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Autore: Matt2291    15/02/2014    4 recensioni
[NaruHina]
Dove eravamo rimasti?
Ah, già.
L'inizio di un lui ed una lei, separati in passato dalle controversie del destino per poi ritrovarsi nel miglior periodo della loro vita.
Ricordiamo una pioggia di metà febbraio, dei malinconici ricordi, una cioccolata calda e una stanza buia. E poi loro.
Un ragazzo tornato nella sua città di origine e una liceale che non se n'era mai andata.
I loro nomi?
Naruto e Hinata.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L’amore ha il colore dei tuoi occhi

Due anni dopo

 

 

 

 

Attenzione! Se non avete letto la prima parte, pubblicata il 14 febbraio 2012, vi SCONSIGLIO di leggere questa in quanto riprende le vicende lasciate in sospeso.

Per ovviare a questo problema, potete leggere la storia qui à http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=958187&i=1

A tutti coloro che invece la conosco, non posso che augurare, buona lettura! ^^

 

 

 

 

***

 

 

 

L’inizio è passato, e dopo aver immaginato il futuro, eccoci al presente.

 

14 Febbraio, 2 anni prima.

Lo scalpiccio della pioggia colpiva ritmicamente il tetto di tegole, la grondaia che lo circondava si riempiva quanto bastava per vedere tutta l’acqua piovana raccolta scivolare giù nel condotto che si riversava poi davanti il viale in discesa che terminava la sua corsa sul marciapiede.

Le strade erano per lo più allagate e nessuno sembrava abbastanza folle da riversarsi in strada con un ombrello. Il passaggio delle auto creava piccole onde che andavano a infrangersi ben oltre la zona riservata ai pedoni, fino a invadere i vialetti delle altre abitazioni.

A nessuno sarebbe venuto in mente di uscire di casa e dirigersi da qualche parte, neppure andare a trovare un qualche amico valeva il rischio di prendere una polmonite, e così sembrò valere per tutti.

Sicuramente c’erano due ragazzi che non avevano avuto neppure la lontana idea di uscire, e probabilmente neppure quella di smettere di baciarsi.

Ogni sospiro valeva più di qualsiasi parola pensasse Naruto, così come la sua delicatezza mentre sfiorava il viso di Hinata, infuocato da ciò che stava vivendo.

Completamente stesa sopra il letto nella camera del ragazzo, Hinata aveva tolto i suoi freni inibitori e adesso stringeva le gambe intorno alla vita del ragazzo mentre questo, sopra di lei, respirava sempre più profondamente, inebriato dalle sensazioni di quei meravigliosi contatti, sia per il profumo vanigliato che la pelle e i capelli di Hinata rilasciavano, confondendolo dolcemente.

Nonostante la situazione potesse sembrare altamente rossa, i due non si erano molto svestiti. Naruto aveva ancora la maglia nera e i pantaloni ben piazzati sulle gambe, mentre Hinata si era solo tolta la solita felpa che ora giaceva ai piedi del letto.

- Hinata… - sussurrò Naruto, allontanandosi leggermente e fondendo i suoi occhi blu cielo con quelli perla di lei, che ora apparivano ancora più luccicanti di quanto il ragazzo ricordasse. Le guance solitamente chiare apparivano teneramente imporporate dal sangue che le era risalito lungo il collo fino a colorarle il viso. Percepiva il suo cuore pompare con gran forza e le sensazioni che gli procurava erano di gran lunga piacevoli.

- Naruto, non posso credere che tu sia davvero quel bambino – disse ancora incredula Hinata, circondandogli il collo con le braccia.

Naruto sorrise, intenerito dalla delicatezza con cui Hinata gli rivolgeva la parola e felice di essere davvero il ragazzo del suo passato, e in quei momenti si sentiva il più fortunato del pianeta.

Attirato da quelle esili braccia, ricadde vittima delle labbra di Hinata, sempre più fameliche di assaporare le sue in intrecci sempre più frenetici e complicati.

Un nuovo schiocco, un altro istante perfetto come mai ne avevano probabilmente vissuti.

Si allontanò ancora una volta, beandosi della quiete che li avvolgeva, della perfezione e dell’istinto che premeva di venire fuori. Inspirò profondamente e riaprì gli occhi, estasiato.

Improvvisamente, l’espressione di Naruto mutò radicalmente, e se dapprima sbarrò gli occhi, un istante dopo cacciò un urlo che distrusse irrimediabilmente quel piccolo angolo di paradiso.

Hinata lo guardò sbalordita mentre volava letteralmente via dal letto e indietreggiava fino alla porta, continuando a puntagli un dito tremante.

- N-Naruto, che succede, che hai? – si alzò Hinata, guardandolo impaurita e confusa.

Nel mentre, Naruto tentennava, pronunciava poche sillabe che non completavano alcuna frase, ma poi ci riuscì.

- H-Hinata, c-cosa sei t-tu? -. La ragazza in questione si guardò le mani, la maglia felpata viola chiaro che indossava, i pantaloni, senza nascondere lo spropositato scetticismo di quanto stava succedendo.

- Naruto, non capisco… - disse, guardandolo come se si sentisse colpevole di qualcosa.

- I tuoi o-occhi Hinata – balbettò il ragazzo, puntandole ancora quel dito all’altezza del viso.

Hinata si portò le mani sul viso, spezzando qualcosa che stava per dire.

Passò le dita sottili ai lati degli occhi, riconoscendo molteplici rilievi venosi che le fuoriuscivano, e allora capì; chiuse gli occhi e fece un paio di respiri profondi, finché non avvertì le vene rientrare e lasciare di nuovo posto alla pelle liscia.

Il ragazzo assistette a quello strano fenomeno senza fiatare, sbarrando i propri occhi cerulei nel momento in cui tutto era tornato come prima. Seppur ancora titubante, si avvicinò lentamente alla ragazza che nel frattempo aveva abbassato lo sguardo.

- Hinata, ma cos’era quella cosa? Non l’avevo mai notata prima – disse Naruto, sinceramente perplesso. Non vedendola reagire, il ragazzo le posò delicatamente una mano sulla guancia e istintivamente Hinata chiuse gli occhi, riuscendo a rialzare il suo sguardo e guardarlo in faccia.

- Mi dispiace che tu mi abbia vista così, faccio paura lo so – ammise debolmente, distogliendo lo sguardo.

Naruto smorzò le labbra.

- Ammetto di essermi spaventato – disse pensieroso, grattandosi una guancia.

- Ma a pensarci, devo ammettere che è una cosa proprio forte! – esclamò, lasciando Hinata di stucco.

- Posso chiederti cos’è? E come si fa? Dai, insegnamelo! – continuò imperterrito, riempiendola di così tante attenzioni che Hinata non seppe decidere cosa dire o fare.

- E-ecco, veramente ci sono nata, è una particolarità genetica della mia famiglia, per così dire, per questo non può essere insegnata -.

Un po’ deluso, Naruto fece un mesto sorriso arrendevole e si sedette sul letto, seguito poi a ruota da Hinata convinta dopo un cenno.

- Non so se te lo avevo mai detto, ma la mia è una antica famiglia di guerrieri – disse, guardandolo alla sua sinistra.

Naruto sembrò pensarci su, poi ammise di non ricordare quel particolare.

- Ad ogni modo – continuò Hinata. – I miei antenati venivano considerati guerrieri maledetti per via di questa particolarità che hai appena visto, si diceva che potessero essere in grado di vedere l’anima degli avversari e bruciarla -.

Naruto deglutì, interessato da quella piccola lezione di storia. Attese che Hinata continuasse.

- Oggi si chiama semplicemente “concentrazione eccesiva di vene tra la zona temporale e orbitale” – ironizzò, toccandosi le parti appena nominate per descrivere meglio la cosa. Il ragazzo si lasciò scappare un sorriso.

- Vengono fuori se il cuore raggiunge i centodieci battiti al minuto. Puoi immaginare quindi che quando avvenivano le battaglie questa “maledizione” veniva subito allo scoperto. E questo è tutto – concluse, chiudendo le mani tra le gambe.

- Ammetto che è una storia affascinante, non avevo mai sentito nulla di simile – disse divertito, avvolgendo le spalle di Hinata con un braccio e attirandola a sé, senza trovare alcuna resistenza.

- Mi dispiace di averti spaventato – pigolò, stringendosi alla sua maglia.

- Dispiace più a me di averti fatta sentire un mostro – la prese per le spalle allontanandola e incontrando di nuovo i suoi occhi, assolutamente normali.

- Scusami Hinata, spero tu possa perdonarmi – disse con un piccolo sorriso che si ampliò alla vista del cenno positivo della ragazza che non perse tempo a baciare ardentemente.

Se gli avessero chiesto di cosa avesse avuto bisogno lui avrebbe di certo risposto “nulla, ora ho tutto”.

 

 

20 gennaio, 2014.

- Allora è così? -.

- Sì, abbiamo fatto abbastanza strada, ma adesso basta, non può più continuare -.

- Sei sicura? -.

- Sì -. La voce sembrò sul punto di oscillare, si poteva distintamente percepire quanto quella situazione la stesse mettendo sottopressione, ma soprattutto quanto dolore le procurava.

- Non c’è proprio modo di f… -.

- No – lo anticipò, intuendo il concludersi della frase.

Pochi attimi di silenzio, accompagnati solo dai suoni della città, dai clacson che strombazzavano, dalle decine di voci che si mescolavano, fino ad una bicicletta che le passò velocemente accanto facendole muovere i corti capelli.

- Mi dispiace che sia finita così, Sakura – mormorò il ragazzo.

- Anche a me dispiace Sasuke, tanto -.

Senza aggiungere altro la ragazza si voltò, prese la bicicletta poggiata al lampione e con un piccolo slancio salì in sella, pedalando in direzione della stazione, da lì avrebbe preso la strada di casa.

Immobile, con i suoi pensieri, Sasuke rifletteva e interrogava il passato, trovandovi risposte fin troppo contorte.

Era pieno pomeriggio e la vita scorreva sempre frenetica nelle città, anche se quella non era poi così grande. Nonostante tutto gli animi fremevano in quel periodo post festività, la gente appariva continuamente cortese e solo poche eccezioni avevano volto.

Infilatosi le mani nel cappotto blu scuro, Sasuke aveva preso la direzione opposta lasciando che il suo sguardo si perdesse ai piedi del marciapiede, laddove il suo piede sinistro aveva incontrato una piccola pietra, che era finita in mezzo la strada dopo essere stata calciata.

Camminava lentamente, forse senza una meta precisa, e nel suo tragitto non alzò mai il viso da terra, se non una volta, quando udì quello che sembrò un litigio tra moglie e marito all’interno di una palazzina.

Arrivata a casa, Sakura non aveva salutato nessuno e si era subito lanciata lungo le scale, aveva raggiunto la sua camera e prima di sbattere la porta aveva urlato “non mi disturbate!”.

Suo padre e sua madre si guardarono, interrogativi sulla strana entrata in scena di poco prima e concedettero alcune parole sulle possibili cause.

- Che ha fatto Sakura? – chiese torvo suo padre, un uomo dalla buffa capigliatura rosa scuro e pettinata da una scarica elettrica.

La donna, che doveva essere la madre, guardò in direzione della camera di sua figlia, intimando il marito a fare silenzio.

Immobili, con le orecchie puntate in alto, i due sentirono alcuni leggeri tonfi, poi uno più forte, che sembrò essere la spalliera del letto venire brutalmente sbattuta contro il muro, e poi più nulla.

Passarono alcuni secondi quando entrambi riconobbero gli eloquenti respiri strozzati che vengono fuori solo in occasione di forti dispiaceri, e probabilmente la loro unica figlia ne aveva vissuto uno molto forte.

- La mia bambina... – mormorò la donna dai corti capelli biondo scuro la cui frangia appuntita le ricadeva ora al lato della fronte.

L’uomo sospirò e si risedette sulla poltrona, osservando pensieroso le braci ardenti del caminetto. Si alzò di nuovo e mise alcuni rami per ravvivare un po’ le fiamme.

- Pensi che lo abbia fatto? – Chiese l’uomo, prendendo l’attizzatoio e avvicinando le braci tra loro.

- Erano giorni che ci pensava, la vedevo molto preoccupata e pensierosa… dev’essere stata una decisione difficile -.

La donna posò la rivista che aveva tenuto per tutto il tempo in mano e si diresse verso le scale, ma venne fermata dal marito.

- No, aspetta – le disse, raggiungendola e posandole una mano sulla spalla. Capiva bene che in quanto sua madre voleva consolare Sakura, anche lui l’avrebbe voluto.

- L’unica cosa che possiamo fare per lei e farla sfogare il più possibile, quando ne avrà voglia, verrà a parlare con noi – suggerì l’uomo guardando sua moglie con serietà mista a compassione.

La donna abbassò lo sguardo, ancora forse combattuta dai suoi istinti di genitore, ma alla fine annuì.

L’uomo le sorrise e tornò sulla poltrona, mentre la donna restò ancora un po’ sul posto. Diede un ultimo sguardo preoccupato alle scale, e tornò in salotto.

 

 

 

26 gennaio, 2014.

Sbottonò i primi due bottoni della camicia bianca con un simbolo blu all’altezza del cuore che si era messo, si guardò ancora qualche secondo allo specchio prima di sorridere, soddisfatto.

Naruto indossava, oltre a quella, dei jeans scuri e delle All-Stars con i colori americani.

Dal colletto si poteva appena vedere una catenina d’oro a ricadergli sul petto e un braccialetto al polso sinistro che tintinnò quando prese la spazzola per darsi un’altra sistemata ai capelli, invano.

Aprì la porta del bagno, spense la luce e uscì, prendendo un profondo respiro. Andò immediatamente in cucina e nel tragitto riconobbe immediatamente il succulento profumo della faraona cotta al forno da sua madre, contornata da una montagna di patate e spezie varie. Lo stomaco gorgogliò al solo pensiero.

- Mamma, sei fantastica! – disse di getto Naruto alla donna dalla intensa capigliatura rossa che si voltò interrogativa, rilevando due occhi verde acqua.

- Spiacente ragazzo mio, io ho un marito e tu una meravigliosa ragazza che tra poco sarà qui con i suoi genitori, non possiamo proprio incominciare una relazione clandestina! – recitò drammaturgicamente, lasciando il ragazzo basito e con i brividi lungo la schiena.

- Mi riferivo alle tue abilità culinarie – mormorò imbarazzato, passandosi una mano sulla faccia.

- Cosa?! Quindi non sarei bella stasera? – Urlò imbestialita, stringendo i denti in un’espressione terrificante che fece scappare il ragazzo in salotto urlando che era bellissima.

- Non la capirò mai – ammise, tenendosi una mano sul petto e ansimando.

- A chi lo dici – gli diede ragione un uomo biondo seduto su una poltrona, intento a smanettare con un joystick.

- Papà, ma ti sembra il momento di metterti a giocare? – lo riprese suo figlio, notando comunque che era già pronto per la serata.

- Solo qualche partita, devo sconfiggere quel tipo mascherato e salvare la città! – esclamò, mentre cercava di evitare l’attacco di un’enorme volpe rossa con molteplici code; ci riuscì.

- Va bene, senti ricordati che Hinata e i suoi arriveranno per le 19:00, cioè tra venti minuti. Non farti trovare a giocare, ti prego -.

- Tranquillo figliolo – lo rassicurò, mettendo in pausa e guardando con tranquillità il ragazzo. – Sarà una bella serata, perché Hinata è una ragazza speciale, e tu più di chiunque altro sai questo -. Detto questo riprese a giocare.

Naruto sorrise mestamente pensando alle parole appena sentite.

Mise la mano all’interno della camicia e ne estrasse il piccolo ciondolo con inciso un testo e la lettera H. Quel giorno di due anni prima avevano deciso di tenere ognuno la catenina dell’altro, così com’era stato per dodici anni.

Il campanello della porta lo riportò improvvisamente alla realtà, e senza chiedersi chi fosse, andò ad aprire.

Il respirò gli si mozzò quando vide Hiashi Hyuga, con la sua solita aria seria, sua moglie che accennò a un lieve inchino cortese e infine lei, la sua Hinata, con un dolce sorriso che avrebbe sciolto un iceberg.

- Ben arrivati, prego accomodatevi! – esclamò, alzando la voce un po’ più del normale. Indietreggiando di qualche passo e sorridendo, intimò di posare i cappotti su l’appendiabiti mentre spariva dietro l’angolo.

Confusa, la famiglia Hyuga udì solo frammenti di frasi provenire dal salotto quali erano “posa subito quel gioco!” e “no, hai fatto uccidere mio figlio dal mostro volpe!”

 

 

 

14 febbraio, 2 anni prima.

- C’è nessuno? Siamo a casa! -.

Naruto si irrigidì come il marmo all’udire di quella voce provenire dall’ingresso; era quella di sua madre. Si alzò di scatto, seguito da Hinata, preoccupata anche lei che trovandola nella camera di loro figlio avrebbero potuto pensare chissà cosa. Guardò Hinata e poi intorno a sé con una certa frenesia, cercando una qualche idea, finché non si immobilizzò. Tornò a guardare la ragazza, con un’espressione combattuta.

- Nell’armadio – disse solamente. Hinata sbarrò gli occhi.

- Dici sul serio? – chiese, con un tono di voce incredulo, ma senza ottenere alcuna risposta si vide spinta verso il grosso mobile nel mentre il ragazzo gli intimava frettolosamente di sbrigarsi.

- Naruto, sei in camera? – si sentì dalle scale, una voce femminile fin troppo vicina.

Spinse Hinata all’interno e chiuse le due ante, poi si precipitò verso la porta, ma non fece neppure in tempo a toccarla che una donna gioviale con capelli rossi raccolti in una coda di cavallo alta e occhi chiari entrò nella stanza senza mostrare minima riservatezza al figlio, guardandolo torva.

- Ma che stavi facendo, ti ho chiamato diverse volte – fece scettica. Naruto rise come un idiota e si  grattò la nuca, scusandosi.

- Avevo le cuffie alle orecchie – mentì.

Nel frattempo, Hinata spiava la situazione da un’anta appena aperta, ascoltando quello che veniva detto, ed è da lì che notò la sua felpa al lato del letto, in bella vista. Deglutì.

- Non stavi invece guardando qualche sito porno? – disse sospettosa, osservando il computer alla destra della stanza.

- Ma che cavolo dici?! – Urlò il ragazzo, il cui viso aveva raggiunto un intenso color gambero.

- Ok, come non detto – lo liquidò, in procinto di uscire dalla stanza. Ma si fermò.

- Cos’è questo? – disse, alzando un po’ il viso e inspirando un paio di volte. Naruto corrugò la fronte, chiedendo cosa stesse facendo.

- Non senti anche tu un profumo di vaniglia? Sembra il mio bagnoschiuma – continuò, facendo un paio di passi all’interno della stanza e annusando quella particolare fragranza. Con il fiato corto, Hinata si tappò la bocca cercando di non fare il minimo movimento. Nel contempo Naruto aveva afferrato per le spalle sua madre e ricondotta alla porta dicendogli che si era per sbaglio fatto una doccia con il suo bagnoschiuma.

La donna poggiò il naso sulla maglia del ragazzo e ne inspirò il profumo, convenendo che in effetti aveva proprio una gradevole fragranza.

- Non pensavo fosse così buono quel prodotto, penso ne farò scorta – disse pensierosa mentre veniva cacciata dal figlio che richiuse la porta e si lasciò andare ad un sospiro liberatorio.

Aspettò che i passi dietro la porta si facessero più lontani, dopodiché andò ad  aprire l’armadio e liberare Hinata.

- Tutto bene? – Disse, aprendo le ante e indietreggiando istintivamente all’ennesima vista di quel fenomeno.

- Oddio Hinata, ti sei spaventata così tanto? – sorrise Naruto, prendendo per una mano Hinata mentre con l’altra si passava le dita ai lati dell’occhio destro.

- Scusa, quando ha sentito il mio profumo ho pensato che mi scoprisse e mi sono spaventata – ammise. Naruto la avvolse in un confortante abbraccio, poggiò il mento sopra la folta chioma corvina e ci lasciò un piccolo bacio.

Tornando a guardarla, notò che quei particolari segni non erano ancora scomparsi, ma nonostante tutto riusciva a guardarla con un’infinita dolcezza, tanto che Hinata abbassò lo sguardò, probabilmente imbarazzata.

Con assoluta naturalezza, Naruto inclinò appena la testa, rialzò il viso di Hinata e la baciò sulle labbra, penetrandovi con la lingua e chiudendo il gesto con un sensuale schiocco umido.

- M-ma – tentò di dire Hinata, ma venne zittita da un dito che le si posò sulle labbra.

- Se apparissi improvvisamente davanti uno sconosciuto con quella particolarità attivata sugli occhi probabilmente susciteresti il risultato sperato – scherzò, riuscendo a far distendere il viso ancora contratto della ragazza. Si avvicinò poi al suo orecchio e sussurrò:

- Per quanto mi riguarda, ora che l’ho vista, ammetto di trovare questa tua caratteristica stranamente eccitante –.

Pochi secondi dopo, Naruto si ritrovò la ragazza svenuta tra le braccia.

 

- Che stava facendo Naruto? – domandò un uomo biondo dall’aspetto fin troppo giovane per dichiararsi padre di un diciasettenne. Ripose un barattolo nella dispensa.

- Niente di che, era con una ragazza – disse tranquillamente, sistemando una busta di lattuga nel cassetto del frigorifero. L’uomo si immobilizzò, dapprima guardando la moglie confuso e poi sorpreso, probabilmente doveva aver appena assorbito il significato di quelle parole.

- E chi è? -.

- Non lo so, non l’ho vista – disse ignara, guardando perplessa il marito. – Probabilmente deve aver nascosto la poveretta nell’armadio quando mi ha sentito arrivare -.

L’uomo si tappò la bocca con la mano mentre una risata cercava prepotentemente di fuori uscirgli. La moglie lo guardò con rimprovero.

- Devo forse ricordarti che tu mi hai nascosta sotto il letto? – disse minacciosa.

- Ma lo feci una volta sola – disse saggiamente.

- Certo, perché poi ti feci un occhio nero – ribatté, avvicinandosi abbastanza fino ad averlo a un palmo da naso.

- Ricordo – disse toccandosi istintivamente l’occhio sinistro. La moglie sorrise.

- Bravo Minato, adesso aiutami che tra poco bisogna preparare la cena -.

- Solo una cosa Kushina – disse l’uomo, attirando la donna a sé e baciandola passionalmente. Ella chiuse gli occhi, assaporando in quel gesto molti altri passati e meravigliosi momenti che sarebbero potuti nascere in futuro.

- Che ne dici se stasera mandiamo Naruto e quella sua ragazza in qualche ristorantino mentre noi ci godiamo piacevolmente la serata? – sussurrò, provocando a Kushina un’espressione eccitata sul volto.

- Accetto la proposta, caro -.

 

 

 

2 febbraio, 2014

Come quasi tutte le mattine, Hinata si era alzata non appena la sveglia aveva segnato le 7:00 del mattino. Seppur assonnata, si infilò le pantofole e raggiunse il bagno, ne uscì qualche minuto dopo, tolse il pigiamo e rimase in intimo.

Rabbrividì quando si mise i pantaloni ancora freddi e la maglia che aveva preparato il giorno prima sulla scrivania.

Scese le scale e salutò i suoi genitori, che ricambiarono.

La tavola era già imbandita di diverse cibarie, fin troppe per chiamarsi colazione. La servitù ripose l’ultima brocca di succo sul tavolino per poi sparire dalla stanza insieme ai carrelli.

- Anche oggi l’università cara? – Le domandò sua madre, versandosi del succo di ananas nel bicchiere. Hinata annuì.

- Sì, la facoltà di storia è molto importante per me e non voglio mancare alcuna lezione – esclamò energica, versandosi anche lei del succo di ananas e facendo attenzione a non far cadere i pezzi di frutta che galleggiavano.

- Sono felice che ti impegni così tanto, continua così figlia mia – disse Hiashi, alzando gli occhi dal giornale e guardando sua figlia con serietà. Nonostante quell’espressione, il viso di Hinata sembrò illuminarsi ancor di più e annuì.

Finita la colazione tornò su in camera, sciacquò per bene i denti, diede un’altra pettinata, prese la cartella il cellulare ed uscì.

Fuori un’auto già l’aspettava. Montò in macchina e dato ordine all’autista questo partì.

Il viaggio che solitamente faceva per raggiungere l’università non durava molto, si e no venti minuti e quel tragitto lo spendeva solitamente davanti il cellulare, come in quel momento.

- Starà ancora dormendo – pensò intenerita Hinata mentre andava nella casella dei messaggi, e selezionava “nuovo messaggio”, e rubrica: Amorehttp://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcT0dqGa72AYWcSfpe6WiuGEX_O7Sl7guviZuj5e4M9Sub4L1QfSAQ.

 

2 febbraio, 07:32

Buongiorno amore! |^.^|/

 

2 febbraio, 07:34

Buongiorno Tesoro =.= *sbadiglia*

 

2 febbraio, 07:35

Amore! Non pensavo di trovarti sveglio

così presto! :****************

 

2 febbraio, 07:36

Credimi quando ti dico che neppure io

l’avrei mai creduto possibile dopo il liceo --‘

 

2 febbraio, 07:37

Povero :****

C’è una qualche ragione in particolare per

questo inizio così mattiniero?

 

2 febbraio, 07:39

A dire il vero sì, devo essere sul set fotografico

per le 08:30, ieri pomeriggio mi hanno chiamato

per un paio di servizi che il mio agente aveva

accettato e quindi… capisci che non posso rifiutare.

 

2 febbraio, 07:41

Ma certo che capisco, dopotutto è il tuo lavoro ^^

sei libero oggi pomeriggio? Potremo passare

del tempo insieme, andare da qualche parte…

 

2 febbraio, 07:42

In effetti avevo in mente qualcosahttps://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRK5HlNg8pCdKiMNGDUHCQN6W24r3gELdwdbEFw_JwpVygVczwm

Ti passo a prendere verso le 16, va bene? :*

 

2 febbraio, 07:43

Va benissimo! ^*^

Allora a più tardi, buona giornata amore! <3 ;***

 

2 febbraio, 07:45

Anche a te Hinata, ti amohttp://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcT0dqGa72AYWcSfpe6WiuGEX_O7Sl7guviZuj5e4M9Sub4L1QfSAQ

Ah! Dimenticavo, non è che…

 

2 febbraio, 07:45

?

 

2 febbraio, 07:46

Vuoi che mi faccia fare delle copie

dei miei scatti più hot solo per te? U.U

 

2 febbraio, 07:47

0/./0

Maiale!! >////////<

 

2 febbraio, 07:49

AHAHAHAHAHAHAHA!!!!

Oddio, pagherei per vederti in questo momento! XD

Facciamo così, te le mando più tardi via MMS =3

 

2 febbraio, 07:51

Nooooo!!!! Non le vogliooo!!!! >///0///<

Non farmi pensare a certe cose… >//////>

 

2 febbraio, 07:51

Wow! Hinata, adesso che ci penso non

avevamo mai provato la hotchat! XD

 

2 febbraio, 07:53

E mai lo faremo!!! >//<

Sono arrivata, ci vediamo oggi alle 16, ti aspetto :*

E non fare il maiale!

Bye Bye :***

 

2 febbraio, 07:53

Oink!http://www.avatar-cute.com/images/sm2heo116.gif

 

 

 

 

14 febbraio, 2 anni prima.

- Li andiamo a chiamare? Voglio proprio conoscerla! – disse tutta eccitata, saltellando come una bimba a cui hanno acconsentito uno zucchero filato.

- Non vuoi attendere che si decidano a scendere da soli? – propose Minato, assumendo poi un’espressione perplessa di fronte al sospiro rassegnato di sua moglie.

- Caro, se non ci muoviamo quell’incosciente potrebbe decidere di farla calare dalla finestra del secondo piano utilizzando delle lenzuola annodate -.

Minato si mise a ridere a quella che sembrava una battuta, ma di fronte allo sguardo immutato di Kushina, capì che era meglio non perdere tempo.

Arrivati silenziosamente davanti la porta, cercarono di origliare il più possibile.

- E se lo stessero facendo? – domandò a bassa voce Minato. – Forse dovremmo bussare e dargli qualche secondo per rivestirsi -. Kushina si voltò verso di lui, corrucciata.

- Non dirlo nemmeno per scherzo! – sibilò. – Non ho intenzione di diventare nonna a 33 anni! -. Detto questo tornò ad aguzzare l’udito davanti la porta.

Minato sospirò, arrendendosi alla linea di pensiero di sua moglie, sempre stata punto debole del loro rapporto. Tuttavia non tutto in una coppia dovrebbe essere perfetto, altrimenti ci si annoierebbe, no?

Restarono in silenzio, senza però rilevare alcun rumore nella stanza.

- Oddio, e se l’avesse già fatta calare dal balcone con le lenzuola? – disse lentamente Kushina, portandosi una mano davanti la bocca.

Senza avvertire, e sinceramente divertito dalla situazione, Minato si fece avanti e bussò un paio di volte alla porta avvertendo se si poteva entrare. Quel gesto non solo istigò le possibili ire della sua dolce metà, ma provocò una serie rumori piuttosto bizzarri all’interno della stanza.

- Un momento! Mi sto vestendo! – si sentì frettolosamente dall’altra parte.

- Lo sapevo! – Esclamò Kushina, cominciando a piangere.

- Calmati tesoro, l’ha detto solo per prendere tempo! – sussurrò, per non farsi sentire dal figlio e agitandosi per la reazione della moglie.

Si sentì un gran trambusto, sembrava stesse correndo da una parte a l’altra della stanza, poi si sentì l’armadio aprirsi e chiudersi qualche secondo dopo con un forte slancio, seguito da un trattenuto “ahi!”.

- “Ma che sta facendo?” – si domandò Minato, guardando torvo la porta come se sperasse di guardarci attraverso.

- Naruto! È tua madre che ti parla! Apri subito questa porta o giuro che ti stacco le palle! – urlò in preda alla follia completa Kushina sbattendo ripetutamente il pugno sul legno scuro della porta.

- Come vorrei tirarmene fuori – pigolò il povero Minato.

- Mamma! Ma sei impazzita?! – urlò sbigottito Naruto dalla camera, probabilmente pensando a cosa stesse succedendo.

- Ti ho detto di aprirmi! Sono troppo giovane per diventare nonna! – e giù un altro pianto.

La serratura scattò, la porta si aprì e Naruto venne letteralmente investito da sua madre che gli si aggrappò ai pantaloni piangendo.

- Ti prego, dimmi che non ti sei tolto le mutande! -.

- Mamma! Ma che stai dicendo?! -. Poi alzò lo sguardo verso suo padre, cercando di trovarvi spiegazione ma questo fece solo un cenno di dissenso, ineccepibile.

- Mamma, lasciami i pantaloni! -.

- No, mai!, guai a te se te li togli, piuttosto te li tengo segregati io a vita! -.

- Papà! –.

- Kushina! –.

- Mamma! -.

- Naruto! -.

I pantaloni cedettero al peso della gravità, aumentata dalla presa ferrea di Kushina, e inevitabilmente il povero Naruto si ritrovò con gli attributi al vento.

Rimasta a bocca aperta, la donna non poté evitare un commento.

- Come sei cresciuto, bambino mio -.

- Mamma! Stai sbavando! -.

 

Dieci minuti dopo la situazione tornò alla normalità:

Naruto si era ritirato su i pantaloni, Minato si era ripreso dopo essersi sentito umiliato dal figlio e Kushina teneva ancora tra le mani il fazzoletto con il quale si era asciugata la bocca (non fate pensieri osceni, maiali!).

Poco prima, Naruto era tranquillo ad osservare la povera Hinata svenuta sul suo letto e ringraziò il cielo che non avesse assistito al siparietto più imbarazzante della sua vita.

Quando sentì bussare gli era salito il panico, e l’unica cosa che gli venne in mente in quel momento fu di coprire il corpo del reato con il piumone che aveva preso dall’armadio.

I suoi genitori non conoscevano la storia dal principio, così, attendendo che Hinata rinvenisse, aveva raccontato ogni cosa: l’incontro da bambini, l’amicizia, i ciondoli e l’essersi ritrovati solo quel giorno.

Minato rimase affascinato dalla storia, non pensava che suo figlio avesse mantenuto un segreto del genere tanto a lungo.

Kushina si rimise a piangere, commossa da quella storia così romantica e dal cuore puro di suo figlio.

- Sono orgogliosa di aver cresciuto un figlio così perfetto – cinguettò felice, imbarazzando il suddetto che sorrise appena.

Poco dopo Hinata si svegliò e non appena si rese conto che oltre a Naruto vi erano anche i suoi genitori, l’agitazione prese il sopravvento, contornato dall’imbarazzo e l’inadeguatezza del momento, oltre al non aver la minima idea di cosa dire.

- Tranquilla cara, Naruto ci ha spiegato ogni cosa, la vostra storia è davvero bella – la tranquillizzò Kushina, sedendosi vicino alla ragazza. Hinata accennò un sorriso. La donna si fece poi avanti e sussurrando disse: - ma guai a te se infili le mani nelle mutande di mio figlio, intesi? – sibilò maligna, cosa che immobilizzò la povera ragazza il cui viso stava già raggiungendo un’intensa accentuazione rossa.

Proprio come capitava in quei casi, il cuore di Hinata accelerò ulteriormente, fino a raggiungere i centodieci battiti: le vene intorno agli occhi le si gonfiarono improvvisamente e Kushina cacciò via un urlo prima di indietreggiare, spaventata.

- Le stanno scoppiando gli occhi! Cara, mi dispiace, Naruto è tutto tuo ma ti prego, calmati! -.

Anche Minato restò sorpreso davanti quello strano fenomeno ma vedendo che suo figlio era rimasto tranquillo realizzò che quella era una cosa abbastanza normale. Strana, ma normale.

- M-ma no, questo è… - ma venne interrotta da Naruto che con sguardo complice gli intimò di non continuare.

- Mamma, Hinata può restare a cena stasera, vero? – chiese il ragazzo, con tono che si aspettava senza dubbio una risposta positiva.

- Oh no, farò di meglio, adesso tuo padre di darà un po’ di soldi così la porterai a cena fuori! – poi si rivolse al marito, cambiando immediatamente espressione dal gentile al carnefice. – Vero, caro? -.

- “Come ci sono finito in questa situazione?” – pensò ancora una volta sconfitto Minato, osservando poi suo figlio abbracciare quella ragazza e sorridergli, davvero felice.

 

 

 

13 febbraio, 2014.

Hinata e Sakura si trovavano in una zona commerciale, intente a fare acquisti e passare così un bel pomeriggio insieme.

Con un vestito unico verde chiaro tra le mani, Sakura chiamò la sua amica per chiedergli consiglio.

- Che ne dici di questo? -.

- Oh, Sakura, è bellissimo! – disse entusiasta Hinata, avvicinandosi e toccando la stoffa riflettente di quel vestito. – Ti starebbe d’incanto – aggiunse poi, cominciando anche lei a rovistare nella stessa zona.

- Sai… - la voce malinconica di Sakura non sfuggì all’orecchio di Hinata che si voltò, in attesa che l’amica continuasse.

- Da quando, una settimana fa, ho dato una seconda possibilità a Sasuke, ho percepito una specie di dejà vu: ho rivisto me stessa al liceo, quando ero io a corrergli dietro. Ti giuro Hinata, non ho mai sentito così tanto Sasuke vicino come in questi sette giorni che sono passati. Se avessi saputo che per ottenere un po’ di rilevanza sarebbe bastato lasciarlo, l’avrei fatto molto tempo prima – concluse, prendendo le mani dell’amica e stringendole forte, mentre una solitaria lacrima le scivolava lungo la guancia. – E se lui sta finalmente dando tanto per me, non posso certo restare a guardare, voglio dare anch’io tutta me stessa -.

Hinata abbracciò l’amica, davvero felice che i suoi due amici della scuola fossero tornati di nuovo insieme.

Ricorda ancora quando venti giorni prima l’aveva avvertita della notizia, non poteva crederci.

- Scusa Hinata, mi sono lasciata andare, per di più siamo in un negozio – disse Sakura, allontanandosi e pulendosi gli occhi verdi con i palmi delle mani, evitando di farsi vedere da sguardi indiscreti. Hinata addolci il suo sguardo e le disse di non preoccuparsi. Aprì la borsetta bianca con due grossi ponpon viola appesi alla cerniera, e ne estrasse un pacchetto di fazzoletti. L’aprì, ne prese uno e lo porse alla sua amica, che lo accettò volentieri.

Una volta uscite dal negozio, erano passate ad un altro, e poi un altro ancora, finché non giunsero ad un bar al quale sostarono.

Hinata prese un tè alla pesca e Sakura un succo di mirtilli.

- Cosa farai questo San Valentino? Se non sbaglio è anche il vostro anniversario – chiese Sakura, dando una bella sorsata alla sua bevanda.

Hinata si rigirò il bicchiere tra le mani, mentre un bambino al suo fianco passava chiedendo alla madre un gelato, che gli venne negato.

- So solo che Naruto ha intenzione di portarmi a pranzo fuori, ma non so dove e neppure cosa faremo dopo – ammise, sorseggiando poi il suo tè.

- Suvvia Hinata, è ovvio cosa farete dopo – disse maliziosa Sakura, mimando un gesto eloquente a palmo aperto. Per poco Hinata non morì soffocata.

- Sakura! Ti prego non dire queste cose! – si lamentò la mora, guardandosi intorno e sperando che nessuno le avesse sentite.

- Ok, scusami non sono affari miei – alzò le mani in segno di resa. Poi aggiunse: - Comunque conosci Naruto, è un tipo sempre così premuroso ed è sempre bravo a sorprendere, sono sicuro che avrà organizzato qualcosa senza precedenti! – esclamò, rivolgendole il pollice alzato e un sorriso benevolo.

Improvvisamente, un cellulare incominciò a squillare; era quello di Hinata.

Lo prese dalla borsa e lesse sul display “Amorehttp://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcT0dqGa72AYWcSfpe6WiuGEX_O7Sl7guviZuj5e4M9Sub4L1QfSAQ”.

Rispose.

 

Pronto?

 

Hinata! Comincio col dire che mi dispiace immensamente!

 

Eh? Per cosa ti stai dispiacendo?

 

Mi dispiace tantissimo amore, ma domani pomeriggio

devo partire per Osaka! Il mio agente ha accettato un

lavoro fin laggiù e probabilmente tornerò nel tardo

pomeriggio del 15 febbraio.

 

Che cosa?! Ma, ma come, non potevi rifiutare?

 

È quello che ho fatto! Ma sembra che i produttori

siano gli stessi con il quale ho un contratto biennale

e secondo una clausola non posso rifiutarmi se non

per causa maggiore, e purtroppo non ne ho nessuna…

 

Ma non è giusto…

 

A chi lo dici, oltre a un lungo servizio devo anche

Girare uno spot, una cosa totalmente nuova per me.

 

Uno spot! Wow ma è un’occasione fantastica!

 

Ma come, non sei più triste?

 

Beh, un po’, ma non posso non essere felice per te

Farai uno spot, non sono cose che accadono ogni giorno

 

Hinata, sei la creatura più meravigliosa di questo mondo

 

Ma dai…

 

Oh.Mio.Dio. Oh mio Dio!

 

Che succede?!

 

Hinata! Ho avuto un’idea stellare!

 

Cioè?

 

Vieni con me!

 

Dove?

 

Sembri mia nonna Tsunade quando gli parlo…

Sto dicendo, vieni con me a Osaka!

 

Che?! Ma io veramente, non saprei…

 

Immagina, noi due soli tra i meravigliosi paesaggi

passeggiate infinite e tante festività la sera!

Lo sai che a Osaka fanno una festa per qualsiasi cosa.

 

Naruto, Osaka dista un’ora di aereo!

 

Quindi?

 

Non lo so, devo chiedere ai miei

 

Questo significa che accetti?

 

Beh, se fosse solo per me accetterei…

 

Evviva! Ti amo Hinata! Vedrai, sarà il più bel

Anniversario che abbiamo mai vissuto!

 

Ma ce n’è stato uno solo

 

Dettagli.

Prepara la valigia, chiederò di farmi riservare una

matrimoniale, prendi quanto ti serve per due giorni

domani pomeriggio appena dopo pranzo partiamo!

 

Frena! Come sarebbe a dire prendi una matrimoniale?!

 

Tranquilla Hinata, è tutto sotto controllo!

Ti chiamo dopo per i dettagli, ah ci penso io

A convincere i tuoi genitori, ciao!

Tu-tuuu…tu-tuuu…

 

 

 

 

 

Hinata posò il cellulare sul tavolino, stralunata.

- Ohi, Hinata – la chiamò Sakura, sventolandogli una mano davanti il viso. – Che succede? -.

Vide la sua amica tirare un lungo sospiro, come se avesse fatto una lunga maratona e alla fine avesse perso. Chissà se in effetti era proprio così.

- Buona fortuna per il tuo San Valentino con Sasuke, Sakura. Io vado a Osaka -.

 

 

 

14 febbraio, 2 anni prima.

La pioggia aveva finalmente smesso di cadere, lasciando però dei disordini lungo le strade che non passavano di certo inosservati. Alcuni sottopassaggi erano allagati, qualche buca si era aperta sull’asfalto e chissà che altro ancora era accaduto.

Nonostante tutto, il ristorante “Ichikaru” era aperto e mostrava fieramente le sue splendide decorazioni di luci che attiravano spesso molti clienti.

Un piccolo ingresso ove si trovava il banco con il registratore di cassa al quale una ragazza molto carina si occupava dei pagamenti a fine serata. “Ayame” recitava la targhetta appesa sul suo petto, vicino il logo del ristorante: due bacchette immerse in una ciotola di ramen fumante.

Minato si era occupato di accompagnarli, passando prima per la casa della ragazza e spiegando al padre di Hinata che i due ragazzi erano compagni di scuola e avevano deciso di comune accordo di andare a mangiare qualcosa fuori casa.

Dapprima contrario a quella strana uscita di sua figlia, alla fine l’uomo aveva accettato, convinto dalle parole e personalità di Minato, abbastanza affidabile.

Il viso di Hinata si era illuminato a quella decisione e in meno di cinque minuti si era cambiata, pronta per la serata.

Poco dopo raggiunsero il ristorante, dove Minato li lasciò.

- Passo a prendervi alle 23, e ora andate a divertirvi – disse sorridente, prima di salutarli e ripartire verso casa.

Senza tanti preamboli, i ragazzi si erano presi per mano ed erano entrati, fino a raggiungere il loro tavolo, che stavolta Kushina si era presa la briga di prenotare.

Nonostante il posto fosse piccolo aveva quell’aria accogliente che li distingueva da molti altri; forse perché era a conduzione familiare.

Il proprietario era un vecchio amico di Minato ed era sempre disposto a riservare loro un tavolo, sia che si trattasse di lui e sua moglie, sia che riguardasse suo figlio. Nonostante il trasferimento non avevano del tutto perso i contatti.

Una volta accomodati, un cameriere prese le loro ordinazioni e una volta trascritto tutto, sorrise e si voltò dirigendosi verso le cucine.

- Questo posto è carino, non ci ero mai stato – disse Naruto, guardandosi intorno sorridente.

Hinata sorrise. – Io ci sono stata diverse volte qui, è un luogo accogliente -.

- Se non mi fossi trasferito probabilmente avrei amato anch’io questo posto – convenne Naruto, prendendo il tovagliolo e poggiandolo sulla gamba destra.

Il ristorante gremiva di persone e altre ancora di tanto in tanto ne entravano dalla porta, segno di quanto quel posto fosse rinomato.

Nell’attesa parlarono del più e del meno, ridendo per vecchie storie, interessandosi a fatti personali e, perché no, facendo anche un po’ di gossip.

Poco dopo, arrivò l’antipasto, e la cena iniziò.

 

 

 

14 febbraio, 2014.

Il suono stridulo dei freni dell’auto fermò  il mezzo, segno che finalmente la destinazione era giunta.

Naruto scese dall’auto, aiutando poi Hinata mentre il tassista prendeva i loro bagagli.

Le quattro stelle svettavano fiere sulla figura dell’albergo che avevano deciso di  prenotare, il cui nome recitava “Felix Star”.

- Ah Naruto! Finalmente sei arrivato! -. Un uomo sulla cinquantina e lunghi capelli bianchi si era avvicinato al ragazzo, abbracciandolo con fare paterno. Portava un elegante completo marrone chiaro, un fazzoletto verde scuro nel taschino e una cravatta grigio scuro a righe chiare per chiudere il tutto.

- Jiraya, allontanati per favore! – disse evidentemente schifato il ragazzo.

- Quante storie – si lamentò l’uomo, rivolgendosi poi alla ragazza. – Hinata, sei sempre più bella! – disse bonariamente, aiutando poi il tassista con i bagagli.

- Non vedevo il tuo agente da parecchio, ma vedo che non è cambiato molto – sorrise Hinata, rivolgendosi al suo ragazzo che sospirò.

- Già, il solito maiale! -.

- Ehi, a chi hai dato del maiale? – s’infuriò.

 

Sistemati i loro bagagli nella stanza e rinfrescati, si diressero poi immediatamente agli studi televisivi locali, poiché lo spot doveva essere girato quel giorno stesso.

Jiraya sbrigo le solite pratiche di routine e alla fine giunsero sul set: Naruto, così come Hinata erano rimasti sbalorditi dall’ambiente che li circondava.

Sapevano più o meno com’era fatto un set cinematografico, qualche film in genere ne mostrava qualcuno, ma esserci dentro dava tutta un’altra emozione.

Alcune enormi telecamere erano puntate su una perfetta ricostruzione di una scogliera mentre in sottofondo si poteva udire il suono dell’oceano provenire da alcune casse audio.

Un operatore si avvicinò velocemente a Naruto, gli chiese se fosse lui e alla risposta affermativa gli consegnò un piccolo quadernino con copertina verde di poche pagine, dicendogli che aveva dieci minuti per imparare adeguatamente tutte le battute. Poi, così com’era arrivato, sparì in mezzo al set, diretto altrove.

Hinata gli si avvicinò, curiosa di leggere quello che doveva essere il copione. La cosa la emozionava anche un po’.

Naruto lo aprì e incominciò a leggere:


Scena 1

Il ragazzo avanza verso la scogliera, sguardo fisso, pensieroso, profondo.

 

Scena 2

La ragazza giunge alle sue spalle, gli passa le mani sul corpo, sensuale. Lui le afferra una mano e la guarda intensamente negli occhi.

 

Scena 3

Bacio profondo, grande passione nei movimenti.

 

Scena 4

Si separano, lei gli posa la fronte sulla sua ed entrambi chiudono gli occhi.

Si voltano verso la telecamera ed entrambi pronunciano in modo molto chiaro

E profondo “Ninetails, for men”

 

Chiusura scena.

 

Fine.

 

 

- Ragazza? – disse inebetito Naruto.

- Bacio? – rilesse Hinata, scandendo bene ogni sillaba.

In quel momento arrivò Jiraya, che si era allontanato poco prima per andare a parlare con il produttore.

- Ah, ti hanno consegnato il copione? Come ti sembra? – chiese allegramente, senza però ricevere alcun tipo di risposta perché entrambi i ragazzi lo stavano guardando con una tale intensità da fargli prendere fuoco. L’uomo deglutì.

- Perché mi guardi così? – fece preoccupato, ricevendo come risposta il copione che lesse velocemente.

Deglutì di nuovo.

-  Quindi? – chiese, davvero ignaro a sul perché lo stessero trattando come un aborto.

- Io non lo faccio questo spot! – disse di getto Naruto, nel mentre Hinata restava in disparte a osservare la scena.

- E perché? -.

- Perché è imbarazzante! Poi insomma – abbassò lo voce. – dovrei baciare un’altra ragazza, davanti la MIA ragazza?! Ma sei impazzito? -.

- Oh andiamo, non fare il ragazzino! Si tratta di lavoro, hai fatto molte foto insieme a delle fotomodelle no? – gli ricordò, puntandogli un dito contro.

- Appunto, erano foto, quello è lavoro! Non baciare altre ragazze! – ribatté, combattivo.

- Hai letto il copione no? Questo lavoro richiede anche questo tipo di sacrifici, se non sai gestirli allora non puoi continuare in questo ambiente che io faticosamente continuo a farti andare avanti! – disse alzando un po’ più la voce, per poi andarsene spedito.

Naruto, dapprima sorpreso, abbassò lo sguardo, probabilmente dispiaciuto di non aver mai pensato ai sacrifici che il suo agente, ormai amico, aveva sempre fatto per lui.

- Che sciocco che sono, eh Hinata? – disse, avvertendo la presenza delicata della sua ragazza che gli si era avvicinata fino a carezzargli dolcemente il viso.

- Capisco cosa provi, ma non preoccuparti per me, io capisco che questo è lavoro e non sono per niente preoccupata – disse dolcemente, guardandolo negli occhi.

- Davvero? -. Lei annuì.

- Certo. Io mi fido di te, da quattordici anni -.

Colto da chissà quale istinto, Naruto prese per il viso Hinata e la baciò con foga, prendendola in contropiede. Sorpresa, poi rilassata, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal suo istinto, stringendosi dolcemente al collo del ragazzo.

Poco dopo Naruto stava provando le varie sequenze di movimento, utilizzando Hinata come prova. Furono i sette minuti più divertenti della sua vita.

La campanella suonò, e tutti si prepararono a girare. Naruto indossò solo dei pantaloni neri lunghi, i piedi come il busto dovevano restare nudi come da copione.

- Allora, siamo pronti? – urlò il regista.

- Ehi, un momento? Chi è la ragazza con il quale devo lavorare? – domandò Naruto dalla finta scogliera, cercando poi il viso di Hinata, che vide scrollare le spalle.

- Ehi, siate andati a chiamare la controparte? – urlò un uomo dalla parte opposta, senza che però Naruto riuscisse a capire chi fosse poiché i riflettori posti sopra il set lo stavano infastidendo.

- Eccomi, scusate ma nessuno mi aveva avvertita! – disse poi una voce femminile,  sopraggiungendo alle spalle di Hinata. La mora si voltò e il suo cuore perse un battito quando la vide: lunghi capelli biondi raccolti da una coda di cavallo alta, fisico asciutto e atletico, un bikini a coprirle quelle forme invidiabili da qualsiasi essere femminile a quel mondo. Hinata l’aveva già vista.

La ragazza in questione arrivò in tutta fretta con un accappatoio alla mano che probabilmente si era tolta da poco.

Aveva un due pezzi azzurro e bianco e nonostante la dentro il riscaldamento non fosse proprio ai suoi massimi sembrava comunque non sentire freddo.

- Scusami? – si rivolse a Hinata, sorridendogli cordialmente.

- S-sì? -.

- Me lo potresti tenere? Grazie! – gli mollò l’accappatoio sulle braccia e balzò agilmente sul set, chiedendo ancora una volta scusa per il ritardo.

- Finalmente! Bene, la signorina Yamanaka è arrivata, siamo pronti a girare. In posizione! -.

- Ehi, ma tu sei davvero Ino Yamanaka? – chiese Naruto, avvicinandosi.

- Sì, e tu sei Naruto Uzumaki, indovinato? – ribatté col medesimo tono.

- Eh già, ti ho vista in molte riviste, sei abbastanza famosa -.

- Neppure tu sei da meno, i tuoi scatti dovrebbero avere maggiore nota – gli fece notare, facendogli poi l’occhiolino.

- Ti ringrazio, ma nonostante tutto non mi lamento – scherzò, sorridendo apertamente.

- Ehi, voi due! – li chiamò il regista con il megafono. – Basta chiacchierare! Si lavora, mettetevi alle vostre postazioni! -.

- Si, ci scusi! – dissero all’unisono, andando poi ai loro posti.

Hinata sorrise a quella scena, felice che Naruto si fosse finalmente messo a suo agio.

I minuti dopo furono un completo successo: la Yamanaka sapeva il fatto suo, non c’era dubbio, e Naruto grazie alle sue esperienze di fotomodello aveva interpretato alla perfezione ogni movenza ed espressione. Ci furono solo alcuni problemi durante la scena del bacio, che richiese un paio di ciak in più, ma alla fine tutto andò nel migliore dei modi. Un’ora dopo Naruto era tornato nei suoi vestiti e dopo aver salutato la Yamanaka si erano diretti entrambi in albergo.

- Non posso credere che la parte più difficile di questo viaggio sia finita, non puoi capire come mi sento alleggerito – esclamò Naruto, stiracchiandosi a più non posso dopo essere uscito dalla doccia con un asciugamano intorno alla vita.

Hinata era davanti lo specchio della camera, intenta ad asciugarsi i capelli, segno che si era data una rinfrescata prima di lui. Quando lo vide non poté fare a meno di distogliere lo sguardo, tornando a districare i nodi. Naruto se ne accorse e sorrise maliziosamente, arrivandogli alle spalle e incominciando a baciarle il collo, gesto che costrinse Hinata a posare il phon e poggiarlo sulla specchiera o molto probabilmente le sarebbe caduto dalle mani.

Non seppe come si ritrovò sotto di lui, entrambi coperti dalla trapunta.

- Ti amo Hinata, da quattordici anni -.

La ragazza sorrise mestamente, pizzicandogli appena il naso.

- Ma questa frase non è molto simile a quella che ti ho detto io prima sul set, me l’hai copiata – disse, falsamente arrabbiata.

- Dettagli – disse, scendendo sulle labbra e assaporandone il gusto.

- Allora la cambio – aggiunse, staccandosi e tornando a guardarla con un sorriso ammiccante.

- Senti che poeta che sono: L’inizio è passato, e dopo aver immaginato il futuro, eccoci al presente. Eh? – gongolò, facendo a cazzotti con il suo ego che sembrava volergli uscire anche dalle orecchie.

Hinata fece un cenno di dissenso.

- Anche questa l’hai già detta – sorrise. – Ma mi piace sentirtela dire – aggiunse soave, prima di avvicinarlo a sé e baciarlo.

- Buon San Valentino Naruto -.

- Buon Anniversario, Hinata -.

 

 

 

 

 

Fin

 

 

 

 

 

 

14 febbraio, 2 anni prima.

La serata trascorse molto tranquillamente, tranne quando a Naruto venne servito un risotto che in effetti aveva ordinato dal menù, ma non aveva idea che fosse strapieno di cipolle. Il piatto rimase intatto.

Alla fine giunsero le 22:50, e anche l’ora di tornare alla propria casa.

Da buon cavaliere, Naruto pagò completamente la cena, dopodiché uscirono all’aperto a prendere un po’ d’aria e in attesa che il padre del ragazzo tornasse a prenderli.

- Ma Naruto, potevo pagare io la mia parte, non era un problema – insistette ancora la ragazza, leggermente preoccupata di aver lasciato che una simile somma fosse solo compensata dalle tasche del ragazzo.

- Ma no, figurati, tanto erano i soldi di mio padre – disse con nonchalance, scoppiando poi a ridere, coinvolgendo poi anche Hinata.

Hinata si strinse al braccio di Naruto e lui sorrise istintivamente.

- Naruto, pensi che vada bene così? – disse improvvisamente Hinata, con un particolare tono preoccupato. Naruto corrugò la fronte.

- Che intendi? – chiese, non capendo.

- Voglio dire, dopo tutto questo tempo, sei davvero certo di voler stare con me? In fondo non ci conosciamo affatto… -.

- Hinata – la chiamò il ragazzo, allontanandola appena e guardandola negli occhi.

- Io non ho intenzione di essere tuo amico, spero che questo tu lo abbia capito -.

Hinata annuì, dischiudendo appena le labbra.

- Per dodici anni ho portato questa con me – disse, poggiando una mano all’altezza dello sterno. – Ho davvero continuato a pensare a quella bambina che avevo conosciuto e nonostante gli anni passassero, in cuor mio continuavo a tenere vivida la tua immagine. Ed ora eccomi qua, al giorno in cui non dovrò più sforzarmi di ricordare come sei, perché il mio desiderio è poterti vedere ogni giorno -.

Una lacrima sfuggì dall’occhio destro di Hinata, poi altre due e una dall'occhio sinistro. La bocca semi aperta e il respiro leggermente accelerato.

- N-Naruto – balbettò Hinata, combattendo contro le lacrime che ormai le stavano sfuggendo al controllo. – Sono così felice! – Esclamò Hinata, scoppiando poi a ridere tra le lacrime.

Naruto prese un fazzoletto e delicatamente le asciugò gli occhi, baciandole poi entrambe le guance.

Hinata arrossì al gesto e ricambiò, prendendo l’iniziativa e dandogli un bacio sulle labbra, lasciando il biondo piacevolmente sorpreso.

- Sai Hinata – disse il ragazzo, riconoscendo in lontananza la forma dei fari dell’auto di suo padre. – L’inizio è passato, e dopo aver immaginato il futuro, eccoci al presente -.

- Che bella frase, chi l’ha detta? – chiese sorridente e curiosa.

- Ma Naruto Uzumaki ovviamente! – Sorrise ammiccante, indicandosi orgoglioso.

- No dai sul serio, chi l’ha detta? -.

- Ma ti ho detto che è mia, l’ho creata adesso, in questo momento! – insistette.

- Dai, non prendermi in giro! Chi l’ha detta? -.

- Ma, Hinata… -.

 

 

 

Ri-fin

 

 

 

 

 

 

 

Premete il tasto sinistro del vostro mouse e tirate giù :)

Messaggio Nascosto! XD

Grazie per aver letto il seguito di questa storia, ve ne sono infinitamente grato!

 

Arrivederci a tutti!

 

Matt

 

  
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