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Autore: Rota    12/02/2014    1 recensioni
L'essenza di Kise si esplicava, intimamente, nell'interesse verso la bellezza e nell'interesse verso i Pokemon. Com'era ovvio che fosse, entrambe le sue passioni esulavano dalle leggi conformanti la norma comune, ed erano così pregne della sua personalità da non potersene distaccare in alcun modo.
[Fandom!AU!Pokemon; KasamatsuxKise]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: So tell everybody I'm on my way – And I just can't wait to be there
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio, Un po' tutti
*Generi: Sentimentale, Generale, Introspettivo
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, AU
*Rating: Giallo
*Parole: 5131
*Prompt COW-T: Leggenda, almeno 300 parole
*Credits: On my Way, Brother Bear, Phil Collins
*Note: KasaKise, dopo tutto questo tempo – davvero troppo, me ne rendo conto.
È legata all'ultima delle KagaKuro che ho scritto, sempre in una Fandom!Au sui pokemon.
Come anche nell'altra, la mia fic è piena di riferimenti al videogioco della terza generazione, in particolar modo Zaffiro/Rubino. Kasamatsu si sovrappone alla figura di quello che è Adriano in italiano – e per chi non lo sapesse, lui è decisamente particolare all'interno del gioco, in quanto campione della lega E ANCHE Capo Palestra. Ovviamente, le Matricole Miracolose sono cosa che ho inventato di sana pianta io, ma questo non c'era neanche bisogno di spiegarlo 8D (L)
Per Nemeryal, il cui compleanno ho mancato clamorosamente ma siccome è una brava donnina mi perdonerà con tutto il suo amore e la sua grazia.
Buona lettura :D

 

 

 

 

 

*I*

 

 

L'essenza di Kise si esplicava, intimamente, nell'interesse verso la bellezza e nell'interesse verso i Pokemon. Com'era ovvio che fosse, entrambe le sue passioni esulavano dalle leggi conformanti la norma comune, ed erano così pregne della sua personalità da non potersene distaccare in alcun modo.
L'interesse verso i Pokemon era la cosa più evidente, nella sua intera e pubblica esistenza.
Facendo parte effettiva delle cosiddette Matricole Miracolose, la sua spiccata dote nell'addestramento del tipo elettro fu resa palese a tutto il mondo di Hoenn e lo fece arrivare a esiti più che soddisfacenti in pochissimo tempo, considerando la sua giovane età: una Palestra tutta sua posizionata in una città nevralgica per quanto riguardava i traffici e i movimenti di tutto il mondo dei Pokemon, dove poter sfidare gli allenatori erranti forti o meno, dove poter accrescere ogni giorno di più la propria fama e dove poter godere senza impegno la compagnia di ammiratori fedeli e servizievoli. Essere riuscito a sfruttare il proprio innegabile talento a quel modo era stata, a conti fatti, l'idea più geniale che gli fosse venuta, e che l'aveva reso a tutti gli effetti una leggenda vivente nel mondo delle lotte.
L'interesse verso la bellezza era ritenuta, da quei pochi individui che potevano vantare di una conoscenza appena più profonda di Ryota, una questione più intima e personale.
Se non ci fosse stato Kise, Momoi non avrebbe avuto nessuno con cui parlare a proposito di statistiche e di gare, di fiocchi e di mosse della categoria acume o grinta. Avevano curato assieme, negli anni, la lucidità della sfera di Magnemite, tanto che il padrone lo annunciava come la sua perla più preziosa e raffinata – così come il pelo lucido e rosa dello Skitty di lei era stato accuratamente pettinato per settimane e settimane anche dalla pazienza delle mani di lui. Erano sempre stati confidenti l'uno dell'altra e gli unici, all'interno del loro gruppo, che potessero comprendere e giustificare vicendevolmente una passione del genere.
Momoi gli aveva ricordato, non più di due giorni prima, la data dell'ultimo avvenimento sul fitto calendario che organizzava le gare di Hoenn: l'Arena delle Virtù di Porto Alghepoli organizzava come ogni anno lo spettacolo più sfarzoso e magnifico di sempre, in occasione delle finali che si sarebbero svolte nel mese di maggio. La ragazza, come Presidentessa del circolo organizzativo, gli aveva prenotato due posti nella tribuna d'onore, tenendo conto di un'eventuale accompagnatrice.
Ma Kise Ryota si presentò da solo, con la giustificazione del più bello dei suoi sorrisi; lei non chiese nulla e nel suo abito rosa confetto, con tanti merletti e tante decorazioni da far male la testa, gli indicò la strada dietro l'arena da percorrere per arrivare al proprio posto: la platea era ghermita di gente festante, che aspettava il discorso d'apertura direttamente dalla sua bocca.
Un saluto bastò.
Sulle rampe delle scale, Kise portò una mano alla cintura dei pantaloni, per evocare il suo Pokemon e non sentire più quella brutta solitudine addosso a sé. Magneton prese a volteggiargli accanto alla testa, emettendo quegli stridii sottili che solo un allenatore del calibro di Kise avrebbe mai potuto gradire o arrivare a definire amabili.
La sorpresa che si dipinse sul viso del giovane, una volta superato anche l'ultimo dei gradini, fu davvero spiazzante.
-Oh?
Un ragazzo dallo sguardo torvo e dai capelli scuri voltò lo sguardo a fissarlo per non più di cinque secondi. Era seduto in una posizione incredibilmente rigida qualche posto distante dal suo, con le braccia incrociate al petto. Escluso lui, non c'era nessuno, a parte le grida del pubblico che acclamavano l'arrivo di Satsuki.
Ma ciò che catturò subito dopo l'attenzione del ragazzo biondo fu dapprima le pinne rosse e azzurre dalla fantasia precisa e ben delineata, poi il corpo lungo e perlaceo del Milotic più bello che avesse mai visto.
Si fece avanti senza il minimo pudore, così preso dal proprio desiderio di conoscere l'allenatore di quella meraviglia che l'altro si spaventò al suo arrivo, facendo un balzo sulla propria sedia, e reagì guardandolo ancora più male di prima.
-Sei un campione di virtù, per caso?
Aveva gli occhi sgranati, ispirati da chissà quale felicità che l'altro evidentemente non riusciva proprio a comprendere. Si trovava in quel luogo per pura educazione, perché ricevere un invito e rifiutarlo in maniera troppo secca era sgarbato e poco consono, in particolar modo per un uomo come lui. Certo vincere la tentazione di ignorare, nella maniera più assoluta, tutte le appassionate anime di quel girone infernale, era la prova più dura che dovesse affrontare – ma lui era un uomo d'onore e non si tirava indietro.
Non smise, però, di guardarlo male.
-No, non ho mai partecipato ad alcuna gara.
Il ragazzo biondo continuò il suo elogio, troppo contento per sentire quella palese nota di incomprensione e di distacco nel tono dell'altro.
-Il tuo Milotic è perfetto! Ha le squame lucidissime e dei capelli di un colore sgargiante!
-Sì, è vero...
Lo lasciò per qualche minuto, continuando a girare attorno alla creatura come se stesse omaggiando un miracolo concreto, disceso sulla terra per benevolenza divina.
Non solo il padrone ma pure il Pokemon si sentì a disagio, pur nella sua irremovibile fermezza.
-Che bel muso! E che belle ciglia!
Milotic si aprì in un dolce sorriso, vinto da un pudore antico che gli anni di allenamento non erano riusciti, nonostante tutto, a cancellare completamente. Kise andò in visibilio, e questo gli fece ancora più piacere.
Vedere il proprio Pokemon così allegro, ammorbidì l'espressione dell'allenatore, che riuscì a togliersi di dosso quella contrarietà dai lineamenti.
-Quante pokemelle gli hai dato?
A questa nuova domanda, lui rispose in maniera tranquilla.
-Tutte quelle che servivano per farlo evolvere da Feebas.
Nello sguardo di Kise passò una nuova consapevolezza. L'evoluzione di un Pokemon come Feebas procedeva su due strade diverse, una delle quali comportava una separazione momentanea – e solo una categorie di persone avrebbe preferito mille torture piuttosto che separarsi dai propri compagni.
Anche lui si liberò dell'aspetto da sempliciotto, facendosi più interessato del dovuto.
-Sei un allenatore?
L'altro lo vide, lo intuì, e gli restituì il favore con una nuova serietà.
-Sono un Capo Palestra della Lega di Hoenn.
A quel punto, il ragazzo biondo prese posto accanto a lui, assolutamente disinteressato se fosse proprio quello destinato alla sua persona oppure no. Tese la mano verso l'altro e si gonfiò un poco, come un pavone particolarmente vanitoso.
-Kise Ryota!
Vide il suo sguardo cambiare, per qualche istante, così seppe di essere stato riconosciuto – e nell'ovvietà della propria fama Kise trovò una motivazione di orgoglio, tutta personale, che soddisfò abbastanza il suo ego.
Tuttavia, il tono dell'altro ragazzo non si curvò ad alcun tipo di timore o reverenza, e la stretta con cui gli prese la mano fu ben forte e incisiva.
Di certo, non era uno qualunque.
-Kasamatsu Yukio.

   
 
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