BE MY DREAM
Un
solo raggio di sole illuminava la stanza, passando attraverso il
piccolo spazio di vetro scoperto dalla tenda, arrivava dritto alla
sua mano.
Katherine
non smetteva di osservarla, temeva che da un momento all'altro
avrebbe potuto perdere quella sensibilità al calore da poco
riscoperta, o peggio, notare la degradazione della propria pelle.
“Sai
essere vanitosa anche nel letto di morte, complimenti.”
Apparve
Damon con il suo solito sorriso maligno nei suoi confronti.
“Sei
venuto a dirmi addio?” domandò con la poca voce
che le era
rimasta.
“Te
lo ripeto: tu non meriti nessun addio, Katherine”
“Eppure
sei qui.”
Si
guardarono in silenzio per qualche secondo, Damon fece una smorfia,
voleva confessarle il suo odio represso, ma vederla in quello stato glielo
impedì.
Katherine
lo capì e sorrise amaramente: se c'era una cosa di cui
poteva essere
fiera era proprio quella di saper comprendere i pensieri di Damon
meglio di chiunque altro.
Era
proprio quel suo potere che l'aveva portata ad approfittarsene di lui,
ad ammaliarlo, a ferirlo come nessun altro.
Tuttavia
la verità era un'altra, lei poteva conoscere così
bene Damon perché
lui era la sua realtà più vicina.
Non
l'avrebbe mai ammesso, ma lui era talmente simile a lei che quando lo
guardava vedeva soltanto il riflesso di se stessa.
Forse
era per quello che si divertiva tanto a torturarlo, convinta in
qualche modo che quel dolore potesse arrivare dritta a lei.
La
sofferenza riusciva a sopportarla, ma l'amore?
A
differenza di Stefan, Damon lo pretendeva quell'amore.
E
Katherine non avrebbe mai potuto ricambiarlo, non allora, o per via
della sua perenne fuga da Klaus o per la sua dannata paura di amare.
D'altronde
era riconosciuta la sua codardia.
“E'
la tua ultima occasione, Damon, non risparmiarti” lo
incoraggiò
infine.
Il
vampiro rimase fisso a scrutarla, in realtà non sapeva da
dove
iniziare.
“Va
bene” acconsentì, sfregandosi le mani in segno di
sfida.
“Mi
hai rovinato la vita. Mi hai insegnato ad uccidere, a goderne... E
non posso cancellare niente!” Quelle parole furono talmente
colme
di rabbia, risentimento che Katherine dovette impegnarsi duramente
per reprimere il fitto senso di colpa che la stava pian piano
divorando.
“Per
non parlare dei 150 anni in cui ti ho amata... Tutto quel tempo perso
a trovare modi per liberarti da quella cripta, mentre tu te la
spassavi. E quando sei tornata, giusto...” Damon continuava
il suo
monologo e percepiva a ogni sua parola il dolore di quegli anni spesi
ad amarla.
“Quando
sei tornata mi hai confessato il tuo eterno amore per Stefan, hai
finto di essere Elena, illudendomi ancora. In poche parole... Mi hai
distrutto, Katherine.”
Quando
terminò, alzò lo sguardo verso di lei e con
stupore notò quelle
tanto conosciute pupille bagnarsi appena.
Non
l'aveva mai vista piangere o commuoversi, neanche fra le braccia di
Stefan.
Il
moro si chiese se quella non fosse altro che la sua ultima scenata.
Katherine si morse un labbro alla ricerca delle scuse, della
verità.
“C'è
un sogno...” iniziò “un sogno che ho
fatto una volta, anzi più
di una. Correva l'anno 1489, lo so perché fu proprio in
quell'anno
che si tenne la più bella e divertente festa a cui
partecipai nel
mio paese. Ogni dieci anni si riunivano tutte le famiglie del
villaggio, uomini, donne, bambini. Si celebrava l'avvenire del nuovo
decennio con canti e balli, invocando Andrei, un giovane martire,
morto secoli prima. Io stavo cantando accanto a Boris, quando un
giovane si avvicinò a me, invitandomi a ballare. A quel
punto
sorrisi e accettai l'invito, senza pensarci due volte.”
Damon
che fino a quel punto l'aveva ascoltata incuriosito, inarcò
un
sopracciglio.
“Con
questo tuo splendido e commuovente sogno infantile dove vuoi
arrivare?”
Katherine
l'osservò, incerta se confessargli quel finale tanto intimo.
“Eri
tu, Damon, quel giovane.”
Il
silenzio calò fra loro, lei si sentì imbarazzata
e vulnerabile,
mentre Damon assunse un'espressione indecifrabile. Stava
ripercorrendo mentalmente quel racconto in cerca di un probabile
significato.
“Katerina
ti avrebbe amato” dichiarò, accorgendosi di quella
distanza che si
era creata tra le sue due differenti personalità.
In
realtà ogni fibra del suo corpo l'aveva amato, in un modo
così
malsano, vero e perverso che faticava a definirlo amore.
“Ma
era soltanto un sogno.. Perdonami” provò lei,
sopraffatta dalla
stanchezza.
“Shh”
Damon la incitò a non parlare, sfiorandole le labbra con un
dito.
Il
vampiro afferrò uno dei sonniferi posizionati sopra il
comodino,
iniettandone uno sul braccio della ragazza.
“Chiudi
gli occhi” sospirò, avvicinandosi a lei,
stampandole un bacio
sulla guancia.
**
Le
luci illuminavano la piazza ancora in terriccio, le capanne disposte
a raggiera intorno ad essa, mentre canti popolari animavano
l'atmosfera.
La
gran parte della popolazione di quel villaggio era concentrata su
quello spazio racchiuso, contenta, quasi non vi fosse un domani.
Damon
si fece strada fra uomini ubriachi, ragazzini urlanti e qualche
danzatore solitario finché non la vide.
Katherine
era seduta accanto a un giovane magrissimo, pallido, dai cappelli
rossicci. Rideva di gusto, mentre ogni tanto spiccicava qualche verso
della canzone del coro. Sembrava così felice, pura, onesta.
Damon
spese qualche attimo ad ammirare quella giovane donna, diversa anni
luce dalla Katherine maliziosa e bugiarda che aveva tanto amato,
odiato.
Aspettò
qualche istante, cogliendo il momento più opportuno per
mostrarsi.
Liquidò il rosso mentalmente e si presentò a lei.
Ballarono,
rimanendo aggrappati l'uno al corpo dell'altra, ancorati in quel mare
di speranza, illusione. Perdendosi.
“Grazie”
sussurrò Katherine al suo orecchio, mentre una lacrima
solitaria le
rigava il volto.
Damon
non disse nulla, ondeggiava, restava con le braccia sulla sua schiena
di lei, assaporando il suo odore.
Avrebbe
amato Katerina. L'aveva amata.
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Note:
ok, io questi due li amo all'infinito.
So che la Plec ha fatto qualsiasi cosa per distruggerli, ma onestamente
non m'importa, ha comunque creato due personaggi meravigliosi.
Damon che nel 5x11 gioca con la mente di Katherine e lei che gioca con
il cuore di lui nella 5x12.
Si feriscono.
Si odiano.
Perché simili.
Scusate se Damon sembra quasi OOC, ma doveva essere per forza
più comprensivo e meno vendicativo, più umano per
perdonare Katerina.
Grazie infinitamente per aver speso parte del vostro tempo nella
lettura di questa ff.. e se potete ditemi cosa ne pensate, ve ne sarei
grata.
Alla prossima!
-A