Quando un dogma non è una scelta, ma un'eredità, il suo peso può diventare insostenibile.
NON CREDO
Gli Assassini proteggono gli innocenti.
Davanti a me, un uomo sta morendo. Gli insegnamenti del mio Credo vacillano alla vista del sangue. Quale colpevolezza può giustificare un atto simile?
Il cadavere espira, vedo la sua anima volare sopra Castel Sant’Angelo.
Non conosco il nome della mia prima vittima, ma intuisco il suo passato: una famiglia da mantenere, un giro di birra offerto all’osteria, una divisa di cui non importava il colore.
Aveva eseguito gli ordini ed era morto per far rispettare la legge, nulla di più.
Per la prima volta da quando ho accettato il mio ruolo, capisco: gli assassini uccidono. Nessun ideale da tutelare, nessuna congiura da fermare… Siamo solo Nestore ed io, sulla vetta di un tetto, a guardare l’ennesima salma vestita di rosso che si dissangua velocemente.
Una manciata di persone mi ha autorizzato a scavalcare Dio. Rinfodero la lama celata, schizzandomi ulteriormente le mani. Sono tentata di scaricare la colpevolezza sui mandanti della missione, ma non riesco a farlo: la veste pallida presenta le linee fresche del delitto.
Confronto la mia superbia all’umiltà del soldato, le braghe bagnate di urina, gli occhi riflessi di nuvole, e mi pento. Ho paura che Dio non mi ascolterà.
Mi chiamo Virginia Salvani, e sono un mostro.