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Autore: LetShizueGo    23/02/2014    0 recensioni
Long fic sul 30 days of challenge sugli Avenged Sevenfold, trama libera. [Het; Slash; Synacky]
1-Home, sweet home [Favourite Member-Synyster Gates]
2-Memories smell like youth [First song you ever heard-A Little Piece of Heaven]
3-When feelings are cold as ice and hurt as a knife [Favourite from Waking the Fallen-I won't see you tonight 1]
4-Regrets [Favourite from City of Evil-Seize the day]
5-Shine like silver [Favourite from selftitled-Almost easy]
6-Sorry love, i have to do this [Favourite from Diamonds in the Rough-Crossroads]
7-The Price of Evil [Favourite from Nightmare-Nightmare]
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 6: Favourite song from “Diamonds in the Rough”
Crossroads

Sorry love. I have to do this


Quelle mani sui suoi fianchi, le braccia tatuate tenevano salda la presa, con una delicatezza che poteva essere solo sua. I suoi occhi riflessi in quelli lipidi e chiari del suo compagno, li poteva vedere, lucidi e splendenti dall'eccitazione.
“Bri, tutto bene?”
Le sue guance arrossate dal sesso risaltavano sul viso pallido e macchiato dal trucco sbavato, le labbra rosee erano schiuse per dar sfogo alla passione, una visione limpida nella sua mente così come quella di Zacky che passava la punta della lingua sui suoi snakebites. Era un piccolo vizio che non voleva togliersi.
“Haner, si può sapere che cazzo ti prende?”
Ma il chitarrista continuava a guardare il suo caffè ormai freddo, scuro, proprio come il suo animo e freddo come il dolore che si portava dentro. Quelle visioni non volevano andarsene, non le aveva viste ed erano così reali, sembrava che quella scena fosse davanti ai suoi occhi. Il suo ragazzo che provava un piacere intenso, di cui non poteva farne a meno.
Ma a dargli piacere non era lui.
Lex era preoccupata per il suo amico, piombato da lei alle tre di notte con la faccia sconvolta ed un cellulare che non era il suo in mano. Le aveva chiesto un caffè, che lei aveva prontamente fatto, ma erano passati venti minuti da quando gliel'aveva messo davanti e ancora non l'aveva toccato.
“Scusami Alexz, sono un perfetto idiota,” disse lui scuotendo la testa e alzandosi, avvicinandosi alla porta, poi tornando indietro e iniziando a camminare su e giù per la cucina, lanciando ogni tanto occhiate a quel telefono muto sul tavolo, come se aspettasse una risposta che un macchinario non riesce a dare.
“Bri, perchè non ti calmi? Ti prendo una birra dai,” lo rassicurò con un sorriso protettivo guidandolo nuovamente a sedersi su una delle tante sedie bianche posizionate intorno al tavolo prima di avvicinarsi al frigo e tirare fuori una lattina, stappandola e porgendola all'amico che non fece complimenti e se l'attaccò alle labbra secche, tracannandone un terzo come se fosse acqua.
Poi il cellulare che era sul tavolo vibrò e la ragazza lo prese, constatando che c'era un messaggio e lo porse a Brian.
“Si può sapere di chi è questo cellulare?” chiese mentre vedeva il moro fissare vuoto lo schermo.
“Di Zacky,” rispose lui dopo un po', posandolo di fianco alla birra e facendo un altro lungo sorso, per poi sospirare.
“Di Zacky...” ripetè, “... che si scopando Matt già da un po',” sussurrò, alzando lo sguardo impassibile verso Lex. Vedere quell'impassibilità in quegli occhi le fece accapponare la pelle per due secondi. Si portò una sedia vicino al chitarrista che aveva nuovamente abbassato lo sguardo tornando a perdersi in quelle visioni che gli scombussolavano lo stomaco. Era lui lo stronzo della coppia, era lui quello che avrebbe fatto male al suo ragazzo, doveva essere lui. Zacky, con quel suo viso da ragazzino, con quelle sue labbra sempre incrinate in un sorriso, non poteva fargli questo, non poteva distruggere l'immagine di purezza e innocenza che lui gli aveva costruito su. Come poteva fargli questo? Ma, soprattutto, perchè glielo stava facendo?
“Lex, posso stare da te stanotte?”
La ragazza annuì e lo portò nella sua stanza, gli indicò il bagno e gli diede un cambio che aveva lasciato Josh per lui, ma Brian Haner non andò né in bagno, né si cambiò, si infilò direttamente sotto le coperte e Lex allora lo seguì, prendendogli la mano prima di addormentarsi. Ma sapeva che quel contatto non sarebbe stato di conforto all'amico che, come previsto, non riuscì a dormire bene quella notte.

Il sole mattutino bruciò sugli occhi ancora chiusi del giovane, che istintivamente si girò dall'altro lato, allungando una mano per abbracciare il suo compagno. Fece cilecca due volte, così si fece più avanti, pensando di essersi allontanato nella notte, ma non ebbe alcun contatto con alcun corpo, così aprì un po' gli occhi martoriati dalla luce.
“Briii-”
Il suono però gli morì in gola e non perchè aveva la voce impastata dal sonno, ma perchè aveva messo a fuoco la scena: un letto vuoto, le coperte sgualcite al suo fianco erano vuote.
Si sarà già svegliato, pensò e così si fece forza per alzarsi, si mise a sedere e cercò il suo cellulare sul comodino, che non trovò. Alzò gli occhi e accompagnò quel gesto con una piccola imprecazione sbuffata prima di rimettersi addosso boxer e vestiti e cercare le due cose che non trovava, Brian e il cellulare. Notò invece che quello del suo ragazzo era al suo posto, sotto carica, quindi dedusse che era in casa.
Deduzione errata, constatò poco dopo, quando aveva setacciato tutto l'appartamento senza trovare traccia sia dell'uno che dell'altro.
“Che palle,” borbottò mentre faceva squillare il numero utilizzando il cellulare di Gates, senza sentire alcun segno di suoneria o vibrazione. Probabilmente lo aveva lasciato in silenzioso. Ma comunque ora era più importante trovare quello sbadato del suo ragazzo che lasciava il cellulare a casa. Chiamò Jim, ma non ebbe più fortuna di quella che aveva avuto cercando in casa. Avrebbe chiamato Matt ma non era il caso, non con il numero di Brian, non dopo quello che stava succedendo fra loro. Non era il caso di chiamare l'amante per chiedere notizie del proprio ragazzo.
Chiamò Lex, che rispose dopo soli due squilli.
“Fanculo Baker, sto lavorando!”
“E allora perchè rispondi?” chiese lui dubbioso e accigliato.
“Comunque ti volevo chiedere se sai dov'è Bri, ha lasciato il cellulare a casa e...” si interruppe un attimo e tolse il telefono dall'orecchio solo per guardarlo. Ma che cazzo..
“E come fai a sapere che sono io se sto chiamando con quello del mio ragazzo?!”
Ci fu un breve silenzio prima che la voce di Lex si fece sentire, d'un tratto seria e a tratti preoccupante.
“Lo so perchè lo so, senti sta tornando a casa, il resto chiedilo a lui, ciao.”
E la chiamata gli fu chiusa in faccia. Ora si stava preoccupando, doveva trovare quel fottuto cellulare, doveva e basta. Così iniziò a girare per tutta la casa facendolo squillare finchè, davanti la porta di casa, sentì la sua suoneria e, non appena chiuse, la porta si aprì facendo posto ad un Brian segnato dall'insonnia, aveva due occhiaie peggiori delle sue, fu questo il primo pensiero di Zachary non appena vide entrare il compagno.
“Mi sa che hai confuso il tuo cellulare con il mio,” gi disse lui scherzoso, lasciandogli un leggero bacio sullo zigomo appuntito, per poi ricevere una spinta e vedere il primo chitarrista allontanarlo con espressione schifata.
Dopo la sorpresa era arrivata la tristezza, dopo la tristezza la rabbia. Il solo guardare Zacky gli faceva salire lo schifo, di lui, di Matt, di tutta quella situazione. Lo odiava, odiava il modo in cui lo stava trattando, odiava che lui soffrisse a causa sua!
“Non l'ho confuso, stronzo che non sei altro!” urlò dopo poco, stringendo i pugni fino a farsi male, trattenendosi dal tirargliene uno su quel suo bel viso. Per tutta risposta lo diede alla porta aperta, sentendo la pelle pulsare, come a ricordargli che quel dolore era vero. Era vero che il suo Zacky ora aveva qualcun altro, che non era più solo suo.
“Amore.. si pu-”
“Non chiamarmi più così!”
Questo secondo urlo colpì Zacky ancora più forte del primo, che scioccato da quella reazione cominciava a mettere insieme i pezzi. Cellulare, nottata fuori, merda!
“Senti Bri, lo sai che ti amo.. io” ma non riuscì ad andare oltre, Brian non lo ascoltava, era salito in camera e aveva preso il trolley. Stava facendo le valiglie. Solo quando fu alla porta rivolse nuovamente la sua attenzione al ragazzo.
“Sei davanti ad un bivio, o me o lui.”
E con quelle parole si richiuse la porta alle spalle, sarebbe andato a stare da Jimmy per un po', finchè non avrebbe trovato un altro appartamento. Quello Zacky se lo poteva pure tenere, o ci avrebbero vissuto insieme o non ci avrebbe vissuto affatto.

Sapeva di doversi prendere il suo tempo per pensare, sapeva che Brian non si sarebbe accontentato di una risposta affrettata e aveva paura, aveva paura di aver combinato un casino, aveva paura di perdere la persona che amava e di perdere al contempo gli Avenged Sevenfold, quello per cui avevano lottato duramente, quello che nessuno gli avrebbe perdonato semmai fosse accaduto. Ma la cosa che gli faceva più pensare era che nonostante sapesse cosa doveva fare continuava a dubitare sul quale strada prendere, vedeva la giusta direzione ma l'istinto lo guidava verso Matt, verso quella scappatoia che era diventata così comoda per lui in quelle ultime settimane, da quando si erano ritrovati a pomiciare ubriachi sul divano di casa del cantante.
Da quella sera aveva camminato nel centro, accavallando quelle due possibili strade che sapeva prima o poi doverne scegliere una. Quel momento era arrivato e lui si sorprendeva di come si sentisse bene a percorrere quella dell'oscurità. Il sorriso allegro che aveva sempre si era dileguato dal suo viso mentre suonava la sua chitarra cercando di fare ordine in quei pensieri contorti.
Sarebbe stato più facile se fosse stato perfetto, a quel punto avrebbe saputo cosa fare, qual era la cosa giusta per il bene di tutti.
Ma lui non era perfetto, lui era molto lontano da quella definizione e, conscio del fatto che avrebbe dovuto scegliere per il bene di entrambi, sapeva anche che tutte e due le strade erano percorribili, e tutte due l'avrebbero affogato. Prima che Brian lo mettesse davanti a questo bivio lui si era convinto che c'erano strade più fattibili, più facili da percorrere, ora invece non c'erano che due opzioni, quelle reali.
E la mente iniziò a vagare nei ricordi. Come si era ritrovato a quel punto lui?
Gli piaceva da morire. Non gli piaceva solo il fottutissimo Gates, quello strafigo che conquista con il suo carisma, gli piaceva anche, se non di più, Brian Haner jr, così trasparente e limpido come l'acqua, così complicato da farti venire il capogiro.
Ma conosceva il chitarrista, sapeva che era fondamentalmente uno stronzo che non gliene frega nulla dei sentimenti altrui, lui era quello che se una sua fiamma lo beccava con l'amante non se ne sbatteva proprio, piuttosto cercava qualcun altro.
Nonostante lo sapesse nulla gli impedì di prendere il viso del giovane fra le sue mani e baciarlo, con quella timidezza che caratterizza la prima volta. E si sorprese quando il moro si lasciò trasportare da quel bacio che si faceva man mano sempre più appassionato, mentre le lingue giocavano ad acchiapparello e le mani si gustavano la morbidezza dei capelli o la fredda e liscia pelle del viso, tirata per il freddo della notte.
“Sai che potrei farti del male Zee?” chiese Gates dopo un po' di tempo, che aveva passato a riflettere sui gesti che si erano appena consumati fra loro.
“Lo so,” disse Zacky prendendogli il viso con una mano e voltandolo per fargli osservare i suoi occhi verdi e lucidi mentre parlava. “Ma sono pronto a correre il rischio Bri, con te correrei qualsiasi rischio.”
E Brian di lui si era innamorato, si era innamorato della spensieratezza che Zacky trasmetteva a tutti, si era innamorato della sua innocenza nel credere nei suoi sogni, della testardaggine che cacciava fuori per realizzarli, e aveva messo la testa sulle spalle per lui, perchè niente era più importante della sicurezza che provava quando Zee lo abbracciava. Baker lo sapeva bene cosa aveva provato, lo sapeva perchè Bri gliel'aveva detto, ed infine quello che gli avrebbe fatto male sarebbe stato lui.
Sapeva che gli avrebbe fatto male in entrambi i casi, qualsiasi scelta avesse fatto. Se avesse scelto Brian, l'amore che provava per lui probabilmente non sarebbe bastato a farlo risalire dal tunnel in cui era sceso, e se non era Matt sarebbe stato qualcun altro, visto il suo spasmodico bisogno di provare l'adrenalina della ribellione e del peccato nascosto. Se avesse lasciato Brian invece sarebbe morto dentro, lo sapeva bene, e non ne sarebbe comunque risalito, forse l'unica cosa che avrebbe ottenuto sarebbe stata riempire il vuoto che l'amore gli aveva lasciato.
E allora che fare? Entrambe le strade percorribili portavano Zacky alla stessa conclusione, doveva solo scegliere per lui ora, doveva scegliere se un dolore momentaneo di una perdita o un lungo travaglio di una storia malata, come il chitarrista dagli occhi chiari la definiva in quei giorni.
E pensandola in quel modo la scelta venne naturale, si sarebbe strappato il cuore e l'avrebbe chiuso in un cassetto per salvare il suo chitarrista dal dolore che sapeva gli avrebbe provocato se la loro storia fosse continuata. Ma sapeva anche che quel bisogno di libertà era per lui momentaneo e che non sarebbe passato molto tempo prima che la mancanza di Brian, della sua spavalderia e della sua apparente sicurezza, l'avrebbe logorato e così facendo si stava chiudendo una porta durata quasi due anni. Ma l'avrebbe fatto per lui, e lui soltanto importava.
Fu con queste intenzioni che si trovò a bussare alla porta del batterista che lo aprì con una cera poco promettente. Non si vedevano dalla sera della festa di Lex, per un motivo o per un altro.
“Cerchi Gates, Vee?” chiese lui guardando il moro dagli occhi chiari dalle lenti degli occhiali.
“Ehm.. dovrei parlargli,” rispose Vengeance accennando ad un sorriso storto e alquanto scadente, con il volto inclinato verso l'alto per fronteggiare l'amico stangone.
“E' di sopra, nella stanza degli ospiti.”
Quando entrò nella stanza di Brian, che era già mezza aperta, notò come avesse trasferito lì il suo disordine e la sua personalità. Quella non era più la stanza degli ospiti, era la sua stanza, con il caos che Zacky tanto odiava dover riordinare e che ora non avrebbe più rivisto fra le bianche mura del loro appartamento.
Brian suonava, ed era bellissimo, un pezzo di carta sul tavolo, con vicino una penna, la Marlboro in bocca come ogni volta che componeva. Zacky non si mosse da lì, osservando senza essere visto quel corpo perfetto, quei tatuaggi che avvolgevano le sue braccia, quegli occhi spenti e concentrati nella composizione.
Una botta allo stomaco sapere che era lui che li aveva spenti.
“Guarda che puoi entrare,” gli disse Brian non appena lo vide sulla porta con la coda dell'occhio, spegnendo l'amplificatore e tenendosi la chitarra sulle gambe mentre finiva la sua sigaretta e spostava l'attenzione su Zacky. Sapeva cosa era venuto a dirgli, lo aveva capito parlandone con Jimmy, lui che è sempre un passo davanti agli altri gli aveva psicanalizzato Zacky come forse neanche il diretto interessato saprebbe fare; nonostante questo gli faceva male, faceva male sapere che quella sarebbe stata una fine.
“Bri, senti,”iniziò Zacky non appena si sedette sul letto e tenendo lo sguardo basso, verso i piedi del ragazzo. “Io ti amo, ma forse è meglio così. Ne abbiamo passate tante ma mi manca la mia libertà, se continuassimo non farei altro che ferirti, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Mi dispiace.”
Mentre le parole colpivano Brian secondo dopo secondo lui non alzò lo sguardo verso il suo Zee, che aveva gli occhi grandi e verdi velati dalle lacrime per quello che stava facendo.
Zacky sapeva che se ne sarebbe pentito, lo sapeva, ma lo fece lo stesso, correndo via non appena finì di parlare, lasciando il primo chitarrista da solo ad affogare nel suo dolore.

 

 



Shizue's corner
E rieccomi ad aggiornare questa 30DOC, non so neanche cosa mi sia uscito sinceramente, non so se ha capo o coda, volevo semplicemente buttare giù qualcosa di accattivante e me ne sono uscita con una cosa alquanto drammatica su una separazione quasi imposta, più che voluta.
Non ho grandi cose da dire, soltanto che penso che varierò qualcosa nei prompt perchè ci sono voci assurde, come quella dei poster più avanti, che semplicemente non si possono proprio sentire o usare xD
Detto questo vi saluto, sperando che vi sia piaciuto questo capitolo uscito dalla noia di questi giorni.

Shizue

   
 
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