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Autore: pamagra    13/06/2008    2 recensioni
Carlisle ed Esme:com'è nato il loro amore?Quali difficoltà hanno dovuto affrontare prima di potersi amare?Ripercorriamo le tappe della loro storia;dal suicidio di Esme,la sua trasformazione in vampiro,il controllo della sua nuova condizione fino al tanto sospirato matrimonio...Buona lettura!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ashland- Ospedale 

 

“Apra bene la bocca…ecco…così…si…ah…direi che ha le tonsille un po’ gonfie…e la gola arrossata,ma non c’è da sorprendersi,con questo tempaccio è naturale prendersi un malanno,ma non è nulla di grave,le prescrivo subito qualcosa e per qualunque problema,non esiti a ritornare, signora O’Connell”l’affascinante quanto estremamente giovane dottore,era la persone più gentile e amabile che la signora O’Connell avesse mai incontrato sei suoi 50 anni,e dire che  ne aveva incontrati di dottori ma nessuno così bello come il dottor Carlisle Cullen. Lo osservò ancora una volta,cercando di non farsi vedere:si era alzato dalle sedia posta davanti al lettino,su cui l’aveva visitata e piegatosi in avanti stava scrivendo qualcosa su un blocco posto sulla scrivania di legno chiaro,alla destra del lettino e lei poteva così ammirare il fisico slanciato e muscoloso,celato leggermente dal camice bianco che il dottore indossava e che contribuiva a renderlo ancora più simile ad un angelo sceso dal cielo;i capelli color oro erano accuratamente pettinati e qualche ciocca scendeva ad accarezzare la fronte alta e nobile, e a sfiorare leggermente gli splendidi occhi color miele,caldi quasi quanto la sua voce,il colore era insolito eppure non stonava affatto con tutto il resto,le labbra sottili,la pelle marmorea,di una bellezza irreale e splendente,così struggente da far male al cuore. Quando il dottore si girò e la fissò con un sorriso dolce,la signora O’Connell si ritrovò ad arrossire come una quindicenne e distolse lo sguardo puntandolo sulle sue scarpe che mai prima di allora le erano parse tanto interessanti.

“Ecco a lei,signora e si ricordi tre volte al giorno per una decina di giorni…Buona giornata” Carlisle accompagnò la signora fuori dalla porta non appena la donna svoltò l’angolo chiuse con un sospiro la porta dell’ambulatorio,poi guardò l’orologio attaccato alla parete bianca e iniziò a togliersi il camice, ma non riuscì a sfilarsi neanche una delle maniche che qualcuno bussò.Accigliato lo indossò,forse era uno dei casi dell’ultimo momento

“Avanti”,la porta si aprì ed entrò una giovane infermiera,una delle ultime assunte dall’ospedale,aveva lunghi capelli castani raccolti in una coda e dolci occhi nocciola,reggeva una cartella clinica che teneva appoggiata al petto e con la quale si copriva parte del viso,probabilmente perché arrossato,Carlisle sospirò e si passò una mano fra i capelli,gesto che mandò la ragazza in iperventilazione,con i capelli leggermente spettinati somigliava tantissimo a quella star del cinema che aveva visto sul giornale l’altro ieri,sospirò estasiata e fissò gli occhi dorati del dottore con aria sognante

“Allora…ehm…Eveline c’è qualcosa che non va?”

“Si…si ricorda il mio nome???!!!” la voce della ragazza salì di un’ottava,Carlisle annuì

“Certo…ce l’hai scritto sul cartellino” e annuì comprensivo.

La ragazza arrossì ancora di più  e rispose in un sussurro  

“Il dottor Worren mi ha detto di dirle se lei può…recarsi all’obitorio-e un brivido le percorse la schiena- hanno portato il corpo di una donna che sembra si sia suicidata” parlò in fretta per dimenticare la figuraccia fatta e poi chinato il capo senza aspettare una risposta uscì dalla stanza chiudendola un po’ troppo rumorosamente.

Carlisle guardò nuovamente l’orologio e poi si diresse a grandi passi fuori dalla stanza,attraversò il corridoio cercando di ignorare le occhiatine maliziose,delle infermiere,delle vecchiette e di tutti gli esseri di sesso femminile che incontrava. Scivolò silenzioso per diverse rampe di scale,salutando qualche collega che incontrava,ad ogni scalino,l’aria sembrava raffreddarsi e le persone diminuivano;svoltato l’ultimo angolo si trovò davanti la porta dell’obitorio,con un gesto la spinse e si trovò in un corridoio illuminato da lampade a gas,che gettavano ombre sulle pareti,si diresse verso una porta alla fine del corridoio e mentre la spingeva lo sentì:intenso,dolce,delizioso,odore di sangue. Arricciò il naso e scosse la testa,era da tanto che non sentiva un profumo così…dissetante, si passò una mano sul viso e fece dei respiri profondi…pessima idea,l’odore lo colpì ancora di più.

Lo seguì fino ad una piccola stanza,dove sopra un tavolo di metallo era stato sistemato il corpo di una donna:la veste imbrattata di sangue,il volto esanime,i lunghi capelli color caramello sparsi sul tavolo,l’odore proveniva da lì. Le si avvicinò cercando di essere cauto,quell’odore gli era familiare,molto familiare,si avvicinò ancora e allungò una mano per prendere tra le dita una ciocca di capelli della donna,erano morbidi e segosi,anche se leggermente umidi,li accarezzò e poi passò al viso:fu come ricevere una pugnalata…Dio…quel viso lo ricordava…era il suo viso…anche se imbrattato di sangue,anche se con un’espressione di pura sofferenza,quel viso l’avrebbe riconosciuto ovunque,l’avevo avuto negli occhi per più di 8 anni,nell’attesa di incontrarla,non aveva fatto altro che riguardarlo,temendo che la sua memoria potesse cancellarlo,cercandolo in ogni donna che potesse solo vagamente somigliarle,custodendolo come il più prezioso dei suoi ricordi.

“Esme…”sussurrò il suo nome e per un attimo gli sembrò di notare un’impercettibile movimento nelle sue palpebre,ma pensò che fosse solo un gioco di luce,causato dalla presenza delle lampade nella stanza. Avvicinò le labbra alla sua fronte e depose un bacio sulla pelle gelata e inspirò il suo profumo,leggermente alterato dalla presenza di acqua salata,accarezzò con una mano il suo volto,lì dove il sangue non c’era e si sorprese a pensare che anche così pallida e fredda,era sempre bella,poi un permisero attraversò la sua mente: Esme era pallida,fredda e distesa su quel tavolo,nell’obitorio…

“O mio Dio…Esme…Apri gli occhi, Dio,no…non ora,l’ho ritrovata,non portamela via,ti prego…” Continuava a muovere le mani  sul suo viso,tentando di rianimarla,ma sembrava inutile…

Tum…tum…

Carlisle alzò lo sguardo dal suo volto e si fermò ad ascoltare…

Tum…tum…

Lo sentiva,debole,fioco, ma lo sentiva..il suo cuore…Esme era viva…come fosse possibile,non lo sapeva…ma era viva…riprese a respirare e il suo  profumo lo invase,inspirò come per prendere coraggio,c’era un solo modo per salvarla e il solo pensiero lo riempiva di disgusto…non poteva…

Non poteva[ Ma si che puoi]

È sbagliato[Non lo è]

Soffrirà[Ma poi sarà tua]

Mi odierà[No…ti ringrazierà per ciò che hai fatto]

Non sarà mai mia, non posso condannarla[Le insegnerai e sarà sempre tua]

Si passò una man tra i capelli, avrebbe voluto salvarla,ma questo implicava la sua trasformazione in vampiro,non poteva…però c’era qualcosa in lui che desiderava vederla viva…anche se non con lui,gli sembrò che il cuore sanguinasse a quel pensiero,ma voleva vederla sorridere,voleva sentirla ridere…come tanto tempo fa…le sfiorò il viso,le scostò i capelli dal collo e poi la prese in braccio,baciandole lievemente la fronte,sussurrandole parole dolci,per farla resistere

“Ti prego…resisti…devo salvarti…ma tu resisti…Ti prego”. Si diresse velocemente all’esterno dell’edificio,nascondendosi nelle ombre della sera quando vedeva arrivare qualcuno,confondendosi nel buio,arrivò,correndo ad una velocità inumana fino ad una casa leggermente fuori città,a due piani,una villetta con giardino circondata dal verde della foresta che cresceva a sud di Ashland. Aprì la porta tenendo Esme ancora tra le braccia e si trovò davanti il viso di un ragazzo bellissimo e sorpreso

“Carlisle…cosa hai fatto?”

“Edward…a dopo le spiegazioni…devo salvarla” il tono disperato di suo padre lo costrinse a mettere a tacere i suoi dubbi,non pensò di leggere la sua mente,perché il dottore non faceva che ripetere un nome:Esme e persino nei suoi pensieri c’era un tono di voce disperato e angosciato. Edward lo vide salire di corsa le scale e dirigersi verso la sua camera da letto.Lo sentì trafficare con qualcosa e poi chiaro e distinto,sentì i denti di Carlisle affondare nel collo della donna sconosciuta…

Allora,ecco il secondo capitolo:volevo ringraziare:

Wind

Alice brendon cullen: certo che puoi chiamarmi mary ^__^

Princesselisil

Per i loro commenti,grazie infinite!!spero che questo cap vi piaccia!!

  
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