CAPITOLO 1: La zia Nettie
Tony e Ziva entrarono in ufficio ridendo e si sedettero alle loro scrivanie. McGee li guardò
incuriosito. "Vi siete divertiti?"
"Assolutamente" fu la secca risposta di Tony mentre guardava sua moglie con un sorrisetto
complice.
Ziva alzò gli occhi al cielo divertita e poi si rivolse all'altro agente. "Chi ha vinto la
scommessa?"
"Quale scommessa?" replicò lui fingendo di non saperne niente.
"Oh avanti McLie..." iniziò Tony avvicinandosi alla sua scrivania. "Pensi davvero che non
sapessimo che Abby aveva iniziato una scommessa su di noi?
"Non so di cosa stiate parlando..."
"L'ho vinta io" rispose Gibbs entrando in quel momento in ufficio con un caffè in mano.
"Ehm, ma capo..." iniziò Tony. "Tu sapevi tutti i risvolti della nostra situazione.."
"Appunto per questo l'ho vinta."
"E appunto per questo Abby ha protestato" aggiunse sarcastico Mcgee.
Gibbs lo ignorò e guardo intensamente i suoi due agenti sposati. "Risolto tutto?"
Loro annuirono e lui aggiunse: "Non c'è bisogno che vi ripeta ciò che vi ho già detto vero?"
"No" ripeterono all'unisono.
"Perfetto!" disse soddisfatto. "Ora basta con le smancerie e le scommesse. Un marine è stato
trovato morto in una base militare. Scaldate i motori, si parte!"
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Era stata una giornata davvero faticosa e Tony rimpianse il tempo passato ai Caraibi. Là
l'unica cosa che contava era Ziva e l'unica cosa di cui preoccuparsi erano i granchi. Si
avvicinò all'oggetto dei suoi pensieri che stava parlando in israeliano al telefono e si
specchiò insieme a lei nel vetro dell'edificio di fronte. Erano proprio una bella coppia
pensò estasiato. Ora poi che anche lui aveva la pelle più scura, erano entrambi molto
sexy. Ricordò con un sorrisetto furbo di quando aveva insistito per spalmarle la crema
solare sulla schiena anche se non ne aveva bisogno. Bè non c'era voluto tanto per
convincerla...e neanche dopo quando aveva voluto fare l'amore sulla spiaggia aveva protestato.
"Tony!" esclamò Ziva. "Possibile che pensi sempre al sesso?"
"Io non..." tentò di negare ma poi si accorse che sarebbe stato tempo perso. "Ok, vero. Ma
ho un buon motivo per farlo con te vicino" concluse regalandole uno dei suoi meravigliosi
sorrisi.
Ziva scosse la testa e salì in macchina dalla parte del guidatore.
"Non vorrai guidare tu spero?" chiese Tony alquanto allarmato.
"Sta per arrivare mia zia Nettie all'aereoporto e il suo volo atterrerà alle 18.00 cioè tra meno
di 20 minuti. Se vogliamo arrivare in tempo DEVO guidare io."
"Sempre se ci arriviamo a destinazione..." concluse Tony con un sospiro prima di entrare in
macchina. Poi assemblò le sue parole e si voltò verso di lei scioccato. "Tua zia Nettie?
Quella zia Nettie?"
"Si, proprio lei. Quella che pensavi che fosse il mio fidanzato" gli rispose ironica.
"Potevi anche dirmelo che stava per arrivare..."
"Veramente non lo sapevo neanche io" Ziva prese una curva un pò troppo stretta e Tony fu obbligato
ad aggrapparsi alla maniglia della portiera. "Mi ha telefonato pochi minuti fa dicendomi che stava
per arrivare in America. "
Lui fece un'espressione preoccupata anche se non sapeva neanche lui se per la guida della ragazza
oppure per la visita inattesa. "Dove la facciamo dormire? Non ho una camera per gli ospiti."
"Bè pensavo che lei potesse prendere il letto ed io il divano."
"E io? La vasca da bagno per caso?" rispose sarcastico.
"Bè c'è quella, oppure il pavimento" concluse lei seria, facendolo allarmare. Ma non si trattenne per
molto e scoppiò a ridere. "Stavo scherzando.."
"Ah, ah divertente!" sbuffò lui.
"Vedrai che una soluzione la troviamo."
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"Shalom Ziva" la salutò la zia appena scesa dall'aereo, dandole due baci sulla guancia. Poi scrutò
Tony che era rimasto un pò in disparte. "Tu devi essere il famoso marito, ultimamente mio fratello Yoel
non parla d'altro"
"Esatto, Anthony Dinozzo, è un piacere conoscerla" le rispose lui con un sorriso luminoso, avvicinandosi
a lei tendendole la mano. Netty la osservò per un'istante e poi decise di ignorarla. Tony imbarazzato
la ritrasse.
"Allora mia cara, è da un pò che non ci sentiamo, devi assolutamente raccontarmi di questo matrimonio
improvviso! Ah, giovanotto?" Tony la guardò. "Ci sarebbero le mie valigie da prendere" detto questo
si incamminò con Ziva a braccetto verso l'uscita dell'aereoporto. Un facchino posò un set di 6 valigie
ai piedi di Tony, il quale si chiese come avrebbe fatto a portarle tutte in macchina.
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"Non piaccio a tua zia, vero?" le chiese raggiungendola in cucina mentre preparava la cena.
"Non preoccuparti" lo rassicurò Ziva. "Si sarebbe comportata così con chiunque. E' un pò diffidente."
"Ah, è un difetto di famiglia allora...ahia!" si massaggiò la spalla dove la ragazza lo aveva appena
colpito.
"Se non fai il bravo stasera ti faccio davvero dormire nella vasca da bagno!"
"Ok capito l'antifona...a proposito quanto pensa di rimanere?"
"Non so, non gliel'ho chiesto. Mi sembrava scortese..."
"Scortese o no, spero poco. L'antipatia è decisamente reciproca."
"Tony!" lo ammonì. "E' mia zia!"
"Tu non hai dovuto trascinarti 6 valigie fino alla macchina!" protestò.
"Bè allora ringrazia il fatto che io l'avessi parcheggiata proprio davanti all'entrata dell'aereoporto,
malgrado i cartelli" Ziva lo guardò maliziosa.
Tony le si avvicinò. "Se non ci fosse tua zia in questo momento, avrei un'idea in mente..."
Dalla sala da pranzo giunse una voce: "Giovanotto! Ci sono 5 valigie qui, manca la sesta."
"Ma tua zia c'è" sospirò allontanandosi da lei. "Purtroppo!"
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"Pensate di avere figli?" Tony sputò il vino che stava bevendo, mentre Ziva alzando gli occhi al cielo
gli dette una pacca sulla schiena.
"Non ci abbiamo ancora pensato zia, ed è decisamente troppo presto per farlo" le rispose lei in modo
intimidatorio. Stava cominciando a sentirsi stanca delle sue continue frecciatine. Sapeva che lo stava
facendo perchè le voleva bene, ma stava esagerando.
"Bè le dirò signora...a me non dispiacerebbe" replicò Tony con sguardo di sfida.
"Davvero? Avrei pensato il contrario" gli rispose Netty con altrettanta sfida.
"Ok! Basta!" interruppe Ziva. "Tony aiutami a sparecchiare, zia credo che sia tardi, perchè non ti vai
a coricare? Sarai stanca dopo il viaggio" concluse decisa senza che loro potessero replicare.
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Tony e Ziva cercarono la posizione migliore sullo stretto divano. Già era scomodo con una persona, con due
era quasi impossibile starci. Involontariamente lui le tirò un calcio.
"Ahia! Sta un pò attento!"
"Se tua zia non si fosse appostata nel letto, non sarei costretto a tirarti calci!"
"Senti, non iniziare...non è colpa mia!"
"Potevi farla alloggiare in albergo!"
"Ma è mia zia!"
"E io sono tuo marito!" concluse lui grugnendo e dandole la schiena. Furibonda lei tentò di prendere sonno
e tirò la coperta dalla sua parte. Tony se la tirò di nuovo dal suo lato. Ziva si alzò di scatto, prese il
coltello e tagliò la coperta in due parti, poi prese un cuscino dall'armadio e si sdraiò sul pavimento.
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"Dinozzo, David! C'è qualcosa che dovrei sapere?" chiese Gibbs dopo l'ennesima mini lite tra i due.
"No" grugnì Tony.
"Non c'è niente che non va" replicò Ziva noncurante.
"Meglio così! Non vorrei dovervi ripetere di lasciare fuori la vostra relazione da questo ufficio" li guardò
male per un pò. Poi tornò al suo lavoro.
Ziva guardò Tony di sottecchi. Non voleva ammetterlo ma un pò si sentiva in colpa. Osservò sopra pensiero
il telefono e prese la sua decisione.
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Tony tornò a casa spazientito. Non aveva voglia di sorbirsi un'altra dose della zia Nettie, senza contare
che lui e Ziva non riuscivano più ad avere una conversazione civile da ormai 24 ore. Per fortuna era
andata via dall'ufficio prima perchè non voleva avere una discussione con lei in macchina. Sospirò prima
di aprire la porta e sentì un profumo molto buono arrivargli alle narici. 'Lasagne' penso estasiato.
Bè almeno avrebbe mangiato bene.
Entrò in casa e Ziva lo accolse con un sorriso luminoso. Il suo cuore cominciò a battere. Forse la serata
non sarebbe andata poi tanto male.
"Sei arrivato finalmente! Lavati le mani, la cena è pronta fra poco."
Si diresse verso il bagno e notò che sulla tavola c'erano delle candele ed era apparecchiata per due.
"Tua zia non c'è?" chiese confuso.
"E' in albergo. Le ho parlato oggi e date le vostre divergenze le ho consigliato una buona sistemazione
per la notte" disse senza guardarlo negli occhi e portando le lasagne sulla tavola.
Tony le sorrise dolcemente e le diede un bacio sulla guancia, capendo il suo gesto. Aveva scelto lui.
Poi finalmente si diresse in bagno.