Fanfic su artisti musicali > Muse
Ricorda la storia  |      
Autore: BigEyes    30/01/2014    2 recensioni
Gaia abbassò lo sguardo, e con la voce rotta rispose “io mi sento osservata, controllata, mi sto controllando i sentimenti, come nella tua canzone, come in quei romanzi che leggi. Non ne posso più…Non ne posso più..”
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaia Polloni, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Entrò in  casa. Chiuse la porta dietro di sé, gettò le chiavi sul tavolino dell’entrata senza aprire la luce.
“Matt !” chiamò a voce alta. “Matt, sei in casa?”
 
Gli aveva sbattuto la porta in faccia dopo quel litigio.
 
 Di cosa aveva parlato? A si, l’avrebbero preso e ficcato in una specie di Rehab, era convinto che dei militari russi gli avrebbero fatto il lavaggio del cervello. Come si chiamava questa pratica? M..k.. K..Ultra?
Mah, non le interessava più. Voleva solo rivedere quegli occhi azzurri.
 
Entrò nella camera da letto. La luce soffusa, proveniente dalla luna, che attraversava i vetri della finestra della loro casa a Como, mostrava il letto sfatto e le bianche lenzuola disordinate. A passi lenti, guardinga, nel semibuio lo cercò. Matt era un tipo pauroso, doveva essere cauta.
  • Con tutti quei libri che legge…- pensò – lo sarei anche io.
 
Teorie di complotto, illuminati, alieni…Dio. Dio? Si, Dio, lui si interrogava spesso sulle religioni e su Dio, anche se diceva di non credere a niente, lei sapeva che lui aveva bisogno di credere in qualcosa, ma fino ad adesso aveva trovato rifugio solo nella musica.
 
La musica, lo sentì intonare qualcosa. Il suo tono cupo e preoccupato cantava  “fear and panic… “ si bloccò. “ I can’t get it right…”
 
Seguì il suono della sua voce. Era nella sala registrazione.
Paura e panico? – pensò la ragazza – ma cosa gli passa per la testa?
 
La ragazza, preoccupata, si poggiò con la spalla nello stipite della porta. Lo osservò: camminava a passi lenti, scalzo, con dei pantaloni neri e una maglia bianca a maniche corte.
“loneliness be over..”
 
Leggeva sul foglio, poi cancellava.
“I can’t get it right..” urlò con la voce rotta il ragazzo, che voltando lo sguardo poggiò gli occhi su la sua figura. E guardandola, disse con tono cupo “since I meet you..”
A Gaia le si spezzò il cuore.
 
Abbassò lo sguardo sul foglio, mentre l’oltrepassava velocemente, e diretto verso il pianoforte, cercando di mettere apposto gli appunti, le confessò “ sono contento che tu sia a casa,” balbettò “mi stavo preoccupando”.
Quel piccolo ragazzo dalla chioma nera, le faceva tenerezza. Sempre insicuro, ma con un cuore forte. Si era fatta incantare da quegli occhi e dal desiderio di salvarlo da quell’universo interiore ed esteriore, che in qualche modo, lo imprigionava.
 
“Tranquillo, non mi rapiranno gli alieni…” disse scherzosamente, la donna, avvicinatasi al piano, cercando di leggere il testo di quella canzone, che sembrava rivolta a lei.
“ Ti era venuto il panico..” fissò la grafia disordinata di quei fogli e continuò “ per me?” domandò la castana, piegando la testa di lato per entrare nel suo spazio visivo.
Lui era serio, mentre sistemava il foglio sotto il resto degli appunti, nervosamente.
“Tu non capisci, come tutti gli altri, come perfino i miei fan, anche tu pensi che io sia pazzo. Ma è un prezzo che sono disposto a pagare..” le disse, voltandole le spalle. “..ma quando si compirà tutto quel che non sai, allora, forse, penserai che avevo ragione…”
 
“Io, psicologa, laureata a pieni voti, ancora non riesco a capirti..” concluse, mentre la schiena del ragazzo scompariva nell’ombra del corridoio. “Sai, a volte credo davvero che ti abbiano rapito gli alieni!” gli urlò, mentre Bellamy le sbatteva la porta del bagno in faccia.
 
Sentì l’acqua scorrere. Per rilassarsi aveva bisogno di una doccia. Lo faceva sempre quando era sotto stress.
 
Come faceva a non capire? Proprio lei, la donna che amava non lo capiva, non capiva che avevano deciso che si sarebbero dovuti lasciare.
 
Matt si guardò allo specchio, non si piaceva. Non gli piaceva quella situazione. C’erano persone che decidevano per lui, e non lo sopportava. Una frase continuava a martellargli la testa, la voce del PR: “dovete lasciarvi, Matt. Sei troppo famoso per avere solo una donna!”
 
E se le avesse detto questo? Non l’avrebbe creduto.
 
Iniziò a cantare quella canzone che aveva iniziato a comporre nel pomeriggio:
 
Our hopes and expectations, black holes and revelations… Hold you in my harms .. I just want to hold you.. far away this ships take me far away..
 
Si, il successo lo stava portando via, via da tutto quel che considerava caro, via da lei… Sapeva che prima o poi lo showbiz avrebbe bussato alla porta e le avrebbe impedito di continuare a stare con lui. E lui non poteva impedirlo.
 
Entrò nella stanza da letto, con i capelli gocciolanti. Si vestì in fretta, mettendo una maglia verdina a righe, e i soliti pantaloni neri. Era determinato a finire quella canzone a cui non aveva ancora dato un nome.
Sicuramente – pensò – avrà a che fare con i problemi e le problematiche.
 
Entrò in soggiorno, lei era in piedi e frugava tra i suoi libri.
“Cosa cerchi, vuoi diventare anche tu una complottista?” le domandò con un mezzo sorriso e gli occhi furbi, grattandosi il capo.
Lei lo guardò sottecchi, seria, e rispose “sai, quando mi parlavi di teorie di complotto stentavo a credere che tu fossi pazzo. Ma quando hai costruito quel bunker…”
“L’ho fatto per..per  proteggerti...” balbettò “ l’ho fatto per proteggerci”
 
La ragazza buttò un libro in terra con tutta la forza in corpo, e in lacrime, stanca di tutto quel che gli stava nascondendo gli urlò “Parla Bellamy !” Il ragazzo sgranò gli occhi. Non l’aveva mai vista così. “ Non ne posso più dei tuoi misteri, dei misteri sui Muse!” Urlava, come se si fosse tenuta dentro un macigno per 9 anni.
Quando lei si calmò, guardò fuori dalla finestra e sospirando, continuò:
 “Mi arrivano chiamate anonime, lo sai? Fino a poco fa, mentre eri sotto la doccia. ”
 
Lui abbassò lo sguardo. Il momento era arrivato.
“Chiamate anonime, anche di notte, mentre tu ti diverti con le tue amate fans!”
“Ah, quindi è questo che ti hanno detto di dire…” sospirò Bellamy, infilandosi la giacca.
 
 Gaia abbassò lo sguardo, e con la voce rotta rispose “io mi sento osservata, controllata, mi sto controllando i sentimenti, come nella tua canzone, come in quei romanzi che leggi. Non ne posso più…Non ne posso più..” e col viso rigato di lacrime, guardando la porta concluse. “Non ne posso più di sentirmi dire da sconosciuti che ti devo lasciare..” con gli occhi lucidi gli avvicinò e crollò sul suo petto.
“Sono arrivati” disse Matt, sottovoce. Lo abbracciò come se quella fosse l’ultima volta che si sarebbero visti.
Era un abbraccio disperato, lui la strinse con tutte le sue forze. Non avrebbe fatto quel che gli avrebbero detto, avrebbe resistito, fino alla fine.
 
Si fissarono a lungo, ognuno studiò gli occhi dell’altro, prima che a quella porta bussasse lo showbiz.
 
Lips are turning blue
A kiss that can't renew
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: BigEyes