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Autore: Gackt_Agito    24/06/2008    4 recensioni
» [ ... ] non si riusciva a capire perchè le stesse così vicina, perchè ogni minuto rimanesse attaccata al suo braccio.
Ribolliva di rabbia nel vedere quell'altro rimanere appiccicato ad Edward, senza staccarsi nemmeno per un istante.
E lo stesso faceva Edward, nel vedere bella con quella bambina addosso. [ ... ]
-Et voilà. Prima fiction su questo fandom, non siete costretti a recensire se non volete, non è ciò che chiedo.-
Genere: Generale, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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S olo S angue


Capitolo Primo

Silenzio tombale che aleggiava nella stanza.
Occhi rosso fuoco apparivano per la frazione di un secondo, e poi scomparivano di nuovo alla vista. E si spostavano, veloci e scattanti, così rapidi che vederli era praticamente impossibile. E un bizzarro luccichio ogni tanto si poteva notare, un leggero bagliore che irradiava il buio. E una risata beffarda che ogni tanto rompeva quel silenzio pesante. Quelle luci rosse erano dovunque: dietro il divano, sopra l’armadio, sotto la scrivania, accanto alla libreria. Sopra il tavolino di vetro, sul soffitto di legno intarsiato. Infine, in un fulmine rosso sangue che balzò sopra al divano, che misteriosamente scoppiò a ridere.
«Sempre la solita bambina, Steph» rise, cingendo con le braccia il corpo che gli era balzato addosso. Lunghi boccoli rosso fuoco, occhi del medesimo colore, ed un sorriso altamente beffardo dipinto sulle labbra di un rosa vivo che donavano alla pelle color latte della ragazza una nota di vita. Ed era da quelle labbra che usciva per la seconda volta una risata cristallina. La voce squillante di una bambina in un corpo dalle forme medie, né troppo prosperose né troppo poco. E le dita lunghe della bambina sfioravano il viso del ragazzo sopra il quale era.

«E tu sei un vecchio, un vecchio» cantilenava la bambina. E adagiava le labbra su quelle dell’uomo che aveva vicino. Lo stesso aveva capelli neri corti, occhi dello stesso colore del sangue. E la pelle serica come quella della bambina. Ignorando le sue parole, il ragazzo si mise a sedere, cullandola appena con le braccia, a destra e a sinistra, poi avanti e indietro. «Baaastaaa..» si lamenta quella, battendo appena con le manine sul petto di lui. «Ewan smettila di trattarmi come una bambina..»
«Uhm.. perché mai? E’ divertente» rise, e riprese a cullarla con più dolcezza di prima. La bambina, che poi tanto bambina in realtà non sembrava, chiuse gli occhi e là si assopì. I riccioli rossi ricaddero sul viso e le braccia caddero inermi sul vestito nero dalle rifiniture rosso fuoco. «Oh, Steph, Steph» cantilenò allora Ewan. Chiuse gli occhi, e continuando a cullarla sospirò «Il nostro viaggio non è ancora finito. Abbassare così tanto la guardia non va bene, oh, no» scosse appena la testa, ed alzando il viso fissò le iridi rosso sangue sopra la cartina appesa sulla scrivania. Le labbra s’incurvarono verso l’alto in un sorriso che prometteva male. «Prossima fermata Forks, Stephenie. Andiamo a fare visita al Clan che vi abita» e continuando a cullarla chiuse gli occhi e si assopì assieme a lei.

***


«Bella!» Edward stringeva le braccia intorno al corpo della neonata, che si dibatteva come se fosse un pesce appena uscito dall’acqua. Davanti a lei c’era Alice con in mano una maglietta; era di Charlie. «Calmati, Bella!» quella continuava a dibattersi, ad urlare, e la gola le ardeva incessantemente.
«Ho sete!» urlava,ancora, scuoteva la testa frenetica. «Ho sete!» ripeteva ancora e ancora, finché il suo amato non fu costretto a tenerla immobile per terra, con una stretta così forte da non darle il tempo neanche più di muoversi. «Fatemi bere! Datemi del sangue!» stringeva i denti, i canini appena formati stringevano le labbra e ferivano. Gli occhi stretti per cercare di controllare la sete, e le parole che nonostante tutto questo continuavano imperterrite ad uscire. «Io lo voglio! Lo voglio! Non potete privarmene, io lo voglio!»
«Bella! Per farti stare tranquilla e con la testa a posto dobbiamo cacciare Charlie da Forks forse?!» il tono che usò Jasper in quel frangente era terribilmente duro. Bella soffriva, invece. Il dolore alla gola che annunciava la sete era terribile, e per quanto potesse dibattersi e urlare, non avrebbe avuto il sangue che desiderava di più al mondo: quello di Charlie, suo padre. Ogni cosa che le ricordasse il suo odore le faceva venire sete, e se non c’era il diretto interessato nei paraggi sarebbe andato a cercarlo lei stessa; e invece, la famiglia Cullen la teneva immobile e segregata. Non doveva bere dai suoi cari, anche se lei stessa avrebbe voluto lanciarsi contro il suo Cantante e dissanguarlo il prima possibile.
Charlie era il suo unico punto debole, per quanto volesse sangue umano riusciva a farsi bastare quello animale.
«Edward, ma quando partite?» era stata Alice a fare la domanda, comodamente seduta sul divano. «Per l’Alaska, intendo. Se vi allontanate da Forks forse sarà più facile» disse, e incrociando le braccia si fece pensierosa. «Per lei sicuramente, almeno. Più lontana sta dal suo Cantante meglio è».
«Lo so questo, Alice» rispose quindi lui, sul viso un’espressione dolorante per ciò che stava facendo alla neonata. «Però mi stupisco veramente che sia riuscita a trovare il suo tanto presto! E’ una Vampira da appena tre settimane!»
«E tua moglie da due mesi» terminò Alice «E’ Ottobre, sareste dovuti partire per l’Alaska un mese fa, subito dopo averla fatta! Oppure avresti potuto.. beh, farla direttamente là. Qua è fin troppo pericoloso per Charlie, per tutti quelli che le sono stati vicini fino ad oggi», scosse la testa con forza, prima di esibirsi in uno sguardo sofferente. «Pure per me è diventata pericolosa» afferrò con decisione il proprio braccio, unico punto in cui si poteva perfettamente vedere un segno ben distinto, quasi fosse una cicatrice. Il segno del morso della stessa Bella, era simile a quelli che aveva Jasper sparsi per tutto il corpo. «E dire che sono la sua migliore amica» Alice scosse la testa e fece una smorfia. Quando Bella aveva sete era incontenibile.
«Lasciami! Edward, lasciami!» si dibatteva, poco a poco più veloce, stringendo gli occhi in maniera fin troppo forte. E con un ultimo scatto riuscì miracolosamente a liberarsi. Saltò su Alice e le prese immediatamente la maglia del padre, portandosela al naso ed inspirando profondamente. «Sì» sussurrava, gli occhi di un forte colore nero. Sorridendo malamente lanciò via la maglietta e si lanciò fuori da casa Cullen.



{ Ecco , non so se vale la pena di infangare queste pagine di internet con le mie storielle da quattro soldi . Boh , non lo so nemmeno io . Comunque . Questa è la mia fiction su questo fandom , l’ unica cosa che spero è aver interpretato i personaggi nel modo giusto . I prossimi capitoli nei giorni a venire , poco ma sicuro . Ah , scordavo: questo racconto è protetto da Copyright , quindi se avete davvero l' intenzione di copiare ve lo sconsiglio , perchè se lo vengo a sapere vi faccio causa ^^
Ciao , ciao . . .


l’ autrice ,
© Gackt_Agito

   
 
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