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Autore: JulsAuditore90    02/02/2014    1 recensioni
E' la mia seconda fan fic dedicata ad Assassin's Creed ^^
Parlerò di un personaggio a me molto caro, e di come sarebbe stata la sua vita, se si fosse svolta in maniera diversa. Affiancata a lui, ci sarà una donna (che è completamente inventata da me) che nel corso della vita del protagonista, apparirà numerose volte, ogni volta con un motivo diverso.
Il personaggio in questione è Haytham Kenway. Parlerò di lui, della sua famiglia, e di ciò che nel videogioco non si vede, ma si legge solamente nel libro.
PS : Alcune date di vita o di morte di alcuni personaggi sono modificate per un problema ai fini dello svolgimento della trama del personaggio.
Dopo aver fatto questa precisazione, spero vivamente che possa piacere!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Kenway, Edward Kenway, George Washington, Haytham Kenway, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Non morire prima di me

- Know your Enemy -

 

<< Non è il caso di disobbedire a tuo padre, bambina mia. Non ama vederti fare i capricci. >>

La voce della donna risuonava nella stanza, quasi fosse il mantra di una liturgia clericale. La piccola bambina correva in lungo e in largo per la stanza con le trecce mal fatte e il vestito per le occasioni di festa, mezzo sgualcito. Una delle domestiche, -la più giovane-, la rincorreva cercando di fermarla, ma la piccola era troppo veloce e furba.

<< NO! NON VOGLIO ANDARE IN QUEL POSTO! VOGLIO RESTARE QUI CON CLAIRE, MAMMA! >> rispose urlando la piccolina, prima di andar a sbattere contro qualcosa, che senza il minimo sforzo la afferrò da terra per prenderla tra le braccia.

<< La mia bambina disdegna una cioccolata calda ed una fetta di torta. Cara, siamo sicuri che questa sia nostra figlia? >>

La risatina quasi isterica della bambina quando venne presa tra le braccia, stemperò il malumore dal volto della donna con la spazzola in mano, e dipinse sul volto della domestica un sorriso riconoscente mentre si congedava dalla famiglia riunita.


 

[…......]

 

 

[White's – Chocolate House]


 

<< Papà, ma Jenny perchè non è venuta con noi? >>

La voce del giovane ragazzino, più alta del chiacchericcio nella sala, fece voltare suo padre di scatto, che gli posò una mano sul braccio, facendogli cenno di abbassare il tono della voce.

<< Tua sorella è in buona compagnia, nonostante questa sera non sia qui con noi Haytham. Noi abbiamo degli ospiti da incontrare, ospiti che tua sorella conosce già. Tu invece no. Non sei felice di conoscere nuove persone? >>

Il ragazzino in tutta sincerità alzò lo sguardo su suo padre, e gli sorrise, ritornando a prestare attenzione alla sua fetta di torta al cioccolato. Ogni bambino di una certa levatura sociale e con un patrimonio che lo rendesse benestante, amava White's per il tipo di leccornie che venivano servite. Ogni tipologia di dolce che veniva servito, era riccamente decorato con chili e chili di cioccolato, in svariate variegature, per non parlare della vasta scelta di cioccolate calde di ogni genere. In poche parole era il tipo di ambiente adatto ad ogni bambino sulla faccia della terra. Suo padre continuò a parlare animatamente con sua madre, sino a quando non gli diede un colpetto sulla mano, facendogli capire che doveva smettere di mangiare la torta e di alzarsi in piedi, per accogliere quelli che dovevano essere i loro ospiti. Un uomo dell'età di suo padre in un uniforme da soldato, una donna dall'abito verde smeraldo, -che a detta di sua madre era una tra le donne più belle di Londra-, e una piccola bambina con un vestito bianco e i capelli rossi intrecciati in una lunga treccia.

<< Tessa, ti presento il generale Edward Braddock, sua moglie Catherine e la loro figlioletta Zaharah. >>

Tessa, dopo aver sentito le parole del marito, si accinge subito ad accogliere gli ospiti facendoli accomodare al loro tavolo, mentre Edward, ordina per i nuovi arrivati la specialità di White's. Haytham fissava la piccola bambina con la treccia, meravigliandosi che suo padre abbia acconsentito la presenza di una bambina al loro tavolo. Quando erano a casa, -nella loro residenza a Queen's Anne Square-, gli era totalmente vietato avere contatti con i figli dei vicini, -che lui spiava puntualmente dalla camera della sua stanza-, mentre quella sera avevano permesso ad una bambina di prendere parte alla loro tavolata.

<< Haytham, figliolo, non vuoi fare il gentiluomo e presentarti come si deve? >> la voce di sua madre lo rimbeccò subito, non appena lo scoprì a fissare la bambina dai capelli rossi e gli occhi color della foresta siberiana. Da bravo ometto diligente ed educato, fece un piccolo inchino per poi tornare a sedersi al suo posto, mentre la piccola bambina veniva spinta da sua madre a sedersi affianco a lui. La conversazione che i suoi genitori intavolarono subito con i genitori della bambina, prese una piega a lui sconosciuta, visto che per ora, non gli era concesso interessarsi a qualcosa di diverso dallo studio, o dalle lezioni di spada che suo padre gli dava di tanto in tanto.
Si ritrovò a fissare di nuovo la bambina, che in silenzio faceva roteare il cucchiaino nella grande tazza di cioccolata calda, ignorando completamente la fetta di torta che le era stata portata. La bambina si voltò verso di lui e abbozzò un sorriso, per poi tornare a giocare con la cioccolata, e per lui fu una nuova emozione. Non aveva mai parlato con nessun bambino, e ora era seduto affianco ad una bambina, in carne ed ossa.

<< Che cosa significa il tuo nome? >> la voce della bambina si rivolse sicuramente a lui, visto che i genitori erano intenti a chiacchierare.

Per un momento rimase in silenzio, accertandosi che la bambina si stesse rivolgendo a lui, ma quando lei alzò gli occhi dalla tazza di cioccolata, ebbe la certezza che si stava riferendo a lui.

<< Il mio nome? Significa “giovane aquila”. L'ha deciso mio padre. >> rispose Haytham, sorridendo alla bambina, imitandola quando lei gli aveva sorriso.

La bambina ricambiò il sorriso per poi assaggiare una cucchiaiata della cioccolata. << Che bello. Deve essere un nome importante. >>

Non sapeva bene che cosa intendesse la bambina dicendogli quelle parole, ma nessuno gli aveva mai fatto notare una cosa del genere. Suo padre gli aveva detto, -quando lui gli chiese il significato del suo nome-, che era un nome importante, ed ora la bambina aveva ripetuto le medesime parole.

<< E il tuo nome, che cosa significa? >> la domanda uscì dalle labbra di Haytham senza che lui se ne accorgesse davvero.

La bambina, in tutta risposta mise da parte la cioccolata e gli si avvicinò, talmente vicino che poteva inspirare il profumo emanato dai suoi capelli.

<< Fiore del deserto. E l'ha deciso mio padre. >> la bambina rise, nascondendo la bocca dietro alla mano per poi guardarlo seriamente << Sai mantenere un segreto, Haytham? >>

Lui sgranò gli occhi, impressionato dalle parole della bambina. Non si conoscevano nemmeno e lei era gli aveva chiesto se era capace di mantenere un segreto. Lui ne era capace, vero?

<< Che bel significato.. Comunque si, lo so mantenere, perchè? >>

La bambina rise ancora, per poi spostare un po'la tovaglia del tavolo, e andare a guardare le sue gambe che dondolavano, dimostrando di non essere ancora in grado di toccare terra da seduta. Infilò una mano nei calzetti di pizzo e cotone per poi estrarre una piccolissima spadina di legno, non più grande della mano di Haytham. Alzando lo sguardo nella direzione dei suoi genitori, cercò di capire se la stavano guardando o meno, e dopo essersi accertata che non la stessero guardando, posò la piccola spadina sulla gonna del suo vestitino.

<< Da grande diventerò una guerriera.. Come dico sempre al mio papà! >> finendo la frase, la piccola Zaharah rise di nuovo, guardandolo divertita.

Haytham non conosceva precisamente che cosa facessero le bambine, visto che era la prima volta che poteva parlare con una di loro, ma sapeva per certo, -visto che vedeva Jenny-, che le bambine non si interessavano alle spade di legno. Loro si interessavano alle bambole, ai libri o al ricamo. Quando vide la spadina di Zaharah in netto contrasto sopra alla sua gonna, il suo sesto senso gli disse che di quella bambina poteva fidarsi.

Senza risponderle a parole, da sotto alla giacca blu, prese la spadina di legno che suo padre gli aveva regalato, e se la poggiò sui pantaloni di velluto.

<< Lo dico sempre anch'io a mio padre. >>

Entrambi risero, quasi fossero amici da una vita, e i loro genitori si voltarono, tutti e quattro verso di loro, sorridendo a loro volta, per poi tornare a parlare tra di loro. Al gruppetto formato dai loro genitori, si aggiunge una quinta persona. Era un uomo, poco più giovane di suo padre e del padre di Zaharah; era vestito con abiti sofisticati, che davano una chiara visione della tipologia di ragno sociale al quale apparteneva, e con se portava un bastone, su cui appoggiava gran parte del suo peso.

<< Reginald, sei finalmente dei nostri. Ti presento il generale Braddock, e sua moglie e la loro figliola, Zaharah. >> disse Edward, rivolto al nuovo arrivato.

Sentendosi tirata in causa, la piccola Zaharah si voltò in direzione della voce che l'aveva chiamata, ed Haytham fece lo stesso. Il nuovo arrivato, venne subito riconosciuto da Haytham : era Reginald Birch, l'uomo che spesso metteva piede in casa loro per parlare con suo padre. Sorrise in direzione dei due bambini, ma nessuno dei due rispose al suo sorriso. Entrambi strinsero le loro spadine, quasi volessero difendere se stessi dalla presenza del nuovo arrivato.

  
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