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Autore: kk549210    14/02/2014    4 recensioni
Per San Valentino, Harm si reca a un appuntamento speciale.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amare è per sempre'
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Che cos’è l’amore?
 
 
Disclaimers: i personaggi e il marchio JAG sono di proprietà di Donald P. Bellisario. Questa fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 
NdA: Questo racconto è nei miei pensieri già da qualche tempo, come una sorta di epilogo di “Amare è per sempre”. Propongo quindi il mio personale contributo alla ricorrenza odierna, dedicata agli innamorati di tutte le età. E’ una fanfiction di San Valentino volutamente anomala. Un omaggio all’Amore in senso lato. Alla sua nuda essenzialità.  A tutti i rapporti umanamente autentici, profondi, coinvolgenti.
 
 
Nella fredda giornata del 14 febbraio, l’ammiraglio Harmon Rabb jr camminava attraverso la grande distesa erbosa costellata di lapidi in pietra. Da lontano scorse di spalle una figuretta slanciata ed elegante, con un semplice cappotto grigio. I suoi lunghi capelli castani, sparsi al vento invernale, si accendevano di riflessi ramati. Harm si sentì sussultare il cuore in petto e allungò il passo per raggiungerla.
-Ciao, amore mio! – disse abbassandosi a baciare la fronte della giovane donna.
-Ciao, lo sapevo che saresti venuto – gli rispose lei con un bellissimo sorriso. Quello stesso che aveva ereditato da lui. I suoi occhi azzurri brillavano di contentezza.
-Non potevo mancare, tesoro. Volevo stare un po’ con le mie due dottoresse. Noi tre soli.
Julia si aggrappò al braccio del padre, come faceva da bambina quando lui era il suo unico genitore e non voleva che partisse per qualche missione.
-Com’era con la mamma? Non me la ricordo per niente – disse lei con la voce incrinata dall’emozione.
-La mamma era fantastica. – le rispose il padre con un sospiro, cingendole le spalle e guardando la lapide - Era bella, ironica, intelligente… forte.  Gli anni che ho passato con lei sono stati i più belli della mia vita. Senza togliere niente a Sarah, poiché il nostro amore è qualcosa di prezioso. Un regalo della vita inaspettato e sorprendente. Ma con lei è sempre stato diverso. Più facile e più difficile allo stesso tempo.
- Alludi al fatto di fare lo stesso lavoro, di avere scelte di vita in comune? – chiese la ragazza.
-Sì. Te ne accorgerai con il tuo bel cardiochirurgo… a proposito, quando vi sposate tu e Albert? – fece il padre prendendo la mano della figlia e osservando il brillante all’anulare.
-Non abbiamo ancora deciso… ma ho come il presentimento che questa sera verrà fuori la data.
Harm abbracciò forte la sua primogenita. Il dono bellissimo che Livia gli aveva lasciato come segno tangibile del loro amore, per sempre. Una solida pianta con i rami arditamente protesi verso il cielo. Verso un futuro di gioia e di vita.
-Serata romantica sull’Empire State Building? – chiese il padre alla sua bella ragazza newyorkese.
-Sì – rispose lei arrossendo leggermente.
-Vedi, cara… quando si fa lo stesso lavoro possono venire fuori delle rivalità…
-Ma papà, io faccio la pediatra!
“Ha la lingua lesta come un fioretto, il mio tesoro! Non perde un colpo… proprio la fotocopia di Livia”.
-… guarda che è così, inevitabilmente. Penso che Sarah in fondo in fondo non si sia ancora ripresa dal fatto che sia diventato io il capo del JAG e non lei… Da molti anni condividiamo tante piccole cose. Se ho un dubbio, lei mi chiarisce subito le idee… ci intendiamo al volo.  Ma l’amore non è fare le stesse cose. Quelli sono i dettagli…
-E allora, che cos’è l’amore? – chiese Julia un po’ destabilizzata da quelle parole del padre. Aveva sempre visto l’unione tra lui e Sarah come un’armonia perfetta, forte e dinamica, da cui lei e suo fratello Matt avevano attinto serenità e sicurezza, e ora le sembrava che lui la stesse come sminuendo.
-Io e mamma apparentemente non avevamo niente in comune. Ma avevamo tutto quello che ci voleva per amarci. Per mettere insieme  la nostra vita in tutto. E perché ci fossi tu. Avevamo in comune quelli che io chiamo i fondamentali. I valori che contano, i cardini su cui fare ruotare l’intera esistenza. A quel punto, condividere la professione, la divisa o la nazione è solo un valore aggiunto.
Julia sorrise. Suo padre le aveva aperto il suo cuore e le aveva fatto comprendere la vera natura dell’amore. Quella che gli aveva permesso di avere al suo fianco non una, ma due donne diversamente meravigliose.  
 
  
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