Il sonno della
Crisalide.
Perché ho un
piccolo tesoro rompiscatole.
‹‹
Non mi baci mai.››
Le
ruote del treno che correvano lungo il binario erano l’unico suono che scandiva
il silenzio: tranquillo, regolare, ritmato.
La
voce di Nagisa sembrava frantumare quella melodia pacata, non troppo perfetta
ma a cui Rei si era abituato, poteva definirla quasi piacevole… esattamente
come il ragazzo al suo fianco.
Che
buffa analogia.
Nagisa
si era insinuato nella sua vita a piccoli passi alla volta che man mano divennero
quasi frenetici, fino a rincorrerlo senza fiato per raggiungerlo e trascinarlo
con sé in quello strambo nuovo mondo a lui sconosciuto.
E non si riferiva solo all’entrata del club di nuoto ma a qualcosa di ben più
importante.
All’inizio
non poteva negare di aver trovato Nagisa un essere irritante, una seccatura
fastidiosa che era riuscita in qualche contorto modo a strapparlo dalla sua
quotidianità per forzarlo ad adattarsi a quella di lui.
Ma
ora Rei riusciva a vedere la bellezza in tutto ciò che il compagno gli aveva mostrato,
comprendeva concetti che prima del suo arrivo gli erano totalmente estranei,
che mai si sarebbe sognato di voler anche solo conoscere né tanto meno apprendere.
Vedeva
la bellezza insita nell’acqua, non riusciva a percepirla allo stesso modo di
Haruka senpai -forse non ci sarebbe riuscito mai-, ma quando la luce del sole colpiva
quella superficie trasparente una piacevole sensazione di benessere lo invadeva,
anche quando nuotava avvertiva una certa familiarità con quell’elemento che
fino a qualche tempo prima era per lui una pericolosa incognita. Ora faceva
parte di una squadra che lo aiutava a crescere ogni giorno, faceva parte dell’acqua
stessa e tutto questo si presentava ai suoi occhi come una conquista raggiunta con fatica ed a
cui non aveva intenzione di rinunciare.
Anche
se erano seduti uno di fianco all’altro sentiva qualcosa frapporsi fra di loro,
una distanza difficile da accettare, soprattutto per uno come Nagisa la cui
abitudine era quella di rendere chiunque partecipe di ogni suo stato d'animo, forse
in modo eccessivo e stravagante ma a differenza di Rei, lui non aveva rimorsi,
frasi lasciate a metà, gesti mancati, tanti piccoli pesi che si aggrappavano
alle pareti dello stomaco che cercavano di risalire lungo la gola ma rimanevano
annodati lì, fra le corde vocali, impedendogli di esprimere i suoi veri
pensieri.
Anche
in quella circostanza, senza preavviso, il ragazzo biondo diede voce alla
conclusione di una riflessione che doveva aver avuto inizio parecchio tempo
prima, o almeno così ipotizzò Rei.
Il
tramonto bagnava con la sua luce ambrata i profili di entrambi, colorando
quella carrozza vuota con tinte calde, rendendo Nagisa ancora più luminoso di quanto
già non fosse di per sé.
‹‹
Non mi baci mai.››, ripeté, come se il compagno non l’avesse sentito, ignaro
del fatto che Rei gli stesse prestando ascolto già da quando aveva aperto bocca
per la prima volta.
Anche
se il tono di voce era pacato ed in contrasto con la serietà delle sue parole, i
suoi occhi apparivano invece stanchi, molto più sinceri ed eloquenti, come se
fossero loro stessi a rinfacciargli quella mancanza.
‹‹
Non è vero, lo faccio sempre.››
‹‹
Lo fai solo quando te lo chiedo o quando ti sembra giusto farlo. Tu non mi baci
mai veramente.››
Rei
sospirò, interrompendo il loro contatto visivo.
A
lui nessuno aveva mai insegnato come gestire i rapporti di coppia, la
spontaneità non faceva parte del suo essere, doveva rielaborare le informazione,
ponderare per bene ogni azione e gesto, capire se qualcosa doveva andare fatto
o meno. Di manuali sulle relazioni di coppia ne esistevano a milioni ma gli
stessi autori avrebbero stracciato ogni pagina dei loro libri se solo avessero
conosciuto Nagisa.
‹‹
Quando dovrei baciarti? Parli di continuo o siamo sempre con gli altri. Non è
facile per me trovare l’occasione giusta.››
Stavano davvero parlando di questo? Di tempistica? Tutto si basava su quello?
‹‹
Allora se pensi che io parli di continuo baciami in quel momento, se stiamo con
gli altri fallo ugualmente. Le occasioni dovresti crearle tu. Fallo quando ne
hai voglia.››
E
forse fu quello che scombussolò Rei, facendogli tremare le mani.
Nagisa,
che era sempre sicuro di se stesso, che sprizzava allegria da tutti i pori...
aveva paura che lui non
avesse voglia di baciarlo.
Il
che era una grande assurdità perché Rei non stava quasi mai ad ascoltare
davvero il biondo ragazzo, era per lo più troppo ipnotizzato dalle sue labbra
per riuscire a concentrarsi davvero sulle sciocchezze dei nuovi videogiochi
usciti quel mese o su quanto fosse buono il bento che quel giorno gli aveva
preparato.
‹‹
Vorrei che tu non mi nascondessi quando siamo con Haru-chan e Mako-chan.››
E
lì sentì lo stomaco stringersi, perché a differenza di Nagisa odiava mostrare
le proprie emozioni a chicchesia.
‹‹
Ti riferisci a questa mattina?››
L’allenamento
era finito e Gou stava aggiornando la squadra sugli esercizi che avrebbero
dovuto svolgere l’indomani, si era voltata verso Rei e si era complimentata per
aver stabilito un nuovo record personale, a quel punto Nagisa si era
avvinghiato entusiasta al suo collo, con la mano cercava di intrecciare le dita
alle sue ed a quel gesto le guance del più grande si erano infuocate. Senza alcuna
remore era scivolato via da quella presa, lasciando il compagno basito e per
qualche istante immobile.
Su
quel treno ora non c’era nessuno a guardarli ma Nagisa non sembrava avere alcuna
intenzione di occupare il sedile vuoto accanto a Rei -forse nell'insistente
tentativo di mantenere quell'apparenza delusa ed offesa- e lui non voleva
obbligarlo a colmare quella distanza.
‹‹…Hai
ragione, mi dispiace. Ti chiedo scusa.››
Nagisa
accennò un sorriso disilluso, ogni tratto del suo viso sembrava il contorno di
un libro su cui era scritto ogni suo pensiero. Forse fu per questo che si
voltò, interrompendo quella sorta di 'lettura' da parte sua.
‹‹
E cosa vuoi che ci faccia con delle scuse?››
‹‹
Dimmi cosa vuoi che faccia allora, se me lo dirai ti giuro che lo farò.››
Ma
l’amore non si poteva spiegare, non c’erano subdoli trucchetti e vie di mezzo
per facilitare la strada da percorrere, c'erano sentimenti ed affetti da
affrontare, e per uno che aveva rinchiuso il suo cuore in un piccolo bozzolo e
si affidava completamente alla razionalità, a ciò che si poteva spiegare con la
logica, era un concetto troppo difficile da comprendere.
Nagisa
scosse energicamente la testa in segno di negazione e gli angoli delle labbra
si piegarono nuovamente verso l'alto, come a voler dire 'Non fa niente, è tutto
okay'. Perché lui si difendeva così, creava abilmente un alto e robusto muro di
mattoni grazie a quel sorriso, chissà quante cose nascondeva dietro quella
barriera...
‹‹Lascia perdere, fa nulla. A me vai bene così Rei-chan, sono io che esagero.››
No.
Non andava bene così. Non poteva andare bene perché sarebbe stato un nuovo ed
amaro boccone da mandar giù per la gola e ciò significava un nuovo peso da
sopportare che andava ad accumularsi insieme agli altri, e lui si sentiva così
pieno di situazioni lasciate andare, di possibilità mancate, tanto da poter
scoppiare da un momento all'altro.
‹‹
Tu sei perfetto, Nagisa-kun. Non pensare mai che non sia così. Sono io quello
che invece di farti stare tranquillo ti rattrista. Anche... anche se non te lo
dimostro come dovrei è perché ho paura di commettere qualche errore
irreparabile, finendo così per perderti. I-Io ci tengo tantissimo a te. Ti
bacerò ogni volta che ne avrò voglia se questo ti renderà felice perché io
voglio solo questo… io… io voglio renderti felice.››
Si
era letteramente svuotato, aveva finalmente vomitato ogni parola che sentiva
esser incastrata fra la gola e la lingua da ormai troppo tempo, e le sue
spalle, il suo petto, ogni cosa adesso era leggera. Ma ora era che riuscito
finalmente ad aprire una crepa nel suo personalissimo bozzo che fino a quel
momento lo aveva tenuto lontano da quegli astrusi sentimenti si sentiva
letteralmente nudo, spogliato da ogni protezione. La sua faccia si tinse di una
sfumatura porpora e gli occhiali gli scivolarono di qualche centimetro, verso
la punta del naso.
Gli
occhioni di Nagisa si spalancarono, e per la prima volta fu lui a rimanere ammutolito
da quello sfogo inaspettato.
Ora
Rei non sentiva più le ruote del treno stridere sulle rotaie, sentiva solo il
suo cuore che pulsava rumorosamente ovunque, con quei battiti simili a colpi di
tamburo nelle orecchie, che fu coperto a stento solo da una risatina impacciata
ed ancora sorpresa.
‹‹
Questo... questo è stato strano, piacevolmente strano, non immaginavo che
Rei-chan potesse provare tutte quelle cose per uno come m--››, si attorcigliava
una ciocca di cappelli con un dito quando si sentì interrompere dal morbido
tocco delle sue labbra che zittivano le sue, fermando sul tempo quel flusso di
frasette sciocche che si spensero contro la sua bocca.
Il ginocchio era ben puntato sul sedile vuoto che li divideva, la mano sulla
nuca del biondo e l’altra sulla spalliera del sedile per mantenersi in
equilibrio.
Non
era un bacio passionale. Solo una feroce pressione di labbra imbarazzate, come
se su quel treno Rei stesse muovendo i primi veri passi di quella relazione da
poco sbocciata.
Sapeva
di doversi impegnare per tenere in piedi quel rapporto squilibrato ma ci
avrebbe provato con ogni fibra del suo essere, in fondo si era detto, se Nagisa
si era impegnato tanto per insegnargli le basi del nuoto, lui poteva essere
abbastanza tenace per imparare ad amarlo nel modo giusto.
Quando provò a distaccarsi dal viso del compagno questi circondò gentilmente
con le braccia il suo collo, come il tocco di una farfalla leggera, per
trattenerlo ancora un po’ di più, baciandolo in modo più delicato e meno
irruente.
‹‹
Cerca di rilassarti, sono solo io.››, gli soffiò sulle labbra e quasi fosse stata
una qualche formula magica i muscoli di Rei divennero meno tesi. Ed assecondò i suoi gesti, carezzando ora la
bocca del compagno in modo soffice e piacevole, avvertendo un gradevole
formicolio attraversare l'intera lunghezza della sua spina dorsale ogni qual
volta l'altro gli sfiorava le labbra con la punta della lingua, smaliziato e
giocoso.
‹‹
Rei-chan, tu mi fai felice. Non dubitarne.››, ed a quel punto Rei raddrizzò la schiena e tornò ad
accomodarsi al suo posto mentre Nagisa accorciava la distanza fra loro,
occupando quello spazio vuoto che tanto lo aveva disturbato fino a qualche
minuto prima. A quel punto poggiò il capo sulla sua spalla e Rei posò un
piccolo bacio fra quei fili dorati, sentendo le ciocche solleticargli il naso e
le guance, permettendogli così di riposare in quella posizione per il restante
tragitto.
‹‹
Anche tu mi fai felice, Nagisa-kun.››
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Angoletto
inutile dell’autrice.
Diciamo che
l’ispirazione di tanto in tanto viene a violentarmi ma parto sempre con l’idea
di scrivere una flash-fic per andare a finire con una one-shot quando mi va
bene.
Ovviamente se non avevo qualcuno a impormi
di mettermi a scrivere, questa cosa melensa non sarebbe mai uscita fuori.
Io spargo cuoricini alla vista di questi due piccolini. Non vedo l’ora che
inizi la seconda stagione per tornare a sguazzare nei miei feels.
Un ringraziamento speciale va
alla mia beta2 che, devo dire, ha fatto un ottimo lavoro per cercare di rendere
al meglio questa storia con i suoi consigli e le sue annotazioni, quindi…mille grazie.