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Autore: Sheego Watakuri    09/06/2008    5 recensioni
Eccomi tornata nella sezione per la quale, all'inizio, mi ero iscritta. QUANTO TEMPO!!! Comunque, questa breve one-shot è dedicata alla coppia Bulma e Vegeta e ha come protagonista quest'ultimo. Ho immaginato cosa sarebbe successo se, una notte, fosse entrato nella camera di Bulma di nascosto e sono venute fuori queste righe. Spero che piaccia. Buona Lettura. Sheego^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E la fissava, cercando di frenare se stesso

E la fissava, cercando di frenare se stesso.

Si era intrufolato in camera sua dalla finestra, ma non osava fare altro che guardarla, nella sua perfezione. Osservava  incantato l’innocenza di quella fata dai capelli turchini nel suo sonno, la sua pelle candida, il suo corpo adagiato sul letto, ricoperto solo da un lenzuolo…

Fragile, incredibilmente fragile: sembrava che, se solo avesse respirato un po’ più forte, avrebbe in qualche modo rischiato di romperla, tanto sembrava una bambola di porcellana.

In quel momento dentro di se, il cuore, la ragione e l’orgoglio stavano combattendo una guerra all’ultimo sangue.

Sentiva, nel suo cuore, che per lui quella donna non era semplicemente una terrestre: era colei che l’aveva accolto con gioia al suo arrivo sulla terra, che non aveva avuto pregiudizi di nessun tipo, dopo l’episodio di Namecc, ma che aveva sempre cercato di aiutarlo nonostante venisse trattata peggio di una pezza da piedi.

Il suo orgoglio, però, gli diceva di non cedere a quei sentimenti insignificanti: non si sarebbe mai potuto permettere lui, il principe dei Sayan, di avere una debolezza così inutile. Aveva la fama di guerriero crudele, senza cuore e non avrebbe mai potuto permettersi di vedere la sua reputazione volare via così facilmente.

Faceva capolino,però, la sua ragione: in fondo, chi l’avrebbe mai visto? Freezer era stato sconfitto e ora si presentava un periodo di pace molto lungo e tranquillo. Nessuna battaglia, nessuna rivalità, a parte il perenne obbiettivo di superare Kakaroth, niente di niente. A chi sarebbe importato se lui avesse ceduto, anche solo per pochi mesi, giorni o ore alla tentazione che quella fata scaturiva in lui?

A lui… A lui sarebbe importato. Lui l’avrebbe sempre saputo, nel profondo del suo cuore: lui era sempre coinvolto al massimo in tutto quello che faceva ed aveva paura di restare coinvolto troppo con lei…

Stava anche cominciando a non preoccuparsi esclusivamente per lui: pensava a quando, se sarebbero stati veramente insieme, non ci sarebbe stato più per quella donna. L’avrebbe abbandonata al dolore, ad una vita incompleta. Ma anche lui, senza di lei, sarebbe rimasto incompleto…

Non capiva più niente: nella sua testa e nel suo cuore, vorticavano rapidi milioni di pensieri e di sentimenti diversi. Si spaventò a morte quando sentì che, tra queste sensazioni, c’era anche il brutto presentimento che si potesse essere innamorato della ragazza poco distante da lui, principe senza cuore.

Quando si destò dal tepore nel quale era caduto, si accorse di essersi avvicinato molto al letto di lei, ignara della sua presenza nella camera.

Era a pochi centimetri dal suo viso: si, era proprio bella.

E, oltre a quello, anche dolce e generosa. Il suo opposto.

Ma, d’altronde, gli opposti si attraggono, così come lui si sentiva estremamente attratto e ammaliato da quelle sue labbra delicate, che sembravano implorare il contatto con le sue.

Prima che potesse eliminare la distanza che c’era tra loro, proprio quando sembrava aver accantonato per un attimo l’orgoglio, dopo una lunga e strenua lotta contro di esso, sentì che lei si stava svegliando. Si muoveva pigramente sotto il lenzuolo bianco e lui non seppe cosa fare se non scappare, ritirarsi all’ombra del cipresso che giocava a nascondino alla finestra di Bulma.

Quando la ragazza aprì gli occhi, non vide nessuno in camera e si coricò di nuoco sul letto, convinta di aver sentito solo un rumore da fuori.

Vegeta si sentiva sconfitto e amareggiato.

Sapeva che non si sarebbe mai più lasciato andare così facilmente al suo fascino e aveva sprecato quell'occasione, forse l'unica.

Tornò in camera sua e si accasciò sul letto.

Prima di chiudere gli occhi, si promise che ci sarebbe stata una seconda volta, ma con esito diverso: sarebbe riuscito, prima o poi, con qualunque mezzo e in qualunque modo, a dirle che l’amava.

 

  
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