Dedicata, come sempre, a tutte le mie donne.
Che le amo, mi amano e mi sopportano, lol
You make me strong. <3
I can’t escape this now, unless you show me how.
Ho paura.
Ho paura di tutto.
Ho paura di quello che c’è nella mia testa.
Di quello che non voglio dire. Di quello che so’ di provare.
Ho paura di qualcosa di molto molto più grande di me, e di non saperlo gestire.
Ho paura dei miei pensieri. Cerco di
scacciarli ma sono sempre lì, a tormentami, come demoni.
Ho paura delle mie lacrime. Scendono
incessanti e salate sulla mia pelle ferita dal tempo, dalle emozioni, dai
sentimenti sbagliati.
E bruciano. Sono bollenti e fanno male.
Ho paura che queste lacrime siano la causa un
sentimento o di un qualcosa a cui ancora non so’ dare un nome.
Ho paura ad ammettere tutto questo ad altra
voce perché poi, si sa', si soffre e basta.
Ho paura che qualcuno mi smascheri. Che il
mio teatrino di risate e “sto bene”, venga scoperto, prima o poi.
Che tutti i miei “coraggio”, “posso farcela”,
“è solo un periodo”, siano una farsa. Che mento a me stesso e non me ne
accorgo.
Ho paura degli occhi.
I miei soprattutto. Se ci guardi bene dentro,
non luccicano più ma sono spenti. Solo quando sento il suo nome, prendono vita.
E dei suoi, di occhi. Che dicono tutto.
Basta guardarli, per perderti dentro.
Verde prato. Verde vivo. Verde speranza. Quella che ho io, ancora, e che mi tiene su'.
E una volta glielo dissi, ridendo, quanto li
trovavo belli quegli occhi. Ed è vero. Sono bellissimi perché sorridono sempre.
E quando sorridi anche con gli occhi,
significa che sei felice.
E mi piace vederlo felice. Lo adoro.
Magari non a causa mia, ma lo è.
Ma poi ritorno ad avere paura.
Paura, appunto, di non essere abbastanza.
Paura di non essere mai e poi mai quella
felicità che gli fa’ brillare gli occhi e il viso e che lo fa’ stare bene.
Paura della gelosia che mi attanaglia, che mi
blocca il respiro e non mi fa’ ragionare.
Paura di ammettere di esser geloso della
gente che semplicemente lo circonda.
Ma poi, perché esser gelosi di qualcosa che
apparentemente non è ancora mio, o che magari non lo sarà mai? E’ sciocco, è da
stupidi.
E’ da innamorati.
Ecco. L’amore.
E’ questo il problema.
E’ un mio difetto, non avere mezze misure.
O amo, o odio. Non riesco a voler bene “a
metà”. Quando voglio bene, do’ l’anima e quando amo, purtroppo, mi annullo.
Se rido, lo faccio di gusto. Se piango è
perché non riesco più a trattenere.
Le mie giornate o sono letteralmente
meravigliose o fanno schifo.
Spesso però, mi ricordo che odio essere o
bianco o nero.
Quindi preferisco esser grigio. Stare nel
mezzo.
Ed ecco che arriva la contraddizione. Quella
che mi frega sempre.
Quella che di più di tutto, mi fa’ stare
male.
E io sono una persona, tendenzialmente
solare.
Lo dicono tutti e si vede.
Mi piace scherzare e farle ridere le persone.
Mi piace essere motivo di gioia, anche se
magari dentro muoio.
E questo succede perché forse non mi lascio
capire.
Mi chiudo nella mia insicurezza, nella mia
instabilità, nelle mie solite paure.
Ma io ho bisogno di lui per stare bene, e non
me lo spiego.
E vorrei dirglielo, ma come glielo spieghi ad
una persona che hai bisogno di lei, quando prima non sei in pace con tutto ciò
che ti tormenta?
Dentro di me ho una tempesta di emozioni, che
non ha intenzione di placarsi.
E forse per questo, che ormai è tardi.
E’ tardi per credere di farti andare via da
me, dalla mia testa e dal mio cuore, soprattutto.
Sei ovunque, anche nelle canzoni. Nei miei
pensieri, che prendi e non molli.
Sei ovunque, che quasi disturbi e che fai
male.
Sei ovunque, ma non qui.
E cerco, davvero,
cerco con tutta la forza e con tutto me stesso,
di non pensarti ma non la trovo, non ce la faccio, non ci riesco.
Sembro una dodicenne alle prese con la sua
prima cotta.
Quella a cui associ anche la minima cosa,
come ‘’Oh guarda, questo colore mi ricorda lui.’’
Mi hanno già fatto il discorsetto, ed ecco da
dove sono nate tutte queste paure.
Mi hanno detto “Louis, non ti ci affezionare, prenderai una grande delusione”.
“Louis, sei una persona fragile, non ce la farai a
reggere tutto.” “Non
resisterai a lungo.”
Bastardi. Facile
parlare quando non si è nella merda.
Ma come si fa’? Come posso mettere un limite
alle mie emozioni?
Come posso voler bene ma solo fino a un certo
punto?
Soprattutto se questa persona ha la purezza
di un bambino e due fossette meravigliose.
Io o ti amo follemente o niente, non sono per
le emozioni misurate col contagocce soprattutto se si tratta di sentimenti.
Amo sbagliare, ok? Anche se mi faccio del
male.
Perché lo desidero e lo voglio.
E mai, forse, lo ammetterò ad alta voce, ma
vorrei baciarlo qui ed ora e toccargli ogni pezzo di quella morbida pelle.
Come si fa’
a dirgli di no, ad esempio, quando in piena notte scosta le coperte si accuccia
dietro di me e mi fa’ ,
“Boo, ascoltiamo i The Script insieme? Non riesco
a dormire” ,
con quella
sua voce, sempre maledettamente roca, a pizzicarmi il collo con il suo soffio
leggero.
Ed eccole le lacrime, di nuovo scendono.
Improvvisamente come la pioggia in piena estate.
Perché voglio continuare a guardarlo, senza
magari parlare.
Solo, mettermi lì ed osservarlo, contemplare
la sua naturale bellezza. Ma non posso.
Lui forse già sa’, ha capito. Ma non dice.
Ed è questo che brucia.
Fa’ male.
Perché magari non ci sarà mai nulla tra noi,
forse dovrei lasciar stare tutto.
Perché è difficile, forse hanno ragione.
Ci sarebbero troppe incomprensioni, ma nessuna promessa
infranta da rinfacciare.
Nessun anniversario da festeggiare, nessuna data ricordare o da rimpiangere.
Solo segreti.
Magari siamo quelle anime gemelle che si incontrano ma che non possono stare insieme,
semplicemente perché il destino ha voluto così.
Magari tu quell'anima gemella già l'hai
trovata e non porta il mio nome.
E io sono qui che mi piango addosso.
Nulla di iniziato.
Nulla di finito.
Ridicolo, vero? Soffrire per un qualcosa che la mente ha architettato in maniera
geniale.
Chiamatela “crisi
d'identità”, chiamatela “crisi
d'amore”, chiamatela come
diavolo volete, ma non sto bene.
So’ quel che voglio, ma non sto bene con me stesso.
E mi odio per questo perché lui, invece al posto mio, saprebbe cosa fare.
Quale strada prendere.
Come rischiare.
Io invece no, ed è questo che ancora mi blocca.
Il mio muro personale, fatto di ansie
e paure.
Quel muro troppo alto da scavalcare, che anch'io stesso sto rinunciando ad
abbattere.
Perché con il mio muro a proteggermi, è tutto più semplice.
Sto male da solo, soffro con me, senza darlo a vedere.
Soprattutto a lui, spensierato e felice con quella testa piena di ricci.
Ed è così sbagliato? È sbagliato trovare bello, stupendo, una forza della
natura, un quadro meraviglioso, un ragazzo?
Ma non uno qualunque, no. Lui, semplicemente e solo…
lui.
Più nessun altro.
Lui e il suo sorriso e le labbra rosse. I suoi sorrisi sono sconvolgenti, perchè sono
perenni e coraggiosi.
Lui sorride, davvero, perchè
ne valeva la pena.
E viverli quei sorrisi, ne vale la pena. Ma
fa’ soffrire e fa’ male.
Lui sempre così pieno di vita e profondo.
Lui spesso misterioso.
Lui quello gentile e dolce.
Quella dolcezza che trovi solo nei bambini o nei cuccioli di animali, nelle
cose pure, negli Oreo o nella cioccolata.
Lui che ha sempre una parola buona per tutti, ma se lo fai incazzare
scatena il finimondo.
Lui e i suoi momenti. Quelli in cui vuole stare da solo.
Lui e quegli sms all' improvviso con scritto “mi manchi” accompagnato da uno smile triste,
che magari c’eravamo lasciati solo qualche istante prima.
Lui e tutti i suoi silenzi.
Lui e tutti quegli abbracci e quelle piccole attenzioni.
Lui e quell'amore per la vita, che non riesce a contenere, ma che deve
raccontare al mondo.
Lui piccolo, ma così grande.
Lui, semplicemente lui. E non una lei, no. Lui.
Come può una cosa così bella essere allo stesso tempo maledettamente
sbagliata?
Come può farti toccare Paradiso, ma dopo due secondi scaraventarti all'
Inferno?
Perchè parto con l'idea
che tutto ciò, in futuro, farà male?
L'amore non è così. O almeno, io
non me lo sono mai immaginato così.
L'amore dovrebbe essere libertà, voglia di vivere.
Non paure e ansie.
Ma più ci penso e più non so trovare risposta.
Più ci penso e più m'immagino il suo viso sorridente.
Più ci penso e più lo vedo felice a causa di altri e ritrovarmi a pensare
che la causa di quella felicità, infondo,
vorrei essere io piuttosto che un suo amico più stretto.
Vorrei essere io, quello a cui pensa e gli si imporporano le guance.
Io, quello a cui dedicherebbe canzoni, semmai un giorno dovesse farlo.
Io, quello a cui, magari, dire “Non
lasciarmi Lou, resta, sono stanco di dormire da
solo.”
Ma prendere consapevolezza di questa cosa è difficile.
È rischioso. È pericoloso, per uno
come me.
Ho paura anche di piangere, ormai, perché le lacrime hanno un motivo per
cui cadere, e io alla fine del mio pianto il mio motivo c’è l’ho sempre, lui.
Quindi, qual è la soluzione?
Lasciare che i sentimenti prevalgano o spegnere il fuoco, flebile ma in
continua crescita, di questo amore?
Quell’amore che tutti vogliono,
quell’amore che si desidera, l’amore e basta, ecco.
Spiegamelo, perché non riesco a fuggire da tutto questo.
Fammi spiegare agli altri, al mondo intero, cosa di bello ma allo stesso tempo straziante, hai fatto al mio cuo-
*
“Boo, dove seeei?” Una voce, fin troppo famigliare, arrivò a Louis, disteso a pancia in giù
sul letto della sua piccola stanza.
Smise di scrivere, prese il foglio su’ cui
stava scrivendo quella lunga confessione
e lo accartocciò su se stesso,
troppo spaventato da quello che sarebbe
successo se qualcuno fosse arrivato a leggerla, o a sapere.
Si asciugò le lacrime velocemente, stoppò l’Ipod con ‘’Look after you’’ che scorreva e prese un grosso respiro,
prima che quel profumo e quei passi si fecero
sempre più vicini.
“So-sono qui Haz.” Disse, col suo tono flebile e sottile, tipico di chi aveva smesso di
piangere da poco.
“Ah eccoti, stavo pensand- oddio…
Lou?!” Harry si
fermò a pochi centimetri dal letto, impaurito, forse.
Louis tremava, pur essendo settembre,
accucciato con le gambe al petto.
“Posso?” chiese il
riccio, poggiandogli una mano delicata, sulla spalla.
Mosse la testa in un gesto di consenso, il
piccolo, e l’altro non se lo fece ripetere due volte.
Si stese dietro di lui, spalmandosi
completamente contro la sua schiena, avvolgendolo in un abbraccio caldo e
sicuro.
“Ehi, ci sono io. Qualsiasi cosa è successo, ci sono qui io. E ci sarò
sempre.”
Un sussulto scosse Louis, perché quelle
parole erano esattamente quello che voleva sentirsi dire in quel momento.
Erano una di quelle cose, loro due, che non
si spiegano a parole. Erano tutto e niente.
Erano gioia e tristezza. Urla e silenzi.
Lacrime e sorrisi.
Ma erano soprattutto amore, e in cuor loro già lo sapevano e l’avrebbero capito prima di
quanto potessero immaginare.
Prima di salire su quel palco e cominciare a
brillare, come solo le vere stelle sanno fare.
Dovevano solo imparare a dirselo e farlo
capire al mondo intero.
Note e ringraziamenti.
Beh, che dire? Se siete arrivati fin qui, complimenti.
Non è facile viaggiare in prima classe nella mia mente u.u
Avrei tanto da dire, su questa os. Ma non voglio stressarvi con le mie paranoie,
lol
La scena prende vita dopo i bootcamp, ovviamente,
a cavallo con l’inizio del cammino della band.
Quando ancora Lou, magari, aveva paura e non
sapeva cosa gli stesse succedendo.
Quando, una volta incontrato Harry, si innamorato perso di lui, dal primo
istante.
Ho cercato, quindi, di fare un viaggetto nella mente di un Louis
diciottenne.
Quel piccolo Louis di cui mi sono innamorata e continuo ad esserlo dopo
tutto questo tempo.
Perché, per chi sa’ leggerlo dentro è facile capirlo.
E’ facile leggergli negli occhi la sua storia, il suo passato, le sue
emozioni e i suoi sentimenti.
Perché io credo che l’ anima gemella la incontri una volta nella vita, e
Louis ha incontrato la sua quattro anni fa’.
Se ne è perdutamente innamorato (come ovviamente anche Haz
**) e ha dato il via, ad una delle più belle storie d’amore del secolo u.u
Perché, che lo vogliate o meno, la loro è
una storia d’amore bella e buona.
Fatta, soprattutto (ma purtroppo) di
paure e segreti, ma che noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere.
Ma la cosa strana e che questa os è nata il
giorno di S. Valentino. Buffo non trovate? :’)
Ed ho trovato la forza e il coraggio, solo oggi di pubblicarla.
Ringrazio già chi leggerà e chi magari recensirà, io lo dico sempre:
non sono una scrittrice, mi piace scrivere solo nei momenti di solitudine,
di riflessione, di tristezza.
Mi immergo nelle persone che descrivo nelle mie storie, le racconto, le
faccio mie e le condivido con voi.
Quindi, scrivo assolutamente, senza pretese.
Ok, basta mi dileguo u.u
Un bacione grandissimo e a presto <3