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Autore: L_Fy    23/06/2008    26 recensioni
Quando si nasce con il gene della sfiga potenziato come il mio si possono raggiungere vette di iattura che voi umani non potreste immaginarvi: cosa che è successa oggi, fatidico venerdì 17, anno domini 2008 che, fra l’altro, è un anno bisesto e quindi funesto…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recensione di crici_82, fatta il 18/06/2008 - 11:25AM sul capitolo 7: Capitolo 6 - Firmata

Agente Wang. Ha detto proprio così? Agente Wang. Agente Li Wang. Agente. Wang.

Mentre il mio mento era ancora in caduta libera verso il pavimento, dalla porta è entrato Li, silenzioso ed elegante come un modello di Armani, accompagnato dall’immancabile e zelante Crisuolo.

“Mi ha chiamato, capo?” ha domandato con estrema educazione evitando accuratamente di fissare lo sguardo sulla montagnola puzzolente e informe che ingombrava la sedia di fronte alla scrivania (nella fattispecie, io).

“Sì, Wang. Abbiamo accertato con ragionevole sicurezza l’identità della signorina d’Angelo, la quale però rifiuta di collaborare fino a che il commissariato non riesca a produrre prove inconfutabili della tua buona salute.

Faceva lo spiritoso, il sostituto commissario: io invece ero ancora impegnata a fissare Li con gli occhi vitrei e abbacinati come due Swarovski sotto anfetamine.

“Potete confermare alla signorina d’Angelo che sono perfettamente vivo e in grado di deambulare autonomamente.” ha risposto Li con un rapido guizzo di Mister Sopracciglio nella mia direzione.

Agente Wang, stavo ancora pensando io attonita: il mio sguardo era stato arpionato dal distintivo dell’Interpol che Li aveva appeso alla cintura di pelle di Fendi, come se fosse stato un nuovo accessorio fashion. Non dovevo guardarlo troppo a lungo: potevano pensare che gli stessi fissando il cavallo dei pantaloni, e non sarebbe stato il caso di confermare ulteriormente l’infima opinione che tutti avevano di me. Ho allora alzato gli occhi e ho incontrato lo sguardo di Li: sembrava stanco, deluso, arrabbiato… ma  era lo stesso tiepido e avvolgente come una coperta e sembrava ancora sul punto di fare un malizioso occhiolino.

“Ehm.” ho gracidato allora io, diventando color vinaccia come da copione e la bocca da sbavo di Li si è incrinata in un sorriso represso, quasi tenero.

“Certo” ha risposto sottovoce, quasi divertito “Era esattamente quello che pensavo anche io.”

I miei occhi si sono riempiti improvvisamente di lacrime, ma non riuscivo a staccare lo sguardo da Li. Non ci riuscivo proprio, nonostante sapessi di fare una figura pessima, nonostante avessi la faccia da procione, nonostante gli sguardi severi dell’ispettore superiore sostituto commissario, del vice commissario, dell’agente Crisuolo e dell’intero corpo della polizia di stato compresi paracadutisti e bersaglieri, lo stesso non riuscivo a non guardarlo.

Mi sentivo stupida, imbarazzata… piena di luce per il solo banale fatto che lui ricambiasse il mio sguardo. E il mio cuore si era messo a ballare la rumba, così, senza nessun preavviso, rumoreggiando in maniera imbarazzante al centro del petto.

“Dunque” ha esclamato Marcello dopo un lungo silenzio a dir poco sconcertante nel quale lui, Santamaria e Crisuolo avevano fatto rimbalzare lo sguardo da me a Li e viceversa con aria decisamente stupefatta “Vediamo di ricapitolare definitivamente i fatti. Si segga, Wang, si segga. Crisuolo, può portare dell’altro tè?”

Li si è seduto accanto a me che per reazione sono diventata rigida e immobile come un’incisione rupestre, pur mantenendo un allegro colorito ciliegia sulle guance.

“Signorina d’Angelo, ora che ha davanti a sé l’agente Wang vivo e vegeto, sarebbe così cortese da rispondere a qualche domanda?”

“Sì.” ho risposto io flebile flebile, le mani che torturavano il bordo del plaid. 

“Conferma di essere stata lei ad avvicinare l’Agente Wang all’hotel Semiramide questa mattina alle ore 09:00 circa?”

“Sì” ho mormorato sottovoce “Ma non sapevo che fosse un agente. Si è trattato di un terribile equivoco: io… stavo cercando il PR di un nostro cliente giapponese.

Santamaria ha segnato una nota veloce su un foglio: che fosse il primo punto sul tabellone del mio schifometro? Plausibilissimo.

“Poi, signorina d’Angelo, conferma di aver seguito l’agente Wang in un noto centro estetico presso il quale ha speso 1200 Euro per un restyling completo?”

Milleduecent… oh, cazzo” ho mormorato io sbiancando come una pezzuola lavata “Non sapevo di essere costata così tanto!”

Ho lanciato un rapido sguardo colpevole a Li mentre Santamaria scribacchiava un altro punticino sullo schifometro.

Quindi, conferma?”

“Sì. Sì, confermo. Scusatemi, io non sapevo…”

“Conferma di essere salita su un taxi con l’agente Wang e di essere arrivata con lui al Corda Tesa?”

“Sì.”

E chi se la scordava più quella gita in taxi? Avevo ricevuto il bacio più erotico della ma vita, lì sopra. Al ricordo, la mia faccia è diventata così infuocata da poterci friggere una braciola sopra.

“Conferma anche di aver atteso con l’agente Wang l’arrivo di Ekekazo Mitoki e dei suoi accompagnatori?”

“Sì.”

Al che Santamaria ha segnato prontamente l’ennesimo punto sullo schifometro.

“Non si era accorta a quel punto di aver sbagliato persona?” ha chiesto invece Marcello con lapidaria freddezza. Io ho guardato Li, ho detto un altro paio di “ehm” agitandomi sulla sedia come se avessi il sedere pieno di pulci e alla fine mi sono decisa a rispondere.

“Sì.”

“Perché non ha avvisato l’agente Wang dell’errore?”

Per il bacio di cui sopra, ho pensato arrostendo con la faccia fumante.

“Beh, ehm, ecco… continuavo a non sapere che l’agente Wang fosse un agente, pensavo che fosse un papp… ehm, un procacciatore di hostess. Avevo… paura della sua reazione.”

Santamaria e Marcello mi hanno guardata come si guarda un piccolo millepiedi spuntato da sotto un fungo.

Però ho tentato di chiamare il mio capo dal telefono di Labbrona.” ho proseguito precipitosamente a titolo di spiegazione.

Labbrona…?” ha domandato Marcello scartabellando tra gli appunti perplesso.

“La signorina Polnijcheck” ha suggerito Santamaria con il sorriso nella voce “La receptionist del Corda Tesa.”

“Oh. Sì, risulta agli atti e la signorina Polnijcheck ha confermato la sua versione. Risulta anche che il signor Manelli abbia ricevuto la sua telefonata, che ha definito…” Marcello si è avvicinato il foglio al naso, cogitabondo “I farfugliamenti di una demente in delirio alcolico.”

“Mi ha licenziata al telefono.” ho sottolineato io arrossendo mentre Santamaria scriveva alacremente un tema intero sullo schifometro.

“E ancora non ha avvisato l’agente Wang del problema?”

“Non sapevo che l’agente Wang fosse l’agente Wang” ho risposto aggressiva e Marcello ha finalmente smesso di torturarmi per concentrarsi su Li.

“Agente Wang, conferma di essere stato avvicinato dalla signorina d’Angelo all’hotel Semiramide questa mattina alle ore 09:00 circa?”

“Confermo.” ha risposto Li con voce morbida.

“Conferma di avere erroneamente scambiato la signorina d’Angelo per una accompagnatrice a pagamento fornita da una nota agenzia del settore?”

“Confermo.”

“Conferma di aver organizzato lei l’incontro tra Ekekazo e Bonanno al Corda Tesa?”

Finalmente un cambio di direzione, ho pensato sollevata.

“Sì. Da mesi e mesi avevamo teso questa trappola.

Trappola…?

“La collaborazione incrociata tra l’Interpol, il comando dei carabinieri e la Polizia di stato ha impiegato più di venti persone nell’operazione.”

“Col risultato che abbiamo speso fior di milioni dei contribuenti per ottenere il fermo di una finta prostituta. Bel lavoro, agente Wang.”

Li non ha mosso un muscolo e non ha detto una parola: i suoi occhi, però, potevano incendiare una foresta.

“Fortuna che li avete presi.” ho buttato lì con voce tremolante: non mi andava che Marcello facesse sembrare Li uno stronzo incompetente.

“Chi?” ha chiesto Marcello sprezzante “Ekekazo e Bonanno?”

“Il capo della Yakuza e un padrino mafioso” ho specificato io “Non è proprio la stessa cosa!”

Marcello e Santamaria si sono scambiati di nuovo quello sguardo afflitto e complice che avevo cominciato a conoscere e detestare.

Bonanno e Ekekazo non sono due criminali” ha risposto infine Marcello asciutto “Sono un onesto commerciante di pesce siciliano e un famoso albergatore giapponese. Nessuno dei due è mai stato anche solo lontanamente sospettato di associazione mafiosa.

“Oh.”

Lo schifometro di Santamaria sembrava sempre di più Guerra e Pace.

Ma allora non capisco…”

“Vede, non erano loro gli obbiettivi dell’operazione.”

“No?”

“No.”

“E chi era l’obbiettivo?” ho domandato con la gola secca: chissà perchè, sapevo già che la risposta mi sarebbe caduta addosso pesante come un dolmen preistorico…

“L’obbiettivo era lei.” ha risposto infatti Marcello tranquillamente, sorridendomi quasi magnanimo.

*          *          *

“Io?”

“L’accompagnatrice” ha specificato Santamaria educatamente “Il killer.”

Killer?

“Scusi, ha detto killer?”

Stavo per avere un colpo apoplettico.

“Vuole un’altra tazza di tè, signorina? Sembra pallida.”

E ti credo: avevo appena scoperto che mi avevano scambiata per un’assassina, che dovevo fare, un centrino a punto croce?

“Può spiegarmi questa faccenda del killer, per favore?”

“Sappiamo di un professionista al soldo della criminalità internazionale che ha commesso parecchi crimini qui in Italia negli ultimi anni” ha spiegato magnanimamente Marcello “Un certo Alvaro.”

Alvaro? Come il vero nome di Pierino? Che cosa orribile per un killer. 

“Un professionista molto preparato, attento, metodico. Abbiamo saputo che i suoi servigi erano stati richiesti per eliminare Ekekazo, un imprenditore nipponico in forte ascesa nel mercato europeo che non ne ha voluto sapere di immischiarsi con la mafia locale. L’operazione dell’Interpol era mirata a smascherare questa persona, finalmente.

Sinceramente, ho ascoltato il discorsetto di Marcello con un solo orecchio: l’altro era anestetizzato e inutilizzabile.

“Alvaro il killer?” ho domandato a Li, girandomi decisa verso di lui “Avete pensato che io potessi essere Alvaro il killer?”

C’era qualcosa che mi bruciava dentro, anche se ancora non riuscivo a identificare cosa fosse.

“Sapevamo che chiunque avrebbe tentato di avvicinare Ekekazo sarebbe stato il suo potenziale assassino” ha spiegato Li girandosi verso di me senza scomporsi “Alvaro è famoso per essere un trasformista d’eccezione… e noi non potevamo lasciare niente al caso.”

“E lei ha pensato… lei ha creduto che io fossi un assassino travestito da donna?”

Avevo la voce rotta e vibrante, ma Li ha mantenuto lo sguardo fermo e pacato.

“Sì” ha risposto semplicemente, senza abbassare gli occhi “Ho avuto qualche dubbio subito, ma sei stata così convincente nel voler partecipare a tutti i costi…

E’ per questo che mi ha fatto cambiare la biancheria intima? Per verificare che fossi davvero una femmina?

“Biancheria?” ha domandato Santamaria sbalestrato “Non si parla di biancheria qui nel verbale!”

“In parte” ha ammesso Li senza scomporsi, ignorandolo “Diciamo che ero già abbastanza sicuro che fossi una femmina. Non hai nessuna traccia di pomo d’Adamo.”

Ha ammiccato, irridente e dispettoso come se m’avesse fatto uno scherzetto prescolare. Non sapevo cosa mi stesse sconvolgendo di più, se il fatto di essere stata scambiata per una puttana, per un’assassina o per un uomo. O per chiunque si chiamasse Alvaro.

“Lei ha pensato che io potessi essere un uomo che uccide delle persone, volutamente, a sangue freddo, per denaro… e lo stesso mi ha baciata?”

“Baciata?” ha chiesto Santamaria sorpreso.

“Baciata?” ha chiesto anche Marcello con aria schifata “Nemmeno questo è sul verbale!”

“Baciata?” si è intromesso Crisuolo sbucando con la testa da dietro la porta, come un fungo.

“Era un test” mi ha risposto Li pacatamente con Mister Sopracciglio ben alto e solitario “Per cercare di capire fino a che punto fossi disposta a fingere.”

“Il bacio non è nel verbale” ha ripetuto aggressivo Marcello con aria accusatoria “Quando è successo?”

Non potevo rispondere: la mia testa vorticava come un ottovolante impazzito.

“Allora...” ho balbettato in un doloroso flash di consapevolezza “Quando mi hai tirato fuori dalla finestra…”

“Finestra?” hanno mormorato in sottofondo Crisuolo, Marcello e Santamaria in rigoroso ordine alfabetico.

“… e io ti ho chiesto aiuto… cosa hai pensato che ti chiedessi?”

Li non ha risposto, ma solo perché ha capito che mi ero risposta da sola.

“Cos’è questa storia della finestra?” ha chiesto di nuovo Marcello e Li glielo ha spiegato mentre io soffrivo in silenzio, con gli occhi appannati e il cuore a pezzi.

Quindi, il tentativo di fuga della signorina d’Angelo si colloca subito dopo la chiamata dal suo cellulare al 112?” ha chiesto Santamaria alla fine.

“Direi di sì.” ha risposto Li pacato.

Marcello, a quel punto, mi ha fissato a muso duro e io, avvilita, ho intuito che era furioso.

“Lo sa cos’ha combinato, signorina d’Angelo?” ha chiesto sottovoce lasciando trapelare la rabbia repressa che gli bruciava dentro da quando ero entrata al commissariato.

Più o meno.” ho risposto con voce tremante: non avevo nessuna voglia di sapere quanti funghi atomici aveva scatenato la mia sfiga patologica e contagiosa.

“E lei, agente Wang? Ha idea della catastrofe che ha provocato la vostra inettitudine?

“Sì.” Ha risposto Li sottovoce, senza perdere un grammo di dignità.

“Quello che non mi spiego, agente Wang… quello che mi chiedo, con la sua esperienza internazionale… Come le è saltato in testa di lasciare il suo cellulare nelle mani di un tale pericolo pubblico?”

Pericolo pubblico: ero io, secondo Marcello. E non solo secondo lui. Mi sentivo marchiata a fuoco sotto lo sguardo di Li (insondabile), Santamaria (accusatorio) e Crisuolo (quasi compassionevole).

“Con quella telefonata anonima fatta dal cellulare di un agente infiltrato, la signorina d’Angelo ha scatenato l’inferno;  tre squadre di tiratori scelti impiegate per nulla, inutili danni alle strutture per migliaia di euro… senza contare che la copertura dell’agente Wang, costata mesi e mesi di lavoro, è saltata definitivamente! E tutto questo per cosa?”

Marcello si è alzato in piedi di scatto come se la sedia bollisse.

“Per NIENTE!” ha tuonato infine facendo scintille “Anzi, l’unica cosa che abbiamo ottenuto è stata una denuncia da parte di Ekekazo e Bonanno per danni fisici e morali!”

A ogni sua parola, io sprofondavo sempre di più sotto il plaid.

“Mi dispiace.” non ho potuto trattenermi dal dire, schiacciata dai sensi di colpa e col pianto a otturarmi la gola.

“Le dispiace?” ha sibilato Marcello arrossendo di rabbia “Oh, beh, allora va tutto bene. Che diamine! Se alla signorina dispiace di aver distrutto in un colpo solo una operazione di polizia costata milioni di Euro, siamo già a posto così!”

Mi sentivo uno schifo. Anzi, mi sentivo come lo schifo di uno schifo.

“Io… davvero, sono mortificata…”

“E vorrei vedere!” è sbottato anche Santamaria burbero: aveva messo via lo schifometro, probabilmente anche lui aveva rinunciato a tentare di calcolare il mio incalcolabile livello di sfiga.

“Le sue scuse sono perfettamente inutili” ha continuato Marcello a voce sempre più alta “Sa dove le mandiamo le persone come lei, signorina d’Angelo? Quelle che fanno le cose sbagliate, quelle che provocano ogni genere di catastrofe e poi si scusano e piangono miseria?

“In prigione…?” ho balbettato sbiancando in viso.

“A fare in culo!” ha strillato Marcello, ormai definitivamente incazzato “Quindi, egregia signorina, mi faccia un piacere, prima che mi venga voglia di denunciarla per porto abusivo di deficienza e sbatterla in galera fino al nuovo millennio: prenda le sue carabattole e se ne vada!”

Il silenzio che è seguito alle sue parole era un denso e vischioso concentrato di vergogna; Santamaria mi fissava con un monosopracciglio severo a ombreggiargli gli occhi, Crisuolo stava probabilmente scavando un buco sul pavimento con lo sguardo e Li… Li teneva il viso di mezzo profilo, senza guardarmi. Sembrava apparentemente calmo, ma la sua mascella era contratta e le sue labbra pressate. Il mio cuore si è sbriciolato in mille pezzi quando mi sono resa conto che si stava probabilmente trattenendo dal girarsi e mollarmi una sberla. Tutto il suo lavoro di mesi e mesi, il suo impegno, la sua credibilità… tutto spazzato via per colpa mia. Gli leggevo chiaro e tondo nel profilo patrizio e altezzoso del suo nasino perfetto che si tratteneva a stento dal strillarmi in faccia che Marcello aveva ragione, che ero solo una piccola, ignobile sottospecie di insetto inutile e fastidioso e che non avevo nessun diritto di respirare la stessa aria che respiravano le brave e oneste persone normali, assassini e stupratori compresi.

Io mi sono sentita così male che avrei dato chissà che cosa per avere la grazia di non essere mai esistita.

“Scusatemi” ho pigolato con il pianto nella voce “Se posso fare qualcosa, qualsiasi cosa per rimediare…”

“Per l’amor del cielo” ha balbettato Santamaria spaventato “Che altri danni vuole fare? Simulare un commando terroristico? Far saltare in aria il commissariato?”

“Non devi fare niente, Luana.” ha aggiunto Li a voce bassa e carezzevole, ma sempre senza guardarmi.

Li, ti prego, guardami, ho pensato mentre una lacrima mi rotolava lungo la guancia. Anzi no, non guardarmi, ho troppa vergogna… ma se non mi guardi, se non potrò mai più vederti in faccia, allora muoio per davvero, allora…

“Signorina d’Angelo, può andare.”

La voce di Marcello sembrava una condanna a morte.

“Ma io…” ho mormorato affranta e Marcello ha sbattuto il pungo con forza sulla scrivania.

“Signorina d’Angelo, ho detto SE NE VADA!”

Crisuolo ha preferito eseguire l’ordine prima di me ed è schizzato via alla velocità della luce (a organizzare il mio linciaggio insieme al corpo della polizia di stato, probabilmente). Mi sono alzata in piedi anche io, lentamente, come se avessi tutte le giunture arrugginite. Avevo male dappertutto, ai piedi, allo stomaco, alla schiena lesa dal Basculante Assassino del Corda Tesa… ma soprattutto avevo un male atroce al cuore. Mi sono guardata intorno, poi mi sono tolta il plaid dalle spalle, l’ho ripiegato con cura e l’ho posato sulla sedia; sono indietreggiata fino alla porta, sperando fino all’ultimo che Li mi lanciasse uno di quei suoi sorrisi al cardiopalma o che mi dicesse “non ce l’ho con te” o anche solo in guizzo di Mister Sopracciglio… ma Li era immobile e remoto come se nemmeno fosse in quella stanza. E io, io con la mia parrucca storta, col mio vestito di lustrini, con il mio trucco colato e con le mie mani inutilmente vuote, mi sono sentita stanca e sola come mai in tutta la mia vita.

“Scusate…” ho mormorato ancora a testa bassa.

Santamaria ha alzato una mano fiaccamente; Marcello ha avuto un guizzo epilettico con le spalle, ma non mi ha nemmeno guardata.

In quel momento allora ho capito cos’era quella cosa che bruciava nel petto: erano lacrime. Mi sono arrivate negli occhi tutto in un colpo e prima di scappare via dalla disperazione non ho potuto fare a meno di dire una cosa, l’ultima, la più importante.

“Signor Li, mi scusi di tutto. Io non stavo fingendo.”

Li non si è mosso. Ogni sua fibra mandava un messaggio di addio palese e doloroso come uno schiaffo in faccia. Mi sono girata con gli occhi così pieni d lacrime che nemmeno sapevo dove mettevo i piedi, e sono claudicata via, fuori dalla porta, scappando dalla luce, dalla rabbia frustrata di Marcello, da Li e dai cocci sbriciolati del mio cuore.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Uff e puff: colpa l’estate che incalza e cavalca, tempo non ebbi di nuovo per rispondere ad personam.

Mea culpa, mea grandissima culpa. Almeno vi cito, perché voglio che sappiate che siete sempre tutti nel mio cvore:

Rik Bisini, il Sommo, Zerby (sorry, no lap dance!), Thia (grazie per aver letto tutta la bibliografia… me gratissima!!! SMACK!), lon trinomia (non mi nominare Londra, o inizio a lacrimare…), Mabychan, a cui non ho ancora lasciato una risposta come si deve… sob!, Unintended, ebbene sì, ogni mia storia è uno zoo…, Marty2803, tesora, non ho soldi epr autopubblicarmi, ma grazie per l’incorajjiamenji!,  Eilinn, chi si risente!!!, Vulcania, se posso tirarti davvero su il morale, ho raggiunto il mio scopo nella vita!, Killer, moan, quanto sei buooona con me…, Black Moody, davvero hai un debole per i franzosi? E con la baguette sotto l’ascella, come la mettiamo?, Chocolate Fairy Girl, concerto di Avril bellissimo!! Un po’ corto, ma altamente soddisfacente, anche per una old ciabatt come me…, --Miriel__, Davvero c’è una Grotta Azzurro presso casa tua? Anche da me! Non è che siamo vicine di casa…?, Stella76, Eh, certa gente proprio non sa apprezzare le celle frigo quando servono…ehm...., lauraroberta87, ok, mi prostro e mi sbatto in sdilinquimenti, perché con te devo, DEVO!, sai che ti amo, joia, vero?,  aki-penn, pizzaiolo tostapane…?, Sophonisba, niuentri, che bello!!! Grazie infinite dei complimenti, dolcezza, a presto!, Kyomi89, altra niuentri, ma che bello, ma come sono feliiiiceeee!! Recensite ancora, vi prego!!, Krisma, il tuo bocciolo sta sfiorendo con sto caldo, perdonalo…, LadyElizabeth, wow, che complimenti, sono commozza… e tu molto molto nobile di nome e di fatto!, Hebe, niuentri, vi adoro!! Scrivimi ancora, ti prego!, moonwihisper… amore, cos’è la sindrome di Hermes? Qualcosa a che fare coi foulard firmati?, Suni, meno male che sono riuscita a sorprendere qualcuno dei miei lettori… ormai non so più che pesci pigliare, siete troppo svegli!!, Evan88, beh, il love affair tra Scaturro e Dieci non lo avevi ancora capito…?, crici_82, alla tua tenera età già lavori!!! Poraccia!

Saluto e ringrazio onoraterrimamente la mia beta betuzza adorata ROMINA e lady Nisibella, dalle mille e una tortine.

Un bacio a tutti, GRAZIE !!! siete fantastici (sì, con la h, rende di più)!!

  
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