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Autore: Mordekai    29/01/2014    2 recensioni
Un viaggio verso casa. Un viaggio che mai giunse a termine.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘’Papà, manca ancora molto? Sono stanca…’’
 
‘’Non manca molto piccola mia, tra qualche minuto saremo a casa.’’
 
Mia figlia, una piccola lepre che corre senza sosta durante il giorno, ma al calar del sole, quella sua energia svanisce, lasciando spazio alla stanchezza e al sonno.
Sofia, questo è il suo nome. Una bambina dal viso tondo che viene voglia di darle dei pizzicotti, non troppo forti.
 
Eravamo sul treno delle 22:30 di ritorno da una lunga giornata dai nonni.
 
‘’Voglio il mio letto.’’ – disse lei appoggiandosi sulla mia spalla, cercando una posizione comoda per riposare gli occhi, quel che bastasse prima di raggiungere casa e poter dormire nella tranquillità assoluta di una città ormai addormentata.
 
‘’Papà…’’
 
‘’Si, cosa c’è tesoro?’’
 
‘’Tu e la mamma vi volete bene?’’
 
Quella domanda mi lasciò alquanto basito. Io e mia moglie stavamo attraversando la suddetta ‘’Crisi matrimoniale’’, il soldi non erano molti e cercavamo di risparmiare quanto potevamo, anche se questo ci portava a litigi continui e a notti solitarie.
 
‘’Certo che ci vogliamo bene. Io e la mamma ci vogliamo bene da molto tempo.’’
 
‘’E perché litigate tutte le sere? Sono per caso io la causa dei vostri litigi?’’
 
‘’No, piccola mia, non è vero. Abbiamo solo qualche piccolo problema, ma vedrai che riusciremo a risolverlo.’’- le risposi sorridendo e accarezzandole la testa.
 
Lei ricambiò il sorriso con occhi di colui che è innocente dalla nascita, pura innocenza, come la neve d’inverso e il tepore di un sole primaverile.
 
Quel lungo viaggio in treno mi fece riflettere su tutte le cose fatte e non fatte durante la mia vita.
La scuola, mai finita per problemi economici e familiari, amori che andavano e venivano come le stagioni, diverse richieste di lavoro, tutte scartate perché non erano negli standard.
L’unica cosa di cui potevo essere fiero era mia figlia.
 
‘’Papà…’’
 
Guardai nuovamente mia figlia, pensavo volesse dirmi qualcosa, ma in realtà stava solo sognando.
L’orologio segnava le 23:05, mancavano ancora 88 chilometri per arrivare e sarebbe stato un lungo viaggio in quella cabina di un treno decadente e giunto alla sua ultima corsa, per poi attendere un nuovo giorno di lavoro.
 
Appoggiai la testa al vetro e, come se fossi stato colpito da una mazza di legno, mi addormentai.
‘’Quando arriviamo a casa…?’’
 
12 Aprile. Ore: 23:45.
 
Terribile incidente ferroviario che ha svegliato l’intero quartiere di Abbey Circus. I vigili del fuoco, i paramedici e la polizia sono giunti rapidamente sul luogo, grazie alle dozzine di chiamate da parte degli abitanti della zona.
Giunti sul luogo, una scena agghiacciante. Un uomo stringeva il cadavere di una bambina di 10 anni tra le braccia, coperto di ferite e pezzi di vetro.
 
‘’Svegliati Sofia. Svegliati, ti prego.  Siamo quasi a casa…’’
   
 
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