Note dell’autrice:
Questa storia non è la solita Alternative universe: la ff che state per leggere
infatti, ha un’ambientazione totalmente diversa; non ci troviamo in Giappone,
non ci sono le ragazze che vanno a fare spese il sabato pomeriggio, e che si
innamorano del ragazzo più carino della scuola. In questa storia vi presento
Milano. Un mondo tutto nuovo, dove regna lo spaccio tra i viicoli più nascosti,
ed i ragazzi pieni di problemi si cibano di musica. Il rap. Quella disciplina
che sa farti evadere. Narrerò di un amore che nasce e cresce tra le mura di una
città che appare bella è pulita, ma che sa macchiarsi di tremendi crimini.
Sarà una grande song-fic, poiché i nostri protagonisti citeranno spesso brani
rap e canzoni di vario tipo. Al termine di ogni capitolo (meno questo primo
XD), inserirò tutti i titoli delle canzoni utilizzate con rispettivo autore.
Che altro dire… è qualcosa di totalmente diverso, una specie di sfida. Questa
storia ho iniziato a scriverla parecchio tempo fa, tanto che ho già iniziato a
postarla su di un altro sito dove ha riscontrato parecchio successo. Spero
avvenga la stessa cosa anche qua. Un bacione a tutti, ichi_chan.
RAPPER’S LOVE
***
Prologo
La pioggia cadeva incessante quella domenica pomeriggio. I miei occhi erano
rimasti chiusi tutto il tempo, mentre le cuffie del mio lettore CD emettevano
note su note. Musica, quella che sapeva farmi ricordare il tuo volto, il tuo
sorriso.
Mamma
Quell’angelo che non avrebbe mai più fatto parte della mia vita.
E mentre le note della mia musica venivano sovrastate da un tuono lontano, la
tristezza prese parte di me. Un ricordo, di quelli che tenti di debellare dalla
tua mente, ma rimangono là, ad infastidire la tua memoria.
Chiusi gli occhi. Ero stanco, stufo di pensare a te mamma. Di ricordare il
tremendo rumore provocato da quell’automobile che andava fuori strada, e che ti
aveva presa in pieno. E tu, debole e fragile, piegata su di me a proteggermi.
Avevo sei anni. Ero uno sciocco, stupido bambino. Non avrei mai capito quale
tremendo dolore avrebbe dovuto subire la mia anima, quale agonia avrebbe
intaccato il mio cuore.
Ero piccolo, ma nonostante questo, il dolore e la sofferenza avevano preso
parte in me come un fiume in piena.
Mio padre non c’era, mia sorella piangeva. Qual è stata la mia adolescenza
senza te?
Provai un brivido, non appena ricordai quali erano i miei pensieri circa tre
anni fa. Può sembrare orrendo, indicibile, ma io a quattordici anni pensavo
alla morte. A come sarebbe stato morire, e dimenticare.
Dimenticare i pianti incessanti di mia sorella.
La bottiglia di birra mai vuota di mio padre.
Il mio dolore.
Ero stufo mamma. Stufo di vivere senza te.
Ma era bastato desiderare una tregua. Un qualcosa che riuscisse a farmi evadere
completamente dal tremendo dolore che ogni giorno intaccava il mio animo
ferito.
Le mie prime rime.
Erano bastati un foglio ed una penna per darmi la possibilità di esprimere la
mia rabbia, la mia frustrazione.
Volevo te, ma sapevo che non ci sarei mai riuscito.
Così ho trovato la mia tregua. Quel qualcosa che per qualche minuto riusciva a
farmi evadere da tutto e da tutti.
“Ho scoperto che la musica può fare più delle parole… in un mondo in cui non ci
si parla più” (Gemelli Diversi-il giro del mondo)
La musica. Quello strumento universale che sapeva donarmi mille sensazioni.
Qualcosa che riusciva a superare di gran lunga il semplice dolore. Riuscivo a
manifestare la mia rabbia con le mie rime, con le mie parole.
Così come me, anche i miei amici. Chi come me, viveva nella merda da quando
aveva messo piede in questo mondo.
Noi siamo gente vera mamma, gente di strada.
Chi, che per amicizia farebbe di tutto. Chi sa davvero apprezzare le cose
belle, chi adora vedere i propri cari felici.
Sì, è vero, a volte siamo cazzoni. Che possiamo farci? Amiamo la vita di
strada, corriamo con i nostri motorini, scriviamo sui muri. Ma che altro
potremo fare se non questo?
Mamma, dammi una guida che non sia il rap. Dammi un’alternativa che non sia lo
spaccio o la gente di strada, perché io davvero, non saprei che altro pensare.
Mandami un angelo che ti somigli. Mandami qualcuno che mi voglia bene
veramente. Chi non si fa sottomettere dalle difficoltà, colui o colei che saprà
farmi capire com’è bella la terra.
“Quante storie andate storte han visto queste vie.
Quante volte toccò a me le mie cattive compagnie.
Seguimi
Seguimi
Fatti un giro insieme a noi.
Vieni a toccare le lacrime”
(Gemelli Diversi-Le cattive compagnie)