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Autore: Edward_Son 2    18/02/2014    5 recensioni
I Giorni No non capitano solo ai comuni mortali. E se aggiungiamo che la protagonista è una strega...il risultato è ancora più avvincente. Ma questo non basterà a fermarla.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente le Giornate “ NO “? Quelle che, appena alzatovi dal letto le riconoscete come iellate e, ne siete sicuri, ve ne capiteranno una peggio dell’altra?

Bene, perché è questo che capiterà in questa storia. Perché,  fortunatamente, le suddette giornate non capitano solo ai poveri mortali ma, bensì, anche alle Regine.


La sveglia suonò alle 7 precise, quando una mano calò impietosa sulla sveglia per stoppare il suono.
Una rintronata Regina si alzò dal letto, poggiandosi sui gomiti, i capelli arruffati e una brutta sensazione.
Decise di ignorarla,  lei era il sindaco di Storybrooke, non poteva farsi fermare da stupidaggini come premonizioni o robe varie, anche se essendo una strega avrebbe dovuto farci attenzione.

Si diresse in bagno per lavarsi quando gli venne in mente il perché del senso di tristezza e solitudine che l’aveva colta appena sveglia: Henry sarebbe stato tutto il giorno con Emma e avrebbe visto entrambi non prima di sera.
Sospirò.

Allo specchio, in quel momento, non sembrava affatto la regina cattiva, no sembrava più una casalinga disperata e…diavolo era un capello bianco quello che scorgeva tra quella massa corvina?
No sicuramente era la luce a fare quello scherzetto.
Si vestì e commise l’errore di pensare nello stesso tempo a cosa dovesse fare quel giorno.
Lo spigolo del mobiletto del bagno salutò con estrema gioia il suo mignolo, facendola esibire in una fantastica scivolata, ma riuscì ad evitare una brutta caduta appoggiandosi al lavello del lavandino.

Stette immobile per qualche secondo.
La brutta sensazione, in breve tempo, divenne bruttissima
ttate col miele e qualche sorso di tè. Nel dirigersi verso l’auto notò un particolare strano.
Il cofano.

Su di esso sembrava esserci qualcosa di chiaro. Affrettò il passo e scoprì infine cosa fosse quella “cosa” bianca: una sostanza gelatinosa ricopriva la lamiera, sembrava vernice, e componeva una sola parola.


Bitch.

Gli occhi della donna si dilatarono per lo stupore e la rabbia. Chi? Chi aveva osato oltraggiarla in quel modo? Chi si era permesso di sfidare lei, la Regina Cattiva?
Oh, ma se solo fosse riuscita a beccarlo…
Fu allora che gli venne l’illuminazione: poteva essere stata una sola persona, una sola che non temeva affatto una sua qualsiasi tipo di reazione:  Gold.


Furiosa salì in auto, non prima di lasciare un tacco  delle sue preziose decollete nere,nel tombino accanto alla vettura.
La sensazione ormai era diventata un’orrenda certezza: qualcuno sicuramente si stava divertendo  a farle subire di ogni. Scarmigliata e, forse, un po’ agitata premette a tavoletta sull’accelleratore e in pochissimo tempo arrivò al Negozio dei Pegni.

Scese e sbattè la porta con forza, ormai aveva abbandonato qualsiasi tentativo di diplomazia. Dal bancone della cassa, si palesò la figura alta e elegante di Mr.Gold.

“Regina, a cosa devo…l’onore?” disse con una sfumatura vagamente ironica nella voce che fece imbestialire ancora di più la strega.
“Tu…” disse mentre la rabbia la stava consumando, tremava ed era livida in faccia.
“Si, dearie?”
“Tu!. Sei la causa di tutti e dico Tutti i miei problemi! Nemmeno quella  Mary Blanchard e il degno compare..” disse mentre stava avanzando, ma una voce la fermò.

“No! Zia Regina, non fare un altro passo!”
Frederick, il figlio di Rumple e Belle, si palesò in quel momento.
Sembrava sinceramente spaventato.
“E’ per la Zia Emma…”
I capelli castani,corti e ribell,i incorniciavano due occhi acquamarina. Aveva 10 anni ed era, a detta di Gold, tutto sua madre.
Oltre alll’amore per la letteratura e la dolcezza, però, aveva ereditato la sagacia e la furbizia propria del padre.
Un connubio esplosivo.

“Fred, tu non sai che…” ma non riuscì a completare la frase.
Infatti, avanzando, non si era accorta di aver pestato un filo a terra.
Filo che, ben camuffato, non era altro che il propulsore per far cadere il contenitore appeso al soffitto. Il suddetto contenitore, in plastica, conteneva pece piume.
Fu un lunghissimo, tremendo e agghiacciante attimo.
Regina sollevò la testa, all’udire un rumore sopra di lei, e sbarrò gli occhi quando vide cosa stava per precipitarle addosso.
Una smorfia di disgusto si dipinse sulle sue labbara quando il materiale viscoso, la pece, e le piume caddero su di lei.
 “Ops…”
Un silenzio inquietante calò nel negozio.
“Frederick!”lo riprese il padre e mentre stava per dire qualcosa spuntò Belle.

“Ehi, che è successo? Ho sentito un urlo e…”
Si zittì quando il suo sguardo si posò sulla figura nera, e non solo per il materiale, di Regina Mills.
“Oddio! Regina…” e si precipitò a darle una mano. La strega intanto si era zittita, e un vago tremore percorreva il suo corpo. “No…” la sentì sibilare.
Per poi scoppiare in un grido furioso e disperato, che si la liberò dalle piume ma non del tutto di quella sostanza disgustosa.

“Posso aiutarti se vuoi, ho…”
“No! Non provarci! “ disse minacciosa.
Poi si voltò, con tutta la classe e la dignità possibile, per abbandonare il negozio.
Peccato che quella stessa sostanza fosse finita sul pavimento, e peccato anche che fosse vischiosa, molto vischiosa.
Camminava troppo decisa per questo l’effetto scivolo venne meglio: così  dal negozio, col risultato che ora era persino sporca da capo e piedi di pece.
Si rialzò, e andò spedita verso la sua auto.
No, non sarebbe andata al lavoro. Ora quello che voleva fare era solo andare a casa e dimenticare quell’orrenda giornataccia.
Finse di non sentire la risata, cammuffata in modo pessimo, del proprietario del negozio.
Maledetto lui.

Salì in auto, e ripartì.
Arrivare a casa senza dover subire qualche altra disgrazia fu un miracolo.


“Mamma?...stai bene?” La voce di Herny la raggiunse da dietro la porta della sua camera.
Quando era entrato non l’aveva trovata in cucina e si era diretto verso la sua camera.
Dalla porta uscivano dei filamenti di fumo viola.
Regina alzò la testa dal cuscino. Ecco….madre degenere, non si era nemmeno accorta che suo figlio era tornato.
Troppo presa ad affogare il suo dolore nel sidro di Mele e…sul cuscino.
“Mà? Puoi sentirmi?”
Ora era chiaramente preoccupato.
“S-si…si tranquillo.” Rispose la voce incrinata di Regina. Si sentirono dei rumori all’interno della stanza.
Erano singhiozzi?
Qualcosa non andava.
“Mamma, sei sicura? Stai bene?”“Non preoccuparti, piuttosto la scuola, come è andata?”
“Bene, ma mi preoccupo se non esci!” Nessuna risposta.
Che stava combinando?

C’era solo una cosa da fare.
Il telefono alla stazione di Polizia suonò.
“Si, Centrale di…”
“Mamma!”
Il tono e l’urgenza con cui il figlio la chiamò, la preoccupò.
“Henry che è successo? Stai bene?”
“Si io si ma mamma no….”
Emma scattò in piedi.
“Che è successo?”
“Non lo so. E’ da un ora che  rinchiusa in camera sua e non vuole dirmi che le sta succedendo!”
Emma sbiancò.
“Hai provato a parlarle? Ti ha risposto?”
“Si ma non mi ha detto nulla perché è in quelle condizioni. Ah, dalla porta sta uscendo  del fumo viola…”
La bionda sbarrò gli occhi. La cosa allora era davvero grave.
“E adesso, a dirla tutta, il fumo sta invadendo il corridoio…che faccio?” chiese occhieggiando il suddetto.
“Tu non muoverti! Sono praticamente già li!” Disse Emma, concitata.
E capi’ che la cosa era davvero seria quando una volta arrivata a casa, notò che il fumo vlola ora circondava quasi tutta la casa.




Che ve ne pare? Spero vi piaccia! Sarà una fiction breve. Sempre ben accetti consigli e critiche!
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