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Autore: Sprjng    13/02/2014    16 recensioni
"Vuoi sapere qual'è il mio problema?" mi chiese Harry.
"Tu vuoi conoscermi. Nessuno ha mai voluto conoscermi."
-
"Credevo che.. fossimo amici."
"Amici." disse solamente.
"Sei seria?" mi chiese poi.
"Faith, non voglio una cazzo di amica del cuore, capiscilo."
"Sei troppo ottuso per accettare il fatto che qualcuno ti voglia bene."
-
"Dobbiamo parlare."
"Tu mi piaci, io ti piaccio. Ci piacciamo." disse Louis divertito.
-
"Credo di essermi innamorato di te."
-
Una storia tormentata, romantica e perchè no, anche comica.
La storia di Faith.
Genere: Comico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«I need you.»


 

"Louis si è svegliato e fortunatamente il suo corpo ha reagito bene ai farmaci somministrati." disse la Dottoressa con un ampio sorriso.

Mi strinsi ad Harry, trattenendo a malapena le lacrime. Questa volta però, di felicità.

La sua mano mi accarezzava la schiena e con la coda dell'occhio vedevo il suo sguardo sorridente osservarmi.

"Non sappiamo con esattezza quali saranno i tempi di recupero. Dobbiamo tener conto dell'operazione e delle fratture subite." disse, scrutando di tanto in tanto la sua cartella medica.

"Ma posso assicurarvi che si rimetterà e che in futuro non riscontrerà grossi problemi." concluse in fine.

"Grazie mille Dottoressa." disse la preside, stringendole la mano.

Mi guardai intorno.

Non c'era più nessuno a sedere su quelle scomode sedie sbiadite. Erano tutti in piedi e tutti sorridevano.

La mano di Liam aveva appena colpito la schiena di Zayn, il quale si voltò ad abbracciarlo.

Niall aveva già preso il telefono in mano ed era uscito, informandoci che sarebbe andato a chiamare Amber ed Emma.

"Posso..?" iniziai, interrotta da un piccolo singhiozzo.

La Dottoressa mi sorrise.

"Vuoi vederlo?" chiese gentilmente.

Annuii e lei mi indicò la porta.

Guardai Harry e quando lo trovai a sorridermi, ricambiai e poi mi allontanai.



 

Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, alzai lo sguardo.

Aveva già ripreso un po' di colorito e non era più sdraiato. Adesso lo schienale del letto era sollevato e lui era a sedere.

Potei vedere i suoi bellissimi occhi azzurri, perchè grazie a Dio, non erano chiusi.

"Faith." disse, sorridendo debolmente.

La mia espressione si indurì.

"Sta zitto!" urlai.

Percepii gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime e sentii una tale rabbia che non potei fare a meno di alzare la voce.

"Sei un'idiota!" dissi, avvicinandomi al suo letto.

Abbassò lo sguardo, sussurrando un flebile "Lo so".

"Hai idea dello spavento che ci hai fatto prendere?" chiesi, tra i singhiozzi.

"Ero ubriaco, io.. non sapevo cosa stavo facendo." disse.

"Credi che sia una buona scusa?" chiesi.

"So che non avrei dovuto, io.." iniziò, senza poi portare a termine la frase.

"Io pensavo che tu fossi morto." ammisi, con voce rotta.

Il suo sguardo si pietrificò per un secondo.

"Ho visto quella macchina venirti addosso e.." provai a spiegargli, ma scoppiai a piangere troppo presto.

"Vieni qui." disse, facendomi spazio accanto a se.

Non me lo feci ripetere due volte e andai a piangere contro il suo petto.

Il suo braccio mi circondò il corpo e io potei sentire il calore della sua pelle.

Era vivo.

"Ho avuto paura di perderti." dissi.

"Ma non è successo." disse.

"Ma poteva succedere!" dissi, arrabbiandomi.

Sentii la sua presa farsi più stretta, forse con la speranza di calmarmi.

Rimanemmo in silenzio per molto.

Io smisi di piangere e lui carezzò la mia schiena per tutto il tempo.

"Faith, mi dispiace per tutto." disse all'improvviso.

"Per quello che ti ho fatto passare." aggiunse.

"A partire dal tradimento fino al modo in cui mi sono comportato con Harry." disse.

"Se prometti di non farlo più, è tutto dimenticato." sussurrai.

"Lo prometto." disse.

"Però puoi promettermi una cosa anche tu?" chiese.

"Dipende." dissi.

"Stai con me per sempre." disse.

Non fu una domanda, ma un'affermazione.

"Cioè.. stai con Harry, ma restami accanto. Soprattutto adesso." disse.

Sorrisi e annuii.

"Promesso." dissi poi.

La porta si aprì e io istintivamente, alzai il busto, rimanendo seduta al fianco di Louis.

Era Harry.

Scesi immediatamente.

"Ho bussato, ma.." disse, lasciando il resto della frase al vento.

Il suo sguardo era puntato su Louis e lo guardava come se volesse fulminarlo da un momento all'altro.

Finsi una tosse, attirando la sua attenzione.

"E' da un po' che sei dentro. Vorrebbero vederlo anche gli altri." disse, con tono estremamente serio.

"Oh, certo." dissi, avvicinandomi alla porta.

"Ciao Louis." dissi.

"Ciao." rispose, accennando un sorriso.

Uscimmo insieme e lo vidi dirigersi alla sedia su cui aveva poggiato il suo cappotto.

"Harry, non stavamo.. facendo niente." dissi.

Prese il cappotto e se lo mise.

"Lo so, tranquilla." disse.

"Che fai?" chiesi confusa e anche un po' mortificata. Sapevo che fingeva di non essere infastidito. Ma lo era.

"Torno al college. Vieni con me?" chiese.

"No, io.. vorrei restare qui." dissi.

Glielo avevo appena promesso, non potevo andarmene.

"Faith, sei qua da stanotte. Hai bisogno di una doccia, di cambiarti e anche di mangiare qualcosa di commestibile." disse.

"Non ho fame." dissi.

Mi guardò accigliato e poi distolse lo sguardo.

"Ok, fa come vuoi." disse, piuttosto scocciato.

Abbassai lo sguardo.

"So che sei arrabbiato con me, ma.." iniziai, prima di essere interrotta.

"Non sono arrabbiato con te. Ti ho già detto che non me la prendo, infondo ha avuto un brutto incidente e tu a lui ci tieni." disse.

"Si, ma io amo te. Ok?" chiesi.

Si avvicinò e dopo avermi dato un veloce bacio a fior di labbra, si allontanò.

"Ci sentiamo." disse, prima di percorrere velocemente il corridoio.

Lo guardai allontanarsi e avrei voluto seguirlo, davvero. Ma non potevo.

"Faith, c'è Louis che vuole parlarti." disse Zayn, alle mie spalle.

"Si, arrivo."



 

Harry's point of view.

 

Strinsi lo sterzo della mia auto fino a farmi diventare bianche le nocche delle mani.

Il mio cervello stava sfornando idee poco lucide.

Ero arrivato a pensare che Louis lo avesse fatto di proposito. Si, per farsi coccolare da Faith, come poco prima.

Non so perchè, ma non ne sarei stato troppo sorpreso.

Ovviamente lei si sentiva in dovere di prendersi cura di lui. E io non potevo certo mettermi a fare una scenata di gelosia. Infondo quell'idiota era stato messo sotto e io dovevo fingere di comprendere la situazione.

Ma non è divertente stare a guardare la propria ragazza che si dispera e quasi affoga nelle lacrime, mentre non fa altro che ripetere che se il suo ex ci rimane secco, lei muore con lui.

Il mio cellulare squillò e io accettai la chiamata, ignorando totalmente il mittente.

"Pronto?" risposi, senza fare attenzione a moderare il mio tono, decisamente seccato.

"Non posso crederci, mi hai risposto." disse.

Allontanai il cellulare dall'orecchio e vidi quella maledetta scritta: Numero Privato.

Fanculo.

"Siamo già a due chiamate, facciamo progressi." disse.

"Che vuoi?" chiesi, maledicendomi per non aver controllato chi fosse.

"Sempre la stessa cosa, Harry. Ma questa volta ci ho messo più impegno." disse mio padre.

"Di che parli?" chiesi.

"Ti ho comprato due biglietti aerei per venire qui da me." disse.

"Quante volte devo dirti che non voglio venire a New York?" chiesi seccato.

"Mi ricordo che una volta rispose una ragazza ad una mia chiamata." disse, ignorando la mia domanda.

"E' la tua ragazza, Harry?" chiese.

Non risposi.

Non ero certo che fosse degno di sapere come andava la mia vita. Non si era mai interessato a me.

"Immagino di si. Mi piacerebbe conoscerla.." disse.

"Devo andare." dissi, tagliando corto.

"Harry ti ho mandato i biglietti per posta. Sono due, potresti portare anche lei." disse.

E poi non so cosa scattò in me.

Forse la voglia di staccare da tutto. La voglia di portarla via da Louis. La voglia di stare con lei lontano dagli altri, mi fece uscire quelle parole di bocca.

"Va bene, veniamo." dissi.

"E' fantastico, grazie." disse.

Percepii la sua felicità e mi chiesi se la meritasse.



 

Faith's point of view.

 

"Nate!" lo chiamai, appena lo vidi in lontananza.

Era la prima volta che veniva a trovarlo in ospedale. Da quando avevano litigato non si erano più parlati molto.  

Ma ovviamente appena mio fratello aveva saputo dell'incidente, si era dimenticato del litigio e si era lasciato tutto alle spalle.

"Ehi, Faith." disse, mentre mi raggiungeva.

"Come sta?" mi chiese.

"Molto meglio." dissi, parecchio sollevata.

"Posso vederlo?" chiese speranzoso.

"Si, aspetta solo che esca Liam." dissi.

Mi sorrise.

"Vado al bar, vuoi qualcosa?" gli chiesi.

"No, grazie." rispose.



 

Stavo bevendo il mio caffè, quando mi sentii chiamare da qualcuno.

Mi voltai e incontrai lo sguardo della preside Morrison.

"Preside." dissi.

"Ciao Faith." disse sorridente.

"Come sta?" le chiesi, un po' in imbarazzo.

"Io bene. Ma Faith, credo tu dovresti andare a casa." disse, con tono premuroso.

"No, vorrei restare qui ancora qualche giorno." dissi.

"Ma non puoi." disse lei.

"Si, le mie amiche mi hanno portato le cose di cui ho bisogno e.." iniziai, prima di essere interrotta.

"Faith, hai bisogno di riposare." disse.

"Non ne ho bisogno. Io gli ho promesso che sarei restata al suo fianco e non ho intenzione di muovermi di qui." dissi.

Lei sospirò e poi mi sorrise.



 

"Faith, Faith corri!"

Mi voltai e il panico si impossessò del mio sguardo.

Sapete quando il cuore vi sale in gola e non avete idea di quello che stia succedendo?

Le facce delle persone che mi circondavano sbiancarono e tutti iniziarono ad alzare la voce.

Un via vai di infermieri e dottori mi passarono davanti di corsa.

Che stava succedendo?

Il rumore che rimbombava nella camera di Louis non era più regolare, era impazzito.

Il mio cuore si fermò nell'istante in cui ricordai che quel rumore indicava i battiti del suo.

Che gli stava succedendo?

Con gli occhi sbarrati e senza dire una parola, mi avviai verso la porta della sua stanza.

Ma due braccia mi circondarono il bacino e la porta mi venne chiusa in faccia.

Rimasi immobile. Incapace di spiccicare parola. Quasi dimenticai di respirare.



 

Il mio sguardo era di nuovo perso nel vuoto. Mi sembrava di essere tornata al giorno dell'incidente.

Nessuno si degnò di darmi una spiegazione. L'unica cosa che riuscirono a dirmi fu "complicazioni".

Complicazioni di che tipo?

Era passata mezz'ora e l'emergenza sembrava terminata.

Adesso un'infermiera lo andava a controllare ogni cinque minuti e a volte si ricordava dello stato in cui ero e mi diceva di stare tranquilla, che sarei potuta entrare a vederlo dopo poco.

C'eravamo solo io, Zayn, Liam e una professoressa.

La preside non poteva più stare tra quelle mura bianche a perdere tempo e dato che la famiglia di Louis ancora non si era vista, qualcuno doveva pur prendersi l'impegno di stare dietro a tutta quella faccenda.

Pareva che ai suoi genitori avessero detto che non era poi così grave. Sapevo perchè l'avevano fatto. Louis era sotto la loro responsabilità quando aveva avuto l'incidente e tutto quello che interessava a loro, era evitare una denuncia alla scuola.

"C'è stata una complicazione..  il battito del suo cuore è irregolare e per un attimo si è fermato."

Sentii l'infermiera pronunciare queste parole. Ma non mi mossi e il mio sguardo rimase puntato a terra.

"Per fortuna Louis non ne ha risentito, ma potrebbe succedere di nuovo e se l'ossigeno non arriva al cervello per troppo tempo.. potrebbero esserci delle gravi conseguenze." concluse.

Mi alzai e senza guardare in faccia nessuno, raggiunsi la porta della sua stanza e l'aprii.

"Faith." mi sentii richiamare dalla professoressa.

Al diavolo.

Chiusi la porta alle mie spalle. A chiave.

Louis era sempre nella stessa posizione. Aveva gli occhi aperti, ma sembravano assonnati. O magari era solo parecchio indebolito.

"Ehi." sussurrai, avvicinandomi.

"Non fare così, Faith." disse lui, quasi sospirando.

Mi sedetti sulla sedia di fianco a lui e iniziai a muovere nervosamente la gamba.

"Così come?" chiesi, fingendomi indifferente.

"Hai gli occhi lucidi." disse.

Alzai il viso, cercando di trattenere le lacrime.

"Sto bene." dissi.

"Tu piuttosto. Come ti senti?" chiesi.

Mi guardò per qualche minuto. Sembrava che tra i due, quello steso su un letto d'ospedale, fossi io.

"Bene." disse poi.

"Non mentirmi." dissi, con tono autoritario.

"Sono solo stanco." disse.

Alzai una mano e gli carezzai una guancia.

"Allora cerca di riposare." dissi.

Avevo il terrore che quella potesse essere l'ultima carezza. Che ci sarebbero potute essere altre complicazioni e che le conseguenze sarebbero potute essere gravi.

Ma quanto gravi?

Mi sorrise e chiuse gli occhi.

Lasciai che una lacrima mi attraversasse una guancia. Ma l'asciugai subito.

Portai le gambe al petto e mi rannicchiai sulla sedia.



 

"Faith, svegliati."

Obiettai, facendo uscire dalla mia bocca un paio di mugoli.

"Faith."

Quando sentii il mio nome pronunciato da lui, con lo sfondo di una sua risata, aprii gli occhi.

Lo trovai sorridente e questo mi scaldò il cuore.

"Mi sono addormentata?" chiesi sorpresa. Non me ne ero resa conto.

"Solo per cinque minuti. Ma hanno bussato alla porta e io non posso andare ad aprire." disse divertito.

"Cazzo." esclamai, facendolo ridere.

Scesi dalla sedia e corsi ad aprire.

Per fortuna trovai Zayn.

"Non vorrei disturbarvi, ma ho pensato di venire a bussare io, prima che lo facesse l'infermiera." disse.

"Si sta alterando." disse poi, divertito.

"Scusa, mi sono addormentata." dissi.

Sospirò divertito.

"Va al bar, c'è Harry." disse.

Gli sorrisi e feci come mi aveva detto.

Sentivo il bisogno di un suo abbraccio. L'immagine del suo sorriso, mi fece venir voglia di aumentare il passo.

Eccolo, seduto ad un tavolo. Le mani incrociate fra di loro e i capelli legati in un codino. Era adorabile.

Quando mi vide, mi sorrise e poi si alzò.

Una volta stretta tra le sue braccia mi sembrò di rinascere.

Avevo detestato il modo in cui ci eravamo lasciati l'ultima volta. Avevo paura che fosse ancora arrabbiato con me. Ma mi baciò i capelli e disse che gli ero mancata.

Sorrisi.

"Ho saputo che un'oretta fa Louis non si è sentito bene." disse, risedendosi.

Presi posto di fronte a lui.

"Già, ma adesso è tutto ok." dissi, tagliando corto.

Non avevo certo voglia di ripensare a quello che era successo.

"Meno male." disse.

Rimase in silenzio per qualche secondo, poi mi sorrise.

"Che c'è?" chiesi divertita.

Lui non mi rispose, si voltò e dalla tasca del cappotto sfilò un biglietto.

Lo mise sul tavolo.

Lo riconobbi subito, era un biglietto aereo.

Direzione New York.

"Harry.. hai deciso di andare da tuo padre?" chiesi sorpresa.

Nonostante questo comportasse una nostra separazione temporanea, ero felice per lui. Sapevo quanto fosse importante la famiglia e il rapporto con i propri genitori. Desideravo che Harry chiarisse con suo padre.

"Ho risposto alla sua chiamata e.. si, ha detto di avermi inviato questo per posta e io ho deciso di accettare." disse.

Sembrava felice ed era strano, perchè fino a pochi giorni prima ripugnava suo padre e l'idea di andarlo a trovare.

"E quando parti?" chiesi.

Lui guardò l'orologio. Gesto che mi fece preoccupare.

"Tra un'ora e mezzo."

Appunto.

Sbarrai gli occhi. Non poteva andarsene con così poco preavviso. Io dovevo avere il tempo di assimilare la cosa e.. no.. era giusto così e io dovevo essere felice per lui. Lo ero.

"Wow.." dissi, un po' disorientata.

Il suo sorriso si fece ancora più ampio.

"E tu vieni con me." disse.

Posò una mano sul biglietto e spostandolo diede la possibilità ad un altro pezzo di carta di essere visto.

Due biglietti per un aereo diretto a New York che sarebbe partito dopo un'ora e mezzo. Scherziamo?

"Harry.. io non posso." dissi.

"Si che puoi." disse, continuando a sorridere.

"Non ho fatto la valigia.." dissi.

"E' già in macchina."

Così non vale.

"E i documenti? Il passaporto? Io sono minorenne, devo dirlo ai miei genitori." tentai.

"Ho già pensato a tutto io, piccola. Dobbiamo solo salire su quell'aereo." disse.

"Ma io non voglio." dissi istintivamente.

Il suo sorriso si spense.

"Faith, tranquilla. Perchè... aspetta." si fermò, prima di terminare la domanda.

"So perchè non vuoi." disse.

"E' per Louis." aggiunse, piuttosto seccato.

"Che?" chiesi, fingendomi estranea a quell'affermazione, quando invece aveva centrato il punto.

"Non mentirmi, Faith." disse.

Abbassai lo sguardo.

"Ho promesso che gli sarei rimasta accanto. Non posso.." iniziai, prima di essere interrotta bruscamente.

"Nessun problema." disse.

Si alzò e dopo aver recuperato il cappotto e i biglietti, attraversò il bar a grandi passi.

"Harry." lo chiamai, cercando di seguirlo. Ma ovviamente era troppo veloce per me.

Attraversammo il corridoio che portava alla stanza di Louis e mi fermai quando fui tra la sua porta e i ragazzi, seduti su quelle maledette sedie di plastica.

Non per un motivo ben preciso, ma solo perchè non ero più in grado di corrergli dietro.

"Harry aspetta, per favore." dissi.

Non volevo che prendesse quell'aereo da solo e che volasse lontano da me. Ma non volevo neanche salirci con lui.

"Avevi detto che senza di me non saresti andato da nessuna parte." dissi, cercando di impietosirlo.

Speravo che non avesse veramente il coraggio di andarsene.

Ma lui continuava a camminare.

"Avevi promesso che ti saresti preso cura di me." dissi allora.

E lui si fermò.

Poi si voltò. Mi guardò, quasi con aria di sfida e avanzò. Si fermò a qualche metro da me.

"Ma tu hai deciso di prenderti cura di Louis." disse.

Era ingiusto.

"Ha bisogno di me. Ha rischiato la vita." dissi.

"No, Faith. La verità è che sei tu ad avere bisogno di lui." disse.

"La tua presenza non lo aiuta e se per disgrazia gli succede qualcosa, tu non sei in grado di salvarlo." aggiunse.

Mi ferì. Forse perchè aveva ragione.

"Lui non ha bisogno di te, Faith." disse.

Lo guardai mortificata. Sapevo che era tutto vero. Ma io non riuscivo a lasciarlo solo. Forse ero io ad avere bisogno di lui. Forse ero terrorizzata dall'idea di perderlo e volevo stargli vicino il più possibile.

"Io ho bisogno di te." disse.

Le braccia gli caddero lungo i fianchi e sembrò quasi rinunciarci.

"Non vedo mio padre da anni e ho paura di fare la cosa sbagliata. Voglio che tu sia al mio fianco." disse.

Qualcosa mi spinse ad accettare. Forse i sensi di colpa. O forse semplicemente ripresi il controllo di me stessa.

Se mi fossi assentata per qualche giorno, non avrei compromesso la vita di Louis.

Ed era mio compito stare accanto ad Harry. Soprattutto in un momento così importante per lui.

Così schiusi le labbra, pronta a pronunciare quelle parole.

Ma il battito cardiaco di Louis accellerò di nuovo e io chiusi gli occhi.

Chiesi alle gambe di non muoversi e al cuore di seguire Harry.






 

SWAAG.

Buon giorno, buon pomeriggio, buona sera, buona notte, dipende dal momento in cui state leggendo questo :)

Devo dirvelo, altrimenti poi mi uccidete.

La storia è veramente agli sgoccioli, sta per terminare.

Avevo detto che avrei sicuramente iniziato una nuova storia, ma adesso non ne sono più tanto sicura.

Io cercherò di farcela comunque.

Per quanto riguarda questo capitolo, non voglio fare particolari commenti, lascio le recensioni a voi.

Un bacio,

Michi x

 

P.s: Grazie mille, per tutto.




 

Faith Harry

 

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