Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: HaguCHAN    18/02/2014    0 recensioni
[ JELSA Jack Frost x Elsa ]
Dal capitolo 3:
“p-posso vederli?!” Jack aveva tra le mani i ricordi di Elsa che Toothiana gli aveva appena dato, non li stringeva forte, teneva l'astuccio tra le mani come se si trattasse di un oggetto vivo, con lo stesso riguardo che si ha per un uccellino con le ossa cave.
“di regola, io e le mie fatine non permettiamo che si vedano i ricordi di altri bambini...ma...” Toothiana guardò Jack con un sorriso, “infondo questi ricordi sono anche i tuoi.”
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jack Frost

 

Jack era volato via, lontano, non sapeva bene neanche lui perchè. Aveva desiderato così tanto che Elsa riuscisse di nuovo a vederlo, ma nel momento in cui la piccola aveva detto il suo nome, nel momento in cui questo finalmente sarebbe potuto accadere di nuovo, lo spirito dell'inverno non ce la fece, non seppe affrontarlo, e volò via. Si fermò ai margini del bosco, dove ancora il castello in mezzo al fiordo era ben visibile, si voltò, chiedendosi cosa avrebbe fatto ora.

Davvero Elsa avrebbe creduto in lui? Davvero sarebbe riuscita di nuovo a vederlo? E se davvero ci fosse riuscita cosa sarebbe successo poi? Se una volta che la bambina si fosse accorta che non era Jack il responsabile dei suoi poteri, come avrebbe reagito? Avrebbe smesso di credere in lui? Jack sarebbe tornato di nuovo invisibile? Poteva sopportare un'altra delusione?

Jack dava le spalle al bosco, guardando verso il castello, ma con i piedi però puntati verso l'inizio della foresta, senza sapere se tornare indietro, o scappare, se tornare da lei e affrontare tutti quei 'se', oppure sparire definitivamente, aspettando magari che la bambina crescesse abbastanza da smettere di credere a queste cose, in modo da poter continuare a starle vicino senza poter essere visto o toccato, o ferito.

 

 

Quel giorno, dopo che aveva sistemato la sua 'trappola per fate' Anna dovette rinunciare a giocare con la neve insieme alla sorella per tutto il pomeriggio, Elsa aveva preso molto seriamente quello che le aveva raccontato la madre e si era andata a rintanare nella biblioteca del castello alla ricerca di libri illustrati di favole, che parlassero di troll, elfi ma sopratutto di spiriti dell'inverno.

“Elsaaaaa, andiamo a giocare adesso?” si lamentava la piccola Anna che stava iniziando a spazientirsi, Elsa stava raccogliendo i libri che le interessavano per farseli leggere dalla madre prima di andare a dormire, ed era piuttosto concentrata.

“Anna guarda!” la bambina indicò alla sorella un bellissimo disegno: c'era un ragazzo dalle fattezze di un folletto che faceva nevicare sopra le case di bambini che correvano tutt'intorno felici.

“Ohhhh” fece Anna che si mise a guardare attentamente l'immagine che le aveva mostrato la sorella, “Chi è?!” chiese curiosa, “Jack Frost!” rispose la maggiore con una punta d'orgoglio, “la mamma dice che è da lui che vengono i miei poteri sai?” “Ah si?!” la piccolina sgranò gli occhi, e un'espressione di immenso stupore e meraviglia le illuminò il volto, “Ma chi è Jack Frost?” Elsa le iniziò quindi a raccontare quello che le aveva detto poco prima sua madre, incoraggiata dalle espressioni di stupore e meraviglia della sorella minore.

“Allora forse stasera verrà anche lui?” un lampo di gioia illuminò gli occhi di Anna: la fatina dei denti e Jack Frost nella stessa sera! Sarebbe stato fantastico! “Cosa? Perchè dovrebbe venire anche Jack Frost?” le chiese Elsa, che a questo proprio non aveva pensato, “Beh...se è vero che ti ha dato i poteri forse vorrà vedere chi ti porta via i denti...”. La logica ferrea di una bambina di tre anni a volte è più esatta di quella del più brillante stratega militare del mondo “Mmh...non credo...adesso è estate infondo, cosa ci farebbe qui Jack Frost in estate?” “Appunto!” la rimbeccò la sorella, “Non ha niente da fare! Si annoierà tutto il giorno a dormire!”

Elsa non sembrava troppo convinta, ma le intuizioni della sorella le fecero sorgere spontanea una domanda, quando era estate, dove finiva Jack Frost, lo spirito dell'inverno?

 

In realtà Anna non poteva avere più ragione. Jack Frost, lo spirito dell'inverno, durante l'estate per lo più si annoiava. C'erano sempre luoghi dove portare un po' di ghiaccio e neve, ma il più delle volte erano luoghi deserti, desolati, e senza tanti spettatori intorno a sé lo spirito dell'inverno non concedeva volentieri spettacoli.

In realtà poi, non era indispensabile la sua presenza perchè nevicasse, l'evento atmosferico in sé era fuori dalla sua giurisdizione, lui possedeva solo una parte dell'inverno, ma di certo non tutta. Non era suo il merito delle nevi perenni del Kilimangiaro, o del ghiaccio del Polo. Ciò che faceva davvero Jack Frost era cavalcare il vento in cerca di nuovi divertimenti, nuovi posti dove portare un po' di caos e confusione, ma da quando era nata Elsa il 'divertimento' aveva preso un'altra piega, e anziché ghiacciare tubature, lo spirito dell'inverno preferiva aiutare le bambine a creare lucenti scivoli di ghiaccio. E poi, in fin dei conti, dove c'era Elsa, c'era sempre la neve, e la Neve chiamava l'Inverno.

Ancora in bilico tra il bosco e la via per il castello, Jack Frost guardava ora silenzioso l'oceano, quella distesa infinita d'acqua,non si sarebbe mai abituato a quella vastità, a volte lo spaventava quasi, lui che era nato nelle acque di un piccolo lago di campagna, aveva paura del mare.

Jack si sentiva stanco, si alzò prendendo le correnti del vento, e si lasciò portare a Casa.

 

Tutti quei dubbi, tutto quel parlare di 'venute al mondo' lo avevano fatto pensare: proprio come Elsa, infondo neanche lui sapeva spiegarsi bene il mistero dei suoi poteri. Gli esseri umani spiegano l'inspiegabile con le leggende, con i miti, con le favole, ma le leggende, i miti e le favole?! Loro come si spiegano le loro origini? Era forse stato questo vuoto che lo aveva spinto lì, di nuovo al Lago? ma le risposte come al solito non arrivarono, Jack non le sapeva.

Sapeva però che il vuoto lasciato da quelle domande irrisolte pesava dentro di lui, come piombo. Chi era? Cosa ci faceva lì? Da dove veniva? Erano le domande che costantemente lo assillavano. Forse non erano esattamente quelle che avrebbero preoccupato Elsa, ma comunque il ragazzo sentiva che in qualche modo le loro incertezze erano simili, e pensò che se avesse potuto lenire un po' quelle della bambina, allora anche le sue si sarebbero almeno in parte, placate. Sentiva un certo senso di pace al pensiero che (nonostante non fosse vero) potesse essere lui la causa dei poteri di Elsa. Almeno in quel modo la sua 'esistenza' avrebbe trovato un senso: spiegare alla bambina ciò che lui stesso non sapeva spiegarsi, essere la sua Origine. Per un momento pensò addirittura che gli sarebbe bastato questo, essere definitivamente 'La causa dei poteri di Elsa'; a maggior ragione poi, se questo poteva evitarle i dubbi, le incertezze e le paure che in quegli anni lui aveva provato prima di riuscire a farci l'abitudine. In questo modo forse avrebbe trovato finalmente il suo scopo, la sua ragione d'essere Jack Frost, l'avrebbe trovata in lei, in Elsa.

Guardando la superficie del lago, Jack tornò a pensare ai suoi primi anni di 'vita', a quelli che riusciva a ricordare: Ricordava quella bambina dai capelli castani che tutti i giorni andava a piangere proprio lì, dove stava seduto ora, al lago, portando dei fiori. Era stata la prima bambina per cui aveva fatto nevicare, cercando di farla ridere. Le ricordava Elsa, come per lei aveva provato a custodire la sua felicità. Ed era quello che aveva sempre fatto in realtà Jack Frost, anche se lui ancora non lo sapeva, proteggere i bambini, farli ridere, renderli felici, era questo che lo rendeva davvero speciale, che lo rendeva qualcuno. Portare la neve era solo un mezzo, un accessorio, quello che faceva in realtà era ben più importante. E anche adesso mentre rifletteva se raccontare alla bambina (ammesso che potesse vederlo) la verità, oppure diventare la sua leggenda 'personale', anche ora che pensava queste cose Jack dimostrava di essere già un Guardiano: era quello che lo rendeva davvero Jack Frost, ma a volte siamo così ciechi per le cose che ci riguardano, e questa poi è un'altra storia.

Sull'onda di queste riflessioni però lo spirito dell'inverno prese una decisione: sarebbe tornato ad Arendelle, e sarebbe tornato come Jack Frost, colui che aveva donato metà dei suoi poteri alla principessina delle Nevi.

Aveva deciso di nuovo di tornare per lei, come aveva già fatto in passato, ma questa volta però non sarebbe più stato solo a guardare, stavolta l'avrebbe protetta davvero, nella misura in cui ora poteva proteggerla, per non farla soffrire, per non lasciarla sola.

Non sapeva come sarebbero andate le cose, non sapeva se stesse facendo o meno la cosa giusta, come poteva d'altronde, lui che non sapeva niente persino di se stesso! Forse prese quella decisione un po' irresponsabilmente, forse persino egoisticamente, infondo non voleva essere solo neanche lui. Ma quello che sarebbe successo di lì a poche ore avrebbe segnato entrambi: spirito dell'inverno e principessa delle nevi, e nel bene o nel male, i ricordi che di lì a poco avrebbero iniziato a creare insieme li avrebbero uniti per sempre, attraverso il tempo e lo spazio, contro ogni logica, finché almeno uno dei due avrebbe continuato a vivere.

 

 

SALVE A TUTTI! \(@ ̄∇ ̄@)/

Lo so, non mi piace rompere con questi postilli ma a scanso di equivoci vorrei chiarire qualche punto (シ_ _)シ

prima di tutto vorrei ringraziare di nuovo tutti coloro che mi hanno scritto commenti positivi alle storie, e scusarmi per la lentezza con cui pubblico, ma ogni tanto mi tocca anche studiare eheh, finiti gli esami di questa sessione cercherò di essere più puntuale prometto! o (◡‿◡✿)

secondo di tutto, il mio intento iniziale era quello di seguire la storia dei film, e come ho forse già detto mi sono resa conto di non riuscirci, almeno non qui ehehe (⌒_⌒;) per cui le cose stanno prendendo una piega inaspettata e non penso che sarò del tutto fedele ai film, anche se comunque cercherò di esserlo nei limiti del possibile.

Non so ancora quanto durerà questo 'prologo' di Elsa da piccola, e questo ci porta al terzo punto: mi scusa infinitamente per quanto questa storia stia diventando prolissa, sul serio! Mi stupisco sempre quando ricevo questi commenti positivi perchè mi rendo conto di scrivere davvero in modo molto 'concentrato', e a volte forse noioso, l'idea iniziale era leggermente diversa, ma credo di non avere il dono del sunto ehehe, e specialmente questo capitolo che trovo pesante e quasi inutile! Davvero se lo avete letto tutto vi meritate il mio più sincero rispetto! Io non so se avrei avuto tanta pazienza

(T∇T) comunque vi posso assicurare che era indispensabile! Che è indispensabile...credo, spero 【・_・?】

Altro punto da chiarire: Voglio che sappiate che non ho messo il rating giallo per attirare lettori senza mai soddisfarli, l'ho messo giallo perchè ho in programma di arrivare ad un effettiva scena da 'gialla', ma purtroppo non so quando questo accadrà, spero che ci sia chi ha la pazienza di starmi dietro, mi spiace ancora ヽ( ̄д ̄;)ノ

Credo sia tutto per ora. In realtà avrei sempre altre cose da dire ma nel momento di scriverle le dimentico sempre. Vabbè, non vi tedio oltre, grazie se avete letto sin qui e...

See you next chapter <3 ( ゚▽゚)/

 

P.S.

 

AH! e sopratutto mi scusa INFINITAMENTE per tutti gli errori che faccio nei capitoli! Dimenticare le lettere, le preposizioni etc etc. davvero mi spiace p(´⌒`。q) eppure rileggo sempre ottocento volte le cose ma non me ne accorgo mai! щ(゜ロ゜щ) quelli che vedo cerco poi di cancellarli e metterli a posto sempre, però a volte mi scappano, chiedo di nuovo perdono, cercherò di stare più attenta

(*´_ゝ`)

 

  
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