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Autore: silviabella    24/02/2014    2 recensioni
1975, Kansas. Josh, il maggiore di due fratelli, se ne va di casa dopo un litigio con il padre. Michael, il fratello minore, sente la sua mancanza.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: silviabella su efp, Elizabeth89 su ffz

Titolo: Dead Letters

Rating: verde

Avvertimenti: sporadici esempi di linguaggio inadatto a fanciulle dell'alta società.

Genere: malinconico, introspettivo, slices of life.

Note dell'autore: questa storia si è classificata prima al contest "Elements of an empty page" indetto da TheBlackStorm91 sul forum di efp. Il mio pacchetto, il numero 3, conteneva una canzone, due prestavolto e un elenco di dieci parole (sono quelle in grassetto, corsivo e sottolineate), da inserire nel testo a scelta dell'autore. Io ho deciso di utilizzare tutti e tre gli elementi che mi sono stati dati. I prestavolto sono Xavier Samuel, che ha finito per dare la fisionomia al mio Michael, e Steven R McQueen, che è diventato il mio Josh.

La canzone è la tristissima e bellissima "Farewell" di Rihanna: il testo e le sue note mi hanno ispirato e fatto da colonna sonora mentre scrivevo la storia, perciò ne consiglio spassionatamente l'ascolto – a ripetizione – durante la lettura.

Detto ciò (ma c'è ancora qualcuno? O.o), non mi resta che augurarvi buona lettura!

 

 

Dead Letters

 


 

28 febbraio 1975

Caro Josh,

sei partito solo da pochi giorni e già mi manchi sono qui a scriverti. La fattoria non è la stessa senza di te. E no, non si tratta del carico di lavoro che è aumentato improvvisamente, tutto sulle mie spalle. Anche se ovviamente non ti perdonerò mai per questo.

Ieri la Grassa ha partorito: sono sette maialini, uno più roseo dell'altro; papà è sicuro che riusciremo a venderli a un buon prezzo una volta che saranno svezzati.

Ti ricordi quanto piansi quella volta perché volevo tenerne uno come animale domestico e mamma non me lo permise? Tutte le volte che ci penso mi viene una tristezza da ridere, per com'ero piccolo e ingenuo. Mi rendo conto solo adesso di non averti mai ringraziato per aver cercato di convincerla. E di avermi consolato.

Comunque, quando ti comoda, fa' avere tue notizie, brutto stronzo. Mamma è preoccupata da morire che ti caschi in testa un vaso da un grattacielo e ti spacchi quel cervello da frocio che ti ritrovi.

È bella New York? Sul serio, fratellone, fatti sentire.

Michael

 

 

 

15 marzo 1975

Caro Josh,

ieri sera mi sono messo a frugare tra le cose che hai lasciato qua. Evidentemente non dovevano interessarti molto altrimenti le avresti portate con te, no?

Ho preso tutte le tue camicie di flanella, un paio di accendini e il coltellino svizzero che ti ha regalato papà.

A proposito di papà, ieri sera il vecchio ha detto che se non torni a casa entro sei mesi ti toglie dal testamento. Beh, indovina un po' che ha replicato la nonna? Ha giurato che se lui avesse diseredato te, lei avrebbe diseredato papà! Avresti dovuto vedere che faccia ha fatto! Sembrava che avesse mangiato un limone. Abbiamo riso fino a piangere io, la mamma e la nonna.

Ma la vera domanda è: hai trovato un cazzo di posto in cui far riposare le tue chiappe pulciose? Non dico un hotel a cinque stelle, mi basterebbe sapere che non vivi per strada. Anche se forse te lo meriteresti visto il modo in

Con affetto, il tuo fratellino-abbandonato-e-costretto-a-vivere-nel-buco-del-culo-del-mondo-tra-galline-e-maiali,

Michael

 

 

 

25 aprile 1975

Caro Josh,

oggi ho per poco non arrotavo con la bicicletta il vecchio Thompson mentre passavo davanti alla loro fattoria. Le sue urla arrabbiate mi hanno rincorso per cinquanta metri mentre pedalavo a tutta birra verso casa. Il che – le urla – mi ha ricordato dell'ESES, ovvero l'Epica Sera dell'Epica Scenata in cui hai reso chiaro al mondo che sei una checca, affettuosamente parlando... Credo che lo abbiano capito anche i Thompson, e la loro fattoria dista cinque buone miglia dalla nostra. Solo per dire, eh.

Ma non volevo parlare di questo: riesci sempre a dirottare l'attenzione su di te anche quando non ci sei, schifoso narcisista.

Volevo parlare di me e di quanto tu faccia schifo come fratello maggiore perché oggi ho trovato la ragazza a cui voglio dare il mio primo bacio e tu non sei qui a darmi consigli. Anche se, ora che ci penso, non so quanto potresti essermi d'aiuto visto che le ragazze non sono proprio il tuo campo d'azione...

Non che la cosa sia un problema per me: prima di tutto tu sei mio fratello e questo non cambierà mai. Poi se ti vuoi fare un trattore, una sparachiodi o un tostapane, gusti tuoi. Basta che non ti fai male.

Ma insomma: gironzolavo per il paese e l'ho vista davanti al fruttivendolo. Si chiama Lucy e mentirei se ti dicessi che la prima cosa che ho notato sono i suoi occhi. Ha il davanzale più perfetto che abbia mai visto. Non so se puoi capire... sono rotonde e della misura proprio perfetta – né troppo grosse né troppo piccole – e sembrano così sode!

Ho deciso: le chiederò un appuntamento.

A presto,

Michael

 

 

 

11 maggio 1975

Caro Josh,

Lucy ha detto che non sono il suo tipo e che non vuole uscire con me. Sinceramente, credo che stia poco bene di cervello.

Voglio dire, ho i capelli biondi spettinati ad arte come piacciono alle ragazze, lo sguardo intenso e penetrante, un fisico asciutto ma muscoloso – grazie a tutte quelle infinite ore passate a portare di qua e di là la legna e ad ammassare il fieno. Ho anche la fossetta nel mento! Cosa diavolo vuole di più?

Darei un braccio per sapere cosa passa nella testa delle donne.

Non riuscirò mai a toccare il davanzale di Lucy Starling e a verificare se è davvero così perfetto come sembra. Morirò solo, infelice e vergine.

Spero che tu, contrariamente a me, te la stia spassando. Divertiti nella grande città piena di attrazioni, tentazioni e possibilità alla portata di chi solo osa allungare la mano e prenderle.

Pensami ogni tanto.

Michael

 

 

 

26 giugno 1975

Caro Josh,

non ho grandi novità da raccontarti, purtroppo.

Ieri c'è stata la Festa del Raccolto in paese e, ovviamente, io, Ted, Bobby e Andrew ci siamo andati. C'erano le solite bancarelle di prodotti locali e dolciumi, l'orchestrina del signor Mason con il coro dei ragazzini delle elementari – ogni anno sono sempre più stonati e fuori tempo, non so davvero come facciano – e la lotteria. Ho vinto un portachiavi a forma di teschio di gnu. Ma io dico, chi è che decide quali premi assegnare? Poveri noi.

Abbiamo incontrato Lucy insieme a un gruppetto di sue amiche ridacchianti. Oche. È evidente che sanno che ho chiesto a Lucy di uscire e che lei mi ha rifiutato. Credo di odiarle. E odio anche Lucy che glielo ha detto.

Sai cosa? Odio anche te che te ne sei andato. Avresti potuto portarmi con te invece di lasciarmi indietro, stronzo. Qua, ovunque mi giri, è merda.

Michael

 

 

 

4 settembre 1975

Caro Josh,

scusa per la mia ultima lettera, non è vero che ti odio.

Volevi una vita diversa, una vita migliore, lontana dalle galline, dai campi di grano e dai maiali. Lontana dall'ipocrisia, dai pregiudizi, dalla mentalità antiquata e meschina della gente tra cui sei cresciuto. Come posso biasimarti per essertene andato? Hai fatto quello che dovevi fare per te stesso, per seguire il tuo sogno.

Però mi manchi. A volte, quando sono soprappensiero, mi capita ancora di apparecchiare la tavola per cinque persone, come se tu fossi là fuori a lavorare nei campi insieme a papà e potessi entrare in casa da un momento all'altro, così affamato da mangiarti un elefante.

Ogni tanto mi immagino come sarebbe se mollassi tutto anche io e ti raggiungessi. Scommetto che ci divertiremmo un casino: io e te, i fratelli Lindon alla conquista del mondo! Nessuno potrebbe fermarci. Ma lo so, io devo finire la scuola e comunque tu saresti troppo impegnato con i tuoi progetti per riuscire a starmi davvero dietro come vorresti. Non è una buona idea, almeno per ora.

Adesso devo scappare, mamma mi sta chiamando perché vada a mungere la nostra nuova dozzina di mucche. La fattoria si sta allargando.

Con affetto,

Michael

 

 

15 ottobre 1975

Caro Josh,

come sai, ieri era il mio sedicesimo compleanno. Quello che di sicuro non sai è che oggi ho fatto l'esame pratico per la patente di guida, e, beh, OVVIAMENTE, l'ho passato!

Ahahah, ho la patente, ho la patente! "Euforico" non descrive appieno il modo in cui mi sento. Sono padrone del mondo, posso andare dove voglio adesso! Scarrozzerò in giro le ragazze e le porterò nei posticini dove vanno le coppiette ad appartarsi. Sarà una pacchia!

Intanto, per domani ho già fissato di andare a pesca con Bobby, Andrew e Ted. Ho chiesto a papà se posso prendere il suo furgone e mi ha fatto un po' di storie, ma alla fine ha detto di sì.

Se riesco a giocar bene le mie carte, presto avrò una macchina tutta mia. Magari una decappottabile. Chissà che faccia farebbe Lucy se mi vedesse arrivare con un bolide rosso fiammante, i capelli al vento e quell'atteggiamento strafottente per cui ho scoperto che le ragazze vanno pazze.

Mi sto esercitando allo specchio, sai? Mi viene piuttosto bene certe volte: basta fare finta di essere incazzati con il mondo intero e disgustati da tutto ciò su cui si posa lo sguardo. Se poi contraggo in un modo particolare la mascella, le guance mi si incavano facendo risaltare gli zigomi e l'osso della mandibola; e ti dirò: l'effetto non è male. Prova a farlo una volta o l'altra, magari cucchi un po'.

A presto,

Michael

 

 

 

8 dicembre 1975

Caro Josh,

il Natale si avvicina. Riuscirai a tornare a casa almeno per le feste? Sarebbe il primo Natale senza di te, altrimenti, e il tuo posto vuoto sarebbe davvero molto triste.

Com'è New York in questo periodo? C'è molta neve? Scommetto proprio di sì.

Ti ricordi tutte le volte in cui abbiamo fantasticato di andare sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio a Central Park, o di appendere il nostro desiderio all'albero di Natale al Rockfeller Center? L'hai fatto davvero, poi? Cosa hai desiderato?

E sei entrato in quell'enorme negozio di giocattoli... come si chiamava? Ah, FAO Schwartz! Quando avevo sette anni pensavo che fosse una specie di regno incantato, e per me era irraggiungibile esattamente quanto quelli delle favole vere. Alla radio, verso Natale, passavano in continuazione la pubblicità di FAO e ricordo che piantai una lagna incredibile a mamma perché volevo che mi comprasse un trenino elettrico. Ci guadagnai solo un prolungato silenzio radio e una cinquina in faccia.

Josh... mi porteresti un trenino elettrico per Natale?

Michael

 

 

 

20 febbraio 1976

Caro Josh,

buon ventiduesimo compleanno! Mi dispiace veramente che tu non ce l'abbia fatta a venire per Natale, ma immagino che non potessi sottrarti ai tuoi impegni lavorativi. Capisco che in un'attività come la tua non esistano vacanze, soprattutto quando si è così richiesti.

Visto che sono molto curioso del tuo lavoro, ho cominciato a comprare una rivista femminile in cui dedicano parecchio spazio alla moda. Al giornalaio dico che è per mamma, ma ovviamente né lei né papà ne sanno niente. Chissà, magari prima o poi troverò un vestito firmato da te, o un articolo intitolato a "Josh Lindon, nuova stella dell'alta moda".

Allora, come hai programmato di festeggiare? Darai un party? Ti sei fatto molti amici, là a New York? Spero non ti offenderai se te lo chiedo... hai un ragazzo?

Racconta, dai, non essere timido!

I miei migliori auguri,

Michael

 

 

 

28 marzo 1976

Caro Josh,

le orribili precipitazioni primaverili della settimana scorsa hanno fatto gonfiare il Nickerson River fino a farlo straripare. L'acqua è arrivata fino alla fattoria, allagando i campi tutt'intorno e distruggendo buona parte del raccolto. Gli animali sono sopravvissuti, per fortuna, ma la mobilia del piano terra e tutto quello che stava in cantina è da buttare.

Ho avuto paura che a papà stesse per venire un colpo, non l'avevo mai visto così terrorizzato. Sarà dura, adesso, ma ce la faremo.

Da te ci sono stati problemi simili? Un abbraccio,

tuo fratello Michael

 

 

 

6 maggio 1976

Caro Josh,

indovina un po'... io e Lucy ci stiamo frequentando! Il suo davanzale è davvero perfetto come sembrava e io non potrei essere più felice. Oltre a essere molto carina, Lucy è anche simpatica e si intende di arte e letteratura, ma non le dispiace affatto stare a contatto con la natura e gli animali.

È saltato fuori, anche, che era interessata a me quando le avevo chiesto di uscire la prima volta, ma che le sue amiche l'avevano sconsigliata perché avevano sentito delle voci strane sul mio conto. Voci per cui credo di dover ringraziare te, caro fratellone...

Ahhhhh! Se penso a tutti i mesi di ruzzolate nel fieno che mi sono perso perché quelle oche credevano che fossi gay!

Di sicuro, Lucy adesso è convinta della sincerità del mio interesse per lei... L'altro giorno ha detto che non riuscirà più a guardare una spiga di grano senza arrossire!

Diamine, è davvero fantastica. Vorrei tanto che vi conosceste: sono stracerto che ti piacerebbe.

Corro a prepararmi, abbiamo appuntamento tra meno di mezz'ora.

A presto,

Michael

 

 

 

12 giugno 1976

Caro Josh,

oggi, cacciando il naso tra roba ammassata in uno scatolone, ho trovato una tua fotografia. Dovevi avere circa quindici anni e indossavi una di quelle camicie di flanella a quadrettoni che odi tanto. Non stavi guardando la macchina, avevi lo sguardo perso in lontananza, chissà a cosa pensavi... L'ho mostrata a Lucy e lei – la disgraziata – ha detto che eri proprio bello, con quelle labbra piene, il naso forte e diritto e gli occhi bordati da ciglia lunghissime.

Io ho notato solo che ti si vedeva l'incisivo destro più grosso di quello sinistro, come l'hai sempre avuto. E che un ciuffo di capelli era sparato da una parte come se ci avessi dormito sopra e quello non avesse voluto saperne di stare a posto.

Dopo, Lucy mi ha chiesto di te: perché te ne sei andato via, cosa stai facendo adesso e via dicendo... Io non avevo voglia di risponderle e abbiamo finito per litigare.

È possibile che tu riesca rovinarmi la vita anche da tutte quelle miglia di distanza? Beh, sai cosa, Josh? ...vaffanculo!

Il tuo fratello incazzato Michael

 

 

 

30 giugno 1976

Caro Josh,

credo proprio di essermi innamorato. Sono cotto e stracotto di Lucy. I suoi occhi sono la cosa più bella di questo mondo.

La vita è meravigliosa.

Con entusiasmo,

tuo Michael

 

 

 

23 agosto 1976

Caro Josh,

non sai quanto mi dispiaccia doverti scrivere per questo motivo, ma la nonna sta male, molto male. Il dottore dell'ospedale ha detto che ha una forma di tumore allo stomaco e che, vista l'età della nonna e lo stadio di avanzamento della malattia, non possono fare molto, solo darle dei farmaci per ridurre il dolore.

È orribile. Non ho mai visto papà piangere, ma da quando siamo usciti dall'ospedale ha sempre gli occhi rossi e umidi.

Vorrei tanto che tu fossi qui. Tu sapresti cosa fare, come consolare, come far emergere la forza dentro ognuno di noi.

Josh, abbiamo bisogno di te, ti prego, torna.

Michael

 

 

 

17 novembre 1976

Caro Josh,

ieri c'è stato il funerale della nonna. L'abbiamo seppellita sotto il cipresso dei passerotti, accanto al nonno. Sono venute molte persone a salutarla.

Mancavi solo tu.

Il tuo addolorato fratello Michael

 

 

 

25 dicembre 1976

Caro Josh,

buon Natale.

Michael

 

 

 

20 febbraio 1977

Caro Josh,

tanti auguri di buon compleanno. Ventitre è un bel numero.

Michael

 

 

 

25 dicembre 1977

Caro Josh,

auguri di buon Natale. Spero che tu stia bene,

Michael

 

 

 

13 gennaio 1978

Caro Josh,

io e Lucy ci siamo lasciati. Sto uno schifo e odio il mondo.

Michael

 

 

 

20 febbraio 1978

Caro Josh,

buon ventiquattresimo compleanno. Cominciamo a esser vecchi, eh? Come andiamo a dolori articolari e impotenza?

Mi raccomando, riguardati. Io sto sempre uno schifo.

Ancora auguri,

Michael

 

 

 

2 aprile 1978

Cazzo Josh,

cazzo, questa volta ho combinato davvero un casino. Lucy ha scoperto di essere incinta e dice che il bambino è mio.

Cazzo, Josh, che devo fare? Non sono pronto a diventare padre, non ho ancora compiuto 19 anni!

Volevo che Lucy tornasse da me, è vero, ma non così, non per questo motivo. Ho paura che lo stia facendo solo per salvare la faccia, per dare un padre a questo bambino, ma che per me provi solo odio e che finiremo per rinchiuderci con le nostre mani in una vita di infelicità.

Io la amo ancora... ma lei? Lei mi ama? Dice di sì, dice. E se in realtà il bambino non fosse mio? Che devo fare?

Dalla mia scelta dipendono le vite di tre persone. Vorrei che tu fossi qui con me.

Michael

 

 

30 aprile 1978

Caro Josh,

domani mi sposo, perciò fammi gli auguri.

Ovviamente non ce la fai a venire, ma io fingerò comunque che tu sia lì, magari nascosto dietro una colonna della chiesa o in mezzo a un gruppo di altri invitati.

Saresti stato il testimone, sai? Peggio per te, temo. Mica è roba da tutti i giorni essere il testimone di nozze di Michael Lindon! Ti sostituirà Bobby. È un buon amico, ma non sarà la stessa cosa.

Come ti sembra che suoni "Lucy Lindon"? Fantastico, vero?

Sono così emozionato e felice. Non avrei mai immaginato di trovarmi sposato a neanche 19 anni, ma al destino non si comanda. E, tutto sommato, sono piuttosto soddisfatto delle scelte che il destino ha fatto per me. Poteva andarmi molto peggio! Potevo finire sposato con una delle oche-amiche di Lucy. Brrrr.

Sono sicuro che Lucy sarà splendida nel vestito da sposa. Anche se ancora il pancione non si vede, la gravidanza l'ha resa più bella che mai. È luminosa e felice e sembra che cammini a un metro da terra. E da domani sarà mia, solo mia, per sempre.

Non credo che potrò mai essere più felice di così. Solo se domattina ti trovassi al tavolo di cucina a fare colazione, la giornata potrebbe diventare più perfetta.

Pensami, se puoi. Con affetto,

Michael

 

 

 

27 settembre 1978

Caro Josh,

mi sbagliavo. È oggi il giorno più bello della mia vita. Irene è nata, finalmente! Il suo nome completo è Irene Jean-Mary, ma noi la chiameremo soltanto Irene, come nostra nonna.

Pesa tre chili e nove, ed è la bambina più sana di questo mondo. Non hai idea dell'effetto che mi ha fatto tenerla in braccio la prima volta, sentire il suo calore, il suo profumo, la morbidezza della sua pelle delicata. È la cosa più preziosa che abbia.

Un giorno, quando sarà più grande, le parlerò dello zio Josh che è andato nella grande città per realizzare il suo sogno. Sarai come una favola per lei. Ma vorrei tanto che un giorno o l'altro tu potessi essere qualcosa di più, qualcosa di più reale: vorrei che tu tornassi e fossi lo zio Josh che gioca al cavalluccio con Irene, che la porta a comprare vestitini, che la vizia e la coccola.

Già manchi a questa bambina appena nata. Manchi ormai da troppo tempo a questa casa.

Bacerò Irene da parte tua,

Michael, neo-papà

 

 

 

25 dicembre 1978

Caro Josh,

come stai? Spero che tu stia passando un felice Natale con le persone che ami e che ti vogliono bene.

Io, Irene, Lucy e i suoi genitori siamo stati invitati da mamma e papà per il pranzo di Natale. Siamo stati tutto il tempo a coccolare la piccola. I suoi nonni, poi, hanno completamente perso la testa per lei. Diventerà la bambina più viziata del Kansas. Dopo abbiamo giocato a tombola, ed è mancato poco che Irene si strozzasse con i fagioli che usavamo per segnare i numeri estratti. È una piccola peste!

È stata una bella giornata, in fin dei conti. Quasi come i Natali di quando eravamo bambini.

I più affettuosi auguri da parte di tutti noi,

Michael

 

 

 

20 febbraio 1979

Caro Josh,

questa è l'ultima lettera che ti scriverò. Le ho contate: te ne ho scritte ventitré da quando sei partito e centinaia di altre te ne ho scritte nella mia testa, tutte che iniziavano con "Caro Josh".

Vorrei tanto che tu mi avessi fatto avere un indirizzo a cui spedirle e invece non l'hai mai fatto. Non ho più saputo niente di te da quando hai attraversato quella porta e te ne sei andato. Fa male.

Sono passati anni e non ci hai mandato neppure una cartolina, neppure una volta, neppure per dirci di andarcene tutti all'inferno.

Hai mai pensato alla tua famiglia in tutto questo tempo? Io ho pensato a te in continuazione.

E non so neanche come stai, se sei felice, se sei vivo... Certe notti, quando non riesco a dormire, penso a tutte le cose brutte che potrebbero esserti capitate: potrebbero averti investito o rapinato, potresti essere finito in un giro di droga, in prigione, potresti aver preso l'HIV. Potresti davvero essere morto.

Ora metterò queste lettere in una scatola e nasconderò la scatola in soffitta. Ci ho scritto il tuo nome sopra, ci ho scritto "Per Josh", così, se mai tornerai qui, anche se io non fossi in giro a dartele di persona, non avrai dubbi: sono proprio per te.

Non smetterò di volerti bene e non ti dimenticherò, e non ti disconoscerò o stronzate simili. Continuerò a pensarti come sempre e a scriverti lettere, solo che d'ora in poi lo farò soltanto nella mia testa. Non ce la faccio più a ritrovarmi tra le mani il segno tangibile del tuo rifiuto per noi, del tuo rifiuto per me. A sfogliare pagine e pagine di lettere mai inviate, di scorci di vita in cui tu non ci sei.

Ho provato a odiarti, a biasimare la tua scelta di andartene, ma in realtà l'unica cosa che non potrò mai perdonarti è che tu non sia tornato.

È vero che papà ti ha scacciato, ma se tu lo vedessi ora! La pena del rimorso ha scavato sul suo viso solchi più profondi di quanto hanno fatto il sole e la vecchiaia. Venderebbe l'anima al diavolo pur di avere una seconda possibilità con te, il suo amato figlio maggiore.

Mamma prega per te tutti i giorni: la vedo muovere silenziosamente le labbra nel formare il tuo nome; la vedo cercare un po' di pace in Dio perché in sé non trova la forza di perdonarsi per averti lasciato andare via, per non essersi opposta a papà, per non averti difeso quando doveva.

E quanto a me...

Torna, Josh, ti prego, torna. Per me, per mamma, per papà, per i tuoi nipotini (Lucy è di nuovo incinta).

Hai una famiglia qui ad aspettarti. Ti vogliamo bene, ricordalo sempre.

Ci manchi,

Michael

P.s.: buon compleanno.

  
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