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Autore: Chordi    10/02/2014    1 recensioni
Crossover Blam
Dal testo:
"Erano finalmente stai ammessi a Hogwarts"
"Sam non voleva una ragazza. Sam voleva Blaine. Solo lui. Nient'altro"
One shot ambientata a Hogwarts con personaggi sia di Glee che di Harry Potter. Molto tragica e drammatica. Spero vi piaccia!
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sam Evans, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Blaine! Mi è arrivata la lettera! La lettera!” un bambino biondo correva verso il suo migliore amico, tenendo in mano una lettera sigillata con della ceralacca rossa.
“ Fammi vedere Sam! A me non è ancora arrivata...” Blaine guardò sconsolato la lettera in mano all'amico.
“Sono sicuro che la riceverai tra pochissimo. Guarda, sta arrivando Ron!”
“Ce l'ho anche io! Apriamola dai!” i capelli rossi di Ron erano tutti scompigliati quando raggiunse i due bambini.
“Non possiamo, Blaine non...”
“Non vi preoccupate, apritela pure, davvero!”
“Sei sicuro? Ti aspettiamo se...no, guardate! Guardate là in alto!” Ron indicò un punto nel cielo limpido “È UN GUFO!” L'uccello planò lasciando cadere una busta sulle gambe di Blaine e poi si appollaiò sul ramo di un albero. Sulla parte frontale c'era scritto l'indirizzo:
Signor B. Anderson
Westminter Park
Argyll Avenue, 6
Chester
Cheshire
Il bambino aprì la busta con le mani tremanti mentre Sam e Ron facevano lo stesso. Erano stati finalmente ammessi a Hogwarts.

“Spero di essere in Grifondoro come i miei fratelli. Vi immaginate essere l'unico della famiglia a capitare in Tassorosso o peggio, Serpeverde?” La faccia di Ron si contrasse in una smorfia inorridita. Poteva solo immaginare gli scherzi di Fred e George se fosse finito in Tassorosso e il dispiacere dei suoi genitori se fosse smistato in Serpeverde. “Solo i maghi diventati malvagi finiscono in Serpeverde” sussurrò piano.
“Sono sicuro che saremo tutti dei Grifondoro. Si me lo sento!” disse Sam convinto, percorrendo la Sala Grande insieme ai suoi amici per raggiungere il Cappello Parlante ed essere smistati nelle quattro case. La professoressa McGranitt aveva già iniziato a chiamare i bambini e tra poco sarebbe stato il turno di Blaine.
“Anderson, Blaine!” chiamò a gran voce la professoressa. Il ragazzino si sedette sullo sgabello e gli venne posato in testa il Cappello che cominciò a parlare, facendo sobbalzare Blaine.
“ Mmh, bontà d'animo, gentile con il prossimo. Staresti molto bene tra i Tassorosso. D'altro canto anche tra i Grinfondoro saresti perfetto, coraggio e orgoglio. Si direi decisamente GRIFONDORO!” urlò il Cappello. Un boato si levò dal tavolo dei Grifondoro e Blaine corse felice tra la sua nuova famiglia. La McGranitt continuò a pronunciare nomi ad alta voce ed arrivò a Sam.
“Evans, Sam!” il bambino si fiondò sulla sedia, pronto ad essere smistato.
“Oh, percepisco molta ambizione e voglia di essere un grande mago. Direi che hai anche molto, molto coraggio. Ma penso che staresti meglio in SERPEVERDE!” Sam rimase fermo per qualche secondo, poi cercò Blaine che lo guardava a bocca aperta. Sam non se l'aspettava. Significava che era cattivo? Come aveva detto Ron, che in quel momento lo fissava senza parole, i maghi malvagi finiscono in Serpeverde. Blaine pensava ad un errore, Sam era la persona più buona del mondo, era impossibile, non aveva senso. Ma il Cappello poteva sbagliare? Sarebbero andati da Silente insieme a Ron e avrebbero chiesto se Sam poteva essere cambiato.
Anche Ron venne messo in Grifondoro. Alla fine dello smistamento lui e Blaine aspettarono Sam sulle scale, per parlare dell'accaduto.
“Hey Sam! Aspettaci!” Sam li ignorò volutamente, non perché fosse arrabbiato con loro, ma perché non aveva voglia di parlarne e basta. Si diresse velocemente verso i sotterranei, dove stava la Sala Comune dei Serpeverde, la sua famiglia per i prossimi 7 anni.

6° anno
Sam era seduto da solo alla lezione di Trasfigurazione. Era ormai da sei anni che i Serpeverde lo snobbavano continuamente, forse perché il suo migliore amico era un Grifondoro o forse perché rispondeva male a tutti. Non gli interessava. Non voleva avere niente a che fare con loro. Lo prendevano sempre in giro perché non aveva mai avuto una ragazza, ma Sam non voleva una ragazza. Sam voleva Blaine. Solo lui. Nient'altro. Peccato che non glielo aveva ancora detto. Ma aveva intenzione di farlo, dopo Difesa Contro le Arti Oscure quando si sarebbero incontrati nel loro nascodiglio nella Stanza delle Necessità, che avevano scoperto solo l'anno prima. La lezione terminò e il cuore di Sam mancò un battito; raccolse tutte le sue cose velocemente e si mise la bacchetta nella tasca interna dell'uniforme. Crine di Unicorno, Salice, 10 pollici. L'aveva comprata sei anni prima insieme a Blaine (Corde di Cuore di Drago, Frassino, 7 pollici) da Ollivander. Era la cosa più preziosa che aveva, perché faceva di lui un mago e Sam adorava essere un mago.

Lo stava baciando. Finalmente Sam stava baciando Blaine. Seduti per terra sul tappeto, si spingevano l'uno contro l'altro con la voglia di avere di più. Blaine infilò le mani sotto la maglietta del migliore amico e gli accarezzò lento la schiena liscia, facendogli venire i brividi. Sam gli morse piano il labbro inferiore mentre con una mano giocava con un riccetto fuori posto. Non era mai stato così felice. Ed eccitato. Voleva andare oltre, ma si chiedeva se Blaine provasse lo stesso e se fosse davvero coinvolto quanto lui oppure questo bacio fosse solamente una nuova esperienza in più. Non voleva rovinare il momento, così si fece coraggio e allungò la sua mano verso i pantaloni di Blaine, ma si bloccò all'istante, non sentendolo più lasciargli baci roventi sul collo. Alzò la testa e vide che lo guardava intensamente. Ricambiò lo sguardo.
“Perché ti sei fermato?” domandò Sam.
“Perché” mormorò Blaine in un soffio “Perché ti amo. Ti amo davvero, Evans...” la sua voce si afflievolì nell'immensa stanza e venne sostituita da una lenta, noiosa e per niente rassicurante.
“EVANS!” Sam si svegliò di soprassalto ritrovandosi il naso adunco di Piton a pochi centrimetri dai suoi occhi. Si era addormentato sul banco. “È la fine” pensò Sam disperato.
“ Ci facciamo il pisolino pomeridiano eh? Punizione. Stasera. Alle 22. A quanto pare hai già dormito abbastanza per oggi, vero Evans? E...” a questo punto la faccia di Piton si corrucciò ancora di più “ 2 punti in meno a Serpeverde per la tua mancanza di interesse, i tuoi compagni ti ringrazieranno.” Quando si voltò, il mantello nero che lo rendeva simile ad un pipistrello svolazzò e ritornò a sedersi alla cattedra. “ Andate a pagina 394”.
“Miseriaccia, questa non ci voleva” pensò Sam; sapeva di stare antipatico a Piton, ma arrivare addirittura a togliere punti alla sua casa, non si era mai sentito. Anche se non gli importava niente della punizione, avrebbe passato meno tempo con Blaine e si dette dello stupido da solo. Il sogno che stava facendo era così bello e realistico che avrebbe voluto continuarlo per giorni e giorni, l'unica cosa che gli impediva di farlo, oltre a Piton, era che tra pochi minuti sarebbe potuto succedere veramente e la realtà, a volte, è molto meglio dei sogni. Uscendo dall'aula, venne fermato da un gruppo di Serpeverde fastidioso.
“Bene bene, il nostro caro Evans ci ha fatto perdere punti. Dove vai adesso? A piangere dal tuo amichetto e a spettegolare su quanto sia cattivo Piton?”
“Sta' zitto Malfoy!”
“Guarda Draco, Sammino sa ribattere! Vediamo di dargli una lezione?”
“Per quanto mi alletti questa opzione, preferisco non avere guai quest'anno. Tu fai pure Sebastian se vuoi, hai tutto il mio appoggio” sogghignò Malfoy voltandosi per andare nella Sala Comune seguito dai suoi soliti compagni.
“Sei rimasto solo Sebastian, hai il coraggio di colpirmi senza il tuo gruppetto che usi come scudo?” disse Sam sprezzante. Sebastian alzò la bacchetta puntadola verso Sam.
“Certo, per chi mi hai preso? Per quello sfigato di Draco?”
“Ah, si è lui il vigliacco nella vostra setta. E chissà come è anche il capo.” scoppiò in una risata sarcastica. “ Se sei tanto coraggioso, dimostralo. Colpiscimi.” Sam gli lanciò uno sguardo di sfida. Sebastian fu preso alla sprovvista da quella frase e abbassò la bacchetta. “Come pensavo. Siete solo un branco di codardi, viziati figli di papà. Non meritate nemmeno la mia pietà, per quanto mi riguarda.” si voltò per andarsene ma venne sorpreso alle spalle da Sebastian.
“Stupeficium!” Urlò il ragazzo e un lampo di luce rossa fuoriuscì dalla sua bacchetta: Sam venne scaraventato venti metri più avanti nel corridoio vuoto. Sebastian lo raggiunse e gli sferrò un calcio nello stomaco, talmente forte da fargli mancare l'aria. “Schifoso Mezzosangue. Non ho bisogno della tua pietà.” detto questo gli diede un altro calcio e se ne andò, lasciandolo lì agonizzante dal dolore.
Non sapeva per quanto tempo rimase fermo in quella posizione, non aveva le forze per alzarsi o per chiedere aiuto, così chiuse gli occhi e si lasciò andare, in attesa che qualcuno lo trovasse. Dopo un'infinità di minuti, sentì delle voci parlare intorno a lui.
“È Sam! Harry, Ron, andate a cercare Blaine!” A Sam pareva di sentire la voce di Santana, ma sembrava talmente lontana che non ne era molto sicuro.
“Si si, va bene. Ma forse è meglio portarlo in infermeria!” disse Ron, preoccupato.
“ N-no” Sam aprì gli occhi e cercò di tirarsi su per riuscire a parlare meglio con i suoi amici. I suoi veri amici. “Non posso andarci. È quello che si aspettano e non posso dargli questa soddisfazione. Voglio andare da Blaine.”
“Harry è andato a chiamarlo, sarà qui a momenti. Ma chi ti ha ridotto così?”disse Hermione.
“Sebastian.”
“Quel lurido schifoso. Gliela farò pagare, stai tranquillo!” Santana era fuori di sé dalla rabbia.
“No, San. Mi metteresti in una posizione peggiore di quella in cui già sono. Farmi difendere da una Grifondoro...sarebbe il disonore più grande per un Serpeverde.”
“Tu sai che nel profondo appartieni a noi vero? Qualunque cosa il Cappello abbia deciso...” mormorò Ron.
“Si, certo...”
“SAM! Che cosa è successo? Non ti ho visto davanti alla Stanza delle Necessità e mi sono preoccupato!” Blaine gli corse incontro con il fiato corto.
“Ti racconto quando saremo là. Grazie ragazzi, davvero. Ci vediamo!” Sam salutò Harry, Ron, Hermione e Santana e si diresse con Blaine verso la Stanza delle Necessità.
Dopo che gli ebbe spiegato l'accaduto, ritornò tutto alla normalità: mangiarono le Cioccorane e fecero una partita alle Gobbiglie. Sam continuava a rimandare la sua confessione, ma ad un certo punto la tensione che si sentiva dentro era diventata insopportabile e decise di provarci.
“Senti Blaine...” cominciò Sam e Blaine alzò lo sguardo incuriosito dal cambio del tono di voce.
“Dimmi.”
“C'è una cosa che volevo dirti da un po', ma non trovavo né il tempo né il coraggio per farlo perché è complicata e lunga.” Blaine lo guardava ancora di più stranamente ora che aveva iniziato. “ Ci conosciamo da anni ormai. Da quando siamo nati precisamente. Abbiamo passato ogni giorno della nostra vita insieme, non ricordo un giorno in cui non fosse così e ora sento che c'è qualcosa di più. Per lo meno in me. Non voglio spaventarti e men che meno allontanarti, ma devo dirtelo perché non voglio morire con la consapevolezza di non averci almeno provato. Quello che sto cercando di dirti è che mi piaci, non come amico, mi piaci davvero. Mi piace passare il tempo con te e mi fai stare bene. Io...credo di amarti. Anzi, no. Io ti amo Blaine. Più di quanto abbia mai amato qualcuno.”
“ Sam...Io...tu...” Blaine era senza parole.
“Ti prego, dimmi che mi ami anche tu. Ti prego” pensò Sam.
“Sei il mio migliore amico, Sam” riprese Blaine “E ti voglio un bene dell'anima ma non credo di provare lo stesso sentimento che tu provi per me. Mi dispiace, io non l'avevo nemmeno lontanamente immaginato e non voglio perderti, ma non ti amo e non credo che lo farò mai. Ti amo come si ama un fratello, niente di più...” perché mentre pronunciava queste parole, si sentiva lacerare dentro? Era stato colto di sorpresa e aveva detto la prima cosa che gli era passata per la testa. Vera o non vera, non aveva importanza. Non avrebbe comunque funzionato. Blaine stava con Rachel, non era omosessuale, non lo era mai stato.
Sam si sentiva svuotato. Aveva inteso il sogno come una premonizione ma ora sembrava che niente avesse più un senso. Lui, la sua vita, il suo immenso amore per Blaine. Che senso aveva se ciò per cui aveva vissuto gli ultimi tre anni non era ricambiato? Gli sembrava tutto così surreale. Da un sogno ad un incubo.
“I-io devo andare da Piton.” Sam si alzò e raccolse in fretta le sue cose per poi correre via senza nemmeno salutare Blaine.
“Mi dispiace.” sussurrò Blaine guardando Sam andarsene dal loro nascodiglio. “Mi dispiace.”

1 mese dopo

“Sam! Sam! Aspettami!” Blaine urlava nel corridoio affollato, cercando di attirare l'attenzione di Sam che accelerò il passo per evitare di parlargli. Superò un gruppetto di Corvonero ed entrò in biblioteca, certo che Blaine lì non lo seguisse. Blaine odiava le biblioteche. E anche Sam una volta, ma nell'ultimo periodo era diventata il suo rifugio. Girò l'angolo e si diresse verso la sezione dedicata al Quidditch. Blaine non poteva nemmeno immaginare perché Sam lo evitasse. Forse si, ma si sbagliava. Non era per la sua confessione finita male, era qualcosa di molto peggio. Sam non l'aveva rivelato a nessuno, non poteva riverarlo a nessuno; si vergognava tremendamente di se stesso, ma aveva dovuto farlo, per il bene della sua famiglia. Blaine non avrebbe capito, gli avrebbe urlato contro e non l'avrebbe mai più rivisto. Nell'ultimo mese si erano allontanati, ma questo avrebbe cambiato tutto. Non poteva rischiare di perderlo definitivamente. Pensando di aver ormai fatto perdere le sue tracce, uscì dalla biblioteca e si diresse verso la Sala Comune dei Serpeverde. All'improvviso una mano lo afferrò per il mantello e lo trascinò a terra.
“Ma che fai?” urlò Sam.
“Se non mi segui, ti trascinerò con la forza, sappilo.” disse Blaine.
“ Va bene, d'accordo, basta che mi lasci!” Blaine mollò la presa sul mantello e camminò a passo veloce verso la Stanza delle Necessità. Dietro, Sam lo seguiva in silenzio, aspettandosi il peggio. Quando giunsero nella Stanza, Blaine si voltò verso di lui arrabbiato e sospettoso.
“Ora mi devi dire che cos'hai.”
“Non ho niente Blaine.”
“Smettila di mentire.”
“Non sto mentendo.”
“Si invece, sono giorni che mi dici che non hai niente.”
“È così.”
“Bugiardo! Almeno dillo a me! Sono il tuo migliore amico Sam!”
“È per questo che non posso dirtelo! Ti metterei in pericolo e non posso, non voglio!”
“Ma, che cosa stai dicendo?” ora Blaine era veramente preoccupato “ Se ti sei immischiato in cose più grandi di te, tiratene fuori, vattene il prima possibile.”
“Se potessi, lo farei, credimi.”
“È successo qualcosa con Piton?”
“Cosa? No!”
“E allora cosa? Sam dai!”
“Blaine non è un gioco questo! Ci sono delle vite in pericolo.”
“Non capisco.”
“Meglio così” Sam si voltò per andarseme ma Blaine lo afferrò per il braccio sinistro. Sam lo strattonò via velocemente. “Smettila. Vattene!”
“Non finché non mi hai spiegato cosa sta succedendo.”
“Non posso! Blaine, non posso! Mi vergogno troppo e anche se l'ho fatto per una buona causa, non ci sono scusanti. È meglio che tu non lo sappia.”
“No, voglio saperlo. Non m'interessa che cos'hai fatto. Ti aiuterò ad uscirne.”
“Ne dubito” disse Sam sconsolato. Si girò per non far vedere a Blaine gli occhi che si riempivano di lacrime. Si tirò su la manica del braccio sinistro: il famoso simbolo serpeggiava sul suo braccio, nero e in rilievo come non lo era mai stato. Sam lo guardò, voleva scorticarlo via e scappare, togliersi da quella situazione in cui si era intromesso. Si voltò. Appena lo vide Blaine trasalì e indietreggiò.
“Mangiamorte. Sei un Mangiamorte.” sussurrò con un filo di voce.
“Si.”
“M-ma come...” a Blaine sembrava impossibile.
“ A Natale. Sono tornato a casa dai miei genitori e...” la voce di Sam si afflievolì “e ho trovato dei Mangiamorte che usavano la Maledizione Cruciatus su di loro. Anche su mio fratello e mia sorella. Dei bambini. L'hanno usata anche contro di me, ma ciò che era insopportabile era vedere la mia famiglia soffrire perché sono Mezzosangue. Ho fatto un patto. Se fossi diventato uno di loro, avrebbero lasciato andare la mia famiglia. Ho accettato e ho cancellato la memoria ai miei genitori e ai miei fratelli. Non sanno della mia esistenza, non ho più niente per cui vivere. Quando arriverà il momento di combattere, bisognerà decidere da che parte schierarsi. Io dovrò stare con il Signore Oscuro ma sappi che non era mia intenzione farlo. Tu invece, devi aiutare Harry Potter a sconfiggere Tu-Sai-Chi. Uno dei due vincerà e o tu o io verremo sconfitti. Spero di essere io. Non sono abbastanza coraggioso per vivere ancora in questa vita, ma tu devi continuare. Non cercarmi più, sarà meno doloroso per entrambi.”
“Quindi questo è un addio. Non volevo che finisse così Sam.”
“Nemmeno io.”
“Ma allora perché?”
“È meglio un addio che un arrivederci senza speranza.”
“Ti voglio bene Sam.”
“Ti amo Blaine.” Questa frase spezzò il cuore a Blaine più di qualsiasi altra cosa, non l'avrebbe mai più rivisto e ciò che sentiva in quel momento gli scoppiava nel petto. Era dolore, dolore perché Sam gli aveva esternato i suoi sentimenti, mentre Blaine era come cieco, incapace di vedere ciò che aveva avuto davanti agli occhi per tutta la vita e ora che lo stava lasciando andare aveva capito. Ma era troppo tardi. “Ti amo anch'io Sam.” pensò Blaine guardandolo uscire dalla sua vita.

Un anno dopo

I Ghermidori lottavano alle porte di Hogwarts. Presto sarebbero entrati insieme ai Mangiamorte e la battaglia finale sarebbe cominciata davvero. Migliaia di innocenti sarebbero morti. Gli studenti rimasti si accingevano a salutare i loro amici più cari. Chissà quando o se li avrebbero rivisti. Centinaia di famiglie distrutte. Per una guerra. Chiunque sarebbe stato il vincitore, troppe persone sarebbero morte.
Blaine correva per le scale in cerca di Sam. In cuor suo, sapeva che si era già unito ai Mangiamorte, ma la speranza era così radicata in lui che lo portava a ripercorrere i suoi stessi passi più e più volte. Rachel era morta a causa dell'Anatema Che Uccide lanciato da un Mangiamorte infiltrato. Sebastian e Malfoy si erano nascosti nei sotterranei. Harry, Ron e Hermione erano a combattere. Santana stava aiutando Neville e Luna a sorvegliare le entrate posteriori. Blaine si limitava a perlustrare il castello. Si sentì un boato e tutto l'edificio tremò. Lo scudo si era infranto ed i Mangiamorte erano entrati. Blaine tirò fuori la bacchetta e giunse all'entrata principale. Lo spettacolo che aveva davanti era agghiacciante: lampi di luce rossa e verde si scontravano a vicenda. I Mangiamorte colpivano alle spalle chiunque intralciasse il loro cammino. I giganti schiacciavano i soldati di pietra animati dalla professoressa McGranitt. Blaine non sapeva da che parte guardare ma decise di entrare in azione e raggiunse Neville e Santana che erano corsi indietro per aiutarli. Combatterono fianco a fianco, poi tutti si immobilizzarono. Il Signore Oscuro, Lord Voldemort, era arrivato affiancato da Bellatrix Lestrange, la sua fedele servitrice e da altri Mangiamorte incappucciati. La McGranitt si fece avanti, pronta a lottare.
“Spostati Minerva, non sono qui per te.” disse Voldemort con un tono annoiato “Dov'è Potter?”
“Se vuoi Potter, dovrai prima uccidermi.”
“Anche noi” urlarono all'unisono Neville, Santana, Ginny, Luna e Blaine.
“E va bene. Bella, occupati di loro” disse indicando i ragazzi “Avada Kedavra!” urlò in direzione della McGranitt, che parò agilmente la Maledizione. Nel frattempo Bellatrix e gli altri Mangiamorte si sparpagliarono e cominciarono a scagliare incantesimi ovunque. Blaine si ritrovò da solo contro Bella. Schivò tutti i colpi e riuscì a colpirla due volte con uno Schiantesimo. Sam, incappucciato, osservava la scena in preda al terrore ma senza intervenire. Solamente una volta Confuse Bellatrix e Blaine riuscì a colpirla di nuovo. La donna si infuriò e cominciò a lanciare incantesimi da tutte le parti e alla fine si preparò all'attacco finale. Blaine era stremato, aveva i riflessi rallentati e non riusciva più a muovere le gambe, era come immobilizzato dalla paura. Bellatrix si accinse a lanciare  l'Anatema Che Uccide. Sam vide Blaine immobile.
“Avada Kedavra!”
“Blaine, no!” Senza pensarci Sam si tuffò davanti a Blaine nello stesso momento in cui Bella pronunciava la Maledizione. Il getto di luce verde lo colpì in pieno petto e cadde a terra, senza vita. Bellatrix scoppiò a ridere. In una frazione di secondo Blaine raggiunse Sam a terra e lo guardò. Attorno la guerra infuriava ma ormai non c'era più niente per lui. Il viso di Sam era contorto dal dolore, gli occhi spalancati, vitrei, senza una scintilla di vita. Le lacrime rigavano le guance di Blaine, cadevano e andavano a finire sul corpo immobile di Sam. Si era sacrificato due volte, mai una volta aveva pensato a se stesso. Aveva messo a repentaglio la sua vita, pur di salvare le persone che amava, aveva sacrificato la sua vita per Blaine. Il ragazzo ora si rammaricava di non aver mai detto a Sam ciò che provava per lui, perché ora era morto, morto pensando che non lo amasse. Quando non era così. Mosso da una rabbia incontrollabile si avventò su Bellatrix e la trascinò a terra. Le sferrò una miriade di pugni in faccia e poi, accecato dalla rabbia, le puntò la bacchetta addosso. “Devi volerlo” si disse. Guardò Sam, immobile come l'aveva lasciato. Guardò di nuovo Bella, con gli occhi pieni di lacrime.
“Crucio!” urlò Blaine. Bellatrix si contorse dal dolore e lui urlò ancora più forte “CRUCIO!” La donna era in preda agli spasmi. Le lacrime gli scendevano sul viso, annebbiandogli la vista, ma gli bastava sentire le sue urla di dolore. Poi di colpo smise; Sam non l'avrebbe mai fatto, si era nascosto pur di non fare del male a nessuno e ora era lui che stava torturando. Urlò “Stupeficium!” e scaraventò Bellatrix lontano da loro. Blaine trascinò il corpo di Sam al riparo dagli incantesimi e si sedette vicino a lui, rannicchiato per non farsi vedere. Una luce rossa gli passò sopra la testa, schiantandosi sul muro di fronte a loro. Si accovacciò per vedere cosa stava succedendo, ma non fece in tempo ad alzarsi del tutto. Bellatrix si era ripresa e gli aveva lanciato la Maledizione. Un lampo di luce verde inondò la schiena di Blaine. Spalancò gli occhi e si sentì cadere a peso morto. Cadde sul petto di Sam. Una mano andò a finire esattamente in quella dell'amato e rimasero così per tutto il resto della guerra. Nessuno li spostò, nessuno li toccò. Quando Harry Potter trionfò contro Lord Voldemort e li trovarono, li fecero seppellire insieme, su ordine di Ron, l'unico che oltre a loro sapeva e comprendeva. Sam aveva detto che uno di loro sarebbe sopravvissuto. Invece, avevano perso la vita entrambi. Ma avevano guadagnato l'eternità, insieme e per sempre.

 

  
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