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Autore: La_Matricola    13/02/2014    0 recensioni
[Creepypasta]
questa è la storia della fine della città di Ashley, Kansas. Che se oggi tentate di trovare sulle mappe, non otterrete alcun risultato positivo.
Una fine avvolta nel mistero di un'oscurità avvolgente, e di fiamme provenienti dalla bocca di Lucifero.
CARI LETTORI, QUESTA STORIA E' UN'EVOLUZIONE A CAPITOLI DELLA CREEPYPASTA "LA SCOMPARSA DI ASHLEY, KANSAS". SPERO CHE QUESTO NON IMPLICHI PLAGIO. STO SOLTANTO AMPLIANDO LA TRAMA DELLA STORIA, CON UNA SERIE DI MISSING MOMENTS!
SPERO SOLO VI PIACCIA!
BUONA LETTURA.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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~8 AGOSTO 1952.

-Mitchell! Mitchell è pronta la cena, torna in casa!- urlò Gabriel Johnathan a suo figlio, Mitchell Johnathan, di 11 anni, intento a giocare nella strada antistante alla propria abitazione con un compagno di classe delle scuole medie inferiori. Era un ragazzetto spigliato, Mitch, con quei capelli corti a spazzola e le ginocchia perennemente sbucciate coperte a malapena dai calzoncini bermuda color kaki.

-arrivo papà! Un attimo solo!- gli rispose sempre urlando suo figlio, senza nemmeno alzare la testa e degnarlo di uno sguardo. Gabriel sbuffò.

-spicciati Mitch. Tua mamma ha fatto il polpettone e...- Johnathan aveva rivolto per caso lo sguardo al cielo, e notò qualcosa di assolutamente insolito.

Una fessura nel blu slavato del cielo serale.

Una fessura NERA. Totalmente nera, come se qualcuno avesse strappato il tessuto del firmamento, aprendo un piccolo squarcio. Era una piccola fessura nera, che rimaneva li ,ferma nel cielo, quindi qualche pallone aereostatico di colore nero in volo sopra il cielo di Ashley era da escludere. Si sarebbe mosso.

Gabriel Johnathan rimase istanti che parvero eterni a fissare il cielo, facendosi scudo con la mano per ripararsi dal riverbero della scarsa luce solare, che comunque gli faceva bruciare gli occhi. Non si accorse nemmeno che suo figlio era rientrato in casa e che lo stava guardando fermo, sull'uscio.

-Papà? Tu non hai più fame?- la voce di Mitchell lo riscosse dal torpore in cui era piombato fissando quella strana fessura nera nel cielo. Si voltò a guardarlo e gli sorrise.

-ma certo che ho fame ometto, certo che si!- gli passò una mano sui capelli, arruffandoglieli. Mitchell corse via, verso il bagno. Era un ragazzetto educato, prima di mangiare "sempre lavarsi le manine, papà!".

Gabriel prese posto insieme a sua moglie, che stava portando il polpettone in tavola. La guardò per qualche istante. Erano sposati da dieci anni, e in tutto quel tempo la sua bellezza non era svanita, era magicamente sbocciata. Dalla donna giovane e inesperta che era quando si erano sposati, era diventata una meravigliosa donna matura, una mamma perfetta.

-Beverly...- cominciò, quasi esitante. Le doveva parlare di quello strano squarcio nel cielo. Suo moglie si voltò, guardandolo con occhi pieni di ammirazione, e tanto amore.

-Dimmi caro!- gli rispose, mentre posava la pirofila sull'alzatina, diffondendo nell'aria un profumo sapido di carne. Alzò lo sguardo e gli sorrise

Gabriel esitò qualche istante. Non poteva dirle ora ciò che aveva visto e che lo aveva turbato nel profondo. Li raggiunse anche suo figlio, e quello fu l'interruttore che lo fece desistere completamente dal suo proposito.

-che buon profumo!- le disse dunque, -complimenti tesoro, sei un'ottima cuoca!- La fece sorridere. Beverly si voltò, facendo frusciare l'ampia gonna a ruota, posò i guanti da forno e prese posto a tavola, accanto a suo marito.

Si presero per mano, e Mitch recitò una preghiera di ringraziamento.

"forse una preghiera è quello che ci serve" pensò Gabriel, associando il pensiero allo squarcio nero.

ORE 20.13

-Pronto, dipartimento di Polizia di Hays, Kansas. Con chi sto parlando e qual'è il motivo della sua telefonata?-

-Si, buonasera, mi chiamo Gabriel Johnathan, le telefono da Ashley-

-mi dica, signor Johnathan.-

-si, agente, vorrei segnalarle una cosa... strana...-

-mi dica.-

-vede, oggi, prima...prima di cena..-

-mi quantifichi l'orario, signor Johnathan-

-euh, circa.. circa verso le 19.30...-

-continui.-

-le dicevo, verso l'ora di cena, ero fuori sul vialetto a chiamare mio figlio in casa, quando ho alzato gli occhi al cielo e ho visto una...cosa.-

-una cosa?-

-si una..sorta di fessura-

*statico*

-agente?-

-signor Jhonathan, era una fessura nera?- nel tono dell'agente, c'era un qualosa di concitato e allarmato.

-si era nera...come fa a..-

-Gabriel, lei è la quindicesima persona che mi chiama segnalandomi uno squarcio nero. Direi che è ora di partire con le indagini. Invieremo ad Ashley un nostro agente per accertarsi della situazione. Buonanotte e grazie della segnalazione.-

peccato, che quell'agente ad Ashley non giunse mai. Per quanto si allontanasse dal dipartimento di polizia seguendo l'unica strada che conduceva ad Ashley, l'agente Allan Mace tornava sempre indietro sui suoi passi. Il lungo rettilineo che da Hays potava ad Ashley, da qualche parte evidentemente curvava tornando ad Hays.

ORE 22:17

-Pronto, dipartimento di Polizia di Hays, Kansas. Con chi sto parlando e qual'è il motivo della sua telefonata?-

-agente, agente, agente!- la voce squillante della signorina Elaine Kantor perforò i timpani dell'agente Derry.

-si calmi signora! Mi dica il suo nome! con calma-

-signorina, prego, Kantor. La chiamo perchè il buco...-

-lo squarcio nero signorina?-

-si si il buco nero... SI ALLARGA OMMIODDIO SI ALLARGA! ORA COPRE META' CIELO!- di nuovo, Elaine urlò, terrorizzata.

-signorina si calmi, ora. Rimanga in città, e non si allontani assolutamente, se non per motivi urgenti.-

-oh.- mormorò Elaine.

-cosa succede miss Kantor?-

-I signori Milton... i miei vicini. Oggi..sono andati via.-

-in quanti, signorina?-

-in quattro. Mr, Ms Milton, e i due figli Jeffrey e Brooke.-

La famiglia Milton fu la prima ad essere inserita nell'elenco dispersi. Non fece mai ritorno ad Ashley, e non venne mai ritrovata altrove.
   
 
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