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Autore: B e l l e    12/02/2014    6 recensioni
Se non tutte le streghe avessero la possibilità di studiare a Hogwarts?
Se Silente venisse evocato da una di queste, indignata per non avere ricevuto la lettera da Hogwarts? Se fosse introdotto in un 'mondo' che non conosce, lui che sa sempre tutto? Incontro/scontro tra due personaggi di 'fandom' diversi. Cosa ne verrà fuori?
[1° classificata al contest "Incontri/scontri improbabili, o quasi..." di S.Elric_]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Phoebe Halliwell, Prue Halliwell
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Voglio andare a Hogwarts

 


"Phoebe!"
"Prue!" disse di rimando la più piccola delle sorelle. Non sopportava più la maggiore che, per ogni cosa che diceva o faceva, la sgridava. Odiava sentirle pronunciare il suo nome con quel tono di rimprovero. La mandava in bestia.
Prue la guardò male e incrociò le braccia.
"Non credi sia una cosa sciocca quella che vuoi fare? E' solo un film per ragazzi. Non è reale. Lo capisci?" continuò.
"Ma cosa ci costa un tentativo? Proviamo, se non succede nulla, avevi ragione tu" protestò Phoebe, guardagnandosi un'altra occhiataccia da parte della sorella.
"Non ho tempo da perdere con queste sciocchezze. Io lavoro, sai?"
Stava alludendo al fatto che Phoebe fosse disoccupata? Anche questo le dava ai nervi.
"Allora cosa aspetti? Vai a lavoro!" disse la giovane strega, fulminando la sorella.
Prue girò sui tacchi, sbuffando e, senza neanche salutarla, uscì di casa.
"Quando fa così, è davvero insopportabile!" pensò ad alta voce Phoebe, salendo le scale, "non vuole aiutarmi? Lo farò da sola".
Entrò in soffitta e prese carta e penna. Si sedette per terra, con le gambe incrociate, e persò a lungo ad un incantesimo, scribacchiando sul taccuino.
"Ci sono!" esclamò dopo un po'. Si alzò, prese delle candele e le accese, formando un cerchio.
Sì mise in posizione e pronunciò un incantesimo:

"Magiche forze bianche e nere
attraversando tutte le frontiere
che sia vicino oppure lontano
da me, Albus Silente, conducete per mano".


Non successe nulla.
 

 

Severus Piton stava protestando.
"Quel moccioso è impertinente e presuntuoso esattamente come suo padre, Albus!"
Silente non rispose, sembrava completamente assente.
"Mi stai ascoltando? Non ho intenzione di stare dietro a Potter un minuto di più. Non avrà vita facile, al mio cospetto, te lo posso assicurare" continuò il professore di pozioni, alterato sia con il ragazzino occhialuto sia con il preside che sembrava non ascoltarlo affatto.
"Scusa Severus, sembra che qualcuno mi stia chiamando..." sussurrò Silente, chiudendo gli occhi.
"Che cosa? Senti le voci, adesso?" ghignò Piton, alzando un sopracciglio.
"Scusami, ragazzo. Non posso starti a sentire. Devo andare..." disse di tutta risposta il preside.
"E dove dovresti andare?" chiese il professore, ironico.
"Non lo so!" rispose Silente e, avvolto da luci bianche, sparì.
Piton rimase interdetto. Guardò la sedia vuota del preside per qualche secondo, poi scrollò le spalle. "Vecchio pazzo!" decretò, uscendo a passo svelto dall'ufficio.

 

 

Phoebe non voleva darsi per vinta, così ripeté l'incantesimo altre due volte e, d'un tratto, apparvero delle luci bianche che palesarono un uomo, con la barba e i capelli bianchi così lunghi da toccare il pavimento, al centro dell'insieme delineato dalle candele accese.
La strega spalancò gli occhi. Ce l'aveva fatta. Quel vecchio era indubbiamente Albus Silente, o perlomeno, assomigliava molto a quello visto 'nel film per ragazzi', come diceva sua sorella.

L'uomo si guardò intorno per un attimo, poi fissò lo sguardo sulla ragazza che aveva davanti. Non se la ricordava. Strano, pensò, lui conosceva ogni mago o strega che era passato da Hogwarts e la maggior parti di quelli che avevano studiato in altre scuole di prestigio, come Beauxbatons o Durmstrang. Quella giovane donna doveva aver studiato da un'altra parte e lui, in quel momento, doveva trovarsi molto lontano dall'Inghilterra.

"Buon pomeriggio, cara!" disse, finalmente, il preside "Potrei gentilmente sapere dove mi trovo e cosa ci faccio qui?" chiese, sorridendole amabilmente.
Phoebe lo guardò e, poco educatamente, rispose alla domanda con un'altra domanda.
"Lei è Albus Silente?"
L'anziano annuì con la testa "Sì, Albus Percival Wulfric Brian Silente, in persona" rispose.
Phoebe si illuminò, pensando più a cosa avrebbe detto a Prue, che al fatto di essere riuscita nel suo intento.
"Io sono Phoebe Halliwell e siamo a San Francisco" disse.
Silente non si scompose, così la ragazza continuò:
"L'ho evocata qui, alla faccia di mia sorella, per sapere il motivo della nostra mancata iscrizione ad Hogwarts. Ad ogni mago o strega, da quanto ho capito, arriva un gufo con la convocazione, l'estate dell'undicesimo anno di vita".
Il preside rimase sorpreso.
"Forse, mia cara, perché, qui in America, un'altra scuola si occupa di voi. Generalmente, Hogwarts ammette, se non su richiesta specifica, solo ragazzi che vivono nel Regno Unito e nei paesi limitrofi" provò a rispndere.
Phoebe incrociò le braccia.
"Nessuna scuola ci ha convocate. Né a Prue, né a Piper, né tantomeno a me!" disse la strega, guardando l'anziano negli occhi.
"Ragazza mia, non so davvero cosa dirti. I vostri nomi non sono mai comparsi sulla mia lista. Devi sapere che, ad Hogwarts, abbiamo una lista che si aggiorna ogni volta che nasce un mago. E' divisa per anno e, ogni estate, vengono spedite lettere ai futuri primini..." spiegò il preside.
"Come la lista dell'angelo della morte?" chiese Phoebe, interrompendolo.
"L'angelo della morte?" Silente non sapeva davvero di cosa stesse parlando la giovane strega, il che lo rendeva un po' nervoso; lui sapeva sempre tutto.
"Già, mia sorella ha avuto a che fare con lui, qualche tempo fa... Dunque? Come mai non siamo nella sua lista?" chiese ancora Phoebe, impaziente.
Silente sospirò. Stava cominciando a dubitare che la ragazza appartenesse al suo mondo. Il preside, ovviamente, sapeva che vi erano altri mondi, altri tipi di 'creature magiche', come avrebbero detto i babbani; ovviamente, costoro, non potevano studiare a Hogwarts o in altre scuole, perchè la loro vita era impostata diversamente, il loro mondo era stato creato con altri scopi. Avrebbe dovuto spiegare quel complicato ragionamento alla giovane donna che aveva di fronte e non sarebbe stato affatto facile. Lui, però, non dava mai spiegazioni esaustive, era noto a tutti.
"Sarete destinate ad altro..." disse infine "di cosa vi occupate? Come usate i vostri poteri?"
Phoebe fece una smorfia, delusa dalla mancata spiegazione.
"Combattiamo i demoni. Rischiamo la vita ogni giorno... per salvare gli innocenti!"
Silente era sempre più sconcertato. Demoni?
"Nobile da parte vostra, difendere gli innocenti da questi... demoni. Cosa sono esattamente?"
Phoebe sbuffò. Dai libri e dai film, quell'uomo sembrava sapere tutto. Invece, in quel momento, davanti a lei, aveva tutte le carte in regola per essere definito ignorante. Lo guardò e vide i suoi occhi azzurri brillare, desiderosi di sapere.
"Sono esseri demoniaci di varia forma o colore, con grandi poteri. Sono il male, si nutrono di sofferenza... sono ben più forti di Voldemort. Io e le mie sorelle, con il potere del trio, potremmo farlo fuori in tre balletti, altro che Harry Potter!" rispose la ragazza.
Silente spalancògli occhi. Non capiva davvero come, quella giovane strega, sapesse tutte quelle cose o come facesse a conoscere il Signore Oscuro e il Prescelto, ma poco gli importava, in quel momento: non poteva credere a ciò che aveva detto Phoebe. Sconfiggere Voldemort in tre balletti? Beata ingenuità. Sperò con tutto se stesso che alla ragazza non venisse in mente di evocarlo, come aveva fatto con lui. Non avrebbe mai potuto eliminarlo, come diceva di fare con i demoni.
"Mi dispiace deluderti, mia cara ragazza, ma credo che tu non sappia di cosa stai parlando. Lord Voldemort è il mago più oscuro e potente mai esistito e solo Harry Potter, il bambino sopravvissuto, potrà sconfiggerlo, quando sarà il momento" disse, guardandola dolcemente.
Phoebe lo guardò con un sorriso irrisorio. Stava per aprire bocca, ma Silente giocò d'anticipo.
"Credimi, se ci tieni alla tua vita e a quella delle tue sorelle, stai fuori da questa storia. Apparteniamo a mondi diversi. Voi siete state scelte per difendere gli innocenti dai demoni, mentre Harry Potter deve uccidere Voldemort. Ascoltami, ragazza mia. Vai avanti per la tua strada e non pensarci più. Hai cose ben più importanti da fare qui" disse poggiandole una mano sulla spalla.
Phoebe lo guardò, ormai rassegnata e annuì con la testa.
"Ora devo andare, ma tu promettimi che ne starai fuori" disse il preside, sorridendo.
In quel momento suonò il campanello. Phoebe fece uno scossone.
"Via via!" spinse Silente nel cerchio formato dalle candele "Lo prometto, va bene! Adesso però deve andarsene. Hanno suonato alla porta: se arriva Prue e la trova qui, va su tutte le furie!". Prese ad armeggiare con carta e penna cercando di trovare, il prima possibile, un incantesimo per mandarlo indietro, ma Silente, di nuovo, l'anticipò.
"Allora ti saluto, è stato un piacere conoscerti, Phoebe" detto questo, si smaterializzò con un rumoroso – crack –.

 

 

Silente, l'unico che poteva materializzarsi dentro i confini di Hogwarts, comparve nel proprio ufficio e, come se nulla fosse accaduto, continuò il discorso che aveva interrotto un'ora prima.
"Cosa stavi dicendo, Severus?" si voltò verso il punto in cui aveva lasciato il suo professore di Pozioni, ma al suo posto vi trovò Harry Potter.
"S..Severus, signore?" balbettò il ragazzino, incredulo. Il preside sembrava davvero perdere colpi, con il passare degli anni.


 


NdA: Crossover tra i fandom "Streghe" e "Harry Potter". Per l'incantesimo di evocazione, mi sono ispirata a quelli che usano le sorelle per evocare Belthazor.

   
 
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