Il silenzio nella stanza d'ospedale era interrotto solo dal respiro leggero di Rob. Seduto su una poltrona accanto al letto dell'amico, Ric non riusciva a pensare ad altro se non a quello che era successo la sera precedente. Tutto gli sembrava sfocato in quel momento, come un sogno; ma non era stato un sogno. Era tutto reale: Rob aveva avuto un ictus. Al solo pensiero il suo cuore rischiava di esplodere. Come aveva potuto lasciarlo solo, come aveva potuto uscire a cena a divertirsi, e lasciare che Rob andasse in camera, sapendo che non stava bene. Avrebbe dovuto rimanere con lui. Cosa sarebbe successo se il suo istinto non gli avesse detto di controllare come stesse Rob? Non ci voleva neanche pensare.

Lentamente allungò la mano fino a prendere quella dell'altro e lasciò cadere lo sguardo su quel bel viso. Quei lineamenti così delicati, quelle labbra che tante volte si erano schiuse per far apparire un bellissimo sorriso, capace di illuminare l'intera Las Vegas in un attimo; un sorriso che non sarebbe stato più lo stesso. Con lentezza accarezzò le nocche della mano adagiata tra le sue, e si mise a fissare le palpebre chiuse, serrate a nascondere quei due pezzi di cielo, così limpidi da far concorrenza ai più preziosi zaffiri. Fece un respiro profondo e cominciò a parlare. Doveva farlo ora, mentre aveva la mente offuscata, altrimenti i giorno dopo, a mente lucida, la sua razionalità e il suo buon senso l'avrebbero frenato.

“Vorrei dirti tante cose. Cose dette e ridette, cose stupide, cose che mi tengo dentro da tanto, troppo tempo. Vorrei avertele dette prima, vorrei che non fosse così difficile per me parlare, confessare quello che provo per te. In questi ultimi anni mi hai cambiato la vita. Mi hai reso un uomo migliore, hai portato una luce spendente nella mia vita. Con il tuo sorriso e la tua timidezza, mi hai spronato a cercare di capirti, ad andare oltre quello che mostri al mondo. Mi hai lasciato entrare nel tuo mondo, fatto di allegria, gioia, musica. Quel mondo in cui sei te stesso, la timidezza non esiste, la tua sicurezza è al massimo, e tutto è perfetto.

Non posso perdere tutto questo Rob. Non posso perdere il tuo sorriso la tua semplicità la tua risata, il tuo arrossire furiosamente ad ogni mia allusione, ad ogni mio scherzo. Sei una persona speciale, sei il migliore amico che io possa avere, sei la persona più importante della mia vita. L'ho capito solo ora quanto il pensiero di perderti mi dilani l'anima. Non posso pensare ad un mondo senza di te, perché se non ci sei tu non ci sono neanche io. Sei diventato una parte di me, e se dovessi perderti allora non sarei più l'uomo che sono adesso.

Ti prego non lasciarmi. Non potrei vivere senza di te. Vedi come mi hai ridotto, sono qui in una stupida stanza di ospedale a piangere come un bambino. Lo so che ora stai bene, che sei vivo e che presto incontrerò di nuovi il tuo sguardo sorridente, ma una parte di me non riesce a togliersi quell'ansia e quella preoccupazione di dosso.

Io ti amo Rob, ti amo con tutto il cuore, il corpo e l'anima. Non credo che ci sia una parte di me, fisica o spirituale che non ti ami. Ti prego non lasciarmi”

lentamente abbassò il capo, mentre il suo volto si riempiva di lacrime e le sue spalle erano scosse da singhiozzi.

Rob da parte sua avrebbe voluto sorridere, parlare o almeno stringere la mano all'uomo accanto a se. A non poteva farlo, non poteva fare niente di tutto questo. Tutto quello che poteva fare era stare li fermo immobile a sentire i singhiozzi disperati dell'uomo che amava.