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Autore: Set_WingedWarrior    04/02/2014    7 recensioni
La regina era appena rincasata da un estenuante viaggio di affari. Sapeva qual’era il suo dovere, ma avrebbe fatto volentieri a meno di quelle riunioni interminabili con magnati noiosi.
[...]
Varcata la soglia del suo palazzo si rilassò, lasciando cadere la rigida compostezza da regina, lieta di potersi finalmente riposare un po’.
-Zia Elsa, zia Elsa!-
Bello sognare.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La regina era appena rincasata da un estenuante viaggio di affari. Sapeva qual’era il suo dovere, ma avrebbe fatto volentieri a meno di quelle riunioni interminabili con magnati noiosi. Magari all’apparenza non sembrava, ma le piaceva molto divertirsi, ridere e svagarsi. Dopo la liberazione dei suoi poteri aveva riscoperto la sua gioia infantile, che aveva dovuto tenere sotto chiave come i suoi poteri. Riottenuta la libertà aveva molto tempo da recuperare, specialmente con sua sorella. 

Varcata la soglia del suo palazzo si rilassò, lasciando cadere la rigida compostezza da regina, lieta di potersi finalmente riposare un po’. 

-Zia Elsa, zia Elsa!-
Bello sognare.

Non fece in tempo a formulare un pensiero che un piccolo uragano dai capelli rossi le si attaccò alle gambe per abbracciarla. 

-Piccola!- Elsa si chinò e prese in braccio la bambina per abbracciarla meglio –Non dovresti correre in quel modo, potresti farti male!- la rimproverò dolcemente. 

-Scusa!- disse ridendo la bambina –Ma sono così tanto tanto felice di rivederti!- disse ancora, stringendosi più forte alla sua zia adorata. Lei si sentò scaldare il cuore e ricambiò forte la stretta. 

-Giovanna! Tesoro, dove sei finita?- chiamò sua madre. Arrivata alla porta d’ingresso smise di chiamare e si concentrò su tutt’altro. –Elsa!- corse incontro a sua sorella, che aveva appena rimesso a terra la bambina, e la strinse in un abbraccio. 

-Anna! Ti ci metti anche tu, che razza di esempio dai a tua figlia?- 

-Scusa, ma mi sei mancata così tanto!- disse stringendosi ancor più alla sorella maggiore. Elsa non poté fare a meno di ridacchiare. 

-Sono passate solo due settimane!- Ma in fondo anche lei aveva sentito tanto la loro mancanza. -Dimmi, come vanno le cose? E i due uomini di casa?- 

-Kristoff ha portato Christofer a fare un’escursione e per fargli vedere i ghiacciai. Quei due condividono la stessa mania!- 

-Suvvia, almeno così Kristoff non si sente solo!- 

-Zia Elsa?- la chiamò la piccola, gelosa del prolungato contatto tra le due sorelle. Adorava alla follia sua zia, e voleva il più possibile le sue attenzioni. 

-Che c’è tesoro?- chiese, inginocchiandosi per essere alla sua altezza, dopo aver rotto l’abbraccio con la sorella. 

-Lo facciamo un pupazzo di neve?- Elsa non poté fare a meno di sentire un colpo al cuore. Quelle parole, dette da quella bambina così identica alla sua sorellina da bambina… Era disarmante. 

-..m-ma certo tesoro! Tu vai in giardino, io e la mamma ti raggiungiamo subito!- le diede un buffetto sulla guancia che le lasciò qualche fiocco di neve sul volto e la bambina uscì ridendo. 

Anna lanciò un’occhiata a sua sorella. Non si era ancora rialzata. Qualcosa non andava. 

-Elsa?- si chinò accanto a lei –Che cos’hai?- poi lo notò. C’erano delle lacrime sulle sue guance. 

-Sai- incominciò Elsa, quasi inconsapevole –lei è.. è proprio uguale a te!- poi scoppiò in singhiozzi. La principessa non aspettò un istante che la strinse a sé.

Nella stanza si era fatto più freddo. 

-Mi dispiace!-

-Come?-

-Mi dispiace!- ripeté. Anna non capiva. Sua sorella non piangeva così tra le sue braccia da quando si era congelata per proteggerla. 

-Per cosa? Che succede?- che motivo aveva di piangere e scusarsi in quel modo? A cosa era dovuto quello sfogo improvviso? 

-Per…- singhiozzò –per tutto.- tirò su col naso (comportamento molto poco regale si ritrovò a pensare, ma non aveva tempo per dargli peso) e cercò di continuare con voce un po’ più ferma –Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare. Per la solitudine, le parole fredde, le porte chiuse in faccia. Per tutto quel tempo avevi bisogno di me, volevi solo starmi accanto ed io ti ho sempre allontanata. Non voglio giustificarmi, ma non ho avuto scelta. Non volevo che soffrissi, ma desideravo solo proteggerti. E invece ho fallito, in ogni caso. Sei stata tu a salvare me. Non ti sei arresa con me per quanto ti scacciassi e ringrazio il cielo ogni giorno che tu non l’abbia fatto! Non mi rendevo conto di quanto avessi bisogno di te, del tuo affetto… se solo l’avessi capito prima! Ti avrei risparmiato anni di dolore… perdonami.- 

Di certo era inaspettato, ma era un bene che si fosse rivelata completamente. Anna strinse dolcemente la sorella in grembo, ancora piangente, e iniziò ad accarezzarle i capelli come faceva con la sua bambina quando aveva gli incubi. 

-Elsa… è un bene che tu ti sia finalmente lasciata andare ed abbia condiviso con me questi tuoi sentimenti, ma… non devi scusarti. Non ce n’è ragione. Posso solo immaginare la sofferenza in cui sei andata incontro durante tutti quegli anni. Tutta la paura. Anche tu sei stata male, più di chiunque altro. Ma adesso non importa più. Non sei più sola, e nemmeno io! Siamo di nuovo insieme, circondate da una bellissima famiglia! Nessuno di noi sarà mai più solo.- si strinsero ancora più forte. 

-Va bene, ho capito. Grazie Anna.- 

-Non dirlo neanche, io ci sarò sempre. E se mai starai di nuovo male per qualcosa, qualunque cosa, potrai sempre parlarne con me. Fammi sapere tutto, non devi più trattenerti per me. Va bene?- 
Annuì. 

Seguì poi un minuto di confortevole silenzio, prima che Anna prese nuovamente la parola.

-Allora… lo facciamo un pupazzo di neve?- Elsa ridacchiò e si asciugò le lacrime.

-Certo-  




Angolo autrice 
Ringrazio Kengha per essere riuscita (pur non volendo) a mettermi in testa l'idea che Anna possa chiamare sua figlia "Giovanna". Leggete le sue storie e capirete! 
Bene, a parte questo e che questa è la prima volta che posto in questo amabile fandom, non penso di avere altro da dire. Chiedere un parere è fin troppo scontato. 
Sono le otto. Vi auguro una buona cena! 

 
 

   
 
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