Prompt:
perdono e gratitudine.
Li ho mescolati tanto che alla fine si
sono amalgamati. Oops...
Il gelato anzitutto
Immobile
sul suo sedile, osserva sua madre sbuffare. La donna ha le chiavi in
mano e gli occhiali in testa, ma sicuramente sta cercando uno di
questi due oggetti, mentre rovista freneticamente nella borsa. Chiara
potrebbe chiederle cosa cerca, avvertirla, potrebbe persino allungare
la mano e rubarle le chiavi dalla sua o abbassarle gli occhiali sul
naso; se non lo fa è perché sua madre è molto
arrabbiata con lei ed è sicura che qualsiasi cosa possa
aggravare la sua situazione. Sta per pensare che anche il mancato
avvertimento può esserle fatale, quando Teresa parla,
tirandola fuori dalle sue elucubrazioni.
“Ah, ma ce li ho in
testa! Perché non mi dici niente, tu?”
Chiara
sospira, prima di seguire l'esempio di sua madre e uscire
dall'auto.
Fanno insieme pochi passi, poi si fermano per guardare
che non arrivi nessuno. Lei tira su la mano per attraversare la
strada esattamente quando Teresa inizia a camminare.
“Muoviti!”
le urla, da sopra la spalla.
Chiara sospira di nuovo perché
sua madre è molto arrabbiata con lei e stasera non avrà
il gelato.
Il negozio di alimentari è praticamente vuoto.
La bambina si chiede brevemente quanto ci voglia a fare la spesa se
si è anziani, visto che probabilmente il negozio sembrerebbe
ancora più vuoto se non ci fossero vecchietti lentissimi che
deambulano tra gli scaffali come se a casa si annoiassero. Davanti al
banco frigo capisce di aver bisogno di una strategia perché
sua madre non si volta verso il congelatore neanche per sbaglio e
solo pochi negozi, sul tragitto di casa, hanno il gelato che le
piace.
È con la testa tra le nuvole che trotterella alla
cassa, poco distante dalla donna. Alza il viso e la guarda, in piedi,
ferma in fila, irrequieta.
Teresa le lancia uno sguardo di fuoco,
quando si accorge di essere osservata, ma torna presto a guardare
davanti a sé.
La fila scorre e sua madre posa quei pochi
oggetti sul tappeto scorrevole della cassa. Il suono acuto e
insistente che fanno quando passano sembra irretire la cassiera, che
biascica intontita un chewing gum in un modo fastidiosamente
rumoroso. Chiara si acciglia, ma viene strattonata fuori da quel vago
disagio dalle parole di Teresa.
“Quando si riceve qualcosa
in regalo, si ringrazia,” dice lei, con alle spalle la luce
abbagliante del sole delle sei, che filtra dalla porta del negozio,
“e questo non vale solo per le cose che ci piacciono.”
Chiara
allarga gli occhi e dischiude le labbra lentamente, i primi per la
sorpresa e le seconde per la concentrazione. Pensa alle parole della
madre, pensa a come è sicura di aver saputo fin dall'inizio
che questo fosse il motivo della sua arrabbiatura, ma allo stesso
tempo che fosse rimasta una supposizione, lontana e fumosa come tutte
le supposizioni, fino a quel momento. Il fatto di essere appena
caduta dal proverbiale pero le fa arricciare il naso in imbarazzo.
In
teoria, tutto quello che possiede può considerarsi un regalo,
ma non è che lei possa ottenere qualcosa in altri modi.
L'incoscienza è sicuramente infantile quanto l'adagiarsi su un
concetto conveniente come quello, ma in qualche misura le ha sempre
dato un po' di conforto conoscere la differenza tra l'ignoranza e le
orecchie da mercante.
Sua nonna le ha regalato un centrino. Lei ha
un quoziente intellettivo sopra la media ma ha pur sempre sette anni,
cosa credono che possa farci con un centrino? Non ringraziare le era
sembrato un buon deterrente per far capire alla nonna di non doverle
più fare regali simili, non aveva assolutamente pensato a
questi temibili risvolti.
In ogni caso, è tutto piuttosto
seccante. Non può scusarsi, ormai, perché avrebbe
dovuto farlo prima e arrivare da sola al suo errore. È già
passata da questa strada, la conosce; sarà perdonata solo se
dimostrerà di aver capito.
Per lei il numero di gelati che
riceverà nel futuro prossimo sarà direttamente
proporzionale alla sua educazione. Nell'ottica di sua madre invece,
la punizione serve per impartirgli una lezione e questo deve valere
almeno un grazie.
Sua madre è una donna intelligente, ma
non ha ancora capito cos'è capace di fare lei per avere il suo
dannato gelato.
Alza la testa verso la donna e l'emozione le si
congela sulle guance in un tenue rossore, nel momento in cui lei le
rivolge l'attenzione a sua volta.
“Grazie,” dice
Chiara.
Teresa la guarda dapprima confusa e poi sospettosa, la
cassiera le dà il resto in una manciata di monetine il cui
tintinnio la distrae il tempo di un'occhiata veloce, ma è solo
quando afferra il significato del suo ringraziamento che viene il suo
turno di allargare gli occhi in genuina sorpresa.
La bambina sta
mettendo i pochi oggetti nella busta che la cassiera le ha dato con
stizza, dopo averla porta a sua madre invano per quasi un minuto
intero. I lineamenti del suo viso sono apparentemente rilassati, ma
lei sta facendo un enorme sforzo per non ridere, mentre lo sguardo di
sua madre le brucia sul profilo.
Sorride solo quando sono fuori,
mentre prende la mano che la mamma le porge e insieme si avviano in
silenzio alla macchina.
Questa se l'è giocata bene e
stasera avrà il gelato. Chiara se lo sente.