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Autore: Ily Briarroot    08/02/2014    1 recensioni
E' strana la sensazione che suscita il tempo.
Il tempo, qualcosa che sembra non trascorrere mai quando invece ne si ha la necessità, ma, allo stesso tempo, qualcosa di infinitamente veloce, che sfugge senza che qualcuno se ne possa accorgere.
Inesorabile, può trasformare tutto in un solo secondo. Può regalare felicità, può distruggerla. E' spietato, ma anche un grande alleato.
E' il bene e il male.
E' incontrollabile e prezioso, è la vita stessa.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Una nuova luce


E' strana la sensazione che suscita il tempo.
Il tempo, qualcosa che sembra non trascorrere mai quando invece ne si ha la necessità, ma, allo stesso tempo, qualcosa di infinitamente veloce, che sfugge senza che qualcuno se ne possa accorgere.
Inesorabile, può trasformare tutto in un solo secondo. Può regalare felicità, può distruggerla. E' spietato, ma anche un grande alleato.
E' il bene e il male.
E' incontrollabile e prezioso, è la vita stessa.
In questo caso, puntuale. Tremendamente puntuale.
Un liquido caldo le scivola lungo le gambe, i pantaloncini bagnati.
Un sussulto, prima di rimanere ferma, immobile.
Si appoggia alla parete bianca, raggiungendola dopo pochi passi affrettati. Percepisce il proprio corpo tremare.
“A-Ash... “.
Cerca di pronunciare il suo nome a fatica, perché in quell'esatto momento una scarica elettrica le colpisce il ventre.
“Ash!” urla stavolta, piegandosi leggermente nel tentativo di mantenersi in piedi. Si appoggia una mano sull'addome, aspettando.
Sente la corsa affannata di lui che le si ferma davanti. Lo vede sbiancare.
“Non dirmi che... “.
“E' ora! Mi si sono rotte le acque”.

I corridoi tutti uguali, l'odore di farmaci. Gli infermieri corrono da una stanza all'altra del reparto, mentre altri chiacchierano tranquillamente dietro ai carrelli.
Vede Ash precipitarsi verso l'accettazione e stringe i denti a causa dell'ennesima fitta.
Qualcuno la fa sedere su una sedia a rotelle, accompagnandola sino a una specie di saletta silenziosa. Ora, sembra di essere in un altro posto.
I muri sono di un colore lilla, al di fuori dei quali non percepisce alcun suono. Si sente di gran lunga più tranquilla.
“Misty, non preoccuparti”.
Si volta. Ash le sorride. Non può fare a meno di annuire, fidandosi di lui.

“Devi spingere, tesoro!”.
“N-Non... ci... riesco!” urla con quanto fiato ha in gola, cercando di riprendere a respirare. Non riesce a rendersi conto di niente, vede soltanto le troppe persone che sono attorno a lei, adesso. C'è un enorme viavai di gente che entra dalla porticina della sala parto, altre signore che parlano poco più in là. Già. Loro tranquille confabulano allegre mentre lei sta soffrendo come mai ha provato in vita sua. Vorrebbe ucciderle con lo sguardo.
I medici – giura che siano medici perché indossano il camice bianco, ma non ne è sicura – entrano più e più volte, per poi uscire. Due, tre, cinque. Forse è sempre lo stesso. Non ne è per niente convinta.
Un'altra signora, un po' più anziana, corre a prendere due ciotole d'acqua calda che appoggia poi sul carrellino davanti a sé.
Misty guarda male l'ostetrica alla sua destra che continua a intimarle di spingere. L'altra, a sinistra, armeggia con qualcosa. E l'ultima, neanche si rende conto se sia un'ostetrica. Si limita a restarle vicina, forse aspettando qualcosa.
“Ash... “.
Non lo sente più accanto a sé, ma è più calma quando lui le stringe forte la mano. Non l'ha lasciata un secondo, anche se non se ne è accorta.
“Sono dietro di te. Sono qui, non me ne vado”.
Misty annuisce, sudata fradicia. Il ragazzo le solleva dolcemente una ciocca di capelli rossi che le ricadono sul seno, sistemandogliela dietro l'orecchio.
“Mi hai sentita? Devi spingere, di questo passo... “.
L'ostetrica s'interrompe all'occhiata eloquente della sua collega. Si limita a sospirare, cercando di concentrarsi nuovamente sulla ragazza.
“... di questo passo cosa?!” ansima Misty, combattendo contro il dolore atroce che la costringe quasi a piegarsi in due. Potrebbero farle qualunque cosa, in quel momento. Potrebbe scatenarsi la fine del mondo, che di certo non se ne accorgerebbe.
Un dolore acuto, da mozzare il respiro. Un dolore che la strappa da tutto, che la confonde. Non riesce ad affrontarlo come vorrebbe.
“Tu pensa a spingere, Misty! Coraggio”.
Prende la parola l'ostetrica alla sua sinistra, controllando di tanto in tanto le condizioni della ragazza.
“Ve lo ripeto! N-non riesco!”.
Prova a spingere con più forza, stavolta, mentre stringe ulteriormente la mano tremante di Ash. Lui la guarda sorridendo, bianco in volto.
“Dai, Misty... ce la puoi fare! Ne sono sicuro”.
Gli restituisce di scatto lo sguardo, innervosita. Pensa che, probabilmente, lui può permettersi di parlare in quel modo visto che non è lui a dover partorire.
“Finiscila, Ash!” urla, sfogandosi contemporaneamente a causa della fitta che l'ha colta impreparata.
Adocchia lo sguardo preoccupato dell'ostetrica che sposta ogni tanto il lenzuolo, uno sguardo che le fa gelare il sangue nelle vene.
“Credo sia meglio un cesareo, non può farcela così” sussurra all'altra, ma Misty capta ogni parola.
Cosa?!”.
La ignorano, perchè anche la collega assume la stessa espressione.
“Il bambino non ce la fa. E lei perde troppo sangue”.
Misty non capisce, è completamente intontita. Sa solo che i loro volti non promettono niente di buono. E' Ash a chiedere qualcosa e loro gli rispondono. Non capisce più il senso delle frasi, percepisce appena la voce di Ash che però si allontana pian piano.
Le forze la stanno abbandonando. Solo questo.
“No, non facciamolo!” alza la voce un'ostetrica, con una nuova luce negli occhi “Vedo la testa, manca poco!”.
Il corvino sorride, spazzando via la tensione che lo stava logorando. Misty lo nota, gli sorride sinceramente, stavolta.
“Hai sentito? Un ultimo sforzo ed è fatta” dice poi lui, senza lasciarla un istante. La ragazza si ritrova a specchiarsi nei suoi occhi. Neri. Sinceri. Grandi. Profondi. Occhi che ha conosciuto otto anni fa. Occhi che l'hanno fatta soffrire. Occhi che è riuscita a ritrovare. Non può arrendersi, non adesso.
“Ascoltami. Tra poco sentirai un forte bruciore, ma va tutto bene. Significa che il bambino sta per uscire, devi solo continuare a spingere” afferma poi ancora l'ostetrica, accarezzandole il braccio scoperto.
Misty annuisce, non capendo di quale dolore le stia parlando. E urla. Di nuovo, ma più forte. Una nuova energia che non sa di avere le attraversa il corpo. E' come se questo le si stia spaccando a metà, stia andando a fuoco. Brucia, un bruciore tremendo. Non lo sopporta.
E poi, un senso di liberazione.
Dei vagiti echeggiano nella sala, segue un pianto disperato. Una delle tre ostetriche – non sa dire quale - le si avvicina, avvolgendo un lenzuolo bianco attorno a un esserino rosa che vede di sfuggita.
“E' una bambina. Complimenti”.
Ash sorride di felicità, cercando di nascondere gli occhi lucidi e illuminati di un brillio speciale. Una luce nuova, che non ha mai conosciuto. Il cuore martella forte nel petto, la gioia di quel momento sa che è qualcosa che non ha mai vissuto. E non riesce a spiegarsela.
L'ostetrica sistema la neonata tra le braccia della ragazza, con attenzione. Dopodiché si allontana di qualche passo per garantire loro un po' di intimità.
La bambina muove appena le minuscole braccia, sbucando con la testa dall'angolo della stoffa.
E Misty sa di non aver mai visto niente di più bello.
“E'... bellissima... “ mormora Ash, avvicinandosi. Tocca appena con un paio di dita la pelle ancora rossastra e sporca della figlia, ancora ricoperta di uno sottile strato biancastro.
Il suo pianto isterico non cessa del tutto, interrotto solo da qualche vagito.
“Sì... lo è... “.
La ragazza la osserva, ancora incredula. Dopodiché le sfiora la punta del naso con il dito, dandole un leggero bacio sulla fronte.
Il dolore di qualche attimo fa è scomparso e ha lasciato spazio a un mondo nuovo, tutto da scoprire. A una nuova vita che, all'improvviso, è diventata tutto. Tutto ciò che per cui vale la pena vivere.
Misty sorride, felice come mai prima di questo momento. E continua a farlo anche quando Ash le si avvicina, poggiandole un braccio sulle spalle.
“Sei stata incredibile. E' la cosa più bella che abbia mai visto” sussurra lui, senza farsi sentire dalle persone che si trovano ancora accanto a loro. Il tempo con la bambina sta per scadere, li interrompe l'infermiera, va pulita e visitata.
La coppia annuisce, ma non prima di aver deciso una cosa. L'ultima, la più importante.
“E' una femmina, quindi... “ Ash solleva lo sguardo di Misty con una mano, incrociandone gli occhi cerulei.
“... quindi Jyuri” dicono poi all'unisono, scoppiando a ridere.

L'ostetrica solleva piano la piccola, tornando a congratularsi, e la consegna alle infermiere che spariscono oltre la porta.
Il moro si china leggermente, baciando la ragazza sulla fronte, dolcemente. E lei gli stringe ancora la mano, senza smettere un secondo di notare la sua felicità.
All'improvviso, entrambi sono pronti a iniziare una nuova vita. Totalmente diversa, completamente sconosciuta. Ma insieme.

 

* * *

Note dell'autrice: ebbene, eccomi qui dopo tanto tempo con una nuova shot sulla poké che continuo ad adorare!
Premetto che la fic non era nata con l'intento di farla finire in questo modo... però, per come l'avevo scritta, ormai credo avesse avuto più senso farle avere il lieto fine :)
Tuttavia, per scriverla, l'esperienza di uno stage che ho fatto l'anno scorso nel reparto di ostetricia mi ha aiutata molto; ho assistito a un parto (sì, non sono svenuta per molto poco xD) e infatti ho descritto molto di ciò che ho visto e di ciò che mi hanno anche spiegato. E come la figlia di Ash e Misty, anche io ho visto nascere una bimba :)
Che altro dire? Questa fic ha deciso da sola come sarebbe dovuta finire... sì, okay, detta così sembra una cavolata, ma fidatevi che non lo è xD
Grazie mille a tutti, come al solito!

 

Ile

  
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