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Autore: DarciaSama    09/06/2008    4 recensioni
Scusate per questa fanfic un po' inverosimile scritta in un momento di follia l'estate scorsa, ma mi piaceva l'idea di un sanzo che alla fine del viaggio non si più sulla difensiva, ma che apra il suo cuore. commentate sia per pregio, sia per difetto
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri Di Un Kappa

Finalmente l’anomalia del Tougenkyou era stata risolta, noi quattro eravamo tornati a est e avevamo deciso di vivere tutti insieme al tempio di Cho’An.

Il tuo carattere era decisamente migliorato: avevi cominciato ad aprirti di più, almeno con noi tre. Non ci consideravi più i tuoi servi, ma i tuoi amici ai quali hai confessato la tua paura di perdere qualcuno o qualcosa di grande importanza per te e soffrirci troppo.

Ora riesci perfino a sorridere! Non un ghigno, non un sorriso ipocrita, ma un sincero e splendido sorriso che illumina e con la sua luce colpisce chiunque lo guardi, come un vero sole d’estate.

Quando ti vedo felice sento che potrei toccare il cielo con un dito, ma quando sorridi al demone dagli occhi di giada c’è un bagliore diverso nelle tue iridi ametista e il mio cuore si ferma per un istante.

Sento freddo, sto bene con te, ma quando c’è lui capisco che la mia presenza non è gradita e mi rinchiudo nella mia stanza.

Ora è uno di quei momenti tristi dove rivedo vecchi ricordi passati, come quando mia madre mi picchiava e poi si chiudeva in camera con mio fratello. Io dalla mia stanza sentivo tutti gli spasmi e le grida del loro vergognoso atto e piangendo, cercavo di affogare la mia tristezza e la mia solitudine nell’aree intriso del fumo della mia sigaretta…spero solo di non ripercorrere quei momenti sentendo l’amore che si consuma tra te, mio sole, e lui, mio migliore amico e fedele compagno, nella stanza accanto alla mia.

Sento dei passi fuori dalla porta e riemergo dai miei infausti pensieri:passi leggeri, calcolati, come un felino che si avvicina alla preda… Eh sì, dimenticavo che hai ancora l’abitudine di muoverti silenziosamente come un assassino quale sei… La tua eleganza e sinuosità mi hanno sempre affascinato.

Sento la porta della mia camera che si apre ed emergi tu, creatura semidivina, con un vassoio in mano e sopra la cena…Mi sento lusingato, non l’hai mai fatto a nessuno il servizio in camera…Mi cerchi nell’oscurità della mia stanza con i tuoi occhi lilla da leonessa e quando mi scorgi nel mio angolo più in ombra, mi saluti con un sorriso. Non sono abituato a questa tua nuova consuetudine che una volta era un evento più unico che raro…io ti rispondo con un cenno della testa.

Ti avvicini al tavolo su cui sono seduto e ti adagi di fianco a me porgendomi il vassoio. Io ti ringrazio e comincio a mangiare sotto il tuo sguardo che mi mette in soggezione(e chi non metteresti in soggezione!).

Smetto un attimo di fagocitare e ti guardo…Ti chiedo se hai mangiato e tu mi rispondi di no.

- Non va bene!devi mangiare, altrimenti rischi di scomparire! - Ti dico con un sorriso malizioso, si vede che sei un monaco buddista: sempre dedito al sacrificio del corpo, ma credo che per te sia un abitudine più che un digiuno voluto…questa vita da bonzo di alto rango, in fondo, non l’hai scelta tu.

Mi guardi con quel tuo sguardo accusatore con cui eri solito ghiacciare la mia voglia di azzuffarmi con la scimmia, ma invece di colpirmi col tuo harisen, ti volti a guardare la luna con un sorriso beffardo dicendo: - Tsk! Ti preoccupi per me, Kappa, quando quello che soffre di più sei tu! Sembri la scimmia…! - Quasi, quasi mi ingozzo a sentire ciò che hai appena sussurrato nell’oscurità di questa stanza con un tono così dolce da far rabbrividire. Mi giro e poso i mie sporchi occhi su di te: non hai distolto lo sguardo nemmeno per un attimo dalla finestra con ancora quel sorrisetto ambiguo dipinto sul viso, ma adesso una vena di malinconia incrina la tua finta serenità…Lo so che la luna è opprimente per te perché ti ricorda il tuo amato maestro. Il tuo magnifico corpo è avvolto dalla luce lunare come se Komyo Sanzo in persona ti stesse abbracciando.

Mi accendo un’altra sigaretta e, stravaccandomi ancora di più sul tavolo, ti dico: - Mah! Cosa te lo fa pensare? - Ti giri verso di me, ora nei tuoi occhi scorgo tristezza, le tue magnifiche labbra si schiudono: - Scusami Gojyo… - poi un attimo dopo, senza sapere come hai fatto, ti ritrovo avvinghiato al mio petto con espressione imbronciata….Sei così carino! - Non dire mai più scusa a nessuno, neanche a me! - Ti sussurro. Sento la tua presa farsi più forte intorno al mio costato e i l tuo caldo respiro farsi largo fra le fibre dei vestiti fino alla mia pelle. - Tra me e Hakkai non c’è niente, l’unica persona con cui voglio stare sei tu, stupido ragazzo! Io ti amo! - Questa tua ultima frase mi ha sollevato e sconvolto insieme:è bello sapere che tra te e il mio compare non c’è niente, ma…tu che mi dici “ti amo”…vuoi proprio farmi prendere un infarto! Comunque, questa è davvero una lieta notizia. Ti alzi e cerchi una posizione più comoda tra le mie gambe, appoggi il tuo viso sul mio petto. Io immergo le dita nei tuoi capelli dorati, spengo la sigaretta, e crolliamo entrambi tra le braccia di Morfeo. Da questa notte sento che le nostre vita prenderanno un risvolto più sereno; non mi interessa quali insidie ci riserverà il futuro, a me basta che ci sia tu accanto a me, farei di tutto pur di veder brillare quel sorriso sincero sulle tue labbra che ti era stato negato da più di dieci anni di prigionia dentro testesso, anche donare la mia insulsa vita da randagio.

Non voglio più vedere quel pianto senza lacrime dipinto sul tuo volto. Ridi, ridi per me, mio dolce Sanzo, ti proteggerò per sempre…Ti amo…Non ti lascerò più solo…

  
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