Ringrazio
anche solo chi
legge.
Remake
di cuori di
strada di Paolo Meneguzzi. Dedicata a:laolga, Linktroll,thebest90 che
l'avevano recensita.
L’ho
scritta sulle note
di Cuori di strada di Paolo Meneguzzi.
Aspettando
il Cell game
Gohan
chiuse gli occhi e
sorrise, allargò le braccia e le strofinò sul
terreno, le dita si sporcarono di
fango e un po’ di terriccio gli finì sotto le
unghie lattee. Inspirò, sentendo
odore di erba umida e gli steli verdi mossi dal vento gli sbatterono
contro le
gote solleticandogliele.
L’umidità
gli impregnava
la maglia e un filo d’erba s’incastrò
nella cerniera chiusa.
Goku
incrociò le braccia
dietro la testa e osservò una nuvola passare sullo sfondo
azzurro del cielo. I
capelli biondi di entrambi ondeggiavano mossi dalla brezza e una grossa
ciocca
sbatté contro la guancia dell’uomo.
<
Il Cell game si sta
avvicinando > pensò.
“Secondo
te un giorno
potremo vivere in pace?” domandò Gohan. La voce
infantile risuonò leggermente
stridula.
“Urca,
un giorno secondo
me ci saranno i fiori nei cannoni. Dobbiamo solo combattere per quel
giorno,
figliolo” rispose il padre con voce roca.
<
Spero solo di non
doverti lasciare il peso di combattere tu contro quel mostro >
rifletté.
Chichi
chiuse gli occhi, sorrise e piegò di lato il capo facendo
ondeggiare le ciocche
more ai lati del viso. Dimenò un cucchiaio e
scoccò un bacio verso il marito,
il vento le faceva aderire i vestiti al corpo. La pelle nivea era
arrossata
sulle gote e un grembiule le stringeva i fianchi.
“Ti
amo, Goku” sussurrò. Il viso della donna divenne
fumoso e sullo sfondo nero
apparve il viso sorridente di Crilin. Un rivolo di sudore gli scese
lungo la
fronte pelata su cui spiccavano i senti punti.
“Non
ce la saremmo cavata senza di te” sussurrò e la
voce gli tremò. Scomparve
inghiottito dall’oscurità, il viso di Bulma
apparve al suo posto. Una ciocca
dei capelli azzurri a caschetto le finì davanti a
un’iride color del cielo.
“Posso
sempre contare su di te amico mio” disse. Si sentì
in sottofondo la risata di
Yamcha e intravide il viso di Thenshinan.
Goku
sospirò e si leccò le
labbra.
<
So cosa vuol dire
portare questo peso > pensò. Chiuse gli occhi e
avvertì delle fitte al
petto.
< Questa
nuova
minaccia è come sempre colpa mia. Le attiro come mosche
> rifletté.
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Il
tendone della veranda
tremava e il meccanismo metallico a cui era collegato
cigolò, il rumore era
quasi del tutto coperto dal brusio delle persone e dai rumori delle
macchine
che venivano dalla strada.
Mirai
Trunks appoggiò le
gambe sulla sedia a sdraio e si passò la mano tra i capelli
violetti.
Il
maestro Gohan sorrise, si spostò di lato evitando un pugno
del ragazzino. La
manica arancione della tuta sventolava al vento, si spostò
ancora facendola
oscillare. Colpì il ragazzino con un’onda
d’aria alla schiena e lo guardò
rotolare per terra. Gli camminò dietro, si piegò
e chiuse gli occhi porgendogli
la mano.
“Devi
ancora migliorare, piccolo” disse.
Trunks
avvampò, si mise in ginocchio sentendo i graffi sul corpo
pulsare e la afferrò.
“Allora
come oggi, l’unica
arma contro i cyborg sono il coraggio e la libertà, come mi
ha insegnato il
maestro” mormorò. Si mordicchiò il
labbro e abbassò il capo, sospirando. Alzò
il capo, sentì dei vagiti provenire dalla Capsule
corporation e si massaggiò il
petto.
“Spero
solo che il mio
essere andato avanti e indietro nel tempo possa salvare il futuro del
me di
questa dimensione” bisbigliò. Strinse un pugno
fino a far sbiancare le nocche e
socchiuse gli occhi dal taglio duro.
“No,
non devo sperare.
Devo esserne convinto! Cambierò la storia”
gridò deciso.
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“Su,
su, non piangere
tesorino mio” mormorò Bulma
dolcemente. Si piegò verso la culla, il viso
del neonato era arrossato. Prese il bambino tra le braccia e lo
appoggiò al
seno prosperoso.
Trunks
strinse gli occhi
strillando più forte, dimenò i piccoli pugni
chiusi e scalciò ripetutamente. La
madre lo cullò ripetutamente.
“Oh
bimbo mio, come
faccio a tranquillizzarti se anche io sono angosciata”
mormorò. Le iridi
azzurre erano liquide e avvertiva il martellare irregolare del cuore
nel suo
petto rimbombarle nelle orecchie facendogliele fischiare. Le grida
disperate
del piccolo risuonarono nelle stanze.
“Se
solo quegli sciocchi
avessero sterminato il pericolo tre anni fa come avevo detto io, invece
no!
Scimmioni, hanno voluto metterci a rischio per forza solo per dimenar
le mani.
Altro che rispetto del libero arbitrio altrui” si
lamentò con tono acido. Le
lacrime rigavano il viso contratto del bambino.
Bulma
sospirò, piegò il
capo e baciò la mano del neonato, guardando oscillare il
ciuffetto violetto che
usciva dal cappellino nero con le orecchie di gatto che indossava.
“Vedrai,
andrà tutto
bene. Il tuo papà tornerà a casa e
capirà che ha un figlio stupendo” disse
l’inventrice per consolarlo. Avanzò lungo la
stanza continuando a cullare il
piccolo.
“Presto
avrai un
annetto, non puoi fare il bimbo piagnucolone”
mormorò la donna. Abbassò lo
sguardo e si osservò le scarpe.
<
Quando parlo così
sembro mia sorella[1] >
pensò.
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“Sembrano
avere delle
valide motivazioni. Cosa vogliono fare? Nemmeno io che sono il grande
Mr. Satan
sono convinto di riuscire a vincere” bisbigliò Mr.
Satan. Alzò il capo facendo
oscillare la sua capigliatura mora e riccia. Guardò le
spalle di Cell, le sue
ali e il capo allungato. Lo osservò fissare con
un’iride rosata il gruppetto di
sconosciuti al limitare del ring.
L’uomo
deglutì a vuoto e
fu scosso da una serie di tremiti.
“Ah,
ahi, che mal di pancia! Sto
soffrendo
immensamente! Che dolore, che peccato, che agonia! Come
combatterò se sto così
male?!” gridò. Appoggiò la schiena
sudata contro la roccia dietro cui era
nascosto, il viso era imperlato di sudore che gocciolava a terra e le
narici
gli fremevano.
“Cosa
devo fare? La mia
piccola Videl da casa si aspetta che suo padre salvi il mondo, ma non
mi voglio
cercare la morte come quel gruppetto di sciocchi”
bofonchiò con voce inudibile.
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Vegeta
socchiuse gli
occhi, tenendo le braccia incrociate strette contro il petto muscoloso.
La tuta
nera gli aderiva al corpo in tensione e il vento gli faceva ondeggiare
i capelli
neri a fiamma dalle dense ciocche tipicamente saiyan. Teneva le gambe
ritte e
la schiena rigida. Osservò il cielo azzurro e
digrignò i denti.
<
Maledetta donna dai
capelli di cielo! Devo pensare a vincere per il mio orgoglio e invece
mi torna
continuamente in mente quella gallina! Lei e quel mezzosangue che
è la riprova
di quanto io mi sia rammollito! > pensò mentalmente.
Corrugò la fronte e
abbassò le sopracciglia, soffiando dalle narici.
Bulma
cullò Trunks, la camicia da notte le aderiva al corpo roseo
e i corti capelli a
caschetto azzurri le ondeggiavano intorno al viso. Avanzò
fino al letto, si
girò e tornò indietro. Il neonato
gorgogliò stringendo con le mani il bordo del
vestito materno all’altezza del collo. Le iridi azzurre della
madre e del Trunks
del futuro brillavano riflettendo la luce lunare che entrava dalla
finestra
aperta.
“Non
credevo fossi così chiassoso da bambino”
sussurrò Mirai Trunks.
Bulma
sorrise e gli fece l’occhiolino.
“Dispotico
come tuo padre sin da piccolo, ma anche un bel ragazzo da
grande” disse.
Il
giovane avvampò, sgranando gli occhi.
Vegeta
indietreggiò aderendo alla parete, socchiuse gli occhi
continuando a fissarli,
rimanendo nascosto dietro la spessa tenda.
<
Bah, sono diventato
così sdolcinato che la mia mente riesce a farmi pensare solo
che non
m’interessa solo vincere. Voglio anche rimanere vivo per
rivederli ancora così
sereni > pensò.
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Chichi
si scostò dallo
schienale della sedia, incrociò le braccia e le
appoggiò sul tavolo della
cucina. Sentiva risuonare i versi degli uccelli provenienti
dall’esterno e il
rumore scoppiettante del fuoco nella loro stufa. Sentì
suonare il telefono,
alzò la sedia e la spostò all’indietro.
Si alzò, si diresse all’apparecchio e
si portò la cornetta al telefono.
“Pronto?”
domandò con
voce rauca, gli occhi le pizzicavano.
“Sto
venendo a prenderti
piccola mia. Alla Kame House avremo notizie più
fresche” sentì la voce di Yuma
dall’altra parte dell’apparecchio.
“Va
bene papà”
bisbigliò.
“Fatti
trovare pronta”
le raccomandò lo Stregone del toro. Seguì un
click e il suono ritmico della
linea telefonica. Chichi abbassò la cornetta tenendo il capo
chino e sospirò.
Si portò la mano alla pancia e strinse gli occhi.
Sentì salire la nausea e le
tempie le pulsavano.
“Il
mio piccolo tesorino
come starà? Oh Goku, perché lo devi portare con
te in battaglia? Non è già
abbastanza penoso per me rischiare di perdere te? Perché mi
devi sempre far
abbandonare anche dal mio piccolino?” domandò con
voce stridula e bassa.
Singhiozzò, strinse gli occhi e si appoggiò alla
parete con il braccio. Fu
scossa da una serie di tremiti e singhiozzò più
forte.
“Lo
so che lo
proteggerai a costo della tua stessa vita, ma non voglio muoia, diventi
un
delinquente o cresca senza padre” biascicò.
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Il
mantello bianco
oscillava dietro le spalle di Junior. Il namecciano osservò
le iridi
verde-acqua di Gohan, le labbra strette, le sopracciglia arcuate, il
caschetto
di capelli biondo-chiaro i cui ciuffi avevano la consistenza di tre
dita.
<
Ancora non ci credo
sia diventato un vero uomo > pensò Junior. La punta
aguzza delle orecchie
verdi gli tremò sbattendo ripetutamente contro la stoffa del
turbante che
indossava.
“Signor
Piccolo!” strillò il bambino. Dimenò la
coda, teneva le mani appoggiate in
terra e la testa gettata in terra. Il caschetto di capelli neri gli
aderiva al
viso, le guance erano solcate da rivoli di lacrime e gli occhi del
bambino
erano stretti.
Il
bambino gridò più forte, la bocca spalancata era
grande due volte il normale.
Junior
sbuffò dal naso e
abbassò lo sguardo.
<
In ogni caso
secondo me è tutta falsa. Va ancora protetto >
rifletté.
< Ma sentiti.
Sei così diverso dai giorni in cui eri il malvagio figlio di
Al Satan, la mia
controparte malvagia >. La voce del Supremo gli
risuonò nella testa e una
vena pulsò sulla fronte pelata di Junior, vicino a una delle
antenne nascoste
sotto il turbante.
<
Taci > rispose
mentalmente.
< Dai,
che te le
cerchi! Stai provando dispiacere persino per quel piccoletto pelato che
non fa
altro che frignare per l’assorbimento della cyborg 18
> s’intromise
mentalmente la voce di Nail.
Junior
strinse le
quattro dita affusolate della sua mano a pugno e le unghie aguzze
lunghe due
volte quelle umane si conficcarono nella sua pelle verde, facendo
gocciolare
del sangue violetto.
<
Mi auguro vivamente
che Vegeta stia passando le mie stesse sofferenze a causa di
ravvedimenti vari
> pensò.
[1] Tory
ha annunciato che Bulma ha una sorella
maggiore.
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