesse essere lui, il mio Boo.
Lou, ti prego scusami. Sono stato precipitoso... 》 dissi d'un fiato con la voce spezzata dal pianto.
Signor Styles? Sono l'agente Smith, la chiamo per informarla che il signor Tomlinson ha avuto un brutto incidente e che... 》 il sangue mi si gelò nelle vene.
No! 》 lo interruppi io, 《 No! Non ci credo! Non è vero! 》 urlavo contro il telefono, come se l'agente si trovasse davanti a me.
Mi dispiace... lei è il primo a saperlo. Abbiamo pensato che lui avrebbe voluto così. 》 Buttai giù il telefono e rimasi immobile. Le lacrime scendevano senza alcun controllo.
Mille pensieri mi passavano per la testa: per lo più modi rapidi per raggiungerlo.
 Non riuscivo a crederci. Louis Tomlinson era morto.
Il mio ragazzo era....morto.
Non avrei potuto più baciarlo, guardarlo dormire, o incantarmi davanti al suo sorriso; non mi avrebbe più cullato con la sua dolce voce per farmi addormentare, non avrei potuto più sentirmi protetto e al sicuro tra le sue braccia, o, ancora, perdermi nei suoi occhi. Non avrei potuto più ridere alle sue battute o sentirmi la sua "vittima" preferita quando era in vena di scherzi. Non avrei potuto più fare l'amore con lui.
Niente più "blu nel verde", e la colpa era solo la mia.
Avrei dovuto dare retta a Liam e parlare con Lou di tutto quello che mi passava per la testa in quel periodo. Non avrei dovuto aspettare di scoppiare in quel modo.
Presi il mio telefono, nello sfondo due ragazzi sorridenti e felici mi guardavano immobili: eravamo io e Lou. Le lacrime continuavano a scorrere copiose sul mio viso.
Cercai tra le chiamate ricevute, e richiamai il numero che mi aveva avvisato della morte di Boo. Mi rispose lo stesso agente e gli chiesi dove si trovasse il mio "amico". Non appena mi rispose riagganciai la telefonata e mi alzai di scatto.
Dovevo andare da lui, vederlo. Dovevo stargli vicino.
Uscii di corsa, gli occhi di un colore rosso vivo e pieni di lacrime. Non appena arrivai, una decina di minuti dopo, la stampa era già lì.
Non badai a niente e nessuno e corsi direttamente da lui, verso la sua macchina distrutta: fu allora che lo vidi.
Le sue labbra che solitamente ospitavano un sorriso mozzafiato e contagioso, adesso erano incurvate in una smorfia di dolore; i suoi bellissimi occhi azzurri, vivaci, frizzanti e cristallini erano ormai vuoti e spenti, specchio della nostra ultima conversazione.
Un agente si avvicinò a me per farmi allontanare, pensando che fossi solo un fan o un curioso, ma non appena mi riconobbe si allontanò leggermente e mi lasciò fare, anche se non avrebbe potuto.
Presi la mano di Louis ancora stretta al volante, in pieno rigor mortis. La sua pelle morbida aveva perso il suo solito calore ed era diventata di un freddo inusuale, un freddo glaciale.
Rabbrividii a quel contatto.
Mentre cercavo le parole giuste nella mia testa, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli occhi: occhi che mi fissavano senza vedermi, occhi che ormai non ricordavano il cielo limpido e azzurro, ma solo il ghiaccio e il freddo da questo solitamente emanato.
Mi asciugai le lacrime con la manica della camicia e tirai su col naso. Cercai di ricompormi e mi schiarii la voce.
Boo... 》 iniziai, ma la voce non aveva intenzione di uscire dalla mia bocca. Mi passai una mano sulla fronte e poi tra i capelli, e continuai,
Amore che ti ho fatto? Guarda che ti ho fatto... oddio, mi dispiace così tanto... 》 le lacrime avevano preso il controllo dei miei occhi e dell'intero viso. 《 È tutta colpa mia. Ti prego torna da me. Torna, Boo. Dimentichiamo tutto e torna. 》 con le mani che tremavano gli carezzavo nervosamente i capelli morbidi e il viso di marmo, 《 Mi manca la tua risata, amore. Mi manca la tua voce, il tuo modo di guardarmi. Mi manchi tu. 》 iniziai a singhiozzare e, senza rendermene conto, avevo allungato la mano per stringere la sua. Sentii al contatto che teneva qualcosa tra le dita, un foglio forse.
Lo presi e lo girai. Non era quello che pensavo, era una fotografia.
Una nostra fotografia, per l'esattezza. Una foto che, sia io che lui, custodivamo gelosamente, e lui la stringeva tra le dita mentre moriva.
Boo... 》 guardavo quella foto, e i miei occhi si riempivano sempre di più di lacrime. 《 Ti amo così tanto, Lou. Io non volevo farci questo... farti questo. Potrai mai perdonarmi? 》 sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e mi voltai di scatto.
Rimasi a bocca aperta quando misi a fuoco e riconobbi la figura in piedi di fronte a me.
Ti perdonerà, tranquillo. Ti amava davvero tanto, Harry, e sono sicura che continuerà a farlo anche da lassù. 》 Improvvisamente mi sentii in colpa per tutte le cose che avevo detto su di lei.
El, io... 》 si abbassò su di me e mi abbracciò, lasciandomi senza parole. 《 Mi parlava solo di te, sempre. E avresti dovuto vederlo mentre lo faceva. I suoi occhi brillavano e il suo sorriso si accendeva più del solito. 》 piangeva anche lei mentre parlava.
Cercavo di trattenere i singhiozzi, e mi stringevo a lei, mentre mi cullava proprio come avrebbe fatto una cara amica.
Sono già sul posto il migliore amico e la fidanzata della giovane stella della musica... 》 sentii un giornalista parlare alla telecamera.
Strinsi i pugni, e Eleanor mi trattenne dolcemente sussurrandomi all'orecchio che a tempo debito avremmo sistemato e chiarito tutto. Anche lei, come me, era stanca di tutto questo.
Ero completamente distrutto e lacerato dentro di me, ma avevo quella strana sensazione che proprio lei, El, la ragazza che tanto avevo detestato, mi avrebbe aiutato a rimettere a posto i pezzi, col tempo.
Ci chiamarono gli agenti: era ora di andare, ma io non volevo lasciarlo. Non potevo farlo.
Voi non capite! 》 urlavo contro i poliziotti che cercavano di allontanarmi dal corpo inerme del mio ragazzo.
Eleanor, seduta sul marciapiede, teneva la testa tra le mani e piangeva silenziosamente. In fondo anche lei aveva perso qualcuno: un amico.
Lou! Lou! 》 mi dimenavo cercando di sfuggire alla presa ferma degli agenti..."

Mi svegliai di soprassalto, sudatissimo e con le lacrime agli occhi.
Allungai subito, istintivamente, la mano verso il suo lato del letto e sentii il calore della sua pelle morbida e familiare. Mi voltai completamente verso di lui e lo strinsi forte a me. Mi lasciai invadere e inebriare dal profumo della sua pelle.
Le mie guance umide contro il suo petto nudo lo fecero svegliare.
《 Haz, amore, che succede? 》 mi prese il viso tra le mani mentre sbadigliava.
Dio quanto era bello.
《 Mi dispiace Lou, io non volevo...》 ripresi a piangere, ancora scosso per quello che avevo sognato.
《 Di che parli? Non è successo nulla 》 mi sorrise dolcemente mentre mi asciugava le lacrime, 《 Qualunque cosa sia, è stato solo un brutto sogno. 》
《 Lou io ti amo, lo sai vero? Solo te, esattamente come tre anni fa... 》 mi strinsi a lui ancora più forte. Sentivo il bisogno di percepire il suo calore, il suo respiro, di sentirlo vivo.
《 E io amo te, Cup, solo e soltanto te. 》 mi accarezzava i capelli e cercava di farmi rilassare. A sentirla in quel momento, la sua voce, mi sembrava più bella del solito.
《 Tu... tu non sposerai El, vero? 》 chiesi con un filo di voce.
《 Mai, Harry. 》 mi rassicurò lui, poi poggiò le sue labbra contro le mie. Strizzai gli occhi fino a farmi male: l'immagine di Lou, morto, in quell'auto, era ancora davanti a me.
《 Perché piangi? 》 i suoi occhi azzurri mi riempirono il cuore e le sue mani calde sul viso mi fecero rabbrividire; un brivido bello, però.
Pieno di emozioni.
Pieno di vita.
《 Mi sei mancato da morire, Boo... 》 la voce spezzata dal pianto. Dovevo dirglielo, doveva sapere quanto io non possa vivere senza di lui.
《 Ma, Haz, abbiamo dormito solo un paio d'ore. 》 ero assolutamente sicuro che lui avesse capito a cosa mi stessi riferendo, ma fece comunque finta di niente.
Mi misi a sedere davanti a lui sul letto, poi chiusi gli occhi e parlai: 《 Lo so, ma io non posso stare neanche un minuto senza di te. Non mi interessa cosa dicono quando siamo insieme. Lo sai, io voglio essere quello che ti stringe mentre dormi. Voglio solo che siamo io e te per sempre. Quando sono senza di te sono più debole, tu mi rendi forte. 》 una lacrima rigava il suo viso, le sue labbra si incurvarono in un sorriso commosso.
Stava per dire qualcosa, ma io aprii gli occhi in tempo e lo fermai poggiando il mio indice sulle sue labbra dischiuse.
《 Boo, amore mio, vuoi sposarmi? 》.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: I aint bothered