Salve
a tutti! Io sono Kia_InSpace e qui potete
trovare la traduzione della storia “Mary, who?” di ShoweredThoughts, autrice su
fanfiction.net. È un crossover Doctor Who-Mary Poppins, ed è una di quelle
storie che rileggerei all’infinito. L’ho amata tantissimo spero che tutti voi
possiate apprezzarla come ho fatto io.
Ovviamente vi consiglio di leggerla in lingua originale poiché con la
traduzione si potranno perdere alcune espressioni o giochi di parole. Qui il link per la
storia su fanfiction.net e qui il profilo
dell’autrice.
Inserirò qualche nota a fine capito principalmente per spiegare qualche scelta
lessicale, o per mettere in luce qualche particolare. Probabilmente il secondo
capitolo arriverà sul finire della prossima settima, vita vera (aka esami
all’università) permettendo.
Non sono una traduttrice professionista xD assolutamente. Per questo vi chiedo
di farmi notare qualunque problema nella traduzione, e di darmi tutti i
consigli che pensate siano necessari! Tutto è ben accetto!! Sono qui per farmi
apprezzare al massimo questa storia, e so di potercela fare con il vostro aiuto
:D
Nel
Whovers, la storia si colloca a metà della settima stagione, seguendo ricordi
ed eventi degli episodi 7x05-06-07
Declaimer:
Ovviamente né io né l’autrice scriviamo per far soldini, anzi, e ovviamente non
siamo noi ad aver creato i personaggi qui rappresentati e non ne deteniamo i
diritti.
Mary, who?
Capitolo 1
Il Dottore stava
pilotando il suo TARDIS, da poco ridecorato. Era nuovo all’interno, e trovava
piacevole il cambiamento. Gli piacevano il buio e la solennità dell’interno,
specialmente dopo gli eventi passati. Manovrando il TARDIS in posizione, iniziò
a creare una nuvola sulla quale lo avrebbe poggiato, nascondendolo alla vista
degli umani sottostanti. Era fermo, con le mani sulla console, primo di
emozioni e trovandosi semplicemente troppo vecchio. Sospirò. Forse il 1842
sulla Terra non avrebbe rilevato alcuna attività aliena. Aveva smesso di
aiutare le persone. Oltretutto il comandate Strax, Vastra e Jenny avrebbero
potuto occuparsi di qualunque cosa fosse accaduta.
Un lieve bussare alla porta del TARDIS fece trasalire il Dottore. Si affrettò e
quasi inciampò andando alla porta. Chi avrebbe mai potuto essere dall’altra
parte? Non c’era nessuna scaletta, scalinata o nient’altro per arrivare fin al
TARDIS. Annaspando (1) sulla maniglia, alla fine aprì la porta. Il Dottore si
ritrovò una giovane donna in piedi davanti a lui con un sorriso sulle labbra.
La guardò dall’altro in basso, e lei non mosse un muscolo. Indossava un lungo
cappotto nero, una gonna blu, una sciarpa fatta a mano rossa e rosa e un
cappello decorato con dei fiori. Oh, quanto gli mancava il suo fez.
“Salve, mi scusi, le dispiace se prendo in prestito la sua nuvola? Mi serve
solo un posto per sedermi e risistemarmi (2) un momento.” Disse con un accento
inglese.
Fece un cenno con la testa, un’espressione divertita sul viso, e velocemente si
girò per trovare un posto sulla nuvola, prendendo il suo silenzio come
un’approvazione.
“Aspetta, cosa?!” disse il Dottore uscendo dal suo momentaneo shock.
Il dottore uscì sulla nuvola, non interrogandosi la densità di questa, e le
andò dietro.
“Cosa? Chi è lei?” il Dottore era in cerca di una risposta.
Invece di rispondere, lei gli porse la mano, quella in cui teneva l’ombrello,
in modo che lui avesse potuto aiutarla a sedersi sul bordo. Il Dottore la
aiutò, un po’ preoccupato per il luogo che aveva scelto.
“La ringrazio.” la donna appoggiò la sua borsa alla sua sinistra e sistemò
l’ombrello dritto nella nuvola.
Il Dottore si guardò un po’ intorno, facendo cadere il suo sguardo sul
pappagallo che decorava il manico dell’ombrello, chiedendosi se avrebbe dovuto
sedersi, per poi decidere di farlo.
“Le dispiace?” chiese il Dottore.
“Niente affatto!” disse lei allegramente.
Entrambi guardarono in basso, oltre i loro piedi. Era ancora giorno, con il
sole solo parzialmente coperto, ma erano entrambi in grado di individuare le
sagome degli umani. Il Dottore stava pensando a quanto fossero piccoli da dove
era seduto lì nel cielo.
“Appariranno sempre come dei giganti ai miei occhi, Soprattutto quando si
rendono conto del loro potenziale.” continuò lei, guardando in basso.
Il Dottore ricordò come lui era stato solito pensarla allo stesso modo una
qualche volta. Forse lo aveva anche pensato, ma era ormai nascosto nelle ombre
di quello che era accaduto. Liberò la mente e tornò alla sua abituale attività.
“Allora, chi è lei?” chiese di nuovo il Dottore girandosi verso di lei.
La donna non stava più guardando di sotto ma dentro la sua borsa.
“Dovrebbe essere qui da qualche parte” disse, infilando prima la mano, poi il
braccio e infine tutta la parte alta del suo corpo per cercare un oggetto nella
sua borsa.
“Quello è…” il Dottore guardò dritto verso il cielo. “Più grande all’interno.”
“Ah! Eccoti qui!” echeggiò la sua voce quando trovò l’oggetto che stava
cercando.
La donna aprì il suo portacipria (3) e si picchiettò il naso, lo mise via e
fronteggiò il Dottore. “Il mio nome è Mary Poppins.”
“È un nome delizioso” il Dottore stava ancora rimuginando sulla borsa. “Come un
nome delle favole (4).”
“Grazie, mi è sempre piaciuto.”
Il Dottore uscì dal suo secondo shock, prese il cacciavite sonico e la
scansionò.
“Sei un alieno?” chiese il Dottore mentre la analizzava.
Mary sorrise “Solo una tata.”
“Non è cugina dei Signori del Tempo?” domando piuttosto distrattamente il
Dottore.
“Cielo, no. Qualunque cosa essi siano” Mary ripose il portacipria nella borsa.
Il Dottore rimise il cacciavite sonico nella giacca e la affrontò “Allora chi è
lei? Da dove viene? E cosa ci fa qui?”
“Potrei farle le stesse tre domande!” lo guardò sorridendo.
Il Dottore non era dell’umore adatto per poter scherzare sulla cosa; non era
proprio dell’umore adatto per scherzare, ma quella donna lo stava intrigando,
così decise di rispondere alle sue stesse domande. “Sono il Dottore. Vengo da
molti luoghi, ma sono qui per…”
Mary attese per ricevere l’ultima risposta, ma lui decise di non darne una. Il
suo passato era pieno di dolore e non aveva alcun motivo per riviverlo. Neanche
con un’intrigante donna apparsa dal nulla.
“Be’, Dottore, spero che ciò che lei troverà nel…” Mary controllò il suo
orologio “Oh! 1842, la aiuti a lasciare andare il dolore che la affligge. Le
persone che se ne hanno lasciato la sua vita lo vorrebbero.”
Una leggera brezza fece da segnale a Mary, che si girò e aprì l’ombrello “Devo
assolutamente andare! Il vento è cambiato!”
Il Dottore si rese contro di ciò che stava per accadere e la fermò “Aspetta (4)!
Come facevi (4) a sapere del dolore?”
Mary richiuse l’ombrello e lo riposizionò nella nuvola. Camminò verso il
Signore del Tempo e lo guardò.
“Posso vederlo nei tuoi (4) occhi, Dottore. Triste, addolorato, solo. Ti senti
meglio quando sei circondato dalle persone, non è vero? Questo, o loro ti
rendono migliore. Quando scenderai lì sotto, cosa che farai, trova qualcuno,
qualcuno che ti renda felice. Il tuo cuore ne ha bisogno. Non li respingere.”
Aprì di nuovo il suo ombrello, ma un pezzetto di carta fluttuante nel vento
colse il Dottore e Mary di sorpresa. Lei lo catturò con la sua mano guantata e
lo lesse. Anche se leggermente bruciato, era ancora leggibile.
“Sei gentile, ma anche severissima. Proprio come una tata dovrebbe essere.”
Commentò il Dottore mentre cercava di leggere il foglietto.
“Così mi è stato detto, Dottore” abbassò la mano con il bigliettino e sorrise.
“Umm, sembra che la governante tornerà ad assistere i bambini del Capitano
Latimer. Suppongo che non necessiterà più il mio aiuto.”
Il Dottore aveva iniziato a camminare verso il TARDIS.
“La governante è una ragazza deliziosa. Scommetto che hai sentito parlare di
lei.” Disse Mary ad alta voce, il Dottore che la ascoltava a malapena.
Lui scosse la testa.
“No?” poggiò l’ombrello aperto sulla spalla e disse, con voce quasi inudibile
“Ricordati di lei.”
Il Dottore si girò il più velocemente possibile, le parole da lei appena dette
che risuonavano familiari nella sua stessa.
Ma Mary Poppins era già volata via dalla nuvola con l’ombrello dal manico a
pappagallo in una mano e la borsa nell’altra. Fluttuò via nell’aria e il
Dottore la seguì con lo sguardo finché scomparì totalmente dalla sua vista.
(1)
Fumbling
over
Ho cercato il verbo che più si
avvicinasse all’idea del Dottore indeciso se aprire o meno la porta, e il
nostro “annaspare” mi è sembrato quello adatto, anche se ho tutt’ora qualche
dubbicino.
(2)
freshen up a
bit
La
traduzione letterale sarebbe “rinfrescarmi un momento” ma non credo renda
l’idea giusta. Il rifrescarsi dopo aver fatto qualcosa penso dia più l’idea di
aver bisogno di acqua e doccia e questo genere di “pulizia”. Di qui la
decisione di utilizzare il “risistemarmi” nella traduzione.
(3)
compact
In tutta sincerità,
non so proprio se esiste un altro termine più adatto da inserire. Qui chiedo il
vostro aiuto perché mi ci sono quasi ammazzata sopra, non so se a livello di
make up esista un nome ancora più preciso.
(4)
Spiegazione: come
potete ben notare, fino a questo momento Mary e il Dottore si sono sempre dati
del lei, ma ho voluto scegliere di utilizzare il tu da qui in poi perché
leggendo la storia in inglese c’è quel non so che di confidenza in più, e l’ho
voluta sottolineare con questo cambio.