Disclaimer: I
personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto, che ovviamente si prende tutti i diritti del
loro uso. La strofa riportata nel finale appartiene agli splendidi Radiohead, che siano
immensamente lodati sempre e comunque.
La citazione su cui si basa l'intera flashfic è
frutto del genio filosofico di Georg Friedrich von Hardenberg,
meglio noto come Novalis.
Di tutti i veleni, l'anima è il più forte
(Novalis)
L'avrebbe
pensato molti anni dopo, con la grossa spada di una marionetta dagli occhi
desolati piantata nel cuore, nell'ultimo residuo umano che gli restava.
Avrebbe ricordato quel gocciolio ritmico e ossessivo, plic plic, la penombra azzurrina del laboratorio, gli arti meccanici
delle sue creazioni e le ampolle oblunghe piene di veleni variopinti.
Sasori.
Un nome così brutto.
Plic.
Plic.
Plic.
Lui sa che,
per rendere una cosa perfetta, c'è bisogno di tempo, precisione, pazienza: sa
che bisogna estrarre subito gli organi molli, quelli che si decompongono in
fretta, ma senza danneggiare irreparabilmente i canali del chakra
-era fondamentale che il chakra scorresse come un
fiume in piena; sa che chiudere un'anima umana in un corpo di legno è il
peggiore dei mestieri.
L'anima volta alto, è ineffabile e inafferrabile: rifiuta la costrizione di un
corpo.
Un artista come lui non può che fabbricarne una in legno, d'anima, e con essa dare vita alle sue marionette.
Kazekage, Nobile Signor Kazekage, mi
perdoni per ciò che sto per farle.
Le
lunghe dita meccaniche scavano nel cadavere del Terzo Kazekage
di Suna, rovistano in quel corpo disfatto, per nulla
simile alle vestigia di un essere umano, e cercano il potere, il centro vitale,
l'anima.
Plic.
Plic.
Ecco,
Nobile Kazekage.
Ora non morirete più.
Sasori, sotto la luce malsana di una sola torcia, studia critico
la sua nuova opera d'arte.
Sasori digrigna i denti tradendo nervosismo, serra i
pugni in una stretta livida e con gli occhi vorrebbe
radere al suolo il mondo intero.
Non capisce, Sasori. L'ha persa di nuovo.
Non c'è in quell'espressione ottusa e vuota da
automa, non c'è in quel corpo di legno e metallo, privo di vita e di respiro.
L'artista piange sul suo fallimento, non riesce a
darsi pace.
...Ma
l'anima, l'anima, l'anima... dov'è?!
Le dita
meccaniche di Sasori si muovevano senza alcun rumore.
Il volto di Sasori non cambiava mai, bello come un
ritratto, eppure conservava un'espressione insana, malata, quasi febbrile.
Le anime di Sasori erano tante, tantissime; il loro
numero cresceva a dismisura, e se qualcuno s'arrischiava a chiederne il perchè,
la risposta era sempre la stessa:"Io non voglio
morire mai."
Sasori era sempre accerchiato dalle sue anime, che erano milioni
e milioni.
Così, forse, anche lui poteva illudersi di averne una.
Plic.
A heart
that's full up like a landfill
A job that slowly kills you
Bruises that won't heal...
(No Surprises
- Radiohead)
Fin
Note
dell’Autrice
Quarta Classificata + Premio Stile al Mini Contest “From Quotes” di V@le. Wow, mi soddisfa
ampiamente *_* tanto più che è la prima flashfic
seria che scrivo.
E poi c’è Sasori Danna <3 Vi prego, ditemi che l’ho mosso bene. Che è IC.
Che è credibile. Gli voglio troppo bene per
snaturarlo.
Amatelo, sì sì.
Ringrazio V@le che anche
questa volta non si è smentita nella rapidità con cui ci ha comunicato i
risultati (grazie!) e saluto affettuosamente tutte le altre concorrenti e
soprattutto le vincitrici. Arw in particolare, visto
che siamo state rivali e lo saremo anche nel Made Abroad *_* e le avevo anche pronosticato la
vittoria, kyah! O almeno un buon
piazzamento sul podio, come effettivamente c’è stato u.u.
Miraccomando, leggete
tutte le altre flash o drabbles
u.u non vi ruberanno più di qualche minuto.
Grazie dell’attenzione,
Hipatya