Per
Sasuke Uchiha la vita era come un gelato.
C’era
il cacao, dolce e rasserenante, nei momenti di ristoro. Al contatto con
il
cacao le papille si distendono, si rilassano, si rasserenano.
(Sei
il ninja più promettente del Villaggio della Foglia)
Forse,
Kakashi.
C’era
il limone, aspro e freddo, nei momenti di rabbia. Le papille si
irrigidiscono
al contatto, fremono, rabbrividiscono.
(
La tua debolezza deriva dall’ineguatezza del tuo odio)
Probabile, Itachi.
C’era
la fragola,tanto salata da sembrare dolce, nei momenti di tristezza. Un
mezzo
per fuggire dalla realtà, per cambiare ciò che
è realmente.
(Io
ti darò il potere)
Fallo,
Orochimaru.
C’era il pistacchio, con il suo sapore semplice ma inimitabile, strano, incompreso. Può sembrare un semplice gusto, all’apparenza pessimo visto il colore, ma se assaporato lo si sopore forte, imbattibile.
(Se
mi costringerai ti riporterò a Konoha con la forza)
Ci
riusciresti, Naruto.
C’era
infine l’amarena. Quel gusto colorato, puro, dolce e
semplice, eppure così forte e deciso. Lento da assaporare,
vorresti non finisse
più.
(Io
sono innamorata di te! Ti amo da morire!)
Andrai
avanti, piccola Sakura.
Sasuke Uchiha uscì dalla gelateria con un cono pistacchio e amarena.
Un
sottile strato di panna si aggiungeva al duo.
La
panna è un gusto neutro, senza colore, senza un particolare
sapore. Sembrava un
gusto distaccato, neanche un vero gusto. Come lui. Come Sasuke.
Il
ragazzo passò la lingua sui tre gusti. La concordanza era
perfetta. Sorrise,
mai aveva assaggiato nulla di più buono.