Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Yasha 26    27/02/2014    14 recensioni
(Attenzione: linguaggio “colorito” e tematiche delicate come violenza, alcool e droga. Nulla di chissà che, ma ci tenevo a precisarlo prima che iniziaste a leggere)
***
Fino a qualche mese fa credevo sarei stata felice con l’uomo che amavo. Invece ciò non è accaduto.
La sera che avrebbe dovuto essere la più bella della mia vita, quella che sognavo da anni, è diventata un incubo che mi tormenterà per sempre.
Vedere i tuoi occhi, riflesso dei suoi, sarà la mia punizione. Già, perché ciò che è accaduto lo devo solo alla mia stupidità.
Eppure non ho avuto il coraggio di rifiutarti. Tu non hai colpe.
Spero solo riuscirai a perdonarmi quando saprai la verità, ciò che mi è accaduto quella sera…quando tutto è cambiato.
***
NB: al capitolo 10, Regali di Natale, si ricollega un extra dal rating rosso, dal titolo "W.E.C. EXTRA: Regali di Natale" che trovate a questo indirizzo -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2846837
STORIA IN REVISIONE
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Salve ^^ ok lo so che devo scrivere le altre storie in corso, ci sto pensando giuro ^_^ ne sto scrivendo tre contemporaneamente. Mentre scrivevo mi è venuta in mente questa. In realtà mi sono ispirata ad una telenovela di inizio anni novanta che guardavo con mia madre quando ero piccola. Mi è rimasta impressa la storia di due ragazzi, neanche protagonisti ma di contorno nella telenovela. Così mi sono detta: e se utilizzassi la loro storia modificandola a mio piacimento per Kagome e InuYasha? Ed ecco qui la nuova ff nata dalla mia mente malata ^^
Vi avverto che potrebbe anche essere da rating  rosso. Non lo metto per dare a tutti la possibilità di leggere. Ci sarà un linguaggio abbastanza colorito in certe scene e gli argomenti non sono dei più rosei, quindi regolatevi se volete o no leggere.
Ovviamente è un racconto e dubito che nella realtà potrebbe mai succedere ciò che sto per narrarvi, ma chissà…al giorno d’oggi non mi stupisco più di nulla ^_^
Detto questo vi lascio alla lettura ^_^
 
 
Ricordo che questa storia è coperta dal diritto d'autore, pertanto è vietata la sua riproduzione totale o parziale sotto ogni sua forma; il divieto si estende a citazioni, estratti, personaggi da me inventati. Occorre pertanto l'autorizzazione espressa, scritta e sottoscritta dall'autrice.
In caso contrario, saranno presi provvedimenti legali.
Grazie.








 
 
- Kagome, allora noi andiamo. Mi raccomando, non fare tardi la sera se esci con le tue amiche. Occupati della casa, di Bankotsu e di Sango. - mi avverte mia madre prima di salire sul treno insieme al nonno e mio fratello per andare a trovare la zia che sta poco bene. Io resterò a casa per via della scuola, non voglio trascurare lo studio.
- Tranquilla mamma. Non sono una bambina e so come comportarmi. - la rassicuro io.
“Soprattutto stai tranquilla che mi occuperò principalmente di Bankotsu!”  penso tra me e me.
- Non si preoccupi signora. Baderò io a Kagome mentre lei è da sua sorella. Vada tranquilla. - risponde Bankotsu scompigliandomi i capelli in quella che lui chiama carezza.
Quanto la detesto questa cosa! Mi fa sembrare ridicola e immatura così! Quando capirà che sono una donna ormai? Ho quasi diciassette anni però mi tratta come una bambina.
- Grazie Bankotsu. Sono più tranquilla sapendo che la controllerai tu. Ci vediamo la settimana prossima ragazzi. E buona fortuna per il tuo colloquio caro. Chiamerò domani sera per sapere com’è andata. -
- La ringrazio signora Higurashi. Premurosa come sempre nel ricordare il mio colloquio. - la ringrazia Bankotsu arrossendo lievemente.
Oh Kami è bellissimo anche quando arrossisce!
- Sei diventato come un figlio per me da quando sei venuto a vivere con noi. È normale che mi preoccupi anche per te. È lo stesso per Sango. - risponde lei sorridendogli amorevolmente come solo una madre sa fare.
Bankotsu  è venuto a vivere in casa nostra cinque anni fa. Viviamo in una casa molto grande e con l’aumentare delle spese mia madre aveva deciso di affittare delle stanze ad un paio di studenti dato che abitiamo vicino l’università.
Si presentarono lui e una ragazza, Sango, quella che è diventata la mia migliore amica e sorella maggiore. Adesso lei non è presente perché è a lavoro, ma ha già salutato tutti stamane.
- A presto ragazzi. Vi chiamo quando arrivo da zia Nodoka. -
- Ciao mamma, nonno, Sota. Buon viaggio! E salutatemi la zia. -
- Certo tesoro. A dopo bambina mia. -
- Mi raccomando il tempio Kagome. Non trascurarlo! - mi ricorda mio nonno per la milionesima volta.
È il sacerdote del tempio di famiglia. Lo cura come fosse una sua creatura.
- Certo nonno tranquillo, lo farò tutti i giorni spazzando il piazzale, pulendo le amitabha e controllando che i sigilli ai sutra sacri siano al loro posto e che nessun demone li distrugga. - ripeto ricordando fin troppo bene le sue raccomandazioni.
- Brava nipotina mia! Ricorda che in quanto discendente degli Higurashi anche in te scorre potere spirituale. Sei una potente sacerdotessa. Proteggi il nostro tempio. -
- Sì nonno. - uffff che noia!
- Ok andiamo nonno. Il treno sta per partire. - lo chiama mia madre, per mia fortuna.
- Ciao ragazzi. Salutatemi Sango. - ci saluta mia madre dal finestrino mentre il treno inizia a muoversi.
- Certo che tuo nonno è proprio fissato coi demoni. - ridacchia Bankotsu.
- Già. È convinto che esistano davvero e ogni giorno si ritira in preghiera per chiedere la protezione dei Kami dalle forze oscure. E quando mai ne abbiamo avute? Bah. Contento lui. -
- Che vuoi farci piccola. Appartiene alla vecchia generazione. -
- Non sono piccola! Sono grande adesso. Non sono più la bambina che hai conosciuto Bankotsu! - rispondo indispettita
- Per me sarai sempre la piccola undicenne che si rintanava nella mia stanza per proteggersi dalla sua nemica numero uno: la matematica! - sghignazza riferendosi a quella volta in cui andai a chiedergli aiuto per un’equazione di cui non capivo nulla.
Sbraitavo che la matematica ce l’avesse con me o robe simili. Sono sempre stata negata a far di conto, mentre lui era bravissimo. Mi faceva da insegnante ed è grazie a lui che ho superato l’anno. Ogni giorno passato nella sua stanza, con lui vicinissimo a me per spiegarmi i passaggi, ancora a me incomprensibili al cento per cento, erano una ventata d’aria che mi pervadeva il cuore.
Se non si fosse capito sono innamorata persa di Bankotsu praticamente da quando ha messo piede in casa mia. Lui aveva quasi ventidue anni all’epoca. Dieci più di me. Ma non mi importa. Sono convinta che l’amore non abbia età e che anche se io sono più piccola posso essere la donna adatta a lui. Stiamo bene insieme. Ridiamo delle stesse battute, abbiamo gli stessi gusti in campo musicale e anche per i film. Ci piace leggere gli stessi libri. Insomma sembriamo due anime gemelle!
Piuttosto che uscire coi suoi amici preferisce stare in casa con me a guardare un bel film horror. Sì, sono sicura di piacergli anche io. Quale ragazzo rifiuterebbe uscire la sera per stare in casa a vedere un film?
Solo che non mostra mai “quel” certo tipo di interesse. Forse perché pensa che lo rifiuterei essendo più piccola. O magari per rispetto verso mia madre. Io invece sono sicura che se si dichiarasse mia madre sarebbe felice di sapermi fidanzata con lui. Magari dopo qualche mese di fidanzamento ci potremmo sposare. Già mi vedo col vestito bianco all’occidentale! Con lo strascico, un vestito a sirena con la coda, una tiara sui capelli per fermare il velo! La luna di miele! Oh cielo divento rossa al solo pensarci! Sarebbe la mia prima volta! Che imbarazzo. Ma sarebbe mio marito quindi non dovrei vergognarmi.
Sempre che, non lo facciamo prima! Oh sarebbe così emozionante! Non sto più nella pelle!
Chissà i nostri figli a chi somiglierebbero. A me o a lui? Ad entrambi sarebbe stupendo.
Sango dice che mi sto facendo i film mentali e di stare coi piedi per terra. Che il suo amore nei miei confronti potrebbe solo essere fraterno e che io sto fraintendendo tutto, ma sono sicura che si sbaglia! Lo vedo come mi guarda, come mi cerca, come mi parla. Il suo bene non è fraterno. Ci metterei la mano sul fuoco! Lui mi ama! E stasera sono sicura che me lo confermerà dopo che mi sarò dichiarata per prima.
C’ho pensato a lungo e sono arrivata al punto di capire che se non faccio io la prima mossa lui non la farà. Teme troppo la mia reazione secondo me. Bene, tagliamo allora la testa al toro, sarò io a farmi avanti per prima e sono sicura che quando lo saprà mi abbraccerà felice. Ci scambieremo il nostro primo bacio, il primissimo per me.
Approfitterò del fatto che saremo soli in casa poiché che la mia famiglia non c’è e nemmeno Sango, che passerà la serata a casa di Miroku, il suo fidanzato, per occuparsi di lui che ha preso l’influenza. Quale occasione migliore per ricreare un ambiente romantico e intimo solo per noi due?
- Ehi piccola, a che pensi? - mi richiama Bankotsu vedendomi assorta.
Siamo arrivati a casa e nemmeno me ne sono resa conto persa com’ero nei miei pensieri.
- Oh nulla. Pensavo al compito di domani. Sono un po’ tesa. - mento io.
- Tranquilla, lo supererai. - mi rassicura lui sfoderando uno dei suoi sorrisi bellissimi.
- E tu? Non sei teso per il colloquio di domani? Se andrà bene diventerai l’avvocato di un’importante azienda. - chiedo io pregando tutte le divinità esistenti affinché vada tutto bene.
- Un po’ sì. Finalmente dopo questi anni di praticantato potrei realizzare il mio sogno di diventare un avvocato a tutti gli effetti. -
- Ti auguro che sia così. -
- Grazie Kagome. Sei molto cara. - dice sorridendomi.
Quanto amo quel sorriso. Quanto amo lui! Speriamo vada tutto bene stasera. Kami, mandatemela buona!
 
 
                                                                              ****************
 
 
- Ho detto di no! Non farò ciò che volete voi solo perché siete convinti che debba seguire la vostra strada. Ho altri progetti per la mia vita. Voglio diventare uno chef! -
- InuYasha, vorrei farti notare che i tuoi studi li paghiamo noi e che senza i nostri soldi non potresti studiare assolutamente nulla! Quindi mettiti l’anima in pace perché seguirai la strada mia e di tua madre diventando medico. Ti lasciamo però scegliere la branca di medicina che preferisci. Dovresti ringraziarci di questo. -
- Oh certo, hai ragione! “Grazie paparino che mi lasci la possibilità di scegliere che medico essere. Te ne sono infinitamente grato!”- rispondo ironico facendo un finto inchino per rendere più forte la mia presa in giro.
- InuYasha porta rispetto a tuo padre! - mi rimprovera mia madre, o meglio, quella che dovrebbe comportarsi come una madre considerando che in casa non c’è mai e non mi ha nemmeno visto crescere.
- E voi quando porterete rispetto a me? Non vi siete nemmeno degnati di crescermi di persona in questi anni. Siete ed eravate perennemente in viaggio per il vostro lavoro lasciandomi in mano a delle tate. C’erano loro a curarmi la febbre o a mettermi un cerotto le volte che cadevo. Come erano loro a presentarsi alle riunioni dei genitori perché voi eravate a New York, Miami, Parigi, Londra, Roma o in chissà quale altro posto del mondo in cui si tenevano convegni medici. Ora tornate e pretendete che io frequenti la scuola di medicina per farvi lievitare il conto in banca. Non ci sto mi spiace! La vita è mia e me la gestisco io! - urlo alterato oltre ogni misura.
- Bene, se la pensi così vorrà dire che taglieremo tutti i tuoi fondi. Quindi dimenticati le carte di credito, la macchina, le moto, le feste e tutte quelle cose ridicole che sei solito fare coi nostri soldi. Non ti sbatto fuori casa perché sei minorenne o lo farei, ma non avrai più un centesimo da noi. Ti basteranno il vitto e l’alloggio che ti daremo. Se vuoi soldi cercati un lavoro! - mi avverte mio padre con tono rabbioso.
- Ma non puoi togliermi le carte di credito! Come accidenti farò? -
- Non è un mio problema, figlio ingrato! Io e tua madre abbiamo lavorato sodo per poterti dare una casa, una vita piena di lusso e agi di ogni genere. In cambio ti abbiamo chiesto di portare avanti una tradizione che appartiene alla mia famiglia da secoli. Mio padre fu medico, così come mio nonno e suo padre prima di lui. Adesso tocca a te esserlo ma se non vuoi perfetto, arrangiati, ma coi tuoi di soldi non coi nostri. A tuo dire siamo stati dei pessimi genitori, ma non sembrava ti dispiacessero i nostri soldi quando acquistavi moto da migliaia di yen, apparecchi tecnologici di ultimissima generazione  oppure quando  organizzavi feste per i tuoi amici con i dj più cari. I tuoi capricci costano sai? Ma te li abbiamo concessi proprio perché in casa non c’eravamo mai. Ma se questi sono i risultati, vorrà dire che rinuncerai anche al lusso! - dichiara furioso rinfacciandomi tutto.
Che bastardo!
Stringo i pugni così forte da sentirmi le unghie lacerare la carne. Avrei voglia di dargli un pugno ma decido che le parole sono più dolorose delle mani.
- Alle moto di lusso avrei preferito mio padre insegnarmi ad andare in bici e rialzarmi quando cadevo. Ai vestiti griffati avrei preferito mia madre farmi una carezza la sera dopo avermi rimboccato le coperte o a misurarmi la temperatura per vedere se la febbre scendeva. Agli impianti stereo più potenti avrei preferito rifugiarmi nel lettone dei miei genitori nelle notti piene di tuoni. Alle feste avrei preferito una tranquilla cena con la mia famiglia a chiedermi come fosse andata a scuola. Alla mia Lamborghini avrei preferito i miei genitori a chiedermi perché tornassi a casa pieno di lividi dato che venivo preso di mira dai bulli. Ma voi queste cose non le sapete. E sapete perché? Perché per undici mesi e mezzo all’anno non c’eravate. Ho avuto una vita di lusso ma l’ho vissuta da solo. Non chiamavate nemmeno per sapere come stessi quando avevo la febbre. Non c’eravate nemmeno quando mi hanno operato di appendicite a otto anni. Avete solo parlato telefonicamente con un vostro amico e collega in termini tecnici, ma non siete venuti a tenermi la mano mentre tremavo di paura per l’operazione. Vuoi tenerti i soldi papà? Fallo! Non diventerò un vostro burattino facendo ciò che volete! - gli urlo contro e li vedo fissarmi a occhi aperti.
Stanco perfino di guardarli me ne vado prendendo le chiavi della mia macchina. Col cavolo che gliela lascio la mia piccola. È mia e non si tocca. Possono dire ciò che vogliono ma non farò mai quello che ordinano.
 
Sfreccio a 190 km/h con la mia Lamborghini Gallardo. Questa meraviglia arriva a 400 km/h. Amo farci le corse clandestine alle quali ovviamente vinco sempre. Non c’è niente di più eccitante che raggiungere i 200 all’ora. Spingo ancora sull’acceleratore… 210… magnifico! Abitare lontani dalla città ha una sua utilità.
Rallento quando iniziano a intravedersi le prime case. Prendo il cellulare e chiamo i miei amici. Ho voglia di ubriacarmi stasera. Come ogni sera del resto.
- Ehi idiota! Stesso posto stessa ora? - chiedo a Koga, uno dei miei migliori amici.
- “Certo imbecille! Ci vediamo lì” . - risponde lui
Faccio qualche altro giro in auto. Quando si fa ora raggiungo il locale dove ci ritroviamo sempre per bere, il Breath. È una tiepida sera di ottobre. Si sta ancora bene in camicia senza bisogno d’altro. E per mia fortuna direi, dato che sono uscito senza portarmi nulla dietro oltre le chiavi e il cellulare.
- Cazzone! Siamo qui! - mi chiama Koga vedendomi entrare, così raggiungo il tavolo dei miei amici.
- Ciao teste di cazzo. Come va? - li saluto sedendomi.
- Noi tutto bene. Tu piuttosto, hai una faccia. - mi fa notare Hakkaku.
- Ho litigato con quegli stronzi dei miei. - rispondo scrollando le spalle.
- Ma dai? Erano in casa? - ironizza Hakudoshi scolandosi la sua birra.
- Purtroppo sì. Pretendono che mi iscriva alla facoltà di medicina, come è da tradizione in famiglia. - spiego afferrando una delle birre sul tavolo e bevendola tutta d’un fiato. Ora mi sento meglio!
- Quindi addio grembiulino e forchettone da cuoca? - mi sbeffeggia Naraku che ha sempre trovato il lavoro di chef da donnicciole.
- Col cazzo che ci rinuncio! Non mi farò comandare da quei fottuti stronzi. Mi vogliono togliere i fondi? Che lo facciano. Mi troverò un lavoro. - affermo scolandomi un’altra birra gelata.
- La principessina mani perfette che cerca un lavoro? Ma dai InuYasha, non sai fare nulla, nemmeno toglierti da solo il dito dal culo e pretendi di cercare lavoro? - interviene Koga.
- Hai altre idee idiota? Ho bisogno di soldi per frequentare una scuola professionale di cucina. -
- Sinceramente amico… non capisco perché ti sia impuntato su questa idea tanto ridicola. Non sarebbe meglio fare il medico come vogliono i tuoi? Che cazzo di lavoro è lo “scieff”? - scherza Naraku, ricordandomi per l’ennesima volta che trova ridicolo questo lavoro.
- Lo “Chef” è un lavoro come gli altri, stupido! A conti fatti ci sono più chef uomini che donne. Quelli più famosi sono uomini e sono ricchissimi. Pieni di ristoranti in tutto il mondo. -
- Ehi frena frena! Non penserai di essere Gordon Ramsay vero? Ahahah! - chiede Ginta ridendosela.
- Ma che amici siete? Invece di incoraggiarmi mi venite contro? -
- Ma su dai, noi scherziamo. Sappiamo che è sempre stato il tuo sogno. Piuttosto ci chiediamo come farai senza soldi. -
- Non lo so Koga. Vedrò che fare. -
- Potresti vendere l’auto. - propone Ginta.
- Quella rimarrà con me finché campo! La mia piccola non si vende. - esclamo irritato.
Tengo troppo alla mia macchina. Sembrerà strano ma a volte mi sembra mi dia più affetto lei che le persone. Mi sento vivo quando guido e sfreccio per le strade. A lei non rinuncio.
- Guadagna soldi con le corse allora. - dice Naraku.
- Ecco, questa va già meglio come proposta. -
- Mentre pensi, tieni, fatti una bella fumata amico! Ti aiuterà. - mi dice Koga passandomi uno spinello già acceso, il primo dei tanti della serata.
Mi rilasso finalmente senza più pensare ai miei. È ora di godersi la serata!
I miei occhi si fermano su una ragazza molto bella, seduta da un po’ al bancone a bere e piangere disperata. Tutti i ragazzi che le si avvicinano scappano appena lei li guarda in lacrime. È lì già da un po’. Mi sembra divertente come cosa. Quasi quasi ci provo. Sono sicuro che con due paroline di conforto, e altri tre o quattro bicchieri , riderà di felicità.
- Dove vai? - mi chiede Koga vedendomi alzare.
- Da quella lì. - gli faccio segno con la testa in direzione della ragazza.
- Aaah, il vecchio caro metodo di rilassarsi svuotando le palle. E bravo! - sghignazza Hakkaku.
- Indovinato. - rispondo ridendo e avviandomi verso la ragazza.
Movimentiamo un po’ la serata.
 
 
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Mi sto facendo un bel bagno rilassante. Sono agitata per dopo.
Finalmente confesserò a Bankotsu i miei sentimenti. Non mi sembra vero. Chissà che faccia farà!
Sicuramente prima mi guarderà spaesato, poi resosi conto di ciò che gli ho detto mi abbraccerà e mi bacerà. Poi il passo più difficile sarà dirlo a mia madre. Ma credo la prenderà bene. In fin dei conti sa che Bankotsu è un bravo ragazzo. Sono sicura che ne sarà felice anzi.
Dopo essermi asciugata i capelli e vestita con gonna bianca e una maglietta rosa decido di mettere un po’ di trucco. Stasera voglio essere bellissima per lui. Mi specchio più volte per capire se vado bene così. Metto anche un po’ di lucidalabbra che non guasta mai. Ecco ora va decisamente meglio!
Scendo giù nel soggiorno ma non c’è traccia di Bankotsu. Dove sarà?
Poi sento delle voci provenire dall’ingresso. Quando mi avvicino vi trovo una ragazza molto graziosa che sorride e parla con lui in modo molto…intimo? Gli tiene una mano sul braccio. Chi accidenti è questa?
- Bankotsu? - lo chiamo andandogli vicino
- Lei chi è? - chiede la ragazza guardandomi accigliata
Chi sono io? Lei si trova a casa mia e chiede a me chi sono?
- Io sono quella che abita qui. Tu piuttosto chi sei, dato che questa è casa mia! - rispondo scontrosa
- Ah quindi tu sei Kagome? - mi chiede lei addolcendo lo sguardo
È forse scema questa?
- Sì Kagura. Lei è la mia sorellina acquisita di cui ti ho tanto parlato. Kagome lei è Kagura, la mia ragazza. - me la presenta arrossendo un po’
Sorellina acquisita? Fidanzata?
Sento la terra sotto i piedi scivolarmi  via. Il mio mondo si sta frantumando in mille pezzi.
Questa sarebbe la sua…ragazza? Ha la ragazza? Da quando?
- Ciao Kagome. Bankotsu mi ha tanto parlato di te. - mi saluta lei con un sorriso così dolce da cariare i denti
- Non posso dire altrettanto! - rispondo guardando male Bankotsu
Non mi ha mai accennato a nessuna ragazza. Non ha mai dato l’impressione di avere una ragazza. E adesso così di punto in bianco spunta questa barbie tutta perfetta, ben vestita, pettinata, truccata, coi tacchi a spillo e che si dice la sua fidanzata.
- Beh ci siamo messi insieme da poco. Ci siamo conosciuti al praticantato. - spiega lui serafico, come se nulla fosse
- Già. Anche io voglio diventare avvocato. - chi accidenti te l’ha chiesto strega?
- E come mai sei qui? - chiedo freddamente
Sono così sconvolta che nemmeno le lacrime hanno forza di uscire, almeno non davanti a loro.
- Perché le avevo detto che oggi non potevamo vederci perché eri sola in casa. Suppongo che tu non mi abbia creduto vero Kagura? Pensavi fossi con qualche ragazza? - le domanda lui accigliandosi
“Qualche ragazza”? Perché io cosa sono??
- Mi dispiace tesoro. Non volevo dubitare di te. Perdonami. - si scusa lei melensa
Che schifo. Sto per vomitare.
- Ok ok. Per stavolta passi. Ma non dubitare più di me. Come puoi vedere sono  in casa con Kagome. - la rassicura lui
- Va bene caro. Allora vado, vi lascio tranquilli. - ci dice lei facendo per allontanarsi
- No no, non c’è bisogno che te ne vai! State pure insieme. Stavo per andar via. - mento io, per non stare insieme a lui
Non ho voglio di vederlo in questo momento. Mi trattengo a stento dal non piangere adesso.
- Ma non me lo avevi detto. - mi rimprovera lui
- L’ho deciso all’ultimo minuto. Esco con le mie amiche stavo per dirtelo. Quindi se volete potete starvene insieme. Ciao ciao! - li saluto fuggendo via di corsa non permettendogli di replicare
 
Corro per non so quanto tempo senza fermarmi. Adesso posso finalmente lasciare libere le lacrime e sfogarmi. Sto malissimo. Di tutto mi aspettavo, anche un rifiuto, ma non questo! Oh Kami avrei fatto la figura dell’idiota! No io “sono” un’idiota! Aveva ragione Sango. Mi sono immaginata tutto da sola. Lui non è mai stato interessato a me. Mai! Mi sento così stupida. Hanno ragione a ritenermi ancora una bambina perché è quello che sono.
Come vorrei avere adesso vicino Sango a consolarmi. Ma non posso disturbarla. È già sera. Starà preparando la cena a Miroku. Che faccio? Non voglio tornare a casa. Quei due saranno lì a baciarsi e scambiarsi smancerie. Non ho voglia di vederli. In questo momento vorrei solo sprofondare sotto terra, addormentarmi e non svegliarmi più. Mi sento morire. Ho male al petto e allo stomaco.
Cammino stancamente ancora un po’ finchè non mi ritrovo davanti un pub. Mi attira il suo nome.
- “Breath”. - beh avrei bisogno di riprendere un po’ di fiato, sono stanchissima
Ho bisogno di un bel sorso d’acqua.
Entro dentro e lo trovo molto affollato. Caspita quanta gente.
Mi siedo al bancone e il barista mi raggiunge subito.
- Cosa ti porto bellezza? - mi chiede lui sorridente
- Dell’acqua per favore. - rispondo atona
- Accidenti che brutto aspetto che hai? Ma stai bene? - mi domanda preoccupato
Alzo lo sguardo per specchiarmi nell’enorme specchio dietro di lui in cui si specchiano anche le numerose bottiglie di alcolici, oltre che gli altri clienti del locale. Mi osservo e noto che ha ragione. Ho un aspetto orribile. Il mascara e la matita sono del tutto colati. Sembro un panda. Il viso è pallido come se avessi visto un fantasma.
- Insomma…sono stata meglio. - confesso sentendo le lacrime nuovamente alle porte
- Allora non è di acqua che hai bisogno piccola. Ma di qualcosa che ti tiri su di morale. Tieni offre la casa. - dice passandomi un bicchiere in cui ha messo coca cola
- Ma cos’è? - chiedo curiosa
- Un Cuba Libre. Mai bevuto? -
- Mai bevuto alcolici. - confesso io
- Ehi aspetta. Non è che sei minorenne? - domanda spaventato
Oh no cavolo se gli dico di sì mi manda via. E a quel punto dove vado?
- Ma no figurati! Magari fossi ancora minorenne. Meno responsabilità addosso! - la butto lì sperando ci caschi, cosa che succede
- Ok. Comunque è buono, provalo. - mi dice sorridendo ancora
Dopo il primo sorso mi sento la gola strana, pizzica. Non ho mai bevuto nemmeno una birra. Comunque ammetto che è molto buono. Me lo scolo tutto d’un fiato tanto sono assetata.
- Ehi vedo che ti è piaciuto. - esclama il barista soddisfatto
- Già. Me ne fai un altro per favore? Ovviamente pago. -
- Arriva subito. -
E così accade. Me ne da un altro e bevo velocemente anche quello. Sento la testa stranamente più leggera. È una bella sensazione. Poco fa sembrava volesse esplodermi. Come ho fatto a credere che Bankotsu fosse interessato a me? Come? Mi ha chiamata davanti a lei “sorellina acquisita”. Sono solo questo per lui.
Le lacrime ritornano a riempirmi gli occhi. Mi sento un vero schifo. La testa ritorna a farmi male. Perché? Il Cuba Libre me l’aveva resa più leggera.
- Ehi, mi dai qualcosa di più forte? - chiedo al barista
- Sicura? Hai detto di non aver mai bevuto. -
- Sicurissima. Avevi ragione. Questa roba fa stare meglio ma è leggera per me. Hai qualcosa di più forte ma di dolce? -
- Tutto quello che vuoi dolcezza. - dice passandomi subito dopo un altro bicchiere
- Cos’è? - chiedo odorandolo
Emana un buonissimo odore.
- Apricot Brandy. Volevi qualcosa di forte e dolce no? -
Butto giù anche questo e un secondo a seguire. Riecco quella piacevole sensazione di leggerezza.
Sto per ordinarne un altro quando una mano si poggia sulla mia spalla. Mi volto e vedo un ragazzo tutto muscoloso.
- Bambolina che ne dici di un salto in pista? - mi chiede con un sorriso ebete stampato in faccia
Io lo guardo e riscoppio a piangere. Ha gli occhi dello stesso colore di Bankotsu.
- Magari hai anche tu la fidanzata che sbuca dopo un po’ e che si mette a fare tutta la carina. “Bankotsu mi ha molto parlato di te”. Bleah per favore mi viene il diabete! - esclamo irritata
- Che? Ma sei fuori? E chi questo Bankotsu? - mi chiede lui guardandomi come se fossi un’alienata
- Uno stronzo ecco cos’è! - urlo scoppiando a singhiozzare, tanto che gli altri si girano a guardare prima me e poi l’omone in modo torvo
- Ehi che avete da guardare? Non sono mica stato io a farla piangere! È lei che pazza. - sbraita allontanandosi velocemente
Ecco bravo, scappa. Anche tu devi essere un grande bugiardo che fa credere alle ragazze cose che non sono.
- Barista me ne dai un altro? - gli chiedo asciugandomi gli occhi
- Non sarebbe meglio che te ne ritorni a casa? Finirai con l’ubriacarti. - mi avverte lui
- È quello che voglio. Voglio ubriacarmi e dimenticare per stasera. Domani si vedrà. - rispondo bevendo anche il terzo bicchiere di brandy all’albicocca, che ho scoperto di amare
Nel frattempo altri ragazzi hanno provato ad avvicinarmi, ma ogni volta vedendomi in lacrime sono scappati via. Che stronzi! Il loro unico interesse di sicuro è portarmi a letto. A nessuno interessa perché sto così.
- Ehi ciao. - mi saluta l’ennesimo idiota venuto con la scusa di portarmi a ballare
Mi volto a guardarlo e rimango impressionata dal suo aspetto. Alto, capelli lunghi e neri, occhi ametista, pelle perfetta e ben curata. Anche il fisico non è male. Devo ammetterlo ma è perfino più bello di Bankotsu.
Bankotsu…perché ho sempre lui in mente?
- Ciao. - rispondo io lasciandomi sfuggire un singhiozzo
Di sicuro ora scappa.
 
 
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- Ehi ciao. - la saluto avvicinandomi
Lei si volta a guardarmi. Fa davvero tenerezza a guardarla ridotta così. Ha degli occhi blu magnifici, resi cristallini dalle lacrime. O forse sono gli spinelli a farmeli vedere così. Bah poco importa! È ancora più bella di quanto mi aspettassi.
- Ciao. - risponde in un singhiozzo
- Un ragazzo? - domando sedendomi al suo fianco
- Eh? -
- È stato un ragazzo a ridurti così? -
- Già…- dice chinando la testa a guardare il suo bicchiere vuoto
Quando sta per ordinare la precedo.
- Due Bolero per favore. - ordino al barista che ce li serve all’istante
- Cosa è? - chiede guardando il bicchiere
- Un cocktail a base di rum, calvados e vermouth rosso. - le spiego
Lei mi guarda spaesata.
- Offro io. - la rassicuro
- Non è per quello. Non scappi anche tu vedendomi ridotta così? - chiede sorpresa
- Perché dovrei scappare? -
- Devo essere spaventosa e poco attraente conciata così. - dice toccandosi i capelli un po’ arruffati
- Io ti trovo un vero schianto invece. -
- Phf…quanto hai fumato e bevuto? - chiede ironica
- Abbastanza, ma non tanto da far sembrare un cesso ambulante attraente. Tu sei davvero bella. Lo penso da quando ti ho vista entrare due ore fa. -
- E come mai ti presenti solo adesso? - domanda svuotando il contenuto del suo bicchiere
- Perché eri accerchiata continuamente da altri. -
- Capisco…-
- Che ti ha fatto il tipo? -
- Ha la ragazza. Io non lo sapevo. Sono innamorata di lui da anni. Stasera volevo confessargli i miei sentimenti ma lui mi ha anticipata presentandomi la sua ragazza. -
- Mi dispiace. Deve averti ferita molto la cosa. - le dico davvero dispiaciuto
Capisco che si prova ad amare qualcuno che non ti ricambia. È sempre stato così coi miei genitori e anche con Kikyo, la ragazza di cui mi ero innamorato a sedici anni e che invece mi usava per il sesso. Inutile dire che da allora agisco nello stesso modo. Il divertimento è l’unica cosa reale di questa vita.
Passiamo un’ora a parlare e bere. L’effetto dell’alcool inizia a farsi sentire. Lei poi sembra completamente andata.
Uff tagliamo corto con questa lagna…voglio scopare e basta, non consolarla all’infinito!
- E sciai cosha ti dico In…Ini…come hai detto ti sciami? - biascica giocando coi capelli
- InuYasha. Te l’ho ripetuto tre volte. - decisamente non regge molto l’alcool
- Giusto! Iniuyassia! Ho voglia di divertirmi! Lui non mi vuole? Mi serco un altro ragascio per perdere la verginità! Sììì! - oh finalmente! Mi ero rotto le palle ad aspettare!
- Io mi offro volentieri per questo supplizio se vuoi. - dico ironico
Mi guarda qualche istante dubbiosa? Che ci stia ripensando forse? Eh no cavolo! Dopo essermela sorbito per tutto questo tempo.
- Sci sto! Scei pure più bello di lui! - acconsente finalmente scoppiando a ridere
- Allora vieni. Usciamo da qui. - le propongo prendendole la mano
Mi segue barcollando. Vado dai miei amici per farmi prestare le chiavi dell’auto di Koga dato che nella mia non c’è spazio. Quando li saluto loro rispondo con fischi e frasi volgari che la ragazza neppure capisce.
- Ehi non è che ti viene da vomitare? - le chiedo preoccupato prima di farla entrare in macchina
- No no. Sto benisciiimooo! - risponde ridendo ancora
Mah…speriamo.
Ci mettiamo seduti sul sedile posteriore. Ci baciamo per un po’. Devono essere i suoi primi baci, ma inizia già ad imparare.
Comincio a sentire la testa più pesante. Ho una buona resistenza all’alcool ma ho un limite anche io e certo le canne non aiutano. Ragionare diventa difficile. So che non dovrei approfittare della sua ebrezza ma ho solo voglia di entrarle dentro adesso. Dovrei fare con più calma visto che è la sua prima volta ma non ci riesco. La voglio ora! Subito!
Per fortuna indossa la gonna, così mi sbottono i jeans e abbasso la cerniera coi boxer. Lei se ne accorge e smette di baciarmi per guardare la mia evidente erezione. La tocca incuriosita. La cosa mi eccita ancora di più. Sto perdendo il controllo!
Le afferro gli slip e li tiro via velocemente. Poi le sollevo la gamba per penetrarla finalmente, quando…
- No aspetta! - mi blocca lei
- Perché? Hai paura? - chiedo fermandomi a fatica
- Non è solo questo. Io…forse non è giusto. -
Eh? Ma che cazzo…è impazzita? Se ne accorge adesso?
- Eh no, ora non puoi pentirti! Non adesso che stiamo sul più bello! - sbraito furioso
- Io non me la sento scusa. - mi dice cercando di spostarsi per togliermi da sopra
Non era certo quello che mi aspettavo. Ma non gliela darò vinta! Prima provoca e poi vuole scappare? Ha fatto male i conti!
- Mi spiace ma il mio “amico” qui non è d’accordo con la tua scelta! - rispondo spingendomi in lei con forza e sentendola gridare
Malgrado le sua urla e le suppliche di lasciarla non lo faccio. Non ci riesco. Sono troppo eccitato e in lei si sta benissimo. Il suo calore mi avvolge completamente.
Esiste solo il mio piacere. Esiste solo la mia rabbia che sfogo su di lei, anzi dentro di lei, liberandomi con poche spinte della tensione accumulata. 
Quando ho finito lei è immobile, singhiozzante e tremante. Esco dal suo corpo ritrovandomi quasi a sentire freddo lontano da lì. Che strana sensazione. Lei piange ancora, non ha smesso un solo secondo. Le mani a coprirle il volto col trucco totalmente colato via.
È solo in questo momento che capisco cosa è accaduto…io l’ho violentata? Non posso averlo fatto davvero!
- Ti…ti prego non piangere. Io non volevo…scusami. - le dico accarezzandole il viso completamente bagnato
- Non toccarmi! - urla scostandosi dalla mia mano
- Aspetta io…non era mia intenzione. Scusami davvero! - le dico cercando di prenderle la mano
È un attimo e la vedo scivolare via da me, per poi aprire lo sportello e fuggire via.
Che cosa ho fatto?
   










 



 
 
Ehm…ok….forse adesso avrete manie omicida nei miei confronti e verso quelli di Inuyasha  ^^
Mi piace rendere la vita difficile a tutti ^_^ altrimenti non serie più io no?
Ora vi chiederete come cavolo posso mettere in campo una quarta storia se con le altre sto in alto mare? Boh…non lo so manco io ^^
Questa storia comunque non sarà molto lunga.
Volevo dirvi che…dato quanto faccio schifo nel rispondere alle vostre recensioni vi avviso che non lo farò più T_T vi ringrazierò uno per uno direttamente qui ad ogni capitolo. Ovviamente leggerò ciò che mi scriverete ^_^ non c’è cosa più bella di sapere cosa ne pensiate della mia mente malata ^-^
Perdonatemi ancora T_T
Volevo anche dirvi che riprenderanno anche sia The Game of the Magic e Welcome to my Life, e Perfect Romance in primis ^_^
Un bacione alla mia ciber family di Vanilla’s World *^* vi amo <3
Ai prossimi cap ^^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3
 
   
 
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