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Autore: Greywolf    11/02/2014    1 recensioni
In attesa del capitolo 664...lo voglio aspettare con una speranza...
Sakura tenta il tutto per tutto pur di permettere a Naruto di sopravvivere e di realizzare il suo sogno...
"Perché non reagiva? Perché non stava più lottando per sopravvivere? Possibile che si fosse arreso e stesse aspettando la fine?"
Spero che vi piaccia :)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Dannazione! Non credo potremmo trovarci in una situazione più disastrosa…intorno a me è un inferno. Gli uomini vengono spazzati via senza difficoltà, quell’enorme e imponente statua sarebbe inarrestabile senza il Terzo a darci un aiuto considerevole e siamo tutti a un passo dallo sfinimento. Posso leggere nelle espressioni di chi mi circonda sconforto, stanchezza…paura. Dopo essere stati a un passo da quella che sembrava la vittoria ora eravamo di nuovo sull’orlo del baratro…stavamo perdendo tutto. Tutto ciò per cui avevamo faticosamente resistito fino a quel momento. Gli unici ad avere ancora il coraggio di combattere era i Kage, anche se in quel momento non riuscivo a scorgere Gaara, ma per quanto ci provassero anche loro erano al limite. Mi chiesi dove si fossero cacciati Naruto e Killer Bee. Non riuscivo a vederli trasformati in cercoteri da nessuna parte. Cosa diavolo stavano facendo mentre noi avevamo bisogno d’aiuto? Non mi potei fermare a pensarci più di tanto perché la situazione stava peggiorando, ma giurai che non appena avessi avuto l’occasione avrei dato a entrambi una bella lavata di capo. Intravidi la signorina Tsunade così le corsi incontro domandandole:

“Come sta?”

“Sta andando tutto di male in peggio, maledizione…” disse senza neanche ascoltarmi.

Cercando di andare a dare una mano, cadde in ginocchio esausta. Mi precipitai a sostenerla con le arti mediche ma il mio chakra non fluiva come al solito. Il mio chakra personale era quasi esaurito e quello della Volpe non mi stava aiutando come prima. Cosa stava succedendo? Notai un’agitazione generale in un gruppo di uomini e vedendoli alzare lo sguardo e le mani notai che Gaara si stava avvicinando rapidamente verso di noi su una nuvola di sabbia. Non era solo, aveva qualcuno sulle spalle. Quando vidi chi era, credo di aver smesso di respirare per un attimo.

“Non c’è tempo per le spiegazioni! Hokage venga con noi! Deve curare Naruto mentre andiamo!” gridò Gaara mentre adagiava Naruto su un’altra nuvola di sabbia abbastanza grande per due persone.

“Non ho più chakra da usare per le arti mediche…Porta con te Sakura. Lei ha ancora un po’ di…” gli ripose affaticata l’Hokage seriamente preoccupata, quando la interuppi.

“Cosa hanno fatto a Naruto?! Cos’è successo?!” domandai disperata mentre lo esaminavo.

Era talmente immobile che temetti subito il peggio. Gli tastai il collo e per fortuna, anche se debole, sentii il battito. Ma respirava in modo impercettibile. Mi resi conto che ogni secondo che passava la vita lo stava abbandonando sempre di più.

“Vieni e smettila di lamentarti! Più tardi ti spiegherò tutto!” mi incitò Gaara.

Salii anche io sulla nuvola un attimo prima che Gaara partisse come un fulmine. Non capivo come Naruto poteva essere ridotto in quello stato. Non era ferito eppure stava morendo. Concentrai tutto il chakra che mi era rimasto sul palmo delle mani e gliele poggia sul petto, all’altezza del cuore.  Gaara ancora non mi aveva spiegato dove dovevamo arrivare, ma intuii che dovevo tenere in vita Naruto fino al nostro arrivo. Ma era tutto inutile. Nulla di quello che facevo sembrava aiutarlo. Il mio chakra si stava esaurendo e il cuore di Naruto continuava a indebolirsi. Perché non reagiva? Perché non stava più lottando per sopravvivere? Possibile che si fosse arreso e stesse aspettando la fine? Cercai di intensificare il flusso di chakra e di rianimarlo, mentre gli urlavo contro:

“Resisti! Non puoi morire! Tu sei forte! Tu…riuscirai a sopravvivere!” sperando che riuscisse a sentirmi. Ma il mio chakra continuava a calare vertiginosamente.

“Di questo passo…di questo passo Naruto morirà…” pensai in un attimo di totale disperazione.

Improvvisamente non sentii più nulla. Appoggia la testa sul suo petto: nessun suono, nessun battito. Il suo cuore si era fermato. Non respirava più.

“Non è possibile…” sussurrai.

Non poteva essere vero…mi rifiutavo di crederlo. Possibile che nulla di quello che avevo fatto finora fosse servito?

“Perché? Perché su di lui le mie arti mediche non stanno funzionando?!” chiesi a Gaara

“E’ perché è stata rimossa la Volpe dal suo corpo. E’ stato Madara…ma esiste un modo per salvarlo…ed è per questo che dobbiamo arrivare lì velocemente...dal Quarto Hokage! E’ stata la Volpe a dirmelo! Non conosco altri modi per salvare Naruto” mi ripose lui.

Forse c’era solo un modo…per farlo arrivare lì vivo.

“Quanto manca per arrivare lì?!” chiesi

“Ancora qualche chilometro!” rispose.

Qualche chilometro. C’era una possibilità…ma dovevo agire alla svelta. Senza esitazioni gli aprii la felpa e gli sollevai la maglia. Modellai il chakra curativo in modo da creare un bisturi di chakra. Gaara mi guardò incredulo, non credendo a quello che stavo per fare. Naruto stava morendo e non c’era scelta…il suo cuore non voleva saperne di battere ancora…lo avrei costretto con la forza.

Gli praticai un’incisione sul torace che non sanguinò troppo grazie al chakra che avevo preparato apposta. Potei allargare l’apertura quanto  bastava….gli infilai la mano nel petto, tra le costole, evitando il polmone sinistro…e gli afferrai il cuore, dandogli così una leggera scarica di chakra. Dovevo dosarlo per farmelo bastare il più a lungo possibile. Il corpo di Naruto si inarcò quando gli diedi la scarica, per rilassarsi subito dopo. Non potevo credere di essere stata costretta a un’operazione tanto estrema…ma Naruto non aveva altre possibilità. Si stava arrendendo…non potevo permetterglielo.

Nonostante stessi continuando a far contrarre ritmicamente il cuore di Naruto, quest’ultimo non accennava a voler battere da solo. Lui continuava a non respirare. Dovevo dargli più tempo. Mi chinai ancora di più su di lui, avvicinandomi al suo viso. Con la mano destra gli chiusi il naso, trassi un profondo respiro e poggiando le labbra sulle sue, insufflai l'aria con forza. Ripetei quell’operazione continuando a guardare disperatamente il suo corpo inarcarsi quando gli davo le scariche di chakra sul suo cuore.

“Respira, idiota, avanti!” pensavo.

Nella mia mano il suo cuore era ancora fermo. Non reagiva…non riusciva a reagire. Però come potevo fermarmi? Non stavo facendo la respirazione bocca a bocca a una persona qualsiasi. Non stavo tenedendo in mano un cuore qualsiasi…era di Naruto, la vita che tenevo nel palmo della mano. Non potevo lasciarlo morire…
Le sue parole mi tornarono in mente…quelle parole piene di determinazione, speranza e così dannatamente impossibili pronunciate dal ragazzino ignorante di un tempo ma che ora avevano acquisito valore pronuncite dal ragazzo così cambiato e maturato pur rimanendo l'ostinato testone di sempre.

“ Quel tuo stupido sogno ora è…” iniziai a pensare.

No…Lui deve realizzare il suo sogno! Deve vivere per realizzarlo!

“Non ti lascerò morire! Non posso!! Non posso assolutamente permetterti di morire!” pensavo e mi ripetevo.

“Sei un’idiota e uno stupido sognatore…” pensavo forte nella mia mente come per farmi sentire e mentre una lacrima gli cadeva sul viso quando mi chinai ancora su di lui “Ma sei anche la persona più coraggiosa e testarda che abbia mai conosciuto…Ti voglio bene, idiota…sei mio amico…ho ancora bisogno di te…riprenditi, ti prego!”

Naruto rimase immobile, stanco ed esausto senza rispondere a nessuno stimolo.

“Ho promesso che non sarei più stata una palla al piede per te…sarò io a salvarti stavolta…fosse l’ultima cosa che faccio…te lo giuro sulla mia stessa vita.” pensai ancora mentre quelle stesse parole assunsero la sua voce quando ripensai a quando le aveva pronunciate davanti a me promettendomi che avrebbe riportato a casa Sasuke, anni prima.

Ora ero io che gli avevo appena fatto una promessa…compresi l’importanza di una promessa simile. Pensai a quella fatta da lui e a quanto gli potesse essere pesata nel corso degli anni. Idiota…manterrò la mia a costo di morire per riuscirci. Appoggiai la guancia alla sua e gli sussurrai nell’orecchio, a voce bassissima ma in cui misi tutto il mio affetto per lui:

“Io credo in te Naruto...So che ce la puoi fare…coraggio!”. Il suo corpo si inarcò ancora mentre il cuore riceveva l’ennesima scossa di energia.

Gaara accelerò mentre con le nuvole scendeva di quota. Eravamo quasi arrivati a destinazione.
  
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